Nuove tecnologie in agricoltura, con oltre 16 milioni di euro UniTo studia la sostenibilità e la resilienza dei sistemi agricoli

L’Università di Torino è tra i partner del più importante progetto per lo sviluppo sostenibile dell’agricoltura, finanziato con circa 320 milioni di euro dai fondi del PNRR. Oggi il primo incontro dello Spoke 6, coordinato dall’Ateneo torinese.

 

Oggi, giovedì 13, e venerdì 14 aprile 2023, nell’Aula Magna del Rettorato (via Verdi 8, Torino), si tiene il primo incontro dello Spoke 6 del Centro Nazionale per lo Sviluppo delle Nuove tecnologie in agricoltura ‘Agritech’, un progetto finanziato dal programma PNRR dell'UE con circa 320 milioni euro.

 

Grazie ad Agritech lUniversità di Torino beneficerà di un finanziamento complessivo di € 16.220.000, di cui € 9.600.000 saranno dedicati esclusivamente allo Spoke 6, coordinato dall’Ateneo Torinese. UniTo si occuperà in particolare dello sviluppo di modelli per la sostenibilità e la resilienza dei sistemi agricolipuntando sulla gestione circolare per lo sfruttamento dei materiali di scarto del mondo agricolo e avvicinando le innovazioni che stanno interessando la produzione agricola alle aspettative dei consumatori.

 

Durante i due giorni, oltre 100 ricercatori provenienti da tutta Italia si confronteranno sulle strategie da utilizzare per dare una spinta alla ricerca ed innovazione in campo agricolo per portare ad un miglioramento effettivo della produttività e della sostenibilità delle produzioni agrarie.

 

Agritech è il nuovo Centro Nazionale che ha ricevuto un finanziamento del Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) missione 4, componente 2, investimento 1.4, intitolato “Dalla ricerca all'impresa” e dedicato al potenziamento delle strutture di ricerca.

 

Con un finanziamento iniziale interamente coperto dal programma PNRR dell'UE di circa 320 milioni di euro in 3 anni, Agritech spingerà la ricerca ed innovazione in agricoltura e i relativi settori del trasferimento tecnologico. Inoltre, dopo i primi 3 anni di attività finanziate dal MUR, la fondazione Agritech, creata per la gestione del progetto, opererà ulteriormente nel settore partecipando all’assegnazione di finanziamenti da parte del settore pubblico e privato.

 

Il Centro Agritech nasce con l’ambizione di combinare le migliori competenze scientifiche per rendere l'industria agroalimentare italiana più competitiva e sostenibileSi tratta di un progetto basato sull’utilizzo delle tecnologie abilitanti per lo sviluppo sostenibile delle produzioni agroalimentari, con l’obiettivo di favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici, la riduzione dell’impatto ambientale nell’agrifood, lo sviluppo delle aree marginali, la sicurezza, la tracciabilità e la tipicità delle filiere.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 13 Aprile, 2023

UniTo presenta lo Spoke 2 di NODES: tutte le opportunità per le imprese del territorio a favore di un futuro green

Quasi 7 milioni di euro per bandi a cascata rivolti alle imprese e oltre 1 milione in finanziamenti per team di ricerca. L’obiettivo è implementare e applicare l’economia circolare ai processi del sistema industriale per incentivare produzioni sostenibili.

 

Domani, giovedì 13 aprile alle ore 17, nell’Auditorium Aldo Moro (via Verdi angolo Via S. Ottavio, Torino), l’Università di Torino presenterà le opportunità e i temi dello Spoke 2 “Green technologies e industria sostenibile” del progetto “NODES-Nord Ovest Digitale e Sostenibile”, selezionato dal Ministero dell’Università nell’ambito degli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

NODES, di cui UniTo è partner fondatore, è un ecosistema di 24 attori tra cui 8 atenei, 6 poli di innovazione, 5 centri di ricerca, 3 incubatori, 1 acceleratore e 1 competence center. Porterà 110 milioni di euro sul territorio di Piemonte, Valle d'Aosta, sulle province di Como, Varese e Pavia e sulle regioni del Sud del Paese. L’obiettivo è mettere a sistema una serie di misure e strumenti per il territorio – come bandi a cascata, servizi per le imprese e challenge – per favorire lo sviluppo di competenze, il sostentamento dell’innovazione e della competitività secondo il doppio binario della trasformazione digitale ed ecologica.

 

L’Ateneo di Torino è capofila dello Spoke 2, a favore dello sviluppo e delle tecnologie sostenibili per un futuro più “verde”. Le attività dello Spoke 2 si fondano su un graduale ma radicale cambiamento dell’interdisciplinarietà tra chimica verdeenergia sostenibilescienza dei materiali bioeconomia, promuovendo il concetto “One Planet, One Health”. Riguardano processi, prodotti, tecnologie, sistemi e servizi relativi a conoscenze complementari, collaborazioni e soluzioni innovative funzionali e sinergiche a tutti gli altri Spoke, proprio per questo possono essere considerate il collante innovativo del progetto NODES.

