Studio di UniTo in collaborazione con Tokai University apre nuove frontiere per il trattamento delle malattie rare

Una ricerca realizzata dal gruppo di ricerca CASSMedChem del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute dell’Università degli Studi di Torino — specializzato nella chimica farmaceutica —, in collaborazione con il Department of Molecular Life Sciences della Tokai University in Giappone, ha individuato un metodo innovativo per chiarire a livello molecolare l’effetto delle mutazioni alla base delle malattie genetiche rare. Lo studio, che si focalizza su una forma ultra-rara di paralisi spastica di origine genetica chiamata IAHSPè stato pubblicato dalla rivista scientifica Drug Discovery Today di Elsevier.

 

Attraverso l’utilizzo di AlphaFoldDB, un database di strutture proteiche 3D costruite con sistemi basati su reti neurali, i ricercatori sono riusciti a ottenere alcuni modelli di varianti mutate della proteina (alsina) responsabile della patologia, tipiche di ogni paziente affetto da IAHSP. La validità dei modelli proposti è stata verificata tramite una serie di dati sperimentali forniti dal prof. Shinji Hadano in Giappone, noto esperto di alsina e delle patologie correlate. In pratica, lo studio permette di visualizzare e ispezionare le strutture dell’alsina, delle sue varianti patogene e di analizzarle con strumenti di modellizzazione molecolare, spesso online e liberamente accessibili. La strategia proposta dai ricercatori di UniTo si è dimostrata relativamente semplice, in grado di fornire un guadagno di conoscenza in tempi brevi e con impiego limitato di risorse.

 

Lo studio, intitolato AI-based protein structure databases have the potential to accelerate rare diseases research: AlphaFoldDB and the case of IAHSP/Alsin, è firmato da Matteo Rossi SebastianoGiuseppe ErmondiShinji Hadano e Giulia Caron e supporta una Onlus torinese, HelpOllynata per trovare una cura per Olivia, una bambina di 4 anni affetta da IAHSP e in lotta contro il tempo per combattere la grave forma di spasticità degenerativa che l’ha colpita. I risultati ottenuti, pertanto, si inseriscono in uno specifico programma di drug discovery.

 

Nel corso dello studio sono stati analizzati 7 casi clinici di IAHSP. I modelli tridimensionali delle corrispondenti proteine mutate e una serie di strumenti computazionali hanno permesso di comprendere i meccanismi patogenetici di ogni singola mutazione. Approcciare questi casi clinici solo con metodi sperimentali tradizionali avrebbe richiesto anni e ingenti fondi, mentre con questo procedimento si può analizzare la situazione di ogni singolo paziente in poco tempo, delegando alla dimostrazione sperimentale, ovviamente necessaria, solo la conferma finale.

 

Questo tipo di strategia verificata per la IAHSP è trasferibile ad altre malattie genetiche. Secondo gli autori, integrare quest’approccio nel processo diagnostico, a valle dell’analisi genetica, permetterebbe di comprendere immediatamente i meccanismi patogenetici, valutare la fattibilità di un intervento farmacologico e accelerare la ricerca di una cura personalizzata per ogni paziente.

 

“Spesso siamo portati a pensare all’intelligenza artificiale come a qualcosa di futuristico e lontano— sottolinea Matteo Rossi Sebastiano, ricercatore del gruppo CassMedChem, Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute di UniTo — ma è fondamentale comprendere come l'applicazione di tali strumenti nel campo della Salute, rappresenti in realtà una rivoluzione in atto, un alleato prezioso e dagli effetti sempre più concreti. Fino a qualche mese fa era inimmaginabile poter dare una “faccia” alla maggior parte delle proteine, men che meno studiarne le varianti patologiche rare. Oggi possiamo, nell’arco di qualche settimana, gettare le basi per strategie terapeutiche personalizzate. Non a caso, la prestigiosa rivista Nature ha definito AlphaFold come metodo dell’anno. È un orgoglio che UniTo sia tra le prime università a fare ricerca con AlphaFold”.

