Inaugurato, in seguito ai lavori di ristrutturazione, l’impianto sportivo universitario di via Panetti a Torino e presentato il progetto “SPORT DI TUTTI – Quartieri”

Si è tenuta oggi, mercoledì 27 marzo, l’Inaugurazione dell’impianto sportivo universitario di via Panetti 30, per illustrare la ristrutturazione e l’implementazione dell’offerta sportiva già esistente e gestita dal Centro Universitario Sportivo torinese. Contestualmente è stato presentato il progetto “SPORT DI TUTTI – Quartieri”, un’iniziativa promossa dal Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi attraverso il Dipartimento dello Sport in collaborazione con Sport e Salute SpA, la società dello Stato per la promozione dello sport e dei corretti stili di vita (come da comunicato allegato). 

 

L’offerta sportiva dedicata all’utenza è la seguente: tennisbeach volleybasketgolfcalcio a 5calcio a 7atletica leggeraattività adattatasala pesi/fitnesssala danza e benessere(corsi di pilates, yoga, movin, zumba, balli di coppia, danza contemporanea, pizzica, country e attività per bambini, universitari, adulti e terza età). 

 

La ristrutturazione ha interessato i campi di calcio a 5 e calcio a 7, tennis, l’ampliamento della terrazza e la pista di atletica; sono state costruite due nuove sale destinate alle attività di pesi/fitness, danza e benessere e quattro nuovi spogliatoi. È stato inoltre costruito un cappotto termico della palestra polifunzionale e di tutta la parte in muratura adibita a spogliatoi ed uffici. Infine recentemente è stato potenziato il servizio bus GTT che favorirà il raggiungimento di via Panetti, potenziamento pensato in particolare per gli studenti universitari. 

 

Presenti all’inaugurazione il Presidente del Centro Universitario Sportivo torinese Prof.Riccardo D’Elicio, il Vicerettore per il Welfare, la Sostenibilità e lo Sport dell’Università di Torino Prof. Alberto Rainoldi, la Vicerettrice con delega per la comunicazione e la promozione del Politecnico di Torino Prof.ssa Silvia Barbero e il Presidente della Circoscrizione 2 della Città di Torino Dott. Luca Rolandi

 

Queste le parole del Presidente Riccardo D’Elicio: “ci scusiamo per il ritardo ma finalmente siamo riusciti, dopo tre anni, a ridare al sistema universitario sportivo torinese un impianto unico nel suo genere, una struttura polisportiva con oltre 200mila passaggi l’anno. Un ringraziamento all’ingegnere Sandro Petruzzi per aver seguito l’inizio dei lavori, aver creduto nello sport come elemento formativo di integrazione e socializzazione, e all’architetto Battista Tortorella, Dirigente Direzione Edilizia e Sostenibilità dell’Università degli Studi di Torino, per il prosieguo e la realizzazione del parcheggio. Sono sicuro che nel prossimo futuro sia l’Università che il Politecnico di Torino in collaborazione con il CUS Torino continueranno a qualificare l’impiantistica e il servizio sportivo universitario. Fondamentale anche la collaborazione con la Fondazione Mirafiori per la sinergia e la riqualificazione del quartiere, con il coinvolgimento anche dell’impianto cussino di via Artom. I prossimi step saranno la costruzione di tre campi da padel e due da beach volley in via Milano a Grugliasco, l’inaugurazione con open day della piscina di Moncalieri e il campus universitario sempre a Grugliasco”. 

 

“L’inaugurazione della struttura di Via Panetti è un evento molto atteso – dichiara il Vicerettore Alberto Rainoldi - La struttura, di proprietà dell’Ateneo, è oggi completamente rinnovata grazie a un progetto co-finanziato da Ministero, Università e CUS con cui sono stati ristrutturati i campi da tennis, da calcio a 5 e a 7, la pista di atletica e la sala fitness. In questo modo sarà possibile per gli studenti di SUISM avere a disposizione nuovi campi per le loro attività di studio. Per rendere più fruibile questo polo sportivo Unito ha anche ottenuto da GTT un incremento delle corse da P.za Bengasi a Panetti. In questo modo tutti gli studenti avranno la possibilità di accedere con maggiore facilità alle attività gratuite e agevolate particolarmente numerose in quella sede. Infine, in collaborazione con la società MicroPlus, leader mondiale nel settore delle registrazioni delle gare olimpiche e mondiali e nella gestione e produzione di dati analitici, è stato allestito un sistema di analisi video delle partite di basket per insegnare le basi della match analysis e delle tecniche di intelligenza artificiale che ne stanno alla base”.

 

"Il Politecnico di Torino sottolinea l'importanza dell'esperienza universitaria nella sua totalità, non limitandosi esclusivamente alla formazione accademica. Riconosce il valore intrinseco dello sport, dell'interazione sociale e della costruzione di relazioni interpersonali nel contesto universitario. Tali elementi non solo arricchiscono la vita della popolazione studentesca, ma contribuiscono anche a creare un senso di appartenenza e comunità, particolarmente significativo per coloro che sono lontani dalle proprie famiglie di origine. In questo contesto, il Politecnico sottolinea l'importanza dei servizi aggiuntivi offerti per creare un ambiente stimolante e accogliente per gli studenti e le studentesse, migliorando significativamente la loro esperienza universitaria. Inoltre, in particolare la nostra sede di Mirafiori può trarre notevoli vantaggi dall'accesso a questi spazi e servizi. Il Politecnico di Torino riafferma il suo impegno a promuovere un ambiente universitario inclusivo, dinamico e ricco di opportunità per tutti i suoi studenti e le sue studentesse” conclude la Vicerettrice Silvia Barbero.

