Doctrix - Storie di donne sapienti e coraggiose
Mercoledì 18 giugno 2025, alle ore 18, nel Cortile del Palazzo del Rettorato (via Po 17/via Verdi 8 - Torino), si inaugura “Doctrix. Storie di donne sapienti e coraggiose”, installazione interattiva visitabile fino a martedì 8 luglio, tutti i giorni, festivi compresi, dalle 9 alle 19, con ingresso libero.
L’installazione interattiva Doctrix, curata da Giulia Carluccio e Paola Novaria e realizzata da auroraMeccanica, ridà vita ad alcune figure femminili che hanno fatto la storia dell’Università di Torino, attraverso un allestimento immersivo e sensoriale che fonde arte, memoria e tecnologia. Sviluppata come naturale evoluzione della ottocentesca Galleria dei Dotti, questa nuova galleria non rappresenta un canone, ma ricorda undici donne esemplari che hanno sfidato i vincoli del loro tempo, contribuendo con il sapere, la scienza e l’impegno civile all’evoluzione culturale delle università e della società.
Superando la fissità del marmo, attraverso sette colonne digitali di ledwall, alte fino a quattro metri, il visitatore è invitato a esplorare un percorso non lineare, fatto di luci, suoni e contenuti multimediali attivabili al tocco. Solo così, in una dimensione di prossimità e ascolto, il ritratto potrà ricomporsi e prendere ancora una volta la parola.
Le voci riprodotte dall’installazione testimoniano come lo spazio universitario sia stato gradualmente attraversato, trasformato e arricchito dallo sguardo e dal contributo femminile. Ogni figura rappresentata è un frammento di una narrazione più ampia, che intreccia discipline, epoche e lotte, proiettando la memoria verso un futuro in cui la conoscenza si fa, sempre più, plurale.
A completamento del percorso di visita, nello spazio della Galleria UniVerso sempre nel Cortile del Rettorato, un video racconto delle undici protagoniste di Doctrix attraverso i materiali custoditi dall'Archivio Storico dell’Università.
- Santa Caterina d’Alessandria, patrona degli studenti e protettrice di numerose università europee dell’Occidente a partire dal tardo Medioevo, simbolo di una sapienza femminile capace di tener testa all'élite culturale della corte imperiale tanto da pagare la propria cultura con il martirio.
- Rosa Bonavia, tra le prime donne a varcare le aule dell’Università nel Settecento per sostenere l’esame abilitante all’esercizio della professione di levatrice presso la Facoltà di Chirurgia, come decretato dal “Regolamento dell’opera delle partorienti nell’ospedale di San Gioanni in Torino” (9 luglio 1732).
- Maria Pellegrina Amoretti, dopo gli studi in filosofia si dedica privatamente allo studio della giurisprudenza e, venendole impedito di sostenere gli esami finali a Torino, tra il 12 e il 25 giugno 1777 supera due esami privati e l'esame pubblico a Pavia, dove è proclamata doctrix.
- Maria Velleda Farnè, bolognese di origine e prima laureata a Torino nel 1878, vivrà per lo più a Roma in quanto medica onoraria della regina Margherita dal 1881. La sua vita incentrata sullo studio e la professione ne fa un caso precoce di emancipazione femminile. Dal 2022, la omaggia un ritratto in marmo nel Rettorato dell’Università.
- Lidia Poët, laureata a Torino nel 1881 fu la prima avvocata d’Italia anche se per decenni le fu negato l’esercizio della professione; simbolo di una lunga battaglia per la parità nell’accesso ai diritti, solo all’età di 65 anni potrà iscriversi all’albo degli avvocati.
- Amalia Guglielminetti, poetessa e scrittrice fuori dagli schemi, muovendosi tra Torino, Parigi, Roma, ha attraversato la società del primo Novecento passando dalla Belle Époque ai fascismi, poco inclini ad apprezzare una personalità eccentrica come la sua.
- Ada Prospero, filosofa, partigiana, educatrice e prima vicesindaca di Torino, legata all’eredità morale e politica di Piero Gobetti, che sposò nel 1923 e di cui tenne viva la memoria antifascista.
- Battistina Pizzardo, laureata in matematica nel 1925, libera e anticonformista, sarà militante antifascista e pagherà anche con il carcere il suo impegno politico, ben oltre il ruolo di musa che la lega nel ricordo a Cesare Pavese.
- Maria Adriana Prolo, storica e pioniera nella conservazione del patrimonio culturale audiovisivo, a lei si deve la fondazione del Museo Nazionale del Cinema: un’avventura iniziata raccogliendo gli oggetti e i documenti della grande stagione del muto torinese.
- Rita Levi Montalcini, Premio Nobel per la Medicina nel 1986, emblema della scienza come vocazione e della resilienza femminile, si laureò a Torino nel 1936 apprendendo fin da subito dal proprio maestro Giuseppe Levi il rigore del metodo scientifico e l’entusiasmo per la ricerca.
- Fernanda Pivano, traduttrice, scrittrice, saggista, critica letteraria, laureata a Torino sia in Lettere che in Pedagogia, a lei si deve la conoscenza e la circolazione della letteratura e della cultura nordamericana in Italia e in Europa nel secondo Novecento.