 

“Le proteine sono macromolecole che garantiscono il corretto funzionamento delle cellule. In molti casi basta la sostituzione di un singolo amino acido dovuto a una mutazione nel DNA per compromettere il funzionamento di una proteina e della intera cellula. Pertanto — aggiunge Giuseppe Ermondi, docente di Chimica Farmaceutica, Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze pe la Salute di UniTo — è di fondamentale importanza la conoscenza della struttura proteica a livello atomico. Non a caso gli sviluppatori di tutte le principali tecniche di determinazione sperimentale della struttura delle proteine sono stati insigniti del premio Nobel (la crio-microscopia elettronica nel 2018, la risonanza magnetica nucleare nel 2002 e la cristallografia nel lontano 1962). Quando non è possibile ottenere delle strutture sperimentali ci vengono in aiuto alcune tecniche computazionali di predizione della struttura delle proteine. Nel 2013, ancora una volta il premio Nobel ha premiato gli sviluppatori di tecniche di calcolo basate sulla dinamica molecolare che permettono di studiare il comportamento delle proteine e dei loro mutanti a partire dalla struttura a livello atomico.”

 

“Il primo passo per trovare un trattamento farmacologico verso una malattia genetica consiste nell’ottenere un modello computazionale ragionevole della struttura chimica della proteina responsabile della patologia — spiega Giulia Caron, docente di Chimica Farmaceutica, Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze pe la Salute di UniTo e coordinatrice dello studio — Questo passaggio può essere complesso e scoraggiare ulteriori studi soprattutto per quelle malattie in cui i casi clinici sono pochi e uno diverso dall’altro. D’altro canto, come ricercatori di UniTo, abbiamo il dovere di utilizzare tutti gli strumenti e le competenze a nostra disposizione per dare speranza ai pazienti e ai loro familiari. Ci siamo quindi concentrati sulla tecnologia AlphaFold (disponibile solamente da fine luglio 2021) e l’abbiamo applicata alla coppia alsina/IAHSP per provare a dare qualche prima risposta concreta alla HelpOlly. Con questo studio abbiamo dimostrato che la IAHSP nella forma di Olivia è quantomeno potenzialmente trattabile da un punto di vista farmacologico e pertanto abbiamo applicato una procedura computazionale di drug discovery e individuato una molecola molto promettente per il trattamento della patologia di Olivia. A questo punto però i computer non bastano più e quindi sono in corso una serie di validazioni sperimentali sia dal prof. Hadano in Giappone, sia in altri Dipartimenti dell’Università degli Studi di Torino”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 3 Febbraio, 2022

Scoperta una nuova causa di rischio di metastasi del tumore al seno in uno studio del Centro Biotech dell'Università di Torino

Il cancro al seno è il tumore più diffuso e una delle principali cause di mortalità nelle donne in tutto il mondo. Sebbene la diagnosi precoce e l'intervento terapeutico migliorino significativamente il tasso di sopravvivenza delle pazienti, l’insorgenza di metastasi nelle fasi avanzate della malattia, rappresenta ancora la causa principale dei decessi. I risultati di uno studio, condotto presso il Centro di Biotecnologie Molecolari dell’Università di Torino, hanno evidenziato come, in una casistica di oltre 2000 pazienti con tumore al seno, l’aumentata espressione della proteina PI3K-C2a sia direttamente correlata a un aumento del rischio di metastatizzazione del tumore primario. I dati sono pubblicati sulla rivista internazionale Advanced Science (impact factor 2020 = 16.8).

 

Dal punto di vista funzionale, l’aumentata l’attività lipide-chinasica della proteina PI3K-C2a sarebbe in grado di indurre un cambiamento nella struttura delle cellule tumorali, promuovendo l’insorgenza di caratteristiche pro-migratorie. In questo modo, la cellula tumorale diventa capace di “staccarsi” dalla massa tumorale primaria. Muovendosi all’interno del sistema circolatorio, può quindi aumentare l’infiltrazione dei tessuti e la generazione di formazioni metastatiche.