 

Sono diverse le opportunità di finanziamento, tramite bandi, per ricercastartupspin-offimprese tecnologie sostenibili offerte dallo Spoke 2 e sono rivolte a implementare e ad applicare l’economia circolare ai processi del sistema industriale, per incentivare produzioni green e sostenibili. In totale, quasi 7 milioni di euro per bandi a cascata per imprese e oltre 1 milione di euro a sostegno di progetti di PoC Accademici.

 

La necessità di ridurre l'uso di risorse naturali non rinnovabili e, allo stesso tempo, di minimizzare gli impatti negativi sull'ambiente, ha portato a un interesse sempre maggiore per il recupero, il riuso e il riciclaggio. Il programma di ricerca e innovazione dello Spoke 2 parte dalla convinzione che gli investimenti nella sostenibilità ambientale delle attività economiche contribuiscano, se parte di una strategia condivisa, sia allo sviluppo del territorio sia alla promozione dell'inclusione sociale e della qualità della vita. La transizione verso un'economia circolare è un processo complesso e implica cambiamenti fondamentali dei sistemi socio-economici e territoriali, per passare a un modello economico innovativo non lineare e a connessioni intersettoriali e multi-stakeholder.

 

Lo Spoke 2 si basa su tre componenti: industria, istruzione e ricerca, che si integrano nella realizzazione di attività progettuali. L'utilità e la trasferibilità dei risultati porteranno a diverse applicazioni industriali e alla creazione di nuove partnership congiunte. La cooperazione e l'interazione tra centri di ricerca e università, autorità pubbliche e imprese darà impulso a una concreta applicazione di nuovi prodotti riciclati a livello territoriale.

 

L'obiettivo principale dello Spoke 2 è l'implementazione e l'applicazione di approcci di economia circolare sia a monte che a valle dei processi, per sviluppare processi industriali verdi e allo stesso tempo per ridurre, riutilizzare sfruttare in applicazioni a valore aggiunto gli effluenti industriali, agricoli e civili, insieme ai rifiuti minerali. Per quanto riguarda i processi a monte, le produzioni sintetiche necessitano di essere completamente riviste secondo criteri più sostenibili in termini di nuove metodologie di sintesi, come ad esempio l'uso di solventi verdi, fotocatalisi e prodotti chimici di piattaforma. Si propone l’utilizzo della catalisi enzimatica per produrre molecole di interesse industriale, per operare in condizioni di basso consumo energetico e alta efficienza.

 

Rispetto alle fonti alternative, lo Spoke 2 esplora nuove fonti di materie prime attraverso la sintesi, la funzionalizzazione e l’applicazione di materiali innovativi, verdi e a basso costo quali carboni microporosi, geopolimeri ma anche prodotti dall’incenerimento di rifiuti solidi urbani. Nuovi materiali riciclati possono entrare nell'industria dei materiali da costruzione, dove esistono opportunità significative anche per il recupero di materiale a circuito chiuso.

 

Allo stesso tempo, a valle sono necessarie elevate competenze tecnologiche per ridurre e riutilizzare in applicazioni a valore aggiunto gli effluenti industriali e convertire i rifiuti gassosi, liquidi e solidi in prodotti chimici ad alto valore aggiunto destinati a diversi settori come la nutraceutica, l'alimentazione, la cosmesi e i fertilizzanti, nonché i combustibili e le energie rinnovabili come il biogas.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 12 Aprile, 2023

Battito regolare - L’innovativo studio internazionale, codiretto dal Prof. Alessandro Bertero, aggira il rischio di aritmie legate ai trapianti di cellule staminali grazie a metodiche di editing genetico

Ritmo cardiaco finalmente regolare, addio aritmie ed arresti cardiaci. Per la prima volta una nuova metodica per riparare il cuore infartuato evidenzia gli effetti positivi delle cellule staminali ingegnerizzate.

 

Negli ultimi anni è emerso che trapiantare cellule di cuore differenziate da cellule staminali ha un grande potenziale terapeutico, ma espone il paziente ad un periodo transitorio molto pericoloso, caratterizzato di severi disturbi del ritmo cardiaco, come le aritmie. 

 

In questo studio innovativo è stato scoperto il meccanismo molecolare che porta ad un’incompatibilità tra le cellule trapiantate ancora “immature” e quelle del cuore adulto. E ciò influenza la capacità delle cellule immature di battere ritmicamente in modo analogo alle cellule del pacemaker adulto ma diversamente dal resto del cuore.

 

I risultati della ricerca mostrano, invece, l’assenza di aritmie legate al trapianto quando si applicano metodiche di editing genetico (CRISPR/Cas9) per ingegnerizzare delle cellule staminali. Esse, una volta differenziate nel muscolo cardiaco, non si contraggono più spontaneamente, ma solo in risposta ad uno stimolo elettrico come quello inviato dal pacemaker. 

 

“Siamo stati sorpresi da quanti meccanismi inducano un battito spontaneo rapido nelle cellule immature: per ottenere delle cellule che seguano il ritmo del cuore adulto ci sono voluti ben quattro modifiche geniche, ed altrettanti anni di lavoro” – chiarisce la Dr.ssa Silvia Marchianò, prima firmataria dello studio.

