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Dottorato e imprese

tre immagini di persone impegnate in attività di ricerca e restauro

 

Il Dottorato di Ricerca è il più alto grado di istruzione previsto nell'ordinamento accademico italiano e ha l’obiettivo di formare ricercatrici e ricercatori di professione, fornendo loro gli strumenti e le competenze necessarie per affrontare attività di ricerca di alta qualificazione presso università, enti pubblici e soggetti privati.

I percorsi di dottorato dell’Università di Torino rappresentano per gli enti e le imprese un’opportunità per instaurare il prezioso rapporto tra la ricerca accademica, il territorio e l’industria, per affrontare con energia nuova le sfide dell’innovazione.
Con il finanziamento di una borsa da parte dell’azienda e in base a un’apposita convenzione, il dottorando lavorerà a stretto contatto e, per parte del suo tempo, all’interno stesso dell’azienda finanziatrice, potendo contare sul costante supporto dei ricercatori dell’ateneo e dei suoi laboratori.

  • Sviluppare un progetto di ricerca di lungo respiro per la propria azienda, con un approccio scientifico.
  • Stabilire una connessione costante con uno dei più importanti Atenei italiani, con un accesso facilitato ai laboratori e ai suoi ricercatori.
  • Iniziare una collaborazione con giovani ricercatori, che potrebbe costituire una risorsa importante su cui investire al termine del dottorato.

Il dottorato di ricerca può avere una durata di 3 o 4 anni, in base allo specifico corso. La collaborazione instaurata con enti e imprese, tramite il finanziamento della borsa, segue la durata del dottorato.

L’ente o l’azienda può manifestare l’interesse al programma annualmente. Tre le forme di collaborazione:

  1. finanziare una borsa di dottorato, individuando un tema di ricerca di specifico interesse, che il dottorando svilupperà sia presso l’organizzazione sia all’Università;
  2. assumere un dottorando con il contratto di alto apprendistato per formazione e ricerca, usufruendo degli sgravi fiscali previsti da questa tipologia di contratto (vedi la pagina "Apprendistato di alta formazione e ricerca");
  3. candidare un proprio dipendente al programma di dottorato, su un tema di specifico interesse per l’organizzazione. Il dipendente ammesso al dottorato, dopo la stipula di una Convenzione con l’Ateneo e il superamento del concorso riservato ai dipendenti, svilupperà la sua attività sia presso l’organizzazione sia presso l’Università, unitamente al percorso di formazione (Dottorato industrial executive).

L’adesione avviene tramite la stipula di una convenzione con l’Ateneo.

L’erogazione del contributo volto al finanziamento di borse di dottorato di ricerca sostiene l’attività istituzionale dell’Ateneo. Il soggetto erogante potrà beneficiare della deduzione integrale della somma versata dal proprio reddito complessivo, sia in attività d’impresa sia quando ciò avvenga a titolo personale, nel limite della capienza del reddito complessivo. 

Soggetti Ires (quali società di capitali enti commerciali e non) potranno beneficiare della deduzione dal reddito complessivo in base all’articolo 1, comma 353 e seg. Legge 266/2005). Possono ottenere un risparmio fiscale corrispondente al 24% o al 12% dell’importo finanziato in base alla propria aliquota Ires.

Soggetti Irpef (persone fisiche) potranno beneficiare della deduzione dal reddito complessivo ai sensi dell’articolo 10, comma 1, lettera l-quater) del Dpr. 917/1986. Possono ottenere un risparmio fiscale corrispondente alla loro aliquota marginale progressiva Irpef con l’aggiunta delle addizionali comunale e regionale applicata al valore del finanziamento; a seconda dei casi per i redditi elevati il risparmio può attestarsi a oltre il 45%.   

Contratto di ricerca commissionata, con destinazione parziale e/o totale della risorsa alla copertura dell’onere della borsa di dottorato
La presenza del contratto di ricerca commissionata con l’Università può determinare il diritto di accedere allo specifico credito d'imposta per investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica 4.0, design e innovazione estetica per l’impresa committente per spese sostenute fino al 31/12/2022. Il credito d’imposta è utilizzabile in compensazione. 

Il contratto di ricerca viene definito extra muros e le spese relative concorrono a formare la base di calcolo del credito d'imposta per un importo pari al 150% del loro ammontare. Il credito d’imposta commisurato alla spesa parte dal 10% (design e innovazione estetica e innovazione tecnologica, spesa massima 2 milioni), al 15% (innovazione 4.0, spesa massima 2 milioni) e al 20% (ricerca e sviluppo, spesa massima 4 milioni).
Fermo il limite di spesa, sono previste maggiorazioni del credito per le imprese delle Regioni del Sud che variazione fra piccole, medie e grandi imprese (rispettivamente 45%, 35% e 25%).
Ai fini della determinazione della base di calcolo del credito d'imposta, sono considerate ammissibili, nel rispetto delle regole generali di effettività, pertinenza e congruità, le spese per contratti di ricerca extra muros aventi ad oggetto il diretto svolgimento da parte del soggetto commissionario delle attività di ricerca e sviluppo ammissibili al credito d'imposta.

Simulazioni vantaggio per l’impresa

  • Caso 1: piccola impresa del sud con 8 dipendenti, che attiva un contratto di ricerca per 30.000 euro, credito d’imposta 45% del 150% della spesa pari 20.250 euro
  • Caso 2: grande impresa del sud con 260 occupati che attiva un contratto in 200.000 euro, credito d’imposta 25% del 150% della spesa pari a 75.000 euro
  • Caso 3: impresa del centro-nord che attiva un contratto di ricerca per 100.000 euro, credito d’imposta 20% del 150% della spesa pari 30.050 euro