Fotocomunicato e cartella stampa - primo Corso universitario in Storia dell’Omosessualità

26/10/2017

Oggi giovedì 26 ottobre 2017, alle ore 12.00, nel Salone del Rettorato (Via Verdi, 8 - Torino), il Rettore dell’Università di Torino Gianmaria Ajani ha presentato alla stampa il primo Corso universitario in Storia dell’Omosessualità, in programma per l’A.A. 2017/2018, promosso dal CUG (Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni dell’Università), richiesto dal corso triennale in DAMS del Dipartimento di Studi Umanistici e disponibile come esame a scelta per l’intero Ateneo.

 

All’incontro hanno partecipato:

  • Monica Cerutti, Assessora alle Pari Opportunità e Diritti Civili della Regione Piemonte
  • Marco Giusta, Assessore ai Diritti del Comune di Torino
  • Antonio Pizzo, Promotore del corso e Docente di storia dello spettacolo
  • Silvia Giorcelli, Docente di Storia romana, ex Presidente CUG
  • Chiara Ghislieri, Docente di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni, Presidente CUG
  • Bruno Maida, Docente di Storia contemporanea
  • Maya De Leo, Docente a contratto di Storia dell’Omosessualità

 

L’insegnamento, che si terrà da aprile a giugno del 2018, propone una storia culturale dell’omosessualità che ne ricostruisce le trasformazioni in età contemporanea (dalla fine del XVIII secolo al tempo presente) tra Europa e Stati Uniti, restituendo esperienze, narrazioni e rappresentazioni collocate in diversi contesti sociali.

Si concentra sulla produzione culturale legata ai movimenti di liberazione omosessuale e più in generale all’attivismo LGBT+ e queer, offrendo un percorso di approfondimento specifico sul rapporto tra media e omosessualità in età contemporanea.

 

L’istituzione di un corso sulla storia dell’omosessualità si inserisce con piena dignità scientifica nel campo della ricerca storica e degli insegnamenti sull’identità di genere. La costruzione dei generi e della sessualità ha avuto infatti un ruolo centrale nel passaggio dall’età moderna a quella contemporanea. Studiarne i mutamenti contribuisce a restituire un’analisi storiografica di una parte della popolazione.

L’Università assume quindi un ruolo centrale e partecipa con le proprie competenze scientifiche a riconoscere le tracce di questo importante contributo, bene culturale intangibile da studiare, documentare e trasmettere.

 

“Quello che apriamo a Torino – ha dichiarato il Rettore Gianmaria Ajani - è il primo insegnamento universitario in storia dell’omosessualità in Italia. Non è un primato di cui essere orgogliosi. Il tema, che si inserisce perfettamente nell'offerta sugli studi di genere, dovrebbe essere trattato da molte più università, come già accade in gran parte del mondo accademico in Europa e nel Nord America. Lo sviluppo dei diritti civili e della coscienza civile nel nostro paese passa anche per una presa di posizione culturale in questo senso e di riconoscimento della rilevanza storica di una parte della popolazione.”

 

“Sono fermamente convinta della bontà della scelta dell’Università di avviare ad aprile un corso sulla Storia dell’Omosessualità perché la consapevolezza passa dalla conoscenza – ha affermato Monica Cerutti -. La nostra è una società che sta mutando ed è necessario che i giovani si rendano conto attraverso la storia, fatti concreti e realmente accaduti, che il contrasto alle discriminazioni non è un semplice slogan, ma un requisito essenziale di una società che si voglia definire civile.”

 

“Chimamanda Adichie ci ha insegnato i pericoli di una storia unica, soprattutto legati ai pregiudizi e stereotipi che la conoscenza di una sola storia o una versione della stessa storia portano – ha aggiunto Marco Giusta -. Si dovrebbero conoscere più storie culturali diverse, e una di queste è sicuramente quella narrata dagli studi di genere e dai movimenti di liberazioni omosessuali. Restituire voce e parola alle minoranze, come già avviene in altre università a livello globale, è forse la più seria delle attività possibili, che è in grado di scacciare i fantasmi e le paure che trovano nutrimento nell'ignoranza diffusa. Ringrazio l'Università di Torino per questa scelta che si dimostra ancora più importante e necessaria.”

 

Ultimo aggiornamento: 30/10/2017