 

Ha chiuso gli interventi il Presidente Luca Rolandi: “porto i saluti del Sindaco Lo Russo e dell’Assessore Carretta. Un ringraziamento va al Presidente D’Elicio e al CUS perché per troppi anni il rapporto con la circoscrizione è stato di conflittualità, mentre lui ci ha sempre creduto. Questo è stato un errore gravissimo, perché l’intervento di rigenerazione fatto in quest’area è stato un qualcosa di grandioso, grazie anche alla presenza di questo impianto e di quello limitrofo di via Artom. Il CUS, l’Università e il Politecnico sono delle eccellenze attraverso cui Torino può conquistare una visibilità a livello nazionale. L’eccellenza di questa struttura è stata faticosamente raggiunta in questi anni ed è stata fondamentale per riqualificare questo quartiere”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 28 Marzo, 2024

Giornata di presentazione progetto Dance4Ageing, la danza come terapia per l'invecchiamento attivo

Oggi, mercoledì 27 marzo 2024, dalle ore 9:30 alle ore 17:30 presso gli spazi della Lavanderia a Vapore di Collegno, il progetto Dance4Ageing dell’Università degli Studi di Torino presenta i risultati scientifici e artistici ottenuti nel periodo di sperimentazione finalizzato al supporto e alla cura delle persone over 60 come terapia integrativa delle malattie neurodegenerative durante processi di invecchiamento.

 

Dance4Ageing -  Motor imagery against motor dysfunctions and neurodegenerative diseases, sostenuto dal bando Proof of Value 2022 (Fondazione Compagnia di San Paolo e Università degli Studi di Torino) è un dispositivo multidisciplinare elaborato dal Dipartimento di Studi Umanistici e dal Dipartimento di Psicologia a cui si è arrivati grazie a una collaborazione fra università, RSA e Alzheimer Cafè dell’area metropolitana torinese, con una significativa incursione a Cuneo: il modello proposto prevede un’ integrazione tra danza di comunità, arte visiva ed assistenza alla persona che coinvolge non solo le persone ma anche le istituzioni, le associazioni e i servizi alla persona.

 

La finalità del progetto è di migliorare la qualità della vita nella terza e quarta età, facilitare le azioni di caregiver, operatori e volontari, supportando il sistema di assistenza sanitaria in un’ottica di continuità fra ricerca, formazione e welfare culturale.

 

La giornata vedrà succedersi, nella mattinata, momenti di pratiche condivise condotte dalle artiste Francesca Cola e Debora Giordi, mentre nel pomeriggio si darà spazio al convegno Dance4Ageing fra arte, neuropsicologia e welfare culturale. Il programma completo della giornata è in allegato e l’ingresso è libero previo invio mail a dance4ageing@unito.it

 

Sarà inoltre possibile sperimentare il dispositivo Dance4Ageing Wandering a Palazzo Nuovo (StudiUmLab e Atrio) nelle date del 13-14-15 maggio e il 29-30 agosto e 1 settembre a Cuneo, nell’ambito l’International Circus and Performing Arts Festival di Mirabilia:  un’installazione immersiva con proiezioni di opere d’arte rinascimentali e un’esperienza di fruizione tattile e di movimento corporeo.

 

  • Team di ricerca dell’Università di Torino

Dipartimento di Studi Umanistici: Alessandro Pontremoli, Antonio Pizzo, Edoardo Giovanni Carlotti, Rita M. Fabris, Andrea Zardi, Irene Pipicelli, Maurizio Consolandi

Dipartimento di Psicologia: Annamaria Berti, Emanuele Cirillo, Claudio Zavattaro, Debora Abbatescianna

Dipartimento di Culture, Politica e Società: Sonia Bertolini

Artiste collaboratrici alla ricerca: Francesca Cola, Debora Giordi

Organizzazione: Eugenia Gaglianone, Stefania Borlo

Comunicazione: Irene Pipicelli        

  

  • I Partner

Il partenariato è costituito da Esserci Società Cooperativa Sociale, Consorzio La Valdocco società cooperativa sociale, Associazione culturale e di promozione sociale Filieradarte aps, Associazione culturale Didee-arti e comunicazione, Lavanderia a Vapore-Centro di Residenza per la danza | Fondazione Piemonte dal Vivo-Circuito Regionale Multidisciplinare con l’accompagnamento di 2i3T Incubatore - Società per la gestione dell’ Incubatore di Imprese e per il Trasferimento Tecnologico dell’ Università degli Studi di Torino Scarl.

 

  • Come si è sviluppato il progetto

Nella prima fase (novembre 2022-aprile 2023) la ricerca si è concentrata sulla Motor Imagery, ovvero la capacità di immaginare un movimento senza eseguirlo e come questa competenza possa migliorare la condizione di chi soffre di un impairment motorio o cognitivo lieve. Per raggiungere questo obiettivo sono stati coinvolti due gruppi di persone over 65 (42 persone). Grazie alla strumentazione tecnologica e alle competenze digitali di StudiUmLab, open lab del Dipartimento di Studi Umanistici, le persone osservavano una serie di opere rinascimentali che rappresentavano soggetti statici o dinamici. Il primo gruppo ha eseguito due test prima e dopo la somministrazione dell’esperimento: il Kinesthetic and Visual Imagery questionnaire (KVIQ). Il secondo gruppo ha eseguito invece un test per valutare i tempi di reazione (TR). Questi test hanno evidenziato un miglioramento nei tempi di reazione e nella capacità immaginativa dei movimenti. Entrambi in gruppi hanno anche compilato un questionario per la valutazione dello stato emotivo e del benessere psicofisico.

