Open Access

Cos’è l’Open Access
  • Un canale alternativo di diffusione dei risultati della ricerca scientifica
  • Un movimento di riappropriazione della comunicazione scientifica da parte di chi fa ricerca a fronte del paradosso dell’attuale sistema (l’Università paga 4 volte: stipendia il ricercatore, finanzia la ricerca, ma dopo che il ricercatore ha pubblicato sulla rivista scientifica, paga l’abbonamento alla rivista per leggere i risultati, infine paga diritti di riuso didattico dell’articolo).
Le due vie all’Open Access
  • "Green Road”: auto-archiviazione di pre-print di articoli in Archivi Aperti, in accordo con le politiche di copyright degli editori. Significa che gli autori possono continuare a pubblicare sulle riviste tradizionali, ma possono “rendere libero” il loro articolo depositandolo in un archivio aperto. Gli archivi possono essere Istituzionali o Disciplinari, come il famoso arXiv per la Fisica. Torino ha un Archivio Istituzionale (AperTO), finora scarsamente utilizzato, da valorizzare. Nel mondo esistono circa 1800 archivi aperti.
  • “Gold Road”: pubblicazione in riviste Open Access, peer reviewed, accessibili senza abbonamento; l’autore mantiene il copyright sul proprio lavoro. Pur essendo recenti, hanno ottimi indici di Impact Factor. Hanno un diverso modello di sostenibilità economica: il 23% delle testate chiede il pagamento delle spese di pubblicazione dell’articolo. Queste spese vengono coperte dal budget della ricerca. Nel mondo esistono oltre 6.000 riviste Open Access.

Torino sta avviando la sperimentazione della piattaforma OJS per la gestione di riviste on line Open Access.

Quali sono i vantaggi per i ricercatori
  • Maggiore visibilità che si traduce in maggiori citazioni (fino al 600% a seconda della disciplina)
  • Diffusione immediata dei risultati delle ricerche; maggiore disseminazione; maggiori possibilità di contatti e collaborazioni internazionali e interdisciplinari
  • Possibilità di nuove metriche di valutazione dell’impatto del singolo articolo
  • Possibilità di nuove forme innovative di peer review aperta.
Quali sono i vantaggi per l’istituzione
  • L’Open Access è una vetrina internazionale per la produzione dei propri docenti/ricercatori
  • Possibili sinergie con l’anagrafe della ricerca
  • Possibili economie di scala in futuro, in relazione ai contratti sottoscritti con gli editori (attualmente circa 2.000.000 Euro/anno, non più sostenibili dati i tagli in corso).
Le politiche di obbligo a depositare (mandatory policies)
  • Principio: i risultati delle ricerche finanziati con fondi pubblici devono essere pubblicamente disponibili
  • 262 fra enti di finanziamento della ricerca e prestigiose Università nel mondo (Harvard, MIT, CERN, NIH…) hanno già adottato politiche di obbligo a depositare in Open Access: significa che i ricercatori sono obbligati a rendere disponibile in Open Access i risultati del loro lavoro, depositando in un archivio aperto o pubblicando su una rivista Open
  • In Italia dal 2010 Telethon ha adottato la politica di obbligo per tutte le sue ricerche.
In Europa
  • European Research Council ha adottato la politica di obbligo a depositare
  • L’Unione Europea prevede per i progetti finanziati all’interno del 7° Programma Quadro un Progetto Pilota con l’obbligo di depositare in Open Access.
In Italia
  • CRUI ha un gruppo di lavoro sull’Open Access che ha emanato Raccomandazioni su Open Access e Valutazione della ricerca (2009) e Linee Guida su:
    • Tesi di dottorato (2007), 22 Atenei hanno già adottato la politica
    • Riviste Open Access (2009)
    • Archivi istituzionali (2009)
  • Gruppo di lavoro WIKI OA Italia; singoli gruppi di lavoro all’interno degli Atenei per far conoscere le opportunità.
Cosa c’è a Torino
  • Il progetto “Open Access in UniTO” (arco temporale: tre anni; coordinatrice dott. Elena Giglia, elena.giglia@unito.it)
  • Dal XXVI ciclo (2010/2013-14) anche a Torino è entrata in vigore la politica di obbligo a depositare le Tesi di Dottorato nell’Archivio Istituzionale.
Ultimo aggiornamento: 16/11/2022