Cortile del Rettorato
L’edificio contenuto nell’isolato definito dalle vie Po, Virginio, Verdi, Vasco ha forma irregolare trapezoidale e tipologia costruttiva tipica dei primi del secolo XVI-XVIII utilizzata per la costruzione di sedi prestigiose e di rappresentanza, e cioè quella di una corte attorno a cui sono disposte quattro maniche.
Al fronte verso via Po, soggetto alle leggi urbanistiche vigenti secondo le indicazioni date nel secolo precedente da Amedeo di Castellamonte, viene imposta la presenza di portici continui e un’altezza non superiore a tre piani. Gli altri fronti mantengono il laterizio faccia a vista. Il cortile è circondato da un portico al piano terra e da un loggiato al piano superiore.
L’edificio già nelle sue prime fasi costruttive presenta parti realizzate ex novo e parti che appartengono ad edifici preesistenti che devono essere omogeneizzate. Alla sua realizzazione partecipano i più insigni architetti del barocco piemontese, dal Gavone al Ricca, per concludersi con Filippo Juvarra e Bernardo Antonio Vittone.
Nell’Ottocento numerosi sono i cambiamenti negli ambienti interni per una migliore utilizzazione degli spazi, ma è soprattutto il Novecento che mette a dura prova l’integrità del palazzo. Nel 1904 la parte della Biblioteca Nazionale Universitaria subisce un incendio particolarmente violento, durante la seconda guerra mondiale danni di grave entità sono originati da una bomba incendiaria che distrugge uno degli scaloni.
Ulteriori danni sono provocati poi dall’uso di materiali impropri nel corso dei restauri tra gli anni sessanta e ottanta, che determinano anche il cambiamento dei colori originali su pareti e stucchi, oltre che un aggravio dei problemi di umidità sui muri trattati con pellicole acriliche.
Dai primi anni del 2000, il restauro della Consulta operato sulla corte interna e sugli scaloni con relativi gruppi scultorei, dà avvio a una politica di recupero e di mantenimento del patrimonio architettonico e artistico.
Da allora infatti sono seguiti successivi interventi conservativi sulle differenti maniche dell’edificio, prima la facciata su via Po, in seguito i due fronti su via Virginio e via Vasco in un unico lotto e per ultimo il fronte su via Verdi compreso il restauro del portale del Tabucchi.
La riqualificazione della pavimentazione, costituita da cubetti di porfido color grigio che nell’insieme formano un disegno unitario, riguarda il ripristino del sottofondo e la successiva posa del rivestimento lapideo.
Lo spazio è delimitato da due cornici in pietra colore grigio chiaro ed in corrispondenza della base delle colonne sono inserite le luci a raso. Con questo progetto è stato preservato lo stato conservativo della struttura e soprattutto di decoro.
Di seguito le immagini del Cortile.