 

In parallelo le artiste coinvolte nella ricerca, Francesca Cola e Debora Giordi, hanno sperimentato pratiche della metodologia Dance4Ageing in RSA e Alzheimer Cafè, oltre ad un Focus group in centri culturali e musei, a partire dalla scelta di un’opera d’arte matrice, la Primavera di Botticelli. Al termine dei primi percorsi di assaggio, la richiesta da parte di enti (Associazione Covao) e di persone (Focus Group) ha permesso la prosecuzione delle sperimentazioni con risorse esterne al progetto.

 

Fra la prima e la seconda fase l’International Circus and Performing Arts Festival di Mirabilia, in collaborazione con lo StudiUmLab e la sede di Cuneo dell’Università degli Studi di Torino, ha accolto la sperimentazione del dispositivo Dance4Ageing Wandering, che unisce la visione di opere d’arte visiva in un contesto immersivo con la pratica della danza per tutta la cittadinanza.

 

Nella seconda fase del progetto (ottobre 2023-marzo 2024) i test hanno previsto per le persone l’esecuzione di movimenti seguendo le immagini di natura dinamica: sono stati filmati movimenti dalle coreografe del progetto - divisi in tre slot con movimenti ispirati alla danza accademica, a danza libera/non accademica e a movimenti quotidiani - e mostrati ai partecipanti (43). Ad alcuni di loro è stato richiesto di replicarli: l’esecuzione è stata valutata da un gruppo esterno - non a conoscenza del progetto - di esperti (14) e non esperti (12) attraverso un questionario. I movimenti scelti attraverso questa fase sono stati sottoposti a un gruppo di persone over 65 (42) affette da un decadimento cognitivo in fase iniziale o di malattia di Alzheimer in forma lieve, all’interno di strutture protette (RSA e Alzheimer Cafè) e con la collaborazione dei/delle caregivers. Queste sequenze di movimento andranno a costituire la base della metodologia Dance4Ageing attraverso la realizzazione di un Toolkit di trasmissione a D4A teacher e un Vademecum per i caregiver.

 

Sono proseguite anche in questa seconda fase le pratiche di sperimentazione della metodologia Dance4Ageing in RSA e Alzheimer Cafè, oltre al Focus group in centri culturali e musei, con il sostegno di Associazione Covao e delle persone partecipanti al Focus group.

 

 
Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 27 Marzo, 2024

Prime lauree del Polo Universitario per studenti detenuti della Casa di Reclusione di Saluzzo

Oggi, venerdì 22 marzo alle ore 11.00 presso la Casa di Reclusione “Rodolfo Morandi” di Saluzzo (Regioni Bronda, 19/b), si è tenuta la discussione delle prime tre tesi di laurea alla conclusione del Corso di laurea triennale in Scienze Politiche e sociali del Polo Universitario per Studenti Detenuti dell’Istituto. 

 

L’esperienza presso la Casa di Reclusione "Rodolfo Morandi" di Saluzzo, avviatasi sulla scia del quarantennale impegno di offerta di opportunità di percorsi di studio universitari dell’Ateneo torinese presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, è testimonianza dell’impegno dell’Ateneo torinese di ampliamento dell’offerta di opportunità di accesso agli studi universitari per gli studenti delle carceri situate nelle aree territoriali “di competenza” della stessa Università. In questo anno accademico sono 121 le persone iscritte a ben 22 Corsi di laurea tra triennali e magistrali, collocate in 7 diversi istituti penitenziari (Torino, Saluzzo, Biella, Asti, Ivrea, Fossano, Novara), in REMS (e) o in misure alternative (vedi Tabella allegata).

 

All’evento hanno preso parte Franco Prina, Delegato del Rettore dell’Università di Torino per il Polo studenti detenuti, Luisa Pesante, Direttrice Casa di Reclusione “Rodolfo Morandi”, Rita Monica Russo, Provveditore Amministrazione Penitenziaria Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria, Elisabetta Piccinelli, magistrata del Tribunale di Sorveglianza di Cuneo, Mauro Calderoni, Sindaco di Saluzzo, Bruno Mellano, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà Regione Piemonte e Paolo Allemano, Garante delle persone private della libertà personale del Comune di Saluzzo.

 

Il Polo Universitario per Detenuti dell’Università degli Studi di Torino è una realtà operativa da molti anni nella Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino. Dal 2019, sono state attivate le iscrizioni anche presso la Casa di Reclusione di Saluzzo, destinata completamente a detenuti in regime di Alta Sicurezza. Sono circa 400 i detenuti, parecchi dei quali hanno interesse, anche per le lunghe pene, a occupare costruttivamente il tempo iniziando o, in alcuni casi, riprendendo gli studi universitari. Proficui contatti con le Scuole superiori presenti nell’Istituto rendono possibile il proseguimento degli studi di chi consegue il diploma di maturità. Il 26 gennaio 2021 è stata firmata una apposita Convenzione tra l'Università di Torino, la Direzione della Casa di Reclusione di Saluzzo e l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Cuneo, il 6 febbraio 2024 la Convenzione è stata rinnovata per i prossimi tre anni.

 

L’Università di Torino, attraverso l’impegno di docenti di 8 diversi Dipartimenti, garantisce studenti e studentesse detenuti/e lezioni, seminari e altre forme di didattica, assistenza alla preparazione degli esami, effettuazione delle prove di esame, assistenza alla preparazione delle tesi di laurea e loro discussione in sedute di laurea appositamente organizzate o, se possibile, in quelle previste presso le normali sedi di Ateneo.

