Il Segretario Generale dell’Onu, Guterres, lo scorso 20 Marzo ha affermato che "l’umanità deve affrontare una verità difficile: il cambiamento climatico sta rendendo il nostro pianeta inabitabile [...], intensificando le ondate di caldo, la siccità, le inondazioni, gli incendi e le carestie, minacciando al contempo di sommergere i Paesi e le città più bassi sul livello del mare e di portare più specie all’estinzione".

Come sostenuto da Will Steffen, pioniere degli studi ambientali, negli ultimi due secoli e ancora di più negli ultimi decenni, gli effetti delle attività umane sullo stato del pianeta hanno causato la rottura di molti equilibri ecologici. Le modificazioni sono così profonde che i segni indelebili sulla crosta terrestre di quanto sta avvenendo potrebbe giustificare la definizione di una specifica era geologica, l’Antropocene, per caratterizzare i nostri tempi.

Tardiamo a prendere coscienza del fatto che la nostra Terra è un sistema chiuso, che non può ricevere materia dall’esterno, che tutto quello di cui possiamo disporre è già qui, e non possiamo rimpiazzarlo.  E allora è utile chiedersi, quali sono le origini delle risorse che abbiamo? Sono abbondanti o scarse? Come le stiamo usando?