 

L’aspetto innovativo dello studio, sostenuto prevalentemente da Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, è stata l’individuazione del meccanismo molecolare che permette alle cellule di migrare e metastatizzareFederico GulluniHuayi Li e Lorenzo Prever, ricercatori del laboratorio del Prof. Emilio Hirsch, hanno evidenziato come la cascata di segnalazione intracellulare attivata da elevati livelli di PI3K-C2a porti all’inattivazione funzionale di uno dei principali regolatori della migrazione cellulare, la proteina R-RAS. In particolar modo, è stato possibile dimostrare, grazie all’utilizzo di modelli murini e pesci zebra, come l’utilizzo di un inibitore selettivo, capace di limitare il funzionamento della proteina PI3K-C2a, sia in grado di bloccare il processo migratorio e invasivo delle cellule di tumore al seno. I dati ottenuti in laboratorio saranno ora da confermare in ulteriori studi preclinici e clinici.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 31 Gennaio, 2022

UniTo vince il primo torneo tra università europee per la mobilità sostenibile

L’Università di Torino ha vinto il primo torneo tra le Università europee per la mobilità sostenibile. La sfida tra 16 atenei era organizzata nell’ambito del progetto europeo U-Mob Life, finanziato dal programma della Commissione Europea LIFE volto a creare una rete di università impegnate nella promozione della mobilità sostenibile. Il 27 gennaio si è svolta la premiazione dei cinque migliori giocatori della squadra di UniTo.

 

La comunità di Ateneo ha risposto numerosa all'appello del GreenOffice UniToGO di partecipare alla gara scaricando la app gratuita MUV e attivandola per tracciare i propri spostamenti sostenibili (a piedi, in bicicletta, in monopattino, in car pooling o con i mezzi pubblici) e guadagnando punti per la squadra di UniTo.

 

La performance dell'Ateneo torinese è stata significativa: hanno giocato 1.098 membri della comunità universitaria (95% studenti) che in 2 mesi di gara hanno percorso in totale 164.783 km, una distanza pari a quattro volte l’equatore terrestre.

 

La squadra di UniTo si è distinta anche per l'ampia partecipazione (il 49% dei giocatori di tutto il torneo erano torinesi) e per l'intensità di gioco, percorrendo oltre la metà dei 319.185 km registrati complessivamente dalle 16 università.

 

Come si sono mossi prevalentemente i giocatori torinesi del torneo? L’81% ha preferito il trasporto pubblico, l’11% si è mosso a piedi, il 6% ha scelto la bicicletta o il monopattino e solo il 2% ha condiviso l’auto con un altro giocatore della squadra.

 

L’obiettivo del torneo, oltre alla sensibilizzazione per i benefici su ambiente e salute di una mobilità attiva, è perseguire una riduzione delle emissioni di CO2 grazie ad una mobilità sostenibile della comunità universitaria. Complessivamente i 2.221 giocatori dei 16 atenei hanno percorso oltre 300.000 km con modalità sostenibili. Se li avessero percorsi in auto avrebbero generato 42,5 tonnellate di emissioni di CO2.

 

L’Università di Torino è fortemente impegnata nella promozione della mobilità urbana sostenibile anche grazie al gruppo di lavoro dedicato alla mobilità del Green Office di Ateneo UniToGO ed alle attività di mobility management che vedono l’Ateneo impegnato su molti fronti: sensibilizzazione della comunità universitaria, stipula di convenzioni agevolate con operatori della sharing mobility, indagini analisi sulle modalità di spostamento della comunità, sostegno alla mobilità ciclabile con la posa di rastrelliere ed a quella elettrica con l’installazione di paline di ricarica per la comunità universitaria.

 

Il Prof. Andrea Scagni, docente referente del Gruppo Mobilità dichiara “Ringrazio e mi congratulo con tutti i membri del nostro team vincitore. Promuovere forme di mobilità alternative all’auto implica una pluralità di azioni, incentivi, proposte e infrastrutture; e anche l’aspetto ludico può avere un ruolo positivo, coinvolgendo la comunità, stimolandone il senso di appartenenza e l’impegno per il bene comune. Con le moderne tecnologie, quello che appare come un semplice gioco ci fornisce anche preziose indicazioni sugli itinerari prevalenti per recarsi in università, su cui concentrare gli sforzi per rendere il trasporto pubblico e la mobilità dolce alternative efficienti e sicure di spostamento”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 28 Gennaio, 2022

UniTo e Università di Scienze Gastronomiche, siglato patto per ricerca, didattica e alta formazione

Primo step del percorso di collaborazione la costituzione di un nuovo dottorato di ricerca multidisciplinare che formerà professionisti della transizione ecologica in linea con la Strategia del ‘Green Deal Europeo’.

