Nuove iniziative di welfare per la salute di studenti e studentesse unito

Oggi, martedì 18 luglio alle ore 13.00 nella Sala Blu del Palazzo del Rettorato (via Verdi 8 / via Po 17, Torino) sono state presentate alla stampa le nuove iniziative di Welfare per la salute dedicate a studenti e studentesse dell’Università di Torino.

 

Sono intervenuti Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino, Alberto Rainoldi, Vice-Rettore per il Welfare, la sostenibilità e lo sport dell’Università di Torino, Giorgio Gilli, Presidente SUISM - Struttura Universitaria di Igiene e Scienze Motorie e Riccardo D’Elicio, Presidente Centro Universitario Sportivo torinese.

 

L’Università di Torino è il primo Ateneo d’Italia a promuovere la salute dei propri studenti attraverso l’offerta di visite mediche gratuite, effettuate da personale qualificato dell’Ateneo, per tutti i nuovi immatricolati. Il Progetto ha l’obiettivo di aumentare la conoscenza e la consapevolezza di studenti e studentesse iscritti/e al primo anno di Università sul proprio stato di salute, condizione fisica e composizione corporea. Al termine delle visite verrà inoltre rilasciata la certificazione medica per attività sportiva non agonistica per gli usi consentiti dalla legge.

 

Prima della visita medica verrà chiesto di compilare un questionario della durata di 15 minuti sullo stile di vita e sul benessere psico-fisico, indagando in particolare le seguenti aree: attività fisica e sportiva; discomfort/dolore muscolo-scheletrico; aderenza alla dieta mediterranea; consumo alcool e fumo; qualità e quantità del sonno; salute riproduttiva; ansia, stress e umore negativo e qualità di vita e benessere.

 

Nel Centro di Medicina dello Studente Universitario dell’Università di Torino (Via Marenco 32, Torino) studenti e studentesse, al termine della visita medica e di una serie di test, avranno la possibilità di ottenere informazioni personalizzate sul proprio stato di salute (anamnesi, funzione visiva, elettrocardiogramma a riposo, ecc) e condizione fisica, riassunta da un indice che prende in esame i parametri di destrezza manuale (Tapping test), forza delle mani (Handgrip test), equilibrio (One Leg Stance test) flessibilità muscolo-tendinea (Sit and Reach test), forza degli arti inferiori (Five Times Sit to Stand test), fitness cardiorespiratorio (YMCA step test), con un punteggio finale in grado di posizionare la persona rispetto alla sua popolazione di appartenenza (per genere ed età). Studenti e studentesse avranno inoltre la possibilità di ricevere un report personale con le proprie misure antropometriche (peso, statura, indice di massa corporea, circonferenze) e la composizione corporea (massa magra, massa grassa e idratazione) attraverso l’analisi dell’impedenza bioelettrica o BIA (Bioelectrical Impedance Analysis). 

 

“Questa iniziativa - dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino – ci permette di offrire risposte immediate alla necessità di benessere di studenti e studentesse e inoltre ci indica quali azioni, quali scelte, quali campagne comunicative ed educative dobbiamo progettare per i prossimi anni per rispondere al meglio alle necessità di “salute” dei nostri giovani. Promuovere una cultura diffusa del benessere nella comunità di UniTo è uno degli obiettivi fondamentali del Piano Strategico di Ateneo. Vogliamo contribuire a creare una realtà di studio e di ricerca attenta ai bisogni e alle aspirazioni di tutti e al benessere delle persone, favorendo un ambiente collaborativo, aperto al dialogo, inclusivo, attento a favorire la crescita personale e professionale”.

 

“Oltre ad accogliere alcune richieste ricevute direttamente dagli studenti – aggiunge Alberto Rainoldi, Vice-Rettore per il Welfare, la sostenibilità e lo sport - questa iniziativa intende offrire uno strumento pratico e inclusivo per conoscere meglio il proprio corpo, il proprio stile di vita. La possibilità di ricevere consigli mirati, forniti da personale specializzato della nostra stessa Università, permetterà di offrire percorsi individuali per aumentare la salute e il ben-essere quotidiano. Questa iniziativa dedicata alla salute della popolazione universitaria passa anche attraverso l’identificazione del Centro Medico come strumento di realizzazione delle azioni di Welfare dell’Ateneo. La salute (intesa in senso ampio) delle persone al centro dalla visione strategica”.

 

“Un progetto ambizioso - afferma Giorgio Gilli, Presidente SUISM - che pone le basi per conoscere lo stato di salute della nostra popolazione giovanile colmando il “gap” determinato dalla eliminazione della visita di leva. Al contempo si propone di far individuare agli studenti universitari il Centro di medicina Preventiva e dello Sport come la propria Casa della Salute. Il progetto vuole, inoltre, stimolare la partecipazione attiva alla salute cercando di sollecitare la responsabilità di ognuno nel costruire, fin da giovani, un percorso di vita in cui la salute è una conquista quotidiana fatta di comportamenti preventivi”.