 

“Oggi – dichiara il Prof. Franco Prina, Delegato del Rettore dell’Università di Torino per il Polo studenti detenuti e Presidente della Conferenza Nazionale Universitaria Poli Penitenziari - giunge a conclusione il percorso di studio dei primi tre studenti della Casa di Reclusione di Saluzzo. Un traguardo importante per loro e per la nostra Università che da quarant’anni è impegnata a rendere effettivo quello che consideriamo un diritto costituzionalmente garantito a tutti, dunque anche a chi è privato della libertà: il diritto allo studio e al conseguimento di titoli di studio universitari.  Al tempo stesso l’Università contribuisce in questo modo a rendere possibile il perseguimento dell’obiettivo “rieducativo” delle pene (secondo l’articolo 27 della Costituzione), offrendo una opportunità di crescita personale e culturale anche a persone (come in questo Istituto) spesso condannate a pene lunghe. Le persone impegnate nello studio ci dicono che questa esperienza consente di dare un senso al tempo – spesso vuoto – che connota una esperienza difficile e particolare nel proprio percorso esistenziale come quella del carcere. Nello studio e nella cultura molti trovano una opportunità di riflessione sulla propria vita e sulle vicende e condizioni che li hanno portati in carcere, ma anche sul mondo, sulla società, sulle condizioni di vita delle altre persone, sui valori, sui diritti, acquisendo o integrando il proprio «capitale culturale». E, per molti, l’impegno consente di prospettarsi un futuro, ciò che verrà dopo il carcere: prepararsi ad affrontare con più strumenti culturali, con maggiori conoscenze, anche con una laurea, le sfide non facili che si aprono a chi quella esperienza ha fatto. Non solo per il valore che può avere un titolo di studio o per le competenze acquisite, ma perché l’individuo potrà “rappresentare” al mondo (alla sua famiglia, a chi lo conosce, a chi può offrirgli opportunità di lavoro, ecc.) una immagine di sé altra da quella che accompagna tutti gli ex detenuti, così cercando di non essere valutati solo per il reato che hanno commesso, ma soprattutto per ciò che sono stati capaci di diventare, ad esempio impegnandosi nello studio”.

 

Attualmente sono iscritti all’Università di Torino 121 studenti, dei quali 32 presso il Polo per studenti detenuti a Saluzzo. Il numero è cresciuto negli anni: 4 nel 2019/20, anno dell’avvio del progetto, 14 nel 2020/21, 24 nel 2021/22, 33 nel 2022/23, fino ai 32 nell’attuale Anno Accademico. La crescita è stata resa possibile dal fondamentale supporto della Fondazione Compagnia di San Paolo, che grazie alla Convenzione con l'Ateneo, ha permesso la costituzione di una Sezione “dedicata” inaugurata il 30 giugno 2022.

 

Dei 32 studenti iscritti in questo A.A., 23 si trovano nella Sezione Polo Universitario, mentre 9 in altre sezioni dell’Istituto. I corsi di laurea frequentati sono 7. Contano un maggior numero di iscritti i Corsi di laurea triennali in Discipline delle Arti dei Media e dello Spettacolo (DAMS) con 12 iscritti, Diritto per le imprese e le istituzioni con 9 iscritti, Innovazione sociale, comunicazione, nuove tecnologie con 5 iscritti, Scienze politiche e sociali con 3 iscritti, seguono i Corsi di Storia, di Agraria e di Comunicazione interculturale con 1 iscritto ciascuno. (TABELLA IN ALLEGATO)

 

Le tesi di Laurea discusse sono state 3, elaborate da altrettanti studenti iscritti al Corso di laurea triennale in Scienze Politiche e Sociali:

  • C. B. - "Antropocene e crisi ecologica. Una transizione è possibile" - relatore Prof. Vittorio Martone
  • A. P. - "Criminalità ambientale. Un approfondimento sulla ex Ilva di Taranto" - relatrice Prof.ssa Rosalba Altopiedi
  • E. T. - "Il futuro dell'Antropocene. Crisi ecologica e forme di giustizia ambientale" - relatore Prof. Vittorio Martone

 

Il funzionamento del Polo è reso possibile da un contributo annuale della Fondazione Compagnia di San Paolo, definito nel quadro della Convenzione generale che regola i rapporti tra l’Ateneo e la stessa Fondazione. Il contributo consente il pagamento delle tasse degli studenti, la fornitura dei libri di testo, del materiale didattico e di cancelleria, delle attrezzature informatiche e del relativo materiale di consumo. Esso garantisce inoltre la presenza di tre tutor che curano l’organizzazione della didattica. Un Protocollo di intesa tra il Fondo Alberto e Angelica Musy, l’Università degli Studi di Torino, l’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo, la Città di Torino, la SMAT, la Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno”, la Casa di Reclusione Rodolfo Morandi di Saluzzo, consente inoltre la collaborazione tra gli enti per promuovere percorsi di reinserimento attraverso alcune borse-lavoro a studenti e laureati che possono fruire del regime di semilibertà o di art. 21. 

Fin dalla sua costituzione nel 2018, l’Università di Torino è componente della CNUPP (la Conferenza Nazionale Universitaria Poli Penitenziari il cui Presidente è sin dalla fondazione il Prof. Franco Prina, Delegato del Rettore per il Polo studenti detenuti dell’Università di Torino) presso la CRUI che riunisce oggi 44 Atenei impegnati a garantire il diritto allo studio di persone private della libertà in circa 100 Istituti di tutta Italia. Nell’anno accademico scorso (2022-23) erano 1.450 gli studenti e le studentesse, numero in crescita in questo A.A. 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 22 Marzo, 2024

Una nuova speranza per la cura del neuroblastoma infantile: i risultati dello studio dell’Università di Torino assieme ad Harvard

Il neuroblastoma rappresenta una sfida complessa per la pediatria oncologica, il tasso di sopravvivenza a cinque anni per questo tumore si aggira intorno al 50% per i bambini con forme ad alto rischio. Tuttavia, i risultati di uno studio, condotto dal gruppo di ricerca guidato dal Prof. Roberto Chiarle del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute dell’Università di Torino, e professore presso il Boston Children's Hospital e la Harvard Medical School, ha delineato una nuova strategia terapeutica che potrebbe migliorare l’efficacia delle cure per questo tipo di tumore.