 

Oggi, giovedì 27 gennaio 2022, alle ore 11.30, nell’Aula Magna della Cavallerizza dell’Università di Torino (via Verdi 9, Torino) e in diretta streaming su UniTo Webex si è tenuta la presentazione alla stampa della nuova collaborazione che per i prossimi 5 anni legherà i due Atenei piemontesi in attività di ricerca, didattica e alta formazione.

 

Hanno partecipato Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino, Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Carlo Petrini, Presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Andrea Silvestri, Direttore Generale dell’Università di Torino, Stefania Ribotta, Direttrice Generale dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Giulia Carluccio, Prorettrice dell’Università di Torino e Nicola Perullo, Prorettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

 

In linea con le strategie politiche europee per una crescita sostenibile e inclusiva che prevedono uno stretto legame tra persone sane, società sane e un pianeta sano, anche i sistemi alimentari devono dirigersi verso scelte sostenibili, in un’ottica di one health che migliori la salute e la qualità della vita dei cittadini e tuteli, nello stesso tempo, la natura. Un sistema alimentare sostenibile può creare infatti benefici ambientali, sanitari e sociali ed equità economica. In quest’ottica l’accordo prevede il rafforzamento della collaborazione fra Pollenzo e tutti i Dipartimenti dell’Ateneo, includendo tutte le aree scientifiche, dalle scienze alimentari e veterinarie a quelle umanistiche, dalle scienze economiche e giuridiche a quelle mediche.

 

Saranno costituite forme permanenti di collaborazione scientifica in aree tematiche di interesse comune con l’attivazione di progetti di ricerca condivisi tra docenti e ricercatori, agevolando la condivisione di dati,esperienze e scenari tecnologici per definire nuovi piani di ricerca e sviluppo per la partecipazione congiunta a bandi e programmi di ricerca regionali, nazionali, europei e internazionali e da presentare a potenziali imprese e soggetti finanziatori.

 

Su didatticaalta formazione e formazione permanente accademica saranno avviati percorsi comuni, anche in questo caso con la partecipazione di Dipartimenti diversi. Primo in calendario, il percorso del nuovo dottorato di ricerca interateneo e multidisciplinare – al via in autunno – che avrà l’obiettivo di formare nuove figure professionali, operative nei diversi settori delle scienze umanistiche, sociali, della natura e della vita, che gestiranno e governeranno le politiche e le azioni per lo sviluppo sostenibile e la transizione ecologica, come previsto dalla Strategia del ‘Green Deal europeo’ e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

 

Università di Torino e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo collaboreranno inoltre per la progettazione e organizzazione di corsi e seminari su tematiche di interesse comune e per la formazione di studenti e studentesse attraverso lo svolgimento di tesi congiunte, progetti ed elaborati di laurea e stage didattici. La Convenzione faciliterà inoltre l’accesso reciproco di studenti, docenti, ricercatori e ricercatrici dei due Atenei alle diverse strutture didattiche e di supporto, come laboratori, strumentazioni e infrastrutture di ricerca. 

 

“Oggi inauguriamo un accordo di cooperazione con l’Università di Scienze gastronomiche che costituisce un significativo e importante passo verso il rafforzamento della rete universitaria per la ricerca nel campo della sostenibilità alimentare – dichiara il Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna –. Insieme alle eccellenze di Pollenzo guardiamo in prospettiva strategica ai futuri rinnovati modelli di crescita dei sistemi alimentari sostenibili e inclusivi, in grado di generare diffusi benefici ambientali, sanitari, sociali ed economici. Lavoreremo spingendo sulla leva più potente a disposizione dell’Università, cioè quella della formazione avanzata attraverso il dottorato e coinvolgendo in un’ampia progettualità tutti i Dipartimenti del nostro Ateneo, consapevoli che il tema del cibo sia per definizione universale e interdisciplinare. Salutiamo dunque questa nuova convenzione con soddisfazione e nutrendo alte aspettative, certi che saprà offrire eccellenti opportunità di scambio e che indicherà linee precise di potenziamento delle nostre missioni fondamentali”.