 

“Torino è una città a forte vocazione universitaria – dichiara il Presidente del CUS Torino Riccardo D’Elicio – la richiesta da parte di universitari stranieri e fuori sede di poter studiare nella nostra città è molto alta. L’Università di Torino offre qualità sia dal punto di vista della formazione che dei servizi. Offrire un “pacchetto sport” a 360° aiuterà l’Ateneo ad essere sempre più qualificato. Per fare questo la visita medico-sportiva è obbligatoria. Il progetto è nato grazie alla lungimiranza del Rettore Geuna e del Prof. Rainoldi e darà un plus agli studenti. Da sempre è stato uno degli obiettivi del mio mandato: offrire gratuitamente la visita medica, in particolare anche agli studenti stranieri dove l’attività fisica è inserita nel pacchetto formativo. Questo progetto renderà l’Università di Torino ancora più attrattiva e qualificherà ancora di più il servizio offerto e l’attrattività nei confronti di giovani provenienti dall’estero. Una mia proposta è quella che, una volta raggiunta la laurea, questi studenti possano rifare gratuitamente la visita medica e capire come, negli anni passati presso l’ateneo torinese, l’attività sportiva abbia influito, si spera positivamente, sul loro fisico ed abbia profuso benefici nella loro vita quotidiana, al fine di qualificare anche il progetto di Healthy Campus a livello mondiale”.           

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 18 Luglio, 2023

Distretto 2031 Rotary International: pubblicato il bilancio sociale 2022/2023

Circa 2600 soci nel territorio piemontese e valdostano e oltre 47 milioni di ore di volontariato erogate in un solo anno dal Rotary International. Questo è uno dei risultati che emergono dal bilancio sociale del Distretto 2031 del Rotary International, diffuso in tempi record, a soli 10 giorni dalla chiusura dell’anno rotariano, avvenuta il 30 giugno scorso.

 

Il bilancio sociale, strumento di valorizzazione delle iniziative di servizio e delle azioni benefiche svolte all'interno delle comunità, redatto grazie al prezioso supporto del Team di ricerca guidato dal Prof. Paolo Biancone, all'interno del Dipartimento di Management "Valter Cantino" dell'Università di Torino, riassume tutte le attività intraprese dai Rotary Club dell'Alto Piemonte (province di Torino, Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli) e dai club della Valle D'Aosta durante l'anno rotariano 2022/2023 e  offre un'identità utile soprattutto ai giovani che si avvicinano al Rotary attraverso i percorsi di Interact e Rotaract.

 

Questo strumento comunicativo unisce elementi come la passione, il senso civico, il benessere della comunità, il coraggio, l'amicizia e la generosità verso il prossimo, indipendentemente dalla sua categoria.

 

Le iniziative svolte dal Distretto rotariano a favore dei territori sono riconducibili a diverse aree, tra cui:

  • Promozione della pace: con iniziative di volontariato in Turchia e in Siria.
  • Promozione della salute: con azioni mirate al supporto delle persone con disabilità, della SLA, del Parkinson, della cura contro il cancro e della poliomielite.
  • Protezione di madri e bambini: attraverso il sostegno a reparti ospedalieri pediatrici.
  • Sostegno all'istruzione: mediante la costruzione di aule multisensoriali, la lotta alla violenza sulle donne e il contrasto al cyberbullismo.
  • Sviluppo delle economie locali: con iniziative di supporto ai beni culturali, agli enti del terzo settore, all'educazione finanziaria e all'impresa, ad esempio attraverso il progetto del Microcredito.
  • Tutela dell'ambiente.
  • Supporto alle popolazioni internazionali in occasioni di eventi drammatici come terremoti e guerre.

 

“Il Team di Unito, composto da 10 ricercatori - spiega Paolo Biancone, coordinatore scientifico del progetto - ha fornito supporto scientifico e operativo. Il Bilancio Sociale pone l’attenzione al tema della sostenibilità dell’associazione, motivo per cui è redatto a partire dall’Agenda 2030 dell’ONU. Redigere il bilancio sociale di un'organizzazione ad alto impatto territoriale significa incidere nella diffusione della cultura della sostenibilità e della relativa rendicontazione di essa, oggetto tipico delle nostre attività di ricerca”.

 

Per ulteriori informazioni e per consultare il Bilancio Sociale completo, si prega di visitare il sito web del Distretto 2031 del Rotary

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 14 Luglio, 2023

Studio internazionale guidato da unito: perché l’Italia è una “penisola felice” per rane e salamandre

Un lavoro frutto di una collaborazione internazionale che vede coinvolti esperti paleontologi delle Università di Torino e di Firenze, ma anche dell’Università di Helsinki e dell’Istituto Catalano di Paleontologia Miquel Crusafont, ha messo in luce le correlazioni tra gli eventi climatici degli ultimi 3-4 milioni di anni e la distribuzione odierna di rettili e anfibi nell’Europa mediterranea. Secondo il recente studio, pubblicato su Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology, la maggiore umidità relativa avrebbe permesso ad anfibi come le salamandre di trovare nella Penisola Italiana un rifugio accogliente in cui poter sopravvivere. Al contrario, eventi di freddo estremo non hanno permesso la sopravvivenza di alcuni rettili che oggi troviamo ancora nella Penisola Iberica e nei Balcani, ma non più in Italia.

