Utilizzo strumentazione di ricerca

una ricercatrice e un ricercatore in un laboratorio scientifico

Le infrastrutture di ricerca dell'Università degli Studi di Torino, ospitate presso i dipartimenti e alcuni centri dell'Ateneo, sono utilizzabili da soggetti pubblici e privati che hanno la necessità di testare prototipi, effettuare prove, misurazioni e sperimentazioni, analisi chimiche, fisiologiche, molecolari.

 

L’elenco completo di tutte le strumentazioni, che interessano 20 dipartimenti e 7 centri interdipartimentali, è consultabile sul portale di Ateneo.

Cosa offre a imprese ed enti
  • Accesso a strumentazioni all’avanguardia per le proprie analisi tecniche e socio-economiche
  • Personale di ricerca universitario, per la consulenza nella costruzione del test e della sperimentazione, oltre che per attività di ricerca legate alle analisi stesse.
Modalità di attivazione
  • Per identificare la strumentazione ricercata e le modalità di accesso, consultare la sezione dedicata o contattare l’Industrial Liaison Office.
  • Prendere contatti con il referente della strumentazione per definire nel dettaglio il tipo di utilizzo ed eventuali servizi connessi.
  • Per analisi ricomprese in un tariffario, contattare l’Ufficio Budget del Polo di competenza (contatti disponibili nel paragrafo "A chi rivolgersi"), che fornirà un modello di proposta di prestazione tariffazione.
  • Per analisi a preventivo e che includano attività di ricerca, il Referente dell’infrastruttura, dopo aver presentato un preventivo, coordina la stipula di un accordo (definito accordo a titolo oneroso) tra l’organizzazione e il Dipartimento di Unito, seguito dall’Area Ricerca del Polo di riferimento (contatti disponibili nel paragrafo "A chi rivolgersi").
Vantaggi economici/fiscali

La presenza del contratto per attività commissionata con l’Università, oltre che costituire un costo pienamente deducibile nella formazione del reddito dell’impresa committente (fermo restando l’inerenza del costo), può determinare il diritto di accedere allo specifico credito d'imposta per investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica 4.0, design e innovazione estetica per l’impresa committente per spese sostenute fino al 31/12/2022. Il credito d’imposta è utilizzabile in compensazione. 

 

Il contratto di ricerca viene definito extra muros e le spese relative concorrono a formare la base di calcolo del credito d'imposta per un importo pari al 150% del loro ammontare. Il credito d’imposta commisurato alla spesa parte dal 10% (design e innovazione estetica e innovazione tecnologica, spesa massima € 2 milioni), al 15% (innovazione 4.0, spesa massima 2 milioni euro) e al 20% (ricerca e sviluppo, spesa massima 4 milioni euro).
Fermo il limite di spesa, sono previste maggiorazioni del credito per le imprese delle Regioni del Sud con  variazione fra piccole, medie e grandi imprese (rispettivamente 45%, 35% e 25%).
Ai fini della determinazione della base di calcolo del credito d'imposta, sono considerate ammissibili, nel rispetto delle regole generali di effettività, pertinenza e congruità, le spese per contratti di ricerca extra muros con oggetto il diretto svolgimento da parte del soggetto commissionario delle attività di ricerca e sviluppo ammissibili al credito d'imposta.

 

Simulazioni vantaggio per l’impresa

  • Caso 1: piccola impresa del sud con 8 dipendenti, che attiva un contratto di ricerca per 30.000 euro, credito d’imposta 45% del 150% della spesa pari 20.250 euro. 
  • Caso 2: grande impresa del sud con 260 occupati che attiva un contratto in 200.000 euro, credito d’imposta 25% del 150% della spesa pari a 75.000 euro. 
  • Caso 3: impresa del centro-nord che attiva un contratto di ricerca per 100.000 euro, credito d’imposta 20% del 150% della spesa pari 30.050 euro.
Riferimenti normativi
  • Art. 1, commi 198-209 Legge 160/2019 (Legge di Bilancio 2020)
  • Art. 1, comma 1064, Legge 178/2020 (Legge di Bilancio 2021)
  • Regolamento unico per la disciplina di fondi e commesse esterne dell’Università di Torino
  • Codice civile italiano: D.R. n.3902 del 15.7.2009 
  • Codice italiano della proprietà industriale: D.R. n.3902 del 15.7.2009 
  • Reg. Eu 679/2016
  • D.lgs. n. 81/2008
A chi rivolgersi
Ultimo aggiornamento: 08/02/2024