 

"Sigliamo oggi un accordo di collaborazione fra due Università Piemontesi – aggiunge Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo - che guardano insieme al mondo, ai cambiamenti epocali in atto e alle professioni del futuro. Tra UNISG e Unito sarà collaborazione in materia di didattica, ricerca e terza missione, con l'impegno di dare risposte concrete ad un pubblico sempre più ampio di giovani interessati a diventare protagonisti dei campi legati al cibo e di quanto ad esso collegato. Saranno i ricercatori e i professionisti che affronteranno le sfide della transizione ecologica e che dovranno rendere lo sviluppo realmente sostenibile".

 

“La complessità del periodo che ci attende e la necessità di affrontare la nuova fase storica di transizione ecologica – sottolinea Carlo Petrini, Presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo - richiedono la capacità di saper stringere alleanze tra diversi campi del sapere. È finito il tempo della competizione che per molti anni ha contraddistinto anche il mondo accademico: inizia quello della collaborazione. Accolgo dunque con entusiasmo l’accordo siglato oggi tra l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e l'Ateneo di Torino. Guardo con fiducia a questa collaborazione grazie alla quale riusciremo a fornire alle giovani generazioni gli strumenti adatti per diventare attori protagonisti del cambiamento e della creazione di sistemi alimentari rispettosi del benessere nostro e di quello del pianeta”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 27 Gennaio, 2022

Trasmissione aerea del covid, la scoperta di ARPA e UNITO

Grafico sulla trasmissione aerea del Covid

Lo studio frutto della collaborazione tra i due enti è stato pubblicato sul prestigioso Journal of Hazardous Materials. Il modello sperimentale messo a punto può fornire indicazioni essenziali per la gestione del rischio di infezione negli ambienti chiusi. Attraverso lo sviluppo di un nuovo metodo per il campionamento e l’analisi del SARS-CoV-2 nell’aria è stato dimostrato che il virus può essere trasmesso per via aerea in ambienti chiusi non solo tramite le goccioline respiratorie di più grandi dimensioni. Lo studio per la parte sperimentale ha visto impegnati l’Arpa Piemonte e l’Università di Torino e per la parte teorica e modellistica l’Università di Cassino e la Queensland University of Tecnology

 

Il Centro regionale di Biologia molecolare di Arpa Piemonte, in collaborazione con il Laboratorio di Virologia Molecolare e Ricerca Antivirale diretto dal professor David Lembo del Polo Universitario San Luigi Gonzaga di Orbassano dell’Università di Torino, ha sviluppato, sperimentato e validato un metodo per il campionamento e l’analisi del SARS-CoV-2 nell’aria. E, grazie a questo metodo, l’Arpa ha fornito dimostrazione diretta del collegamento tra emissione di una carica virale nota di un soggetto infetto e le relative concentrazioni di SARS-CoV-2 nell'aria in condizioni controllate, dimostrazione non ancora presente in letteratura scientifica.

 

Gli esperimenti condotti, oltre a stabilire che il virus SARS-CoV-2 si trasmette tramite aerosol ben oltre le distanze a lungo ritenute “di sicurezza” (1-1.5 m), hanno confermato anche l’influenza esercitata dalla tipologia di attività respiratoria rispetto all’emissione di aerosol virale e alla conseguente diffusione nell’ambiente: come già anticipato da studi precedenti, le emissioni durante la fonazione (la produzione di suoni o rumori per mezzo degli organi vocali) risultano essere di un ordine di grandezza superiori rispetto alla semplice attività di respirazione.

 

E, proprio in questi giorni, viene pubblicato dal prestigioso Journal of Hazardous Materials, editore Elsevier, lo studio dal titolo Link Between SARS-CoV-2 Emissions and Airborne Concentrations: Closing the Gap in Understanding, frutto della collaborazione tra l’Arpa Piemonte e l’Università di Torino da una parte e l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale e la Queensland University of Technology di Brisbane, Australia, dall’altra, rappresentate dal Prof. Giorgio Buonanno e dalla Prof.ssa Lidia Morawska, ricercatori leader nella scienza dell’aerosol e nella gestione dei rischi di infezione.

 

I risultati sperimentali forniti da Arpa Piemonte hanno, inoltre, validato un nuovo approccio teorico predittivo finalizzato a calcