Il respiro dei fiumi - Una ricerca internazionale a cui hanno partecipato ricercatori delle Università di Torino e del Piemonte Orientale, svela per la prima volta come i corsi d'acqua emettano anidride carbonica nell'aria
Uno studio appena pubblicato su Communications Earth & Environment, una rivista del gruppo Nature, svela per la prima volta, il ruolo dei fiumi nel ciclo dell’anidride carbonica. Un progetto di ricerca internazionale, a cui hanno partecipato ricercatori delle Università di Torino e del Piemonte Orientale, rivela come la produzione di anidride carbonica nei sistemi d’acqua corrente segua un pattern complesso in cui interagiscono fattori climatici, latitudinali, ambientali ed ecologici.
Ritenere che gli elementi naturali siano dotati di vita propria è un aspetto ricorrente in moltissime culture tradizionali. Nelle credenze animistiche si pensava che il vento, le montagne, le radure e i boschi avessero una propria personalità e volontà, comportandosi spesso come veri e propri esseri viventi. In questo contesto, fiumi e torrenti hanno sempre ed ovunque ricevuto una particolare attenzione: l’acqua perpetuamente in movimento, capace di rumoreggiare, muovere tronchi e massi, scavare le sponde, benefica ma anche spaventosa, era ritenuta un elemento animato e vivo in moltissime culture. Ormai l’animismo permane in poche ed isolate popolazioni e va scomparendo rapidamente: i cinefili ricorderanno Dersu Uzala, cacciatore siberiano immortalato nel bellissimo film di Akira Kurosawa, che vedeva òmini, cioè esseri senzienti, nel fuoco e negli elementi naturali della sua sconfinata taiga.
Tuttavia, uno studio appena pubblicato su Communications Earth & Environment, una rivista del gruppo editoriale Nature (https://www.nature.com/articles/s43247-021-00192-w), lega in qualche modo queste antiche suggestioni con uno dei più attuali e pressanti problemi ambientali, il riscaldamento climatico globale. Nel XXI secolo si può, scientificamente parlando, considerare un fiume come un essere vivente? In un certo senso sì, basti infatti pensare che un fiume respira, cioè emette ciclicamente anidride carbonica. Questa è la conclusione cui è giunto un progetto internazionale, denominato EURORUN (Assessing CO2 Fluxes from European Running Waters), che ha coinvolto 16 gruppi di 11 nazioni europee. Il team italiano era costituito dal Prof. Stefano Fenoglio (Università di Torino) e dal Dott. Alberto Doretto (Università del Piemonte Orientale), che lavorano entrambi anche presso il Centro per lo Studio dei Fiumi Alpini (ALPSTREAM), struttura nata nel 2019 ad Ostana (CN) dalla sinergia tra Parco del Monviso, UNITO, UPO e POLITO. Obiettivo del Centro è promuovere una maggiore sostenibilità ambientale, con particolare attenzione ai fiumi alpini ed alle risorse idriche, ponendosi anche come struttura di riferimento scientifico e didattico all’interno del consorzio UNITA (Universitas Montium).