 

Il gruppo di paleoerpetologi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, guidato dal Prof. Massimo Delfino, si occupa da anni di ricostruire la biogeografia del passato delle diverse specie di anfibi e rettili che vivono nel nostro territorio (e non solo). “Una solida conoscenza del record fossile è l’unica base possibile per avere accesso diretto alla storia passata degli organismi che ci circondano – spiega il Prof. Delfino – e di conseguenza indagare le loro reazioni ai cambiamenti climatici già avvenuti sulla Terra”. 

 

Lo studio ha evidenziato come la Penisola Italiana abbia perso nel periodo di tempo considerato numerose specie di rettili che in passato la abitavano e che oggi si ritrovano ancora nelle penisole Balcanica e Iberica. Tra questi, lo pseudopo (Pseudopus apodus) e lo stellione (Stellagama stellio) o un loro parente stretto. Questo è dovuto ad alcuni intervalli di poche decine di migliaia di anni caratterizzati da un clima particolarmente inadatto a questi rettili nella nostra penisola, laddove invece le aree più meridionali di Balcani e Iberia hanno mantenuto condizioni meno avverse. 

 

Diversamente dai rettili, la distribuzione degli anfibi, e in particolare delle salamandre, è maggiormente controllata dai livelli di precipitazioni e quindi di umidità. Il maggior grado di umidità ricostruito dagli autori per il territorio italiano ha, pertanto, determinato la presenza di un rifugio particolarmente ospitale per gli anfibi durante i periodi “difficili” degli ultimi 3 milioni di anni.

 

Queste condizioni più umide sono testimoniate sia da analisi di modellizzazione della nicchia climatica sia da indagini parallele fondate sull’utilizzo del record fossile di altri gruppi (come i mammiferi e le piante) per ricostruire i livelli di precipitazione del passato. “Quanto si osserva per la distribuzione degli anfibi è valido anche per alcune specifiche piante del passato, che richiedevano la presenza di estati umide”, osservano i paleobotanici Prof. Edoardo Martinetto (Università di Torino) e Prof.ssa Adele Bertini (Università di Firenze). “E non è escluso che pattern simili si possano osservare anche in gruppi diversi, soprattutto di organismi legati ad ambienti di acqua dolce”, aggiunge il Prof. Giorgio Carnevale (Università di Torino). 

 

“Ho creduto molto in questo lavoro, perché penso che il record fossile abbia molto da dirci e che guardando al passato possiamo mettere in prospettiva gli eventi che accadono sotto i nostri occhi”, sottolinea la Dott.ssa Loredana Macaluso, prima autrice dell’articolo e attualmente ricercatrice alla Martin Luther University Halle-Wittenberg in Germania, che ha svolto il suo dottorato su questo tema presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino. “Il contributo di diverse branche della paleontologia e la collaborazione tra diversi esperti sono stati fondamentali per avere il quadro completo, consentendo l’unione di tutti i pezzi del puzzle. Proprio in considerazione della loro particolare storia evolutiva e biogeografica, le salamandre dovrebbero essere fra i nostri simboli e orgogli naturalistici, visto che la loro biodiversità nel nostro paese rappresenta un unicum a livello europeo e mondiale, con molte specie endemiche (e dunque esclusive del nostro territorio). Dovremmo capire che abbiamo una responsabilità molto alta riguardo la loro conservazione e che dovremmo iniziare a preoccuparcene seriamente”.

 

Qui le immagini relative allo studio. Salamandre che nel corso del tempo sono scomparse dal resto d’Europa ma sono sopravvissute in Italia: un geotritone (Speleomantes strinatii) figura 1 e una salamandrina (Salamandrina perspicillata) figura 2. Lucertole che non vivono più in Italia ma che la abitavano in passato: lo stellione (Stellagama stellio) figura 3 e uno pseudopo (Pseudopus apodus) figura 4. Foto di Marco Sassoè Pognetto (Università di Torino).

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 13 Luglio, 2023

Atlante del cibo: la rete si allarga

Oggi, mercoledì 12 luglio 2023 alle ore 12.00 nell’Aula Magna del Palazzo del Rettorato dell’Università di Torino (Via Verdi 8/Via Po 17), è stato presentato alla stampa il nuovo protocollo di intesa “Costruire insieme azioni e conoscenza sul sistema del cibo di Torino e del territorio metropolitano - Atlante del cibo di Torino metropolitana”, avviato nel 2017 da Università di Torino, Politecnico di Torino, Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Camera di commercio di Torino, dal 2020 in partenariato con Città di Torino, Città Metropolitana di Torino, Ires Piemonte e Urban Lab e da quest’anno con la Regione Piemonte.

 

Nell’occasione è stato presentato il nuovo sito atlantedelcibo.it, completamente rinnovato e aggiornato e realizzato anche grazie al contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo.

