L'eredità di Nico Orengo all'Università di Torino: libri, manoscritti e documenti al Centro Gozzano Pavese - Fotocomunicato

12/05/2017

Oggi venerdì 12 maggio, nel Salone del Rettorato (Via G. Verdi 8), il Rettoredell’Università di Torino, Gianmaria Ajani, e il Direttore del Centro Studi “G. Gozzano – C. Pavese”, Mariarosa Masoero, hanno presentato l’affidamento al Centro Interuniversitario per gli Studi di Letteratura italiana in Piemonte “Guido Gozzano-Cesare Pavese” (Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Studi Umanistici) di carte, documenti e libri appartenuti allo scrittore Nico Orengo, in altre parole la sua “officina”.

 

I materiali messi a disposizione dell'Università di Torino, sono circa 7.000 volumi "biblioteca d'autore, laboratorio dello scrittore" (2500 a Torino, circa altrettanti a Treiso e a Mortola), oltre a manoscritti (La guerra del basilico, ad es., calepini, pagine autografe, appunti, manifesti, ritagli di giornale, inviti, fax, corrispondenza pubblica, cartoline...) e altri testi e documenti provenienti da "La Stampa” con libri "da redazione" e due tesi di laurea. Il tutto andrà a costituire uno specifico Fondo Orengo.

 

Sono intervenuti, oltre agli eredi dello scrittore:

  • Ernesto Ferrero, scrittore e critico letterario
  • Paolo Mauri, critico letterario e giornalista
  • Ugo Nespolo, artista
  • Bruno Quaranta, critico letterario e giornalista

 

Nicola Antonio Maria Orengo, detto Nico, era nato a Torino il 24 febbraio 1944. Torinese di nascita ma ligure di origine, era figlio del marchese Pier Paolo Vladi, regista  e scrittore, e di Casimira Incisa di Camerana.

A Torino frequentò i primi anni della scuola  elementare per poi trasferirsi nei luoghi d’origine della sua famiglia, a La Mortola Inferiore, nella Liguria dell’estremo Ponente. Nello scenario incantato dei giardini Hanbury, nella villa che era stata un tempo della sua famiglia, trascorse la propria infanzia a stretto contatto con la natura. In quei luoghi avvenne la sua vera formazione e si sviluppò il suo interesse per il mare, la botanica, i libri, il teatro, il cinema, e in particolare verso quel tipico paesaggio ligure che divenne caratteristica peculiare di quasi tutta la sua produzione letteraria, punto privilegiato da cui osservare le trasformazioni della società.

Non a caso proprio il distacco dalla terra d’origine generò in Orengo la necessità della scrittura: a sedici anni con la sua famiglia fece ritorno a Torino, dove proseguì gli studi nella scuola di Agraria di Lucento, per poi trasferirsi a Roma presso la zia Renata, fine intellettuale, sorella del padre e moglie di Giacomo Debenedetti. Nella capitale, dove era già stato alla fine degli anni Cinquanta per sostenere l’esame di recitazione al Centro Sperimentale di  Cinematografia, conseguì il diploma di maturità magistrale; lì conobbe, fra gli altri, Elsa Morante, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, che frequentavano il salotto di suo zio. Di nuovo a Torino, si iscrisse alla facoltà di magistero che abbandonò per incominciare a scrivere.

Grazie all’appoggio di Franco Antonicelli, aveva esordito in poesia con la raccolta Motivi per canzoni popolari (1964), mentre il suo esordio in prosa avvenne, per intercessione di Nanni Balestrini, con l’uscita del racconto ‘sperimentale’ Per preparare nuovi idilli (Milano 1969), che era stato letto due anni prima (maggio 1967) all’incontro del Gruppo 63 a Fano.
A 22 anni Orengo entrò, a fianco di Italo Calvino, all’ufficio stampa dell’Einaudi dove rimase fino al 1977. Abile scopritore di talenti, assorbì e interpretò a fondo lo “spirito einaudiano” di quegli anni, insieme a Roberto Cerati, Ernesto Ferrero, Giulio Bollati e Guido Davico Bonino. Nel giro di poco tempo, sviluppò un profondo, contrastato e duraturo legame di amicizia con Giulio Einaudi.
Con la nascita del primo figlio Simone, a cui dedicò A-ulì-ulé (Torino 1972 poi Milano 2011), una raccolta di filastrocche, conte e ninnenanne con i disegni di Bruno Munari, Orengo incominciò a dedicarsi alla poesia per l’infanzia, che coltivò per lungo tempo, pubblicando decine di titoli, alcuni dei quali (ad esempio L’allodola e il cinghiale, Torino 2001, con i disegni di Luigi Mainolfi) sono stati dedicati ai figli che nacquero successivamente: Vladimiro, Antonio ed Eugenio.

