Patrimonio culturale del Medio Oriente a rischio: due giorni di studio insieme ai massimi esperti internazionali

16/10/2019

Domani, giovedì 17 ottobre, dalle 9, nell’Aula Magna del Palazzo del Rettorato dell’Università di Torino (via Verdi, 8), si terrà il convegno intitolato Cultural Heritage and Illicit Trafficking in a Fragmented Middle East. L’evento è co-organizzato dal Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino e dall’Istituto Affari Internazionali (IAI) di Roma nell’ambito del New-Med Research Network, l’organizzazione di studiosi esperti dell’area mediterranea sviluppata in collaborazione con il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale, la Compagnia di San Paolo, il German Marshall Fund of the United States (GMF) e l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).

 

24 studiosi riconosciuti a livello internazionale, direttori di musei, professionisti e policy makers provenienti da 11 Paesi si riuniranno per analizzare i drammatici eventi che, negli ultimi anni, hanno interessato gli stati mediorientali e messo in pericolo la loro eredità culturale. I relatori si focalizzeranno anche sulla “dimensione umana” di questa tragedia, provando a far luce sui progetti dedicati alla rinascita culturale della regione, come musei, scavi archeologici e la ristrutturazione dei monumenti danneggiati.

Il saccheggio del Museo di Baghdad, la sistematica spoliazione dei siti archeologici mesopotamici in scavi clandestini, le devastazioni operate dall'Isis a Mosul, a Palmira e in molti altri siti sono solo alcuni degli esempi di un processo di cancellazione della memoria culturale occorso in questa regione.

 

La giornata è suddivisa in quattro sessioni: la prima, dai contenuti prettamente storici, ha l’obiettivo di comprendere come si sono formate le entità politiche del Medio Oriente dopo il collasso dell'Impero Ottomano, il loro sviluppo nel novecento e le tensioni politiche e sociali che le hanno attraversate.

La seconda sessione ha carattere politologico e vuole indagare le strategie politiche che hanno portato l'Isis a operare la sistematica distruzione del patrimonio culturale siriano ed iracheno.
La terza sessione intende presentare lo stato del danno al patrimonio culturale e archeologico.

La quarta sessione riguarda le iniziative portate avanti in paesi diversi del Medio Oriente per lo sviluppo del patrimonio culturale, la valorizzazione museale e il coinvolgimento di più ampi settori sociali nella conoscenza del valore della cultura.

Le conclusioni sono ad opera di esperti di politica ed economia.

 

Il giorno dopo, venerdì 18 ottobre, alle 17, alla Fondazione Luigi Einaudi (via Principe Amedeo 34, Torino) in occasione della conferenza organizzata dal Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino, in collaborazione con l’Istituto Affari Internazionali (IAI) e la Compagnia di San Paolo, si discuterà del libro “The Middle East from Empire to Sealed Identities” (Edinburgh University Press, 2019), pubblicato recentemente dal Prof. Lorenzo Kamel. L’incontro, introdotto da Nicolò Russo Perez, coordinatore del programma Affari Internazionali della Compagnia di San Paolo e moderato da Michael Young, senior editor del Carnegie Middle East Center di Beirut, sarà suddiviso in 3 brevi letture (20 minuti ciascuna) tenute da Khaled Fahmy (Università di Cambridge), Pınar Bilgin (Università di Bilkent) e Lorenzo Kamel (Università di Torino). 

 

Nel suo studio, Lorenzo Kamel analizza la transizione che si è avuta dall’Impero Ottomano all’ascesa degli Stati-Nazione, focalizzandosi in particolare sul concetto di “continuità” in relazione alla storia della regione. Il libro spazia dall’Epopea di Gilgamesh (2.500 a.C.) – documento letterario della Mesopotamia che abbraccia numerosi temi (inclusi, tra gli altri, il mito del diluvio trattato nella narrativa dell’Arca di Noè) trattati nella Bibbia e in altri testi religiosi – fino all’inizio del XX secolo, quando il “Lausanne zeitgeist” coincise con i primi processi di etno-confessionalizzazione delle idendità presenti regione, cambiando in modo radicale la percezione e l’autorappresentazione dei suoi abitanti.

Ultimo aggiornamento: 16/10/2019