 

I ricercatori hanno in particolare dimostrato che l’utilizzo di cellule CAR T contro il recettore ALK, in combinazione con inibitori di ALK stesso, può portare a risultati promettenti nella cura del neuroblastoma. Le cellule CAR T sono cellule del paziente stesso, modificate in laboratorio in modo che in superficie abbiano un recettore chimerico in grado di riconoscere, in questo caso, il recettore ALK.

 

I risultati dello studio, sostenuto da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, sono stati pubblicati sulla rivista Cancer Cell (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38039964/).

 

La terapia con cellule CAR T è una potente arma emergente contro il cancro, che modifica le cellule T dei pazienti in modo che possano riconoscere e attaccare le cellule tumorali in modo più preciso e mirato. Ma le attuali terapie a base di CAR T sono solo parzialmente efficaci contro la maggior parte di tumori solidi, compreso il neuroblastoma, un tumore che in genere inizia nel tessuto nervoso dei bambini e può dare origine a metastasi in diverse aree del corpo.

 

Roberto Chiarle e colleghi hanno creato in laboratorio una nuova terapia cellulare di tipo CAR T per il neuroblastoma e sperano di iniziare presto a sperimentarla clinicamente nei bambini ad alto rischio. Queste CAR T mirano specificamente al recettore ALK, il cui gene è un noto oncogene implicato in molti altri tipi di tumore. Tuttavia, non tutti i pazienti affetti da neuroblastoma presentano livelli sufficientemente elevati di recettori ALK sulle cellule tumorali per attirare un forte attacco da parte delle cellule CAR T.

 

Guidato dalla ricercatrice Elisa Bergaggio, il gruppo di Chiarle ha provato ad aggiungere al trattamento con cellule CAR T un farmaco inibitore di ALK. Si è scoperto che l’inibitore non solo silenzia la segnalazione oncogenica da parte dei recettori ALK, ma aumenta anche il numero di questi recettori sulla superficie cellulare, offrendo più bersagli per le cellule CAR T nei pazienti con bassa espressione di ALK.

 

I risultati preclinici, pubblicati su Cancer Cell, hanno dimostrato l’efficacia di questa combinazione terapeutica in animali con neuroblastoma metastatico, con una significativa riduzione della crescita tumorale e un miglioramento nella sopravvivenza nei topi trattati.

 

A seguito di queste scoperte, il Dana-Farber/Boston Children's Hospital sta preparando la richiesta di autorizzazione alla Food and Drug Administration (FDA) americana per avviare uno studio clinico su questa terapia combinata nei bambini affetti da neuroblastoma refrattario alle cure o da una recidiva della malattia. Tale studio clinico si svilupperà a Boston e sarà in parte sostenuto anche dal contributo di filantropi torinesi e piemontesi guidati da Lucio Zanon di Valgiurata.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 19 Marzo, 2024

Nuova sede per il Master in Giornalismo Giorgio Bocca dell’Università di Torino

Inaugura oggi, martedì 19 marzo alle ore 15, la nuova sede del Master in Giornalismo dell’Università di Torino Giorgio Bocca: è in via Verdi 25, al primo piano di Palazzo Venturi, tra gli edifici appena tornati a disposizione dell’Ateneo torinese.

 

Completamente ristrutturati, gli spazi – che le allieve e gli allievi del decimo biennio del Master occupano da qualche settimana – comprendono la sala “Vera Schiavazzi” da 20 a fino a 50 posti modulabili con video proiezione, una sala montaggio video, una saletta insonorizzata per le registrazioni audio, una saletta riunioni, un’area relax, gli uffici di segreteria e direzione. Completamente rinnovati anche gli arredamenti e le apparecchiature tecniche, che comprendono due maxischermi e pc portatili a disposizione delle studentesse e degli studenti.

 

“I nuovi spazi e i significativi investimenti richiesti confermano la centralità del Master per l’Università di Torino – evidenzia Laura Scomparin, direttrice scientifica del Master. In questi vent’anni abbiamo maturato un’identità e una specificità sempre più chiare, che contraddistinguono il nostro Master per un particolare approccio, di metodo e di contenuto, all’innovazione e alle trasformazioni che riguardano non solo il giornalismo ma anche la società nel suo complesso. La nuova sede, la più ampia e accogliente da quando il Master è stato avviato, rappresenta la miglior premessa per proseguire nel nostro percorso, che in estate vedrà aprirsi il bando per l’undicesima edizione”.

 

In occasione dell’inaugurazione sarà organizzato un incontro dedicato alla presentazione del libro appena uscito per Columbia University Press “Avoiding the News – Reluctant Audiences for Journalism”: l’autrice, Ruth Palmer, ne discuterà con Cristopher Cepernich, sociologo dei media, Marco Zatterin, vicedirettore de La Stampa e il pubblico presente in aula.

 

“L’incontro di oggi è solo l’ultima tappa del percorso di approfondimento sul presente e il futuro dei media che stiamo conducendo ormai da due anni insieme al Reuters Institute for the Study of Journalism dell’Università di Oxford - ricorda Marco Ferrando, direttore delle testate del Master. In questo ambito, stiamo preparando la prima edizione del News Digital Report Italia: la ricerca è in fase di elaborazione, e sarà presentata a giugno”.