Se i primi romanzi furono influenzati dalla  neoavanguardia, come il romanzo E accaddero come figure (Padova 1972), con Miramare (dapprima rifiutato da Calvino per Einaudi e pubblicato da Marsilio nel 1976; poi Torino 1989), Orengo col tempo cambia direzione e indaga la sua nostalgia per la terra d’origine, popolando le sue storie (la sua bibliografia non è ancora stata completamente esplorata: una ventina di romanzi e decine di raccolte poetiche oltre a traduzioni, prefazioni, curatele e migliaia di articoli giornalistici) con  personaggi che abitano quella lingua di terra così vicino alla Francia: pescatori, giardinieri, dive del cinema, commercianti di sale, barman, nobili russi, contrabbandieri, donne inquiete e marinai, e coltivando una lunga e approfondita poetica in difesa del territorio.

Nel 1977 tornò alla poesia, Collier per Margherita (Roma) raccolta di poesie amorose intrise di ironia, cui seguì Cartoline di mare (Torino 1984 e 1999) dove la natura diventa sempre più protagonista, anticipando così il romanzo Dogana d’amore (Milano 1986; poi Torino 1996), cui seguirono Ribes(1988) e Le rose di Evita (1990).
A partire dal 1978, Orengo aveva iniziato a lavorare come giornalista culturale presso il quotidiano torinese “La Stampa” dove, nel giugno del 1989, divenne responsabile del supplemento settimanaleTuttolibri, ruolo che ricoprì fino al dicembre 2007, continuando successivamente a collaborarvi.
Nel 1993, in collaborazione con l’Università di Genova, ideò il Premio Hanbury-La Mortola, dedicato allo studio e alla salvaguardia del paesaggio. 
Collaboratore di numerose riviste letterarie, della radio e della Rai, per cui scrisse alcune sceneggiature e radiodrammi, Orengo fu anche un bravo acquerellista e seguì con passione l’arte contemporanea, avendo stretto amicizia con numerosi artisti tra i quali Giulio Paolini, Luigi Mainolfi, Gilberto Zorio, Salvo, Marco Gastini, Michelangelo Pistoletto, Giosetta Fioroni, Claudio Parmiggiani, Giorgio Griffa, Luigi Stoisa, Ugo Giletta. Scrisse a lungo di arte, come dimostrano numerosi cataloghi di mostre e curò le edizioni della Via del sale, rassegna d’installazioni d’arte tra Piemonte e Liguria organizzata da Silvana Peira.

Si spense a Torino il 30 maggio 2009.

 

Bibliografia sintetica:

Principali romanzi e raccolte di poesia

Motivi per canzoni popolari, 1964

Per preparare nuovi idilli, Milano 1969

A-ulí-ulé: filastrocche, conte, ninnenanne, 1972, 1992, 1997, 1998, poi Milano 2011

E accaddero come figure, Padova 1972

Miramare, Venezia 1976 poi Torino 1989 e 1997

Collier per Margherita, Roma 1977

La scarpa in fondo al prato: filastrocche, ill. di N. Bayley (Milano 1978);

La misura del ritratto (Milano 1979);

Canzonette, ill. di B. Munari (Torino 1981 e 1997);

Cartoline di mare, Torino 1984; nuova ed., ibid. 1999 e 2009

Figura gigante (Milano 1984) poi Torino 1992 e 1997;

Dogana d'amore, Milano 1986 poi Torino 1986, 1997

Trotablu, (Torino 1987)

Ribes, (Torino 1988 e 1990)

Le rose di Evita, (Torino 1990, 1997 e 2001)

Cartoline di mare vecchie e nuove (Collezione di poesia), Torino 1999

Gli spiccioli di Montale. Requiem per un uliveto (Roma 1992; poi Torino 2001)

La guerra del basilico, 1994, 1997 e 2006

L'autunno della signora Waal, 1995, 1997, 2007 e 2010 (Corpo 16)

Narcisi d’amore: poesie 1974-1994 (Parma 1995 e 2004)

Il salto dell'acciuga, Torino 1997, 2003

L'ospite celeste, 1999

Spiaggia, sdraio e solleone, ill. di A. Passaro (Torino 2000);

L’allodola e il cinghiale, Torino 2001 e 2006 e 2004 (corpo 16)

