Perché tornare sul Machiavellismo?
Nel 2013 cade il Cinquecentenario della stesura del Principe di Machiavelli, annunciata dal pensatore e politico fiorentino a Francesco Vettori nella ben nota lettera del 10 dicembre del 1513. Una ricorrenza che non può certo essere ignorata dagli studiosi di pensiero politico, ma che deve anzi diventare occasione e pungolo per una ricerca e un dibattito di ampia portata, che coinvolga cioè in un adeguato arco temporale (2007-2013) numerosi specialisti italiani e soprattutto stranieri, con l'intento di ricostruire e analizzare - finalmente a tutto tondo - la straordinaria circolazione delle opere e delle idee di uno dei più grandi e noti pensatori politici italiani nelle diverse situazioni storiche delle realtà geopolitiche e culturali del mondo occidentale.
Le relazioni e il fitto dibattito che hanno caratterizzato due convegni organizzati a Torino su "Platonismo, neoplatonismo, ermetismo tra Umanesimo e Controriforma" (28-29 ottobre 2004) e "Machiavellismo e machiavellismi nella tradizione politica europea (secoli XVI-XIX): una prima ricognizione" (8-9 settembre 2005) hanno confermato in maniera inconfutabile la presenza di alcune importanti connessioni tra le macroproblematiche in essi esaminate, ma hanno anche mostrato come queste si collochino alla base di aspetti significativi della cultura moderna, e non solo della modernità politica.
In particolar modo, il convegno su "Machiavellismo e machiavellismi" ha evidenziato quanto ampia sia la mole di lavoro ancora da svolgere per mettere a punto una sistematica mappatura della presenza e del ruolo del Machiavellismo nelle diverse realtà culturali italiane e dei Paesi occidentali nell'arco temporale che abbraccia l'età moderna e quella contemporanea.
Si tratta di:
- un'indagine di vasto respiro sulla circolazione, prevalentemente sotterranea e strumentale, delle teorie di Machiavelli e sull'uso più o meno distorto e simulato della sua figura, delle sue opere e delle loro traduzioni
- uno studio accuratamente pianificato sugli attori di tutto questo, vale a dire su potentati, autori, traduttori e circoli culturali mossi prevalentemente da finalità non proprio trasparenti.