 

Alla presentazione sono intervenuti Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino, Laura Montanaro, Prorettrice del Politecnico di Torino, Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, Stefano Lo Russo, Sindaco Città di Torino e Città Metropolitana, Enzo Pompilio d'Alicandro, Vicepresidente della Camera di commercio di Torino, Angelo Robotto, Direttore Ires Piemonte e Piero Boccardo, Presidente Urban Lab.

 

L'Atlante del Cibo è un progetto che analizza, rappresenta e comunica il sistema del cibo di Torino Metropolitana. Per fare questo, raccoglie, produce, elabora e sistematizza i dati e le informazioni disponibili e li restituisce nella forma di un repertorio di rappresentazioni, infografiche, video, testi, mappe, ricerche e articoli, per metterli a disposizione del territorio e renderli funzionali alla progettazione e alla gestione del sistema del cibo. Il cibo viene affrontato con un approccio trasversale e di sistema, flessibile alle molteplici dimensioni spaziali e alle diverse tematiche attraverso cui si relaziona con la città e il territorio.

 

L'Atlante si propone come strumento partecipato e inclusivo di indagine a supporto delle decisioni e delle azioni sul sistema del cibo, in un'ottica di sostenibilità e giustizia, utile a chi fa ricerca sul sistema del cibo di questo territorio, a chi interviene nella sua progettazione, regolamentazione e valorizzazione, agli attori locali per creare nuove relazioni e a chi è curioso/a di conoscere meglio il sistema del cibo torinese. Per fare questo produce nuova conoscenza e aggrega quella esistente, rendendola accessibile e fruibile.

 

L’Atlante del Cibo è un progetto avviato nel 2015 dall’Università di Torino, con il Politecnico di Torino, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e la Camera di commercio di Torino, e formalizzato nel 2017 attraverso il Protocollo di Intesa “Costruire insieme azioni e conoscenza sul sistema del cibo di Torino e del territorio metropolitano - Atlante del cibo di Torino metropolitana”. Il primo rinnovo, nel 2020, ha coinciso con l’allargamento del partenariato e il coinvolgimento di Città di Torino e Città Metropolitana, Ires Piemonte e Urban Lab. Questo secondo rinnovo, a luglio 2023, che vede l’ingresso fra i partner della Regione Piemonte, conferma la centralità delle politiche del cibo e rafforza e legittima ulteriormente il progetto anche nella prospettiva di replicabilità su altre aree del Piemonte. Già oggi l’esperienza dell’Atlante del Cibo è stata di ispirazione per altre città e territori che hanno avviato progetti analoghi come a Matera, Roma, la Laguna Veneta, Bari e Palermo. 

 

Gli esiti di questa collaborazione sono visibili sul nuovo sito web dell'Atlante del cibo (atlantedelcibo.it), che raccoglie e rende visibili dati e informazioni sul sistema del cibo di questo territorio e sui processi che lo coinvolgono. Il sito, inoltre, ospita i Rapporti dell’Atlante, che rappresentano lo strumento principale attraverso cui gli esiti dei progetti e delle ricerche che coinvolgono i vari partner vengono comunicati al territorio. A settembre verrà presentato il quarto rapporto, l’esito di una call for paper lanciata nel 2021, rivolta agli atenei, ai centri di ricerca pubblici e privati, agli enti pubblici, alle organizzazioni/associazioni del terzo settore, alle associazioni di categoria con l’obiettivo di mappare e raccogliere la conoscenza prodotta sul sistema del cibo torinese.

 

I 40 contributi raccolti aiutano a capire in che direzione si sta muovendo la ricerca e la progettualità locale sul cibo e la nutrizione. I paper sono stati articolati in 7 sezioni tematiche che abbracciano la molteplicità di sguardi disciplinari e soggetti coinvolti: sistemi, politiche e progetti; produzione e sostenibilità; stili alimentari, consumi e identità; cibo e scuola; cibo e salute; povertà alimentare; spreco e recupero. 

 

“L’impegno dell’Università di Torino, nel quadro dei principi di sostenibilità ambientale e sociale che l’ateneo ha fatto propri - dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino - avviene in continuità con una molteplicità di iniziative nella ricerca, nella formazione, nella terza missione e public engagement, dall’adesione alle piattaforme EIT Food e EIT Health, ai numerosi progetti di ricerca, al processo Nutrire Torino Metropolitana promosso e avviato nel 2015 in collaborazione con la Città metropolitana di Torino. L’Atlante del cibo si configura come un contesto collaborativo attraverso cui valorizzare le conoscenze e competenze che gli atenei e l’Università di Torino in particolare mettono a disposizione del territorio per costruire e orientare politiche locali del cibo”.

 

"La partecipazione di Politecnico di Torino del Cibo – aggiunge la Prorettrice del Politecnico di Torino, Laura Montanaro - è coerente con il costante impegno a contribuire ad uno sviluppo fondato su principi di coesione sociale e di sostenibilità; l’Ateneo, anche attraverso le progettualità dell’Atlante del Cibo, potrà perseguire i mandati di inclusione e open innovation di cui al proprio piano strategico “PoliTO 4 Impact”.