 

I risultati dello studio, intitolato "Gene editing to prevent ventricular arrhythmias associated with cardiomyocyte cell therapy", sono stati pubblicati il 6 aprile su Cell Stem Cell, la più prestigiosa rivista nel campo delle cellule staminali. Uno studio co-coordinato da Alessandro Bertero, responsabile del laboratorio Armenise-Harvard di genomica dello sviluppo e ingegneria cardiaca presso il Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute dell’Università di Torino, e dal Prof. Chuck Murry, Direttore dell’ “Institute for Stem Cell and Regenerative Medicine” dell’Università di Washington.

 

“In studi tuttora in corso si sta valutando l’efficacia di questo trattamento in coorti precliniche più ampie. In base ai dati ottenuti finora siamo ottimisti che le cellule ingegnerizzate mantengano la loro capacità di ripristinare la funzione contrattile del cuore danneggiato da infarto o altre patologie genetiche che portano all’indebolimento della muscolatura cardiaca” - ha dichiarato il Prof. Alessandro Bertero, giunto in Italia grazie al finanziamento della Fondazione Armenise-Harvard.

 

La pubblicazione dello studio arriva subito dopo la notizia del finanziamento di oltre 7 milioni di euro, conferito dal Ministero dell’Università e della Ricerca al Dipartimento di Biotecnologie e Scienze per la Salute UniTo nell’ambito del bando Dipartimenti di Eccellenza, ottenuto grazie al progetto EXPECT (EXcellence Platform for Engineered Cell Therapies). Il progetto quinquennale (2023 - 2027) si focalizza su cellule immunitarie antitumorali già validate nella pratica clinica. A fianco di ciò, costruendo sulle basi poste in questo lavoro, il gruppo di ricerca recentemente stabilito dal Prof. Bertero ambisce a portare in Italia terapie sperimentali a base di cellule ingegnerizzate anche per il cuore.

 

“Nel Dipartimento di Biotecnologie e Scienze per la Salute UniTo, oltre al Professor Bertero lavora anche la Professoressa Chiara Ambrogio, a sua volta vincitrice del Career Development Award della Fondazione Armenise-Harvard.” – dichiara Elisabetta Vitali, direttrice dei programmi italiani della Fondazione – “Sono 2 dei 30 eccellenti scienziati che abbiamo portato in Italia in oltre 25 anni di attività. Tutti sono accomunati da risultati straordinari, per numero e qualità delle pubblicazioni e per la capacità di attrarre finanziamenti: ciò significa che investire nella ricerca e negli scienziati più promettenti, non per forza italiani, significa investire nel futuro dell’Italia.”

 

 

Fondazione Armenise Harvard

La Fondazione Giovanni Armenise Harvard nasce con l'obiettivo di sostenere la ricerca di base in campo biomedico. Aiuta i giovani scienziati che lavorano all'estero a stabilire il loro laboratorio in Italia e sostiene vari programmi di ricerca alla Harvard Medical School di Boston. Ha investito oltre 70 milioni di dollari ad Harvard e 31 milioni di dollari nella scienza italiana, creando molti programmi di ricerca e favorendo la collaborazione tra i due continenti.

 

Il finanziamento del Career Development Award (CDA) ammonta a 200.000 dollari all'anno (per un periodo compreso tra 3 e 5 anni). Ad oggi, il programma CDA ha sostenuto 30 giovani scienziati.

 

I CDA hanno istituito laboratori a Milano (IEO, IFOM/FIRC, Istituto San Raffaele, Università di Milano, CNR), Roma (La Sapienza, EBRI), Padova (VIMM, Università di Padova), Trento (Dipartimento CIBIO, Università di Trento), Palermo (Università di Palermo), Trieste (SISSA), Pavia (Università di Pavia), Pozzuoli (Tigem), Torino (Istituto Italiano di Medicina Genetica, Università di Torino), Rovereto (IIT), Camerino (Università di Camerino) e Genova (IIT).

 

Le aree di interesse includono neuroscienze, biologia vegetale, biochimica, immunologia, biologia del cancro, proteomica e genetica, biologia sintetica e cellule staminali.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 11 Aprile, 2023

Weekend all'Orto Botanico: visite guidate alla scoperta della biodiversità

Dalle serre contenenti specie tropicali al mercatino dove acquistare piante carnivore, il giardino dell’Università di Torino aperto al pubblico fino al 5 novembre

 

Sabato 8 aprile, dalle ore 15, l’Orto Botanico dell’Università di Torino (via Mattioli 25, Torino) apre le sue porte al pubblico per la stagione 2023. Fino al 5 novembre sarà possibile visitarlo senza obbligo di prenotazione tutti i sabati, le domeniche e le festività nei seguenti orari:

 

  • Sabato, dalle 15 alle 19
  • Domenica e Festività, dalle 10 alle 19, nei mesi di aprile, maggio e giugno; dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 nei restanti mesi

 

Il costo del biglietto sarà di 5 euro, comprensivo di visita guidata, 3 euro il biglietto ridotto e ingresso gratuito per i possessori dell’abbonamento Torino musei.

