Nasce l'audiomappa digitale delle lingue walser, un sito per salvarle dal rischio estinzione. Ricercatori e cittadini uniti nel progetto Alpilink

06/07/2024

I parlanti delle varietà walser in Italia oggi non superano in totale il migliaio e rappresentano ormai una “una parlata a rischio di estinzione", oggetto di studio e di interesse da parte di linguisti di tutta Europa: grazie al progetto AlpiLinK - Lingue Alpine in Contatto, è in via di realizzazione la prima audiomappa digitale che documenta le diverse varietà alemanne parlate in una manciata di piccole comunità montane piemontesi e valdostane, isole linguistiche disseminate fra Valle del Lys, Val d’Ossola, Valsesia e Val Mastallone. Un territorio dove quasi ad ogni “villaggio” corrisponde una varietà walser diversa, dal titschu di Rimella al titsch di Gressoney e Formazza al töitschu della piccola Issime, queste ultime due inserite nell’Atlante Unesco come lingue ad alto rischio d’estinzione.

 

Il lavoro di documentazione e raccolta degli audio impegna sul campo un team interateneo delle Università di Torino e della Valle D’Aosta, partner del progetto coordinato dall’Università di Verona per la mappatura delle diverse lingue minoritarie del Nord Italia. I primi esiti dell’attività sono stati presentati in occasione di MiLES - Minority Languages in European Societies, un importante congresso internazionale promosso dai due atenei del Nord Ovest che in questi giorni riunisce a Torino e Bard alcuni dei più importanti linguisti a livello internazionale, tra cui Yaron Matras dell’Università di Amburgo e Claudia Maria Riehl dell’Università di Monaco. Il 4 luglio il convegno ha ospitato un talk plenario di Stefan Rabanus, coordinatore del progetto Alpi Link, che il 2 luglio era intervenuto anche nella Summer school che ha preceduto l’evento guidando un laboratorio per affiancare dottorandi e ricercatori nell’utilizzo del database del progetto.

 

Fra le  voci “registrate” nelle scorse settimane nel database di AlpiLinK anche quella di Jolanda Zertanna, centenaria da sempre residente a Formazza, che con i suoi 400 abitanti è il comune più settentrionale del Piemonte. Ma a spingere i ricercatori non è solo la volontà di documentare e “tenere traccia” di una lingua minoritaria che sta scomparendo a seguito della crescente mobilità, dello spopolamento di queste aree e del “rifiuto” dalle giovani generazioni. «Il fatto che da paese a paese, a volte persino da frazione a frazione, si siano sviluppate varietà differenti così distinte fra loro che spesso non sono comprensibili dai parlanti di varietà diverse, rappresenta un elemento di grande interesse scientifico: ci troviamo di fronte, in un territorio circoscritto, a una varietà linguistica difficile da rintracciare in altre aree», spiega Livio Gaeta, professore ordinario di Lingua Tedesca e referente di AlpiLinK per l’Università di Torino. «Il walser in queste aree presenta inoltre alcuni elementi di unicità - aggiunge - penso ad esempio alla costruzione del futuro con l’agglutinazione del corrispondente dell’avverbio “poi” alla forma presente, un fenomeno linguistico singolare che, pur nella sua apparente semplicità, è attestato dalla letteratura soltanto in alcune lingue africane».

 

Il progetto con le scuole in Valle D’Aosta

In Valle d’Aosta  l’avvio di AlpiLinK è stato l’occasione per coinvolgere il mondo della scuola, attraverso un progetto-pilota congiunto Università-Assessorato regionale ai Beni Culturali e all’Istruzione che ha interessato tre classi di due istituti secondari superiori di Aosta, l'Institut Agricole Régional e il Liceo Classico Bilingue. «Un’iniziativa - spiega Gianmario Raimondi,  coordinatore dell’unità di ricerca dell’Università della Valle d’Aosta  - che ha coinvolto le classi nel lavoro di crowd-sourcing della banca dati AlpiLInK, con interviste ai parlanti di lingue minoritarie raccolte sul campo, e ha previsto inoltre azioni di formazione mirate alla valorizzazione del francoprovenzale come rilevante “bene culturale immateriale” del patrimonio regionale”, utilizzando anche i materiali contenuti nell’Atlas des Patois Valdôtains, atlante linguistico dedicato ai dialetti francoprovenzali valdostani, il cui primo volume è stato pubblicato nel 2020». Al progetto hanno partecipato anche come formatori Paolo Benedetto Mas, titolare di un assegno di ricerca all’Università, Patrizia Dondeynaz Susanna Belley, insegnanti esperte di francoprovenzale in forza al Bureau Régional pour l’Ethnologie et la Linguistique.

 

Un dizionario per il titsch

La tutela del patrimonio linguistico e culturale rappresentato dal walser non è affidata solo all’impegno dei linguisti e al coinvolgimento delle scuole.

A Gressoney-Saint-Jean, meta turistica molto rinomata che conta però soltanto 800 residenti fissi, Luciana Favre e l’amica e compaesana Elide Squindo, insegnante in pensione, propongono dei corsi ad hoc e hanno realizzato in autonomia la prima grammatica titsch: un volume nato dalla loro comune passione che è stato pubblicato nel dicembre 2022 nella nuova collana “Minoranze Alpine”, fondata dal professor Gaeta per la casa editrice universitaria Edizioni dell’Orso. Con Caterina Saracco Emanuele Cioffi Gaeta è inoltre autore del nuovo vocabolario titsch-italiano e italiano-titsch, che, pubblicato nel marzo di quest’anno e frutto di un lungo lavoro di ricerca, aggiorna la precedente edizione risalente a oltre venticinque anni fa.

L’attività di AlpiLinK in Piemonte e Valle D’Aosta  si estende anche alla mappatura di Piemontese, Francoprovenzale e Occitano. Tutte le persone che parlano un dialetto possono contribuire direttamente alla ricerca attraverso il sito - alpilink.it - compilando in poco tempo  l’audio-sondaggio dedicato in cui viene proposto all’utente di utilizzare il proprio dialetto o la propria lingua locale per descrivere cosa accade in una scena o per tradurre le frasi o parole indicate. Un modello di ricerca partecipativo, che punta sul coinvolgimento “dal basso” e che sta raccogliendo un notevole interesse.

 

Ricerca linguistica e nuove tecnologie

L’attività dei ricercatori fa leva anche sulle nuove tecnologie: nell’ambito di un precedente progetto CLiMALp, sviluppato dalle Università di Torino e dell’Università della Valle D’Aosta, è stato realizzato un software che funge da classificatore linguistico e archiviazione dei dati. Attraverso data mining e machine learning l’applicativo, disponibile online sul sito www.climalp.org, è in grado di restituire in tempi rapidissimi la traduzione della parola ricercata nelle diverse varietà, ma anche di identificare tutte le ricorrenze in cui è citata nel corpus testuale. Una tecnologia, realizzata internamente e brevettata nel 2021, che lo scorso marzo è stata acquisita da The Innovation Group, un’importante società di servizi bresciana, con l’obiettivo di applicarla anche ad altri settori.

Ultimo aggiornamento: 08/07/2024