 

“Il cibo è uno dei pilastri fondamentali per la definizione della cultura di una comunità – sottolinea Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo - e rappresentando esso stesso un mezzo di diffusione valoriale, appare evidente che esista un areale del sapere e del fare gastronomico tipico di ogni territorio. La ricerca “Atlante del Cibo” che vede l’impegno dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo dalla sua nascita nel 2017, è uno strumento di mappatura di questo saper fare. Negli anni l’Ateneo si è contraddistinto per il suo lavoro di monitoraggio sui temi dello spreco alimentare, dell’economia circolare applicata al food system, sul rapporto tra cibo e salute, portando in particolar modo avanti, una visione di One Health ovvero di salute dell’umanità fortemente legata a quella del Pianeta. Il sapere che oggi l’Atlante raccoglie e restituisce a una comunità fatta di persone, imprese, enti, istituzioni, è a tutti gli effetti, una leva strategica di supporto alle politiche locali del cibo. Siamo quindi felici di poter continuare a contribuire a questo prestigioso progetto portando il nostro approccio olistico e sistemico alle Scienze Gastronomiche”.

 

“La Regione Piemonte aderisce con convinzione alla rete dell’Atlante del cibo - spiega Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte - che da oggi allargherà il suo sguardo e il suo raggi di studi all’intero territorio piemontese, perché il cibo è una componente strategica del nostro tessuto economico che conta oltre 50 mila attività agroalimentari impegnate in tutta la filiera, perché è un fattore di attrazione turistica e una buona parte di chi viene a visitare il Piemonte lo fa anche per l’alta qualità della sua offerta enogastronomica. E poi perché il cibo è un elemento culturale, oltre che un parametro per misurare lo stato di salute della nostra comunità. L’educazione e la tutela della qualità del cibo, e oggi sempre di più la sua sostenibilità, all’interno di un ecosistema che vive profondi cambiamenti, sono elementi sfidanti per chi come me ha l’onore di guidare un’istituzione e strumenti come l’Atlante del cibo, unito al lavoro di ricerca dei nostri atenei, rappresentando un bagaglio prezioso di conoscenza per dare la rotta alla nostra azione di governo”. 

 

“Il territorio torinese – dichiara il Sindaco metropolitano e della Città di Torino Stefano Lo Russo – è da sempre un punto di riferimento per il sistema agroalimentare. Uno strumento come l’Atlante del cibo ci aiuta anche ad avere uno sguardo di prospettiva su tutto ciò che orbita attorno ad uno degli aspetti fondamentali della vita, non soltanto dal punto di vista più concreto ma anche sociale e ricreativo. Su questo tema lavoriamo da tempo con impegno: l'Agenda per lo sviluppo sostenibile della Città metropolitana di Torino e del suo territorio recentemente approvata, ad esempio, individua un’apposita missione che si propone di "Realizzare la transizione verso un sistema alimentare rigenerativo per l’ambiente, sano, inclusivo e accessibile". Questa è la strada su cui vogliamo continuare a lavorare, di concerto con tutte le altre istituzioni coinvolte”.

 

“L’ente camerale – afferma Enzo Pompilio d’Alicandro, Vice Presidente della Camera di commercio di Torino - tra i primi firmatari già nel 2017, prosegue con impegno la partecipazione a questo ampio gruppo di lavoro che analizza tutti i numerosi aspetti legati al concetto del “cibo”: non solo un settore economico di grande rilevanza, con 13mila imprese agroalimentari registrate nel solo torinese e più di 51mila in Piemonte, ma anche un universo dalle molte implicazioni culturali, sociali ed educative, come dimostra ad esempio il nostro recente impegno sul tema delle mense scolastiche e dell’educazione alimentare oppure la crescente attenzione che riserviamo ai temi della sostenibilità ambientale e sociale”.

 

“Grazie alla sua vocazione interdisciplinare – aggiunge Angelo Robotto, Direttore di IRES Piemonte - l’IRES Piemonte potrà offrire supporto e mettere a disposizione la sua esperienza per “connettere” temi specifici: dalle politiche agricole, allo sviluppo rurale, dallo sviluppo sostenibile, al clima e agli stili di vita. L’IRES fornisce supporto alla Regione Piemonte- così come ad altre amministrazioni locali e attori del territorio- per la programmazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche messe in campo: per questo,  la natura multidisciplinare dell'Istituto  può consentire l’inquadramento di temi  come quelli legati all’Atlante del Cibo, in una cornice più generale che tenga conto dell’evoluzione economica e sociale complessiva del nostro territorio, contribuendo anche  a delineare una più ampia visione di scenario”.

 

“Urban Lab – sottolinea Piero Boccardo, Presidente di Urban Lab - conferma l’interesse e l’impegno a partecipare all’Atlante del cibo, un progetto e una rete capaci di intercettare da vicino, in modo trasversale e multiscalare, coniugando tangibile e intangibile, la nostra mission di raccontare la trasformazione della città e di offrire strumenti di comprensione dei processi urbani”. 

 

VIDEO

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 12 Luglio, 2023

Aspettando la notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori: "Che lingue parla Torino?"

Venerdì 7 luglio alle ore 17.30 presso lo spazio di Viale Mai, l’Università di Torino lancia un progetto di citizen science che ha l’obiettivo di mappare quali lingue - oltre l’italiano - sono presenti in città. Cittadine e cittadini sono invitati a prendere parte a un vero e proprio progetto di ricerca che mira a definire, attraverso la raccolta di fotografie di cartelli, insegne di esercizi commerciali e scritte nei luoghi pubblici, il paesaggio linguistico (linguistic landscape) di Torino.

 

Le testimonianze visive prodotte dai partecipanti e condivise sulla piattaforma web Firstlife, sviluppata dal Dipartimento di Informatica dell’Ateneo permetteranno di delineare il profilo linguistico e culturale della nostra città.

 

Quali e quante lingue si usano a Torino e in quale zona? Quali aree sono monolingui e quali plurilingui? Un comitato scientifico composto da docenti dell’Università di Torino analizzerà poi i dati raccolti sotto diversi punti di vista - sociolinguistico, sociopolitico, educativo, geografico, economico - e presenterà i risultati durante la prossima Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori che si terrà il 29 e 30 settembre 2023 presso i Giardini Reali.

L’iniziativa si inserisce infatti nell’ambito del progetto UNIGHT che per il secondo anno, in occasione della più grande manifestazione europea dedicata alla ricerca, coinvolge Torino insieme a Covilhã, Pau, Chambery e Timisoara con le rispettive università partner dell’Alleanza UNITA.

 

Da sempre la Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori promuove la partecipazione della società al processo stesso della ricerca: durante l’evento tantissime sono le attività proposte dall’Università e dal Politecnico di Torino e dai centri di ricerca del territorio che mettono al centro il contributo scientifico che le persone possono dare. I progetti di citizen science, in particolare, si avvalgono della collaborazione con i cittadini proprio nella raccolta dei dati per uno scambio reciproco di conoscenza.

 

Programma

 

ore 17.30 - Saluti di Egidio Dansero, Direttore del Campus Luigi Einaudi
ore 17.40 - Intervengono Elisa Corino e Gianpiero Vigani, coordinamento UNIGHT
ore 18.00 - Attività di mappatura linguistica nei dintorni del CLE
ore 18.30 - Rientro al CLE per aperitivo e confronto sull'esperienza.

 

L’evento si inserisce nel calendario dei festeggiamenti per i 10 anni del CLE.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 5 Luglio, 2023

L’Europa premia UniTo: oltre 14 milioni di euro per l’Alleanza UNITA

UNITA - Universitas Montium, l’Alleanza di Università Europee coordinata dall’Università di Torino, si aggiudica un finanziamento di oltre 14 milioni di euro fino al 2027, grazie all'approvazione della proposta presentata nella call Erasmus+ 2023 della European Universities Initiative. 

 

L’Alleanza, che oggi conta 10 Atenei membri e 2 partner associati da 7 Paesi, potrà così continuare a operare nello spazio europeo dell'istruzione superiore e contribuirà a rivoluzionare la qualità e la competitività dell'istruzione superiore europea.

 

In particolare - mantenendo il focus sulla crescita dei territori delle Università partner -  punterà sulla mobilità degli studenti, sul consolidamento delle reti di ricerca e innovazione nei settori del patrimonio culturale, dell’economia circolare e della green economy e sullo sviluppo di nuovi hub di innovazione negli ambiti salutescienze sociali e data science.

 

La Commissione Europea ha valutato i primi 3 anni di lavoro come altamente meritevoli, considerando anche l'allargamento del numero dei membri dell'Alleanza e ha assegnato al progetto il finanziamento massimo.

 

UNITA, nata nel 2020, è cresciuta. Oltre ai 6 membri fondatori - l’Università di Torino,  l'Università di Beira Interior (Portogallo), l'Università di Saragozza (Spagna), l'Università di Vest din Timisoara (Romania), l'Università di Pau et des Pays de L'Adour e l'Università Savoie Mont Blanc (Francia) - nel settembre 2021 si è allargata accogliendo altre 4 istituzioni: l'Istituto Politecnico di Guarda (Portogallo), l'Università di Brescia (Italia), l'Università Pubblica di Navarra (Spagna) e l'Università Transilvania di Brasov (Romania). 

La Haute école spécialisée de Suisse occidentale (Svizzera) e la Yuriy Fedkovych Chernivtsi National University (Ucraina) si uniscono a UNITA come partner associati. Completa il consorzio come full partner la nuova entità legale fondata con lo scopo di esplorare per l’alleanza nuovi strumenti operativi e nuove prospettive di cooperazione accademica transnazionale nel panorama europeo. 

 

Il nostro Ateneo, che è l’università capofila, avrà a disposizione quasi 2 milioni di euro per consolidare le azioni già intraprese e raggiungere nuovi e più ambiziosi obiettivi di questo strategico progetto internazionale.

 

Con la European Universities Initiative, l’Unione Europea mira ad aumentare la competitività dell'istruzione superiore nei Paesi membri attraverso la cooperazione didattica e scientifica transnazionale, il potenziamento della mobilità di studenti, docenti e personale amministrativo, la condivisione di risorse, attività didattiche, competenze, dati e infrastrutture.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 4 Luglio, 2023

Qs world university ranking, Unito guadagna 111 posizioni nel mondo

L’agenzia britannica Quacquarelli Symonds ha pubblicato il QS World University Ranking, forse il più noto ranking internazionale. L’edizione 2023-24 vede per l’Università di Torino un nuovo miglioramento in classifica: guadagna 111 posizioni, nonostante l’ulteriore allargamento della graduatoria per un totale di 1500 atenei classificati, di cui 42 italiani. UniTo si colloca al 364° posto al mondo (era 475° l’anno passato), miglior risultato di sempre, al decimo in Italia.

 

Per questa ventesima edizione sono stati introdotti alcuni cambi metodologici, aggiungendo indicatori sulla sostenibilità, sull’occupabilità e sulla collaborazione internazionale nella ricerca, in precedenza utilizzati solo per costruire classifiche specifiche. Il livello complessivo di performance di UniTo in questo ranking molto competitivo raggiunge ora il top 25% delle migliori università del mondo secondo QS, ovvero ottiene risultati superiori a tre quarti delle istituzioni considerate.

 

I parametri valutativi di QS prendono in considerazione la reputazione accademica (che pesa per il 30%) e nel mondo del lavoro (15%), l’occupazione dei laureati (5%), le citazioni per docente (20%) come indice della qualità della ricerca e il rapporto studenti per docente (peso 10%) per la qualità della didattica; il 15% misura l’internazionalizzazione dell’ateneo nel suo corpo docente e studente e nella rete di ricerca, viste come capacità di attrazione e collaborazione, e il restante 5% considera le politiche oggi cruciali sulla sostenibilità e l’inclusività.

 

L’indicatore in cui l’Ateneo di Torino registra la performance migliore è la sostenibilità, al 123° posto a livello mondiale e 4° in Italia, seguito dall’altra nuova metrica della rete di ricerca internazionale, in cui l’ateneo eccelle collocandosi al 199° posto. Continua a crescere anche la reputazione accademica, al 213° posto in risalita di altre 12 posizioni rispetto all’anno scorso, e l’Università ottiene punteggi nettamente superiori ai valori mediani anche nei parametri delle citazioni per docente e dei risultati occupazionali (236° al mondo e 4° in Italia).

 

Per quanto riguarda, invece, le classifiche disciplinari (subject ranking) pubblicate a marzo 2023, UniTo registra diversi ambiti di eccellenza, posizionandosi al 146° posto nella macroarea Life Sciences and Medicine (top 100 in Veterinary Science e top 200 in Agriculture & Forestry), al 224° posto nell’area Art and Humanities (45° al mondo in Philosophy e top 100 in Theology & Religious Studies), al 218° posto nelle Natural Sciences, al 310° posto nelle Social Sciences and Management (top 200 in Education) e nella fascia 301-350° per la disciplina di Computer Science.

 

Per ulteriori informazioni sulla metodologia delle classifiche universitarie si veda il sito:

https://politichediateneo.unito.it/ranking-internazionali/

 

Per approfondimenti su QS World University Rankings 2023 visita la pagina:

https://www.topuniversities.com/university-rankings/world-university-rankings/2024

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 28 Giugno, 2023

La spettrometria di massa per antidoping, sicurezza alimentare e indagini archeologiche

Da mercoledì 28 a venerdì 30 giugno, nel Centro Congressi Pacific Hotel Fortino (Strada del Fortino 36, Torino) si tiene il “Congresso Nazionale di Spettrometria di Massa 2023". Attesi oltre 200 partecipanti per quello che è considerato l’evento più importante in Italia sulla Spettrometria di Massa, una tecnologia utilizzata nell'indagine molecolare di fenomeni complessi, come le Scienze Forensi e Antidoping (Polizia di Stato, RIS Carabinieri, Vigili del Fuoco, Centro Antidoping Regionale di Orbassano tutti rappresentati), la Sicurezza e Qualità Alimentare (Istituto Zooprofilattico, Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute, EuChems, Politecnico di Dresda), la Medicina di precisione e scienze omiche (Università di Milano, ETH-Zurigo), i Beni culturali e indagini archeologiche (Museo Egizio e Università di Pisa).

 

L’evento è organizzato dalla Divisione Spettrometria di Massa della Società Chimica Italiana, in collaborazione con il Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco dell’Università di Torino, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale PLVa e la Polizia di Stato, con il patrocinio di: Comune di Torino, Regione Piemonte e IUPAC International Union of Pure and Applied Chemistry. 