 

Previste inoltre visite guidate tematiche della durata di un’ora circa. La prima, sabato 15 Aprile alle 17 e domenica 16 Aprile alle 11.30 e alle 17, dedicata alle “Piante del mese: Peonie e Iris”, condurrà il visitatore attraverso le specie in fioritura in questo periodo dell’anno, con approfondimenti storici, utilizzi e curiosità; la seconda, sabato 22 Aprile alle 17 e domenica 23 Aprile alle 11.30 e alle 17, sarà focalizzata sulle “Piante aromatiche”, ovvero le erbe usate in cucina da millenni, soprattutto nel bacino mediterraneo. Info e prenotazioni disponibili a questo link.

 

Composto da un boschetto di 1,8 ettari e da un giardino che conta circa 1207 esemplari di piante appartenenti a 137 famiglie diverse, l’Orto Botanico UniTo offrirà ai visitatori la possibilità di ammirare da vicino l’Alpineto, un complesso di aiuole rocciose che ospita specie della flora montana e alpina imitando l’ambiente naturale di montagna, oltre a numerose collezioni di piante acquatiche, officinali e insettivore. In aggiunta, sarà possibile esplorare tre diverse tipologie di serre, ciascuna dedicata a specie tropicali, sudafricane o succulente.

 

Fondato nel 1729 per volere di Vittorio Amedeo II, come struttura per coltivare e far conoscere le piante - in particolare la loro forma, i loro usi, la loro origine e le loro caratteristiche ecologiche - l’Orto Botanico di Torino continua ancora oggi a svolgere la propria attività di divulgazione. Dal 1997 è stato aperto al pubblico e ogni anno viene visitato da circa 20mila persone e 300 classi scolastiche

 

Tra le molteplici attività che si terranno all’interno dell’Orto anche il Mercatino delle Piante. Sabato 15 Aprile, dalle 15 alle 19 e domenica 16 Aprile, dalle 10 alle 19, nella Serra di Moltiplicazione i volontari accoglieranno i visitatori per la vendita di piante da loro riprodotte. Il tutto corredato da consigli sulla coltivazione delle specie orticole particolari e delle altre novità in vendita, come le piante carnivore, acquatiche o succulente.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 7 Aprile, 2023

La vitamina B3 contrasta il deperimento fisico associato al cancro

Uno studio coordinato dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino ha dimostrato come la niacina, una forma di vitamina B3, migliori lo stato dei mitocondri, contrasti l'atrofia muscolare e le alterazioni del metabolismo energetico nei pazienti oncologici

 

Il gruppo di ricerca coordinato dal Prof. Fabio Penna del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologichedell’Università di Torino ha appena pubblicato un lavoro scientifico sulla prestigiosa rivista ‘Nature Communications’ (https://rdcu.be/c82wc) in cui si dimostra l’efficacia della niacina, una forma della vitamina B3, nel contrastare la cachessia neoplastica, una sindrome multifattoriale caratterizzata dalla perdita progressiva di massa muscolare, con o senza perdita di massa grassa, di un paziente oncologico.

 

La crescita del cancro e i trattamenti antitumorali generano adattamenti dannosi nei pazienti, che spesso si traducono in sindromi paraneoplastiche, tra cui la cachessia neoplastica, la più rilevante e di impatto negativo. La cachessia è caratterizzata da infiammazione e stress metabolico in diversi organi, con conseguente compromissione della funzionalità dei tessuti, ridotta tolleranza alla chemioterapia e scarsa risposta immunitaria: tutti fattori che contribuiscono a compromettere la qualità della vita e ridurre la sopravvivenza. Nella pratica oncologica, tutta l'attenzione è focalizzata sulle terapie mirate al cancro, ignorando spesso lo stato generale del paziente e perdendo l'opportunità di trattare il cancro e le sindromi associate come una malattia unica. Nella ricerca attuale, volta a considerare il sistema cancro-paziente nel complesso, è stato considerato il metabolismo energetico per trovare nuove opzioni di trattamento anti-cachessia.

 

L'identificazione del target specifico, ovvero il metabolismo del NAD⁺ (nicotinammide adenina dinucleotide), è avvenuta studiando modelli preclinici di ricerca (topi portatori di tumori) grazie a Juha Hulmi di Jyväskylä (Finlandia), le cui analisi hanno mostrato l’associazione tra atrofia muscolare e carenza di NAD⁺. Poiché il NAD⁺ è fondamentale per il corretto funzionamento dei mitocondri, la ‘centrale energetica’ delle nostre cellule, la perdita di NAD⁺ può spiegare il deficit energetico che si verifica nei tessuti dei pazienti oncologici, analogamente a quanto accade nella miopatia mitocondriale primaria, dove il potenziamento del NAD⁺ con la vitamina B3 contrasta il dismetabolismo, come dimostrato dal pionieristico lavoro di Eija Pirinen (Finlandia).