L’allodola e il cinghiale DVD audio

La curva del Latte, 2002, 2003 e 2007

L'intagliatore di noccioli di pesca, 2004 e 2005

Di viole e liquirizia, 2005 e 2007

Hotel Angleterre, 2007 e 2009

Islabonita, 2009 e 2010

Figura Gigante, il salto dell’acciuga, gli spiccioli di Montale, Einaudi e-book,        2014

 

Altre opere edite

Una poesia di Giulio Paolini (Novara 1972);

Nocheno, ill. di C. Lastrego - F. Testa (Torino 1974);

Andare per mare: storia del capitan Rebissu e della sua barca Gianchettu, ill. di F. Mello (Milano 1975);

Raccontondo, ill. di C. Lastrego - F. Testa (Milano 1976);

Ping pong, ill. di Oski (Milano 1976);

Tiro di qui tiro di qua ma i cavalli restan la, ill. di D. Saputi - T. Saputi (Teramo 1978);

Stefano Bricarelli Gli occhi della memoria, presentazione di Nico Orengo, Automibilia, 1979

Sulla strada del mercato, ill. di A. Lobel (Milano 1982);

Una farfalla per Alice, ill. di L. Galli (1983, Trieste 1984);

Il violino e la conchiglia, L’ isola della grande arpa, L’ olmo e il flauto, Il corvo e il clavicembalo (tutti con F. Mello: Milano 1985);

Delfino ballerino, ill. di A. Curti (Milano 1986);

Luigi Mainolfi, Nico Orengo, La pelle del mondo è ruvida, Fabbri 1987

Nico Orengo Mario Bertoni, Marco Gastini, Edizione Castel Burio - Arte Brandstetter & Wyss (1987)

I bevitori di lune (Mondovì 1989);

Francesco Tabusso e Nico Orengo Tabusso, Galleria Gian Ferrari, 1989

Parmiggiani musée Picasso Antibes, Château Grimaldi sept-oct 1989. Poésies de Nico Orengo, Galerie Mazzotta, Musée Picasso, 1989

La cabala del lotto, con 10 litografie di E. Luzzati (Torino 1990);

Beniamino e la stella, disegni di A. De Carlo (Milano 1991);

Italo Cremona disegni e illustrazioni, Edizioni d'arte Le immagini (1993)

25 poesie autografe (Torino 1994);

Gene Gnocchi, Una lieve imprecisione, prefazione di Nico Orengo, CDE, 1994

Luigi Mainolfi/Salvatore Mazza Stanze (contributo di Nico Orengo), Meta, 1994

Lalla Romano. Paesaggi Piemontesi aa.vv con contributo di Nico Orengo, Galleria Biasutti, 2001

Oltre frontiera. Un lavoro: un'opera di Luigi Mainolfi Edoardo Sanguineti Mario Luzi Giuseppe Maraniello Maurizio Cucchi Marco Gastini Franco Ionda Pedrag Matvejevic Christiane Lohr Nico Orengo, Edizioni Canopo, 2001

Giorgio Griffa e Nico Orengo, Enigma, Galleria Biasutti, 2005

Vico Faggi Nico Orengo, Il giudice e il poeta, Marietti
Mondo Martini, Sorì  2005

AAVV, Il grande libro della Liguria, Mondadori 1985

Mainolfi, contributo, 1995

La Nina nel campo, ill. di S. Moldi, a cura di A.M. Gandolfi - E. Giacone (Torino 1996);

Battibecco (Milano-l’Aquila 1998);

L’orata, la triglia, l’acciuga, acquerello di U. Giletta (Osnago 2000);

Lalla Romano. Paesaggi piemontesi. Dipinti e disegni editi e inediti  2001

Il giocattolaio di Anversa, con Panamarenko (Milano 2001, 2002);

The Antwerp toymaker  (La favola dell'arte)  2003

Terre blu: sguardi sulla Riviera di ponente, fotografie di G. Bergami - N. Orengo (Genova 2001);

Fonstulì, con 21 silografie di E. Luzzati (Rivarolo Canavese 2002).

Giorgio Griffa, Enigma, 2005

Dal viola al blu, insieme a Claudio Parmiggiani, 2006

Chi è di scena!, Einaudi 2006

Take the stage! Einaudi 2006

Cahiers Elsa Morante: 2                    

L'inchiostro delle voci, Torino, La Stampa    

 

Traduzioni: T. Burton, Morte malinconica del bambino Ostrica e altre storie (Torino 1998); O. Wilde, Il principe felice (Rivarolo Canavese 2000); T. Burton, La sposa cadavere: siete invitati alle nozze (Torino 2006).

 

Ha curato inoltre: J. Prévert, Poesie d’amore (Parma 1991); A. Ricci, Striscia la tivù (Torino 1998).

Ultimo aggiornamento: 13/05/2017