 

L'Università di Torino rappresenta un’eccellenza nella ricerca e nel trasferimento tecnologico in ambito di Spettrometria di Massa, la presenza come ente co-organizzatore e l'esistenza di accordi quadro con Carabinieri, Polizia di Stato, IZS e numerose aziende produttrici di tecnologia (Agilent Technologies etc) ne è testimonianza. L'Ateneo, in sinergia con la Società Chimica Italiana, forma le nuove generazioni di ricercatori ed esperti che saranno i protagonisti del futuro per il miglioramento della qualità della vita e nell'acquisizione di Nuova Conoscenza.

 

Interverranno: Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino, Giuliana Bianco, Presidentessa della Divisione Spettrometria di Massa SCI, Patrizia Rubiolo, Direttrice del DSTF UniTo, Claudio Ghittino, Direttore Generale IZS, Luigi Rinella, Direttore del Servizio Polizia Scientifica e Anna Foglietta, Assessora del Comune di Torino alle Politiche Ambientali.

 

Il programma completo è disponibile al seguente link:

 

https://torino2023.spettrometriadimassa.it/images/Programma_Scientifico_MASSA2023.pdf

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 26 Giugno, 2023

Due weekend alla scoperta di “one planet one future”, la mostra multimediale sugli effetti dell’antropocene

Sabato 24 e domenica 25 giugno, e ancora sabato 1 e domenica 2 luglio, dalle 9 alle 19 nel Cortile del Rettorato dell’Università di Torino (via Verdi 8/ via Po 17) è prevista l’apertura straordinaria di One Planet One Future Torino, la mostra fotografica prodotta da UniVerso, l’osservatorio sulla contemporaneità dell’Ateneo, in occasione della ventiseiesima edizione del Festival CinemAmbiente, la rassegna cinematografica internazionale organizzata dal Museo Nazionale del Cinema.

 

L’artista e regista Anne de Carbuccia ha viaggiato nei luoghi più belli, remoti e a rischio del pianeta per documentare con la sua arte “quanto ancora abbiamo, quanto rischiamo di perdere e quanto abbiamo già perso”. La Mostra è dedicata alla salvezza del nostro unico pianeta e vuole rivolgere a tutti noi un appello profondo.

 

Anne utilizza il linguaggio universale dell’arte per sensibilizzare e invitare le persone ad agire. Con le sue opere vuole attirare l’attenzione sulla crisi ambientale che stiamo vivendo e invitarci a modificare le nostre abitudini di consumo che contribuiscono a crearla.

 

Le sue immagini sono create sul posto e sono al tempo stesso un omaggio ai soggetti minacciati dal rischio di estinzione - oceani e habitat in pericolo, specie animali e culture - e un esame impietoso degli effetti disastrosi dell’Antropocene, la nuova era geologica nella quale l’impatto dell’uomo sovrasta i cicli naturali.

 

Dieci opere di grande misura (480x320cm) sono esposte all’interno dello storico cortile del Rettorato, appese fra le colonne del portico nel rispetto delle sue armoniose proporzioni.  Le immagini fanno parte delle opere raccontate nel suo docu-film Earth Protectors e sono rappresentative del percorso dell’artista durato dieci anni. Trattano i temi chiave del progetto One Planet One Future: ACQUA, PLASTICA, ANIMALI E CULTURE A RISCHIO e, documentando la bellezza e la ricchezza che stiamo perdendo a una velocità impressionante, sono un appello urgente a re-immaginare un mondo diverso.

 

Al centro del cortile l’artista ha creato un’installazione, site specific, con una delle sue antiche ruote di legno sulla quale è stata incisa la frase “In the Anthropocene to revolt is to build” (Nell’Antropocene ribellarsi è costruire).  L’opera poggia sopra una base formata da elementi da cantiere mescolati con dell’E-Waste. Un richiamo all’inquinamento prodotto dalla nostra nuova era geologica, l’Antropocene.

 

La mostra sarà visitabile fino a mercoledì 30 agosto, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19 nel Cortile del Rettorato dell’Università di Torino.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 23 Giugno, 2023

Festa della Conoscenza: Cerimonia di Nomina dei Docenti emeriti e Onorari

Oggi, mercoledì 21 giugno, alle ore 11 nell'Aula Magna della Cavallerizza Reale nell'ambito della "Festa della Conoscenza" si è tenuta la Cerimonia di nomina dei docenti Emeriti e Onorari dell'Università di Torino".

 

Dopo l'apertura del Rettore di UniTo Stefano Geuna, la cerimonia è stata introdotta dalla Lectio Magistralis del Prof. Maurizio Ferraris dal titolo "Imparare a vivere. Perché la vita è conoscenza, e la vita senza ricerca non ha valore".
 

Alle 18, in Cavallerizza Reale, la Cerimonia “Migliori Laureate e Laureati”, momento dedicato alle/agli studenti laureate/i dell’A.A. 2020-2021 e alle/agli vincitrici/vincitori dei Premi di studio 2021-22.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 22 Giugno, 2023
Risultati della ricerca: 1503