 

Il contributo torinese alla ricerca è stato quello di caratterizzare il metabolismo del NAD⁺ nel contesto della cachessia neoplastica e di testare l'efficacia della rigenerazione del NAD⁺ nei topi portatori di tumore, modelli animali che Marc Beltrà ha recentemente messo a punto nel laboratorio di Torino. Lo studio di intervento è stato preceduto dal lavoro di Noora Pöllänen (Finlandia), il cui screening dei disturbi del metabolismo NAD⁺ nei nuovi modelli di cachessia ha confermato che la perdita di NAD⁺ e la ridotta espressione dei geni associati è un tratto comune nella cachessia sperimentale innescata da tumori intestinali e pancreatici. Nel tentativo di estendere e convalidare questa osservazione in clinica, il gruppo di Roberta Sartori(Dipartimento di Scienze Biomediche, Università di Padova e Fondazione Ricerca Biomedica Avanzata VIMM di Padova) si è unito al consorzio e ha dimostrato il verificarsi delle alterazioni del NAD⁺ e del metabolismo energetico nel muscolo di pazienti oncologici affetti da tumori del colon-retto o del pancreas. I pazienti sono stati reclutati presso l'U.O.C. Chirurgia Generale 1 Azienda Ospedale - Università di Padova in collaborazione con un team di ricercatori del DiSCOG (Dipartimento di Scienze Chirurgiche Oncologiche e Gastroenterologiche), Università di Padova.

 

Allo scopo di dimostrare l’importanza di queste alterazioni per la potenziale cura della cachessia, si è deciso di testare l'efficacia della niacina (vitamina B3) nell'aumentare i livelli di NAD⁺ nei topi portatori di tumore. La niacina ha prevenuto la carenza di NAD⁺ muscolare ed ha migliorato lo stato dei mitocondri, contrastando l'atrofia muscolare e le alterazioni del metabolismo energetico. Considerando che la niacina è poco costosaed è stata utilizzata in modo sicuro per il trattamento dell'ipercolesterolemia negli esseri umani, ne viene proposto l'uso per la gestione dei pazienti oncologici che presentano una compromissione del metabolismo energetico. In futuro, mirare allo squilibrio metabolico nell'ospite invertirà potenzialmente il circolo vizioso della cachessia e della mancata risposta alle terapie anti-tumorali, migliorando la sopravvivenza e la qualità della vita dei malati di cancro.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 7 Aprile, 2023

Inaugurata l'infrastruttura di ricerca PiQuET frutto della collaborazione tra Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, Politecnico di Torino e Università di Torino

L’infrastruttura con sede a Torino sarà la base per lo sviluppo di molti progetti di ricerca innovativi nel campo dei dispositivi quantum, micro e nano, alcuni anche finanziati con i fondi del PNRR, a favore sia della comunità scientifica che dell'innovazione industriale

 

PiQuET – Piemonte Quantum Enabling Technology – è un'infrastruttura di ricerca applicata, una facility innovativa, competitiva, all’avanguardia e a servizio del mondo industriale e accademico per lo sviluppo di nuove linee di ricerca e per affrontare sfide scientifiche e problemi ingegneristici nel campo dei dispositivi micro, nano e quantum. PiQuET - inaugurata oggi presso la sede dell'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica alla presenza del professor Pietro Asinari, Direttore scientifico dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, della professoressa Giuliana MattiazzoVice Rettrice per il Trasferimento Tecnologico del Politecnico di Torino e della professoressa Cristina PrandiVice Rettrice alla ricerca dell’Università degli Studi di Torino - si pone come centro di riferimento per le tecnologie di micro e nano-fabbricazione, anche grazie alla sinergia tra un ambiente in grado di favorire lo scambio e il confronto del know-how di scienziati, ingegneri e partner industriali.

 

L’infrastruttura nasce da un progetto finanziato dal POR FESR 2014-2020 della Regione Piemonte, con la partecipazione dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, del Politecnico di Torino e dell'Università degli Studi di Torino

 

L'obiettivo di PiQuET è quello di porsi come strumento abilitante per lo sviluppo di linee di ricerca ambiziose a favore sia della comunità scientifica che dell'innovazione industriale.

 

Tra le dotazioni di PiQuET spicca una clean room di 400m2 in classe ISO5 e ISO6 con sei aree tecnologiche: litografia ottica/elettronica/ionica, etching e deposizione di film sottili, packaging e processi chimici wet, caratterizzazione dispositivi micro, nano e quantum. Inoltre sono presenti alcuni laboratori con macchinari all’avanguardia per la ricerca nel campo della Metrologia e della Comunicazione quantistica, della Microfluidica, di Additive manufacturing e di NanoBioFotonica.

 

L’infrastruttura – che è anche partner di It-FAB, il network italiano delle infrastrutture di ricerca nel campo delle micro e nanotecnologie – si presenta come un’eccellenza nella progettazione, fabbricazione e caratterizzazione di dispositivi di metrologia quantistica, oltre che nella crescita, caratterizzazione e lavorazione dei materiali alla micro e nanoscala per la fabbricazione di MEMS (acronimo di micro electro-mechanical systems, ovvero la tecnologia dei dispositivi microscopici che incorporano parti sia elettroniche che mobili), microsensori e Lab-On-Chip. Tutto questo grazie alla presenza costante di personale qualificato dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, del Politecnico di Torino e dell’Università di Torino.