 

Il Master

 

Fondato da Università di Torino e dall’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, il Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università di Torino, gestito da Corep Torino, è sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt, ed è uno dei percorsi accreditati dall’Ordine nazionale dei Giornalisti per l’accesso alla professione. Negli anni ha coltivato un’attenzione privilegiata per la trasformazione delle competenze, i nuovi modelli di giornalismo e l’innovazione del settore. In questo ambito, dal 2022 è partner per l‘Italia del Reuters Institute for the Study of Journalism, con cui cura eventi dal vivo e una newsletter mensile in italiano.

 

Tutte le informazioni sul Master, i bandi per l’iscrizione e sulle iniziative di formazione aperte al pubblico sono su www.mastergiornalismotorino.it

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 19 Marzo, 2024

Per registrare i segnali dei pipistrelli è sufficiente uno smartphone

Sulla rivista Biodiversity and Conservation è stata pubblicata la ricerca intitolata “Using mobile device built-in microphones to monitor bats: a new opportunity for large-scale participatory science initiatives”. Il lavoro, guidato da Fabrizio Gili del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, hanno testato l’efficacia dei dispositivi mobili di uso comune (smartphone e tablet) per rilevare i segnali dei chirotteri a bassa frequenza, confrontandola con quella ottenuta utilizzando strumenti professionali. È stato inoltre avviato un progetto pilota di citizen science, al fine di verificare l’applicabilità del metodo sul campo, ottenendo risultati sorprendenti.

 

I chirotteri, comunemente noti come pipistrelli, rappresentano il secondo gruppo più numeroso tra i mammiferi con oltre 1470 specie note. Distribuiti in tutto il mondo ad eccezione dell'Antartide, svolgono servizi ecosistemici cruciali come regolatori dei parassiti, impollinatori e vettori di dispersione dei semi. In Italia e in Europa, tutte le specie di chirotteri sono protette per legge, e il monitoraggio dello stato di salute delle loro popolazioni è obbligatorio e strettamente regolamentato dall’Unione Europea.

 

Per orientarsi e comunicare, i pipistrelli emettono segnali ultrasonici rilevabili attraverso dispositivi chiamati bat detector. Costituiti da un microfono a ultrasuoni collegato a un registratore, i bat detector consentono di identificare le specie che vivono in una determinata area. La tecnologia moderna ha reso questi strumenti più compatti e accessibili, consentendo anche a volontari e appassionati di partecipare ai monitoraggi. Nonostante ciò, il costo elevato delle apparecchiature ne limita ancora l’applicazione in progetti di citizen science su larga scala.

 

Tuttavia, i segnali emessi da alcune specie di chirotteri possono essere percepite dall’orecchio umano. Ad esempio, il molosso di cestoni (Tadarida teniotis) emette segnali di ecolocalizzazione a frequenze di 11-12 kHz. I dispositivi mobili, progettati principalmente per le comunicazioni e la registrazione di suoni udibili, incorporano microfoni capaci di registrare fino a 22-24 kHz. Sulla base di questo assunto, ci si è chiesti se fosse possibile utilizzarli per monitorare almeno una parte delle specie di chirotteri esistenti.

 

La prima fase della ricerca è stata condotta a Torino e in altre aree del nord Italia, con una fase di campionamento in Spagna, dove è stata registrata la nottola gigante (Nyctalus lasiopterus), il più grande e tra i più misteriosi chirotteri europei. Sono state effettuate delle serate di registrazione utilizzando vari smartphone e tablet tra i più venduti globalmente, affiancati da un bat detector. Sono quindi state confrontate la quantità e la qualità delle registrazioni ottenute.

 

I risultati hanno evidenziato che almeno nove specie di chirotteri europei possono essere monitorate utilizzando i dispositivi mobili, con una quantità e qualità delle registrazioni comparabile a quella ottenuta tramite i bat detector. È emerso che i dispositivi iOS offrono una sensibilità superiore, rilevando segnali a distanze maggiori rispetto ai bat detector, mentre i dispositivi Android hanno mostrato nel complesso una minor sensibilità, con variazioni significative nelle performance a seconda del modello.

 

In una fase successiva, è stato coinvolto un gruppo di volontari, chiedendo loro di utilizzare i propri smartphone o tablet per registrare i segnali a basse frequenze emessi dai chirotteri nelle vicinanze delle loro abitazioni. Seguendo un protocollo standardizzato, i volontari hanno lasciato i dispositivi a registrare su davanzali, balconi o in giardini, inviando successivamente le registrazioni per le analisi. Sono stati testati 35 modelli di smartphone e tablet, ognuno dei quali ha dimostrato di poter registrare chirotteri.

 

Una delle considerazioni più interessanti che è emersa dallo studio è che le specie registrabili dai dispositivi mobili sono anche quelle più comunemente presenti nelle aree urbane, come i generi Pipistrellus, Hypsugo e Tadarida, oltre a specie più legate agli ambienti forestali, come le nottole (genere Nyctalus), che molto spesso vengono comunque registrate di passaggio sopra le città. Ciò offre l’opportunità di monitorare la chirotterofauna urbana, soprattutto considerando la natura partecipativa del metodo. Con un'organizzazione adeguata, sarebbe dunque possibile monitorare i chirotteri urbani interamente su base volontaria e senza costi di strumentazione, offrendo ampie possibilità applicative in Europa e nel mondo.

 

Nonostante i risultati siano promettenti, il metodo presenta ancora alcune sfide. Ad esempio, la disponibilità di app specifiche per la registrazione varia tra i dispositivi Android e iOS. Su Android, l'app Bat Recorder (inizialmente sviluppata per funzionare in associazione a un microfono ultrasonico USB) permette di impostare la modalità di registrazione automatica, attivata cioè dalla rilevazione di segnali potenzialmente emessi da chirotteri, risparmiando spazio di archiviazione e semplificando l'analisi acustica. Questa app non è però disponibile per iOS, che al momento richiede registrazioni continue, più onerose da analizzare.

