Codici di comportamento
In data 29 febbraio 2016 è entrato in vigore il Codice di comportamento dell'Università degli Studi di Torino, emanato con D.R. n. 646 del 29/02/2016.
Il Codice è stato adottato in attuazione della norma di legge che prevede l’adozione da parte di ogni singola pubblica amministrazione di un proprio Codice di comportamento, che integri e specifichi il codice di comportamento nazionale (art. 54, comma 5, del D.Lgs. 165/2001, e D.P.R. 62/2013).
Il Codice ha inglobato, nella sua I Parte, il "Codice di comportamento per la tutela della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, delle studentesse e degli studenti dell'Università degli Studi di Torino".
Definisce i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i pubblici dipendenti sono tenuti a osservare.
Le previsioni del Codice sono integrate e specificate dai codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni ai sensi dell'art. 54, comma 5, del Decreto Legislativo n. 165/2001.
Il codice disciplinare prevede le sanzioni da applicare nei casi di infrazioni commesse dal personale dirigente, tecnico-amministrativo e CEL in violazione degli obblighi contrattuali.
Nella pagina Procedimenti disciplinari nei confronti del personale docente e ricercatore sono disponibili le informazioni inerenti alle infrazioni, ai termini del procedimento e alle sanzioni disciplinari applicate al personale docente e ricercatore.
Il Codice definisce, formalmente, i valori di riferimento dell'Ateneo individuando regole di comportamento coerenti nonché disposizioni per evitare forme di discriminazione e abuso e per regolare casi di conflitto di interessi o di proprietà intellettuale. Il codice si rivolge a tutte le componenti della vita accademica delle Università piemontesi (Università e Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale) ma se ne garantisce l'osservanza anche nei confronti di soggetti esterni con i quali la comunità accademica intrattiene rapporti.
La Child Protection Policy individua i principi generali e dà indicazioni operative, anche tramite la raccomandazione di utilizzare i moduli in allegato a questa policy, per lo svolgimento di attività di ricerca, didattica e di terza missione che comportino contatti diretti tra la Comunità universitaria di UNITO (docenti, assegnisti, borsisti studenti o personale tecnico amministrativo) e bambini o ragazzi, per esempio nell’ambito di ricerche, tirocini, stage, eventi di public engagement rivolti alle scuole. All’interno delle attività di ricerca sono comprese anche le sperimentazioni cliniche con soggetti minorenni sani o affetti da una patologia.
Obiettivo di questa policy è prevenire e minimizzare i rischi di pregiudizio delle persone di età minore direttamente coinvolte nelle attività accademiche e, ove possibile, promuovere il benessere dei e delle minorenni come gruppo e della società nel suo complesso