 

Le capacità tecnologiche dell’infrastruttura e del personale sono applicate e sviluppate nel campo della metrologia, della comunicazione, del sensing, del monitoraggio biomedico, energetico e ambientale, dei sistemi industriali e dell’additive manufacturing.

 

Le strutture e i macchinari di PiQuET saranno accessibili alle imprese per ricevere formazione, supporto allo sviluppo di nuovi materiali micro e nanostrutturali, alla misura e alla caratterizzazione di dispositivi per applicazioni on demand e per la progettazione e la fabbricazione di dispositivi e componenti funzionali.

 

“L’infrastruttura di ricerca PiQuET si basa sulla sinergia strategica con il Politecnico e con l'Università di Torino e mette al centro di un progetto articolato l’eccellenza della ricerca e la capacità di fare innovazione a beneficio del territorio, dell’industria e del posizionamento internazionale delle istituzioni coinvolte commenta il professor Pietro Asinari, Direttore scientifico dell’INRiM –  Mettiamo a fattor comune le nostre risorse, soprattutto i talenti, per creare la casa comune delle tecnologie quantistiche, della nanofabbricazione, della scienza delle misure di domani, con l’obiettivo di essere sempre più incisivi nell’innovazione e dare le risposte che le comunità di riferimento ci chiedono, siano esse locali, nazionali o europee. Questa infrastruttura è fondamentale anche per promuovere la competitività del Paese nel programma Next Generation EU (PNRR), in cui ritroviamo la visione e i valori che ci hanno guidato fin qui”.

 

“L’inaugurazione di PiQuET è la conclusione positiva di un percorso nato anni fa insieme a INRiM e all’Università, ma si pone anche come punto di partenza per le sfide presenti e future della ricerca e del rapporto con le imprese – commenta la professoressa Giuliana Mattiazzo, Vice Rettrice per il Trasferimento tecnologico del Politecnico di Torino – L’infrastruttura all’avanguardia infatti è a disposizione dei progetti finanziati dal PNRR per portare avanti linee di ricerca innovative e dare una mano all’evoluzione del Paese, ma è a disposizione anche del territorio per aiutare le aziende a rinnovarsi e a formare personale qualificato, in un’ottica di amplificazione dell’impatto della comunità scientifica sul tessuto imprenditoriale”.

 

“La realizzazione dell'infrastruttura PiQuET – dichiara la professoressa Cristina PrandiVice Rettrice per la ricerca delle scienze naturali e agrarie dell’Università di Torino – rappresenta un ottimo esempio di sinergia e di utilizzo virtuoso di fondi pubblici, e di condivisione di visione tra UNITO, POLITO e INRiM. L'investimento in infrastrutture di eccellenza consente di valorizzare il potenziale di ricerca e di innovazione di un territorio, di rafforzare i rapporti con il settore privato, di acquisire una valenza nazionale ed internazionale, attraverso l'integrazione di tali infrastrutture nelle reti paneuropee di ricerca e sviluppo. PiQuET verrà integrata e valorizzata nell'ambito delle innumerevoli attività di ricerca e trasferimento tecnologico previste nei progetti finanziati nell'ambito PNRR, realizzando così, attraverso le sinergie tra fondi, percorsi di valorizzazione di competenze, di formazione, di innovazione e di ricerca di eccellenza che contribuiranno a collocare il nostro Paese tra i più tecnologicamente avanzati a livello internazionale”.

 

In allegato le foto dell'inaugurazione e il video promozionale di PiQuET

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 30 Marzo, 2023

Elezioni studentesche 2023 - Al voto il 15,8% della popolazione studentesca - Su unito.it pubblicati i risultati provvisori

Si sono concluse le Elezioni studentesche per i Rappresentanti negli organi universitari ed extra-universitari. Svoltesi in completa modalità telematica, da martedì 28 marzo a giovedì 30 marzo, hanno fatto registrare un’affluenza pari al 15,8% su 83.434 aventi diritto. 

 

Le/gli elettrici/elettori hanno potuto esprimere 1 preferenza per l’elezione delle/dei rappresentanti delle/degli studentesse/studenti nei seguenti organi: Senato Accademico; Consiglio di Amministrazione; Assemblea regionale degli studenti per il diritto allo studio universitario; Comitato Universitario per lo Sport; per la consultazione relativa al Comitato Unico di Garanzia. E al massimo 3 preferenze per l’elezione delle/dei rappresentanti nei seguenti organi: Consiglio di Dipartimento; Consiglio di corso di studio/integrati (laurea triennale, specialistica/magistrale, a ciclo unico e del vecchio ordinamento); Consigli delle Scuole.