 

Un'altra sfida è la variabilità nell'efficacia dei dispositivi, con differenze significative sia tra brand diversi sia tra modelli dello stesso brand. In un progetto di citizen science basato sull’applicazione di questo metodo, i volontari dovrebbero quindi testare la sensibilità del proprio dispositivo per garantire la comparabilità dei dati raccolti. Tuttavia, incorporando i dispositivi mobili nei programmi di monitoraggio già esistenti o creando nuovi programmi dedicati, si potrebbe non solo facilitare la raccolta di dati a costi ridotti, ma anche aumentare la consapevolezza e la conoscenza dei chirotteri presso il pubblico.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 18 Marzo, 2024

Inaugurato l'anno accademico 2023/2024 dell'Università di Torino

Si è svolta oggi, venerdì 15 marzo, presso il Teatro Toselli di Cuneo, la cerimonia di Inaugurazione dell’Anno Accademico 2023/2024 dell’Università di Torino, dal titolo "Costruire il futuro delle aree rurali e montane: sostenibilità, inclusività e cultura dei territori". 

 

Dopo i saluti istituzionali del Rettore Stefano Geuna sono intervenuti Patrizia Manassero, Sindaca della Città di Cuneo, Andrea Silvestri, Direttore Generale, Irene Coffa, Presidente del Consiglio delle e degli Studenti, Giulia Ciccone, studentessa della cabina di regia della sede di Cuneo, Edoardo Miserere, studente in rappresentanza della componente internazionale.

 

Lectio

Marco Paolini, drammaturgo e attore

 

Performance musicali

a cura del Conservatorio Statale Di Musica “G.F. Ghedini” di Cuneo

Martina Malavolti, soprano, Inno di Mameli 

Elisabetta Isoardi, arpa, Jazz-Band op. 33 di Marcel Tournier

 

Foto della giornata in allegato

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 15 Marzo, 2024

Oceani di sfide, alla scoperta della vela d'altura e delle traversate atlantiche

Giovedì 7 marzo alle ore 17 nell’aula 1 del Campus di Medicina della SUISM dell’Università di Torino (via Chiabrera 27, Torino) si terrà “Oceani di Sfide”, un seminario sulla vela d'altura e sulla Mini Transat, la traversata atlantica dal Nord della Francia ai Caraibi e che si corre con i Mini 6,50, piccole imbarcazioni lunghe di sei metri e mezzo ma tecnologicamente molto avanzate. L’evento offrirà l'opportunità di esplorare le sfide e le emozioni della vela oceanica attraverso gli occhi dei professionisti, grazie alla presenza di due ospiti: il navigatore Matteo Sericano e l'allenatore Paolo Sasso.

 

Matteo Sericano è un giovane navigatore con una vasta esperienza internazionale nella vela oceanica. Classe 1997, ha iniziato a veleggiare da giovanissimo prendendo parte a campionati nazionali nelle classi olimpiche, fino ad approdare nella specialità della vela d’altura. Nel 2018, alla sua prima esperienza nella competizione, ha vinto il campionato del Mediterraneo sulle barche Mini 650, dimostrando un elevato livello di abilità tecniche, resistenza fisica e determinazione mentale.
Paolo Sasso è un esperto allenatore nazionale FIV specializzato in yacht e monotipi. Attualmente ricopre il ruolo di responsabile della formazione della XV zona FIV ed è direttore tecnico della Mini Academy, nonché consigliere e direttore tecnico della Lega Navale Italiana nella Sezione di Torino.

 

Durante il seminario i relatori condivideranno le loro esperienze personali e forniranno preziosi consigli su vari aspetti della Mini Transat. Dalla preparazione fisica e mentale alla messa a punto della barca in cantiere, passando per l'allenamento in acqua e la ricerca degli sponsor, Sericano offrirà un quadro completo delle sfide e delle opportunità che caratterizzano questa avventura unica. Una giornata alla scoperta dell’amore e rispetto per il mare, analizzando competenze specifiche legate alla navigazione e alla vita a bordo.

 

L’obiettivo del seminario è approfondire non solo i dettagli tecnici e competitivi della vela, ma soprattutto cogliere l'essenza profonda dello spirito marinaresco che permea questa esperienza. Si ragionerà infatti anche sulle tradizioni e nel galateo marinaresco che regolano il comportamento dei marinai e la convivenza nelle comunità costiere. Un'occasione imperdibile per tutti coloro che sono interessati alla vela oceanica, agli sport estremi o semplicemente alla ricerca di ispirazione e motivazione per perseguire i propri obiettivi.

 

Il programma completo è disponibile nel form di registrazione.

 

L'evento è gratuito e aperto a tutti previa registrazione a questo link.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 6 Marzo, 2024

Al via la quarta edizione del progetto “compiti@casa” per contrastare la fragilità educativa e la dispersione scolastica

È partita la quarta edizione del progetto compiti@casa, nato nel 2020 dalla collaborazione tra la Fondazione De Agostini e l’Università di Torino per contrastare la povertà educativa e sostenere nello studio gli studenti delle scuole secondarie di primo grado con difficoltà di apprendimento e in situazioni di svantaggio sociale. La quarta edizione dell’iniziativa riparte a Milano, Torino, Novara, Roma, Napoli e Palermo, confermando la propria dimensione nazionale.

 

compiti@casa offre sostegno nell'apprendimento delle materie umanistiche e scientifiche mediante un’attività di studio pomeridiano rivolta agli alunni delle scuole secondarie di primo grado affiancati dagli studenti dell’Università in qualità di tutor.