 

I risultati provvisori sono pubblicati sul portale di Ateneo all'indirizzo https://www.unito.it/ateneo/organizzazione/elezioni/elezioni-studentesche-2023-rappresentanti-negli-organi-universitari

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 30 Marzo, 2023

Il Centro di Biotecnologie Molecolari di UniTo ospita il primo annual meeting dell'associazione "Network Officine Terapie Avanzate"

Giovedì 30 e venerdì 31 marzo presso il Centro di Biotecnologie Molecolari MBC dell’Università di Torino, via Nizza 52, si svolgerà il primo meeting annuale dell’associazione “Network Officine Terapie Avanzate – NOTA APS”. NOTA è una nuova associazione fondata il 19 maggio 2022 per unire i professionisti del settore delle Terapie Avanzate (ATMP: Advanced Therapy Medicinal Products), a partire dai ricercatori che sviluppano nuove terapie, alle officine farmaceutiche che si occupano della loro manifattura e controllo, ai clinici che effettuano l’approvvigionamento delle materie prime o la somministrazione dei prodotti finiti.

 

Queste terapie sono in aumento e stanno diventando sempre più indispensabili sia per migliorare il benessere di singoli pazienti, ma soprattutto per coloro che sono affetti da patologie rare.

 

L’evento organizzato presso il Centro di Biotecnologie Molecolari MBC vuol essere il punto di partenza per la formazione e la condivisione di temi legati al mondo produttivo e delle Terapie Avanzate, coinvolgendo sia gli operatori del settore che le aziende private, fornitrici di strumenti e servizi innovativi.

 

L’obiettivo principale del meeting sarà quindi la condivisione fra esperti di quelli che sono i vari aspetti che caratterizzano la produzione ed il controllo di qualità dei prodotti cellulari e la ricerca clinica.

 

Il meeting sarà, però, anche occasione per la creazione di collaborazioni e progetti trasversali fra diverse aziende pubbliche e private.

 

In queste due giornate ci sarà l’opportunità di interazione fra operatori specializzati nel settore delle Terapie Avanzate e le ditte fornitrici di strumenti e materiali impiegati nei processi di produzione, in modo da favorire e migliorare nuovi processi.

 

La partecipazione al meeting è gratuita. È possibile iscriversi compilando il modulo online collegandosi al seguente link: https://forms.gle/zfBLtUR7u4SjCovb7

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 29 Marzo, 2023

Elezioni studentesche 2023 - Si vota per i rappresentanti negli organi universitari ed extra-universitari

Da oggi, martedì 28 marzo, dalle ore 9.00 alle ore 21.00, fino a giovedì 30 marzo, dalle ore 9.00 alle ore 16.00, si svolgono le elezioni dei rappresentanti degli studenti negli organi universitari ed extrauniversitari.

Chi può votare

Tutte le/gli studentesse/studenti di ogni livello, che alla data delle votazioni risultino regolarmente iscritte/i in corso o fuori corso all’anno accademico corrente, comprese/i coloro che sono iscritte/i ai corsi di studio di I livello dell’anno accademico precedente in attesa di concludere la carriera nella sessione straordinaria, le/gli Studentesse/studenti Erasmus incoming e le/i Dottorande/dottorandi.

Per chi votare

  • 6 rappresentanti per il Senato Accademico
  • 2 per il Consiglio di Amministrazione
  • 6 per l'Assemblea regionale degli studenti per il diritto allo studio universitario
  • 4 per il Comitato Universitario per lo Sport (CUS)
  • Consigli di dipartimento, in misura non inferiore al 15% della composizione totale dell'organo
  • Consigli di corso di studio/integrati per laurea triennale, specialistica/magistrale, a ciclo unico e del vecchio ordinamento, in misura non inferiore al 15% della composizione totale dell'organo
  • Consigli delle Scuole, in misura non inferiore al 20% della composizione totale dell'organo

 È inoltre indetta la consultazione per la rappresentanza studentesca nel Comitato Unico di Garanzia (CUG). 

 

Gli eletti durano in carica due anni.

 

Come e dove votare

Ogni elettrice/elettore può esprime il proprio voto attraverso un idoneo dispositivo elettronico (smartphone, PC, tablet) personale.

Attraverso il Portale di Ateneo, utilizzando le proprie credenziali SCU, l’elettrice/elettore accede al servizio di e-voting. Eseguito l'accesso al servizio, all'elettrice/elettore sono presentate le liste delle/dei candidate/i di pertinenza.

L’elettrice/elettore può esprimere le proprie preferenze fino al numero massimo previsto per ciascuna lista.

 Per votare è necessario:

  • effettuare il log-in alla MyUniTo inserendo le credenziali SCU (@edu.unito.it)
  • cliccare sul link "Accedi al sistema di voto"
  • accedere alla piattaforma di e-voting dove sono presentate le liste dei candidati
  • esprimere le preferenze e confermare la scelta prima di chiudere la sessione di voto. 

Le/gli elettrici/elettori sprovviste/i di idonei device/dispositivi possono votare utilizzando le postazioni informatiche presenti nelle strutture di seguito elencate:

 

Campus universitario di Grugliasco 
Sala Riunioni Dipartimento di Scienze Veterinarie
1° piano – Palazzina Gialla
L.go Braccini, 2 - 10095 Grugliasco

 

Complesso di Torino Esposizioni
1° piano - Aula TE8
Corso Massimo d'Azeglio, 15 - 10126 Torino

 

Palazzo del Rettorato 
Sala Principi D’Acaja
Via Giuseppe Verdi, 8 - 10124 Torino

 

 I candidati

Le liste dei candidati sono disponibili alla pagina: https://www.unito.it/sites/default/files/manifesto_elettorale_elezioni_studentesche_2023.pdf

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 28 Marzo, 2023

Il Piemonte come riferimento europeo dell'innovazione: UniTo e Ceipiemonte rafforzano la collaborazione

Da EIT Food al primo Graduate Program di Ceipiemonte, a tirocini innovativi per neolaureati: sono molte le attività già in corso per accendere i riflettori sul Piemonte come regione dove innovazione, competitività, internazionalizzazione e talenti diventano testimonial di eccellenza  

 

Torino, 28 marzo 2023 – Firmato l’accordo quadro che rafforza la collaborazione tra l’Università degli Studi di Torino e il Centro Estero per l’Internazionalizzazione (Ceipiemonte), l’ente costituito con il sostegno regionale e del sistema camerale e universitario piemontese per la promozione del business sui mercati internazionali delle imprese del territorio e l’attrazione investimenti esteri.

 

Al centro, la crescita dell’innovazione e della competitività internazionale del Piemonte: è questa, infatti, una collaborazione portatrice di nuove opportunità per studenti, docenti e imprese di lavorare insieme con prospettive internazionali a vantaggio di un intero territorio, il Piemonte, da sempre culla di eccellenze produttive, tecnologiche e capitale umano di alto livello.

 

L’accordo si è già tradotto in attività concrete, tra cui:

  • la collaborazione nell’ambito di EIT Food, Comunità Europea della Conoscenza e dell'Innovazione (Knowledge and Innovation Community - KIC) – di cui l’Università di Torino è tra i fondatori – parte dell'EIT (Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia), consorzio di oltre 50 partner di aziende leader, università, centri di ricerca e istituti di 13 paesi in Europa che mira a  creare un sistema alimentare efficace, sicuro e connesso attraverso sinergie virtuose tra aziende, start-up, ricercatori e studenti di tutta Europa. Con l’obiettivo di presentare l’ecosistema piemontese come riferimento europeo per ricerca, innovazione, formazione e creazione d’impresa in ambito agroalimentare, il 20 marzo il Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna, la Vicerettrice alla Ricerca, Cristina Prandi, il Prof. Luca Simone Cocolin e il Presidente di CeipiemonteDario Peirone, hanno accolto la delegazione di EIT Food guidata dal CEO Andy Zynga e dalla Direttrice dell’EIT Food Sud Begoña Perez Villareal. Il giorno seguente la delegazione è stata ricevuta anche dalla Camera Commercio di Cuneo e ha visitato Agrion (la Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese) e il Centro di Ricerca e Sviluppo della Nutkao.

 

  • il primo Graduate Program di Ceipiemonte, partito ufficialmente a gennaio. Si tratta di un programma di inserimento di 10 talenti nel team di Ceipiemonte, attraverso un percorso di alta formazione professionalizzante in tema di internazionalizzazione: oltre al training on the job, i neolaureati approfondiscono le proprie conoscenze frequentando un Master organizzato dall’Università di Torino.

 

  • l’avvio di tirocini innovativi che, nell'ambito dell'alleanza universitaria europea Unita - Universitas Montium, vedranno l'inserimento di un team interdisciplinare di neolaureati dell'Università di Torino e faciliteranno il rinnovamento degli strumenti e dei processi di Ceipiemonte a favore dell’internazionalizzazione delle imprese piemontesi.

 

“L’accordo tra l'Università di Torino e il Centro Estero per l’Internazionalizzazione rappresenta – dichiara il Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna – un ulteriore passo importante verso il potenziamento delle sinergie per l’innovazione e la competitività internazionale del territorio. Intorno alle parole chiave del nostro modello di sviluppo locale, cioè innovazione e internazionalità, l’Università e il mondo delle imprese integrano competenze al più alto livello, in particolare in fatto di innovazione tecnologica e alta formazione. In una prospettiva sempre maggiore operatività e concretezza attraverso il rafforzamento dei rispettivi network, con i programmi di formazione avanzata, con sempre nuove opportunità per chi studia e per chi fa ricerca. Questo accordo arriva così ad un secondo grado di applicazione in ambiti strategici. Così è stato con EIT Food e così sarà per i prossimi nuovi progetti che insieme ci vedranno protagonisti”.

 

“L’Università di Torino, da sempre leva di competitività per tutto il territorio, è un nostro Socio e la volontà di collaborare ancora più intensamente porterà nuove e concrete occasioni per tutto il sistema economico piemontese. – dichiara Dario Peirone, Presidente di Ceipiemonte. Nel nostro ruolo di ponte con il mondo imprenditoriale locale e internazionale e di attenti conoscitori dei mercati globali, lavoreremo fianco a fianco con l’Università nello sviluppo di iniziative innovative e in progetti di ricerca con partenariato internazionale nel campo della formazione e dell’internazionalizzazione. Le azioni che abbiamo avviato stanno dando forma a un percorso congiunto e concreto che darà benefici alle imprese di tutto il territorio piemontese”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 28 Marzo, 2023
Risultati della ricerca: 1503