 

I tutorati sono tenuti dagli studenti dell’Università di Torino, selezionati tramite un apposito bando, opportunamente formati e remunerati dall'Università, con un rapporto tutor/alunni di 1:2 e in taluni casi 1:1. Giovani figure di riferimento che, in un’ottica di peer education, non solo portano novità in termini di metodologie e contenuti, ma sono capaci di accorciare le distanze comunicative e di amplificare gli effetti del supporto a distanza, facendo leva sulla costruzione di un rapporto di fiducia e reciprocità. Negli alunni che hanno partecipato al progetto è stato in fatti riscontrato un progressivo aumento dell’autostima, della fiducia in sé e una partecipazione più attiva in classe, oltre che un miglioramento effettivo dei risultati scolastici.

 

Dal 2020 al 2024, compiti@casa ha sostenuto 920 studenti di 6 città: Novara, Milano, Torino, Roma, Napoli e Palermo, coinvolgendo 10 istituti comprensivi, 460 tutor universitari con oltre 27.200 ore di supporto allo studio erogate.

 

La quarta edizione di compiti@casa
Il crescente successo del progetto ha fatto sì che venisse riproposto per l’anno scolastico 2023/2024 nelle città di Novara, Milano, Torino, Roma, Napoli e Palermo. Da quest’anno l’iniziativa può contare anche sul sostegno di Fondazione Comunità Novarese onlus, che si unisce a IGT e a Fondazione Alberto e Franca Riva Ente Filantropico, già partner delle precedenti edizioni.

 

Sono 320 gli alunni coinvolti, che frequentano la classe prima e seconda della scuola secondaria di primo grado, 35 gli insegnanti interni ai 10 istituti del progetto, 160 i tutor universitari e 9.600 le ore di tutorato distribuite nelle 15 settimane che si estendono da gennaio a maggio 2024.

 

Le scuole che hanno aderito a questa quarta edizione sono: I.C. Renzo Pezzani di Milano; I.C. Leonardo da Vinci – Anna Frank di Torino; I.C. Bottacchi, I.C. Rita Levi Montalcini e I.C. Bellini di Novara, ai quali si aggiunge l’I.C. Giovanni XXIII di Arona (Novara); I.C. Piazza Filattiera 84 di Roma; I.C.  Adelaide Ristori e I.C. Radice Sanzio Ammaturo di Napoli; I.C. Renato Guttuso di Palermo.

Gli istituti scolastici diventano soggetti attivi segnalando i ragazzi in difficoltà attraverso i docenti che, a loro volta, vengono coinvolti in un percorso di formazione e di verifica dell’iniziativa. Anche le famiglie partecipano, attraverso la sottoscrizione di un patto formativo con la scuola di appartenenza, la Fondazione De Agostini e l’Università di Torino.

Le attività sono svolte a distanza utilizzando una piattaforma digitale progettata dal team della professoressa Marina Marchisio Conte, Ordinario di Matematiche Complementari dall’Università di Torino che mantiene il ruolo di coordinamento scientifico del progetto.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 28 Febbraio, 2024

Il Parco della Salute come spazio di Ricerca e Innovazione: cosa dicono i giuristi

Mercoledì 28 febbraio, dalle ore 9 alle 18, al Campus Luigi Einaudi (Lungo Dora Siena 100, Torino) si terrà il convegno “Diritto alla salute e prestazioni sanitarie integrate” organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino. Si tratta del secondo evento nell'ambito del ciclo di incontri pubblici sul tema “Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione”, promosso dal Politecnico di Torino, dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, dalla Scuola di Medicina dell’Università di Torino, dall’Unione Industriali e dal Polo del ‘900.

 

Il convegno si articola in tre sezioni ed è aperto alla cittadinanza, in quanto momento di confronto su un tema di estrema rilevanza destinato a interessare la vita dei cittadini piemontesi e le cronache dei prossimi anni. In particolare, verranno affrontate le questioni del diritto alla salute e della trasparenza dei dati in sanità. Il Parco della Salute vuole essere un progetto al servizio di tutti, offrendo nuovi spazi di cura, nonché uno spazio di innovazione e di ricerca, anche per gli stessi giuristi, che saranno i protagonisti dell’iniziativa. Sarà, infatti, l'occasione per trattare i molteplici profili giuridici che coinvolgono la realizzazione di questo progetto fondamentale per la sanità piemontese. 

 

La prima sezione del convegno (ore 9.15-10-20, Aula 3 Palazzina Einaudi), dal titolo “Le prestazioni sanitarie tra hub, ospedali e territorio”, avrà un taglio più divulgativo e vedrà, tra gli altri, gli interventi dei presidenti degli ordini professionali e dei sindacati di categoria. Le due successive sezioni saranno di taglio prettamente accademico giuridico, rispettivamente su “La trasparenza dei dati in sanità” (ore 10.20-12-35, Aula 3 Palazzina Einaudi) e su “La salute come diritto dell'individuo e interesse della collettività” (ore 14.15-18, Aula Magna Cle). Interverranno docenti e ricercatori universitari su vari temi quali i trend epidemiologici, l’accesso al diritto alla salute e al dato sanitario, l’intelligenza artificiale in sanità, il diritto alla salute, la sostenibilità, l’organizzazione sanitaria e il ruolo della sanità pubblica. 

 

L’iniziativa vuole mettere a fuoco, attraverso il sapere giuridico, il rapporto tra bisogni della persona e della collettività e le capacità dell'amministrazione sanitaria che il Parco della Salute, della Ricerca e dell'Innovazione dovranno essere in grado interpretare.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 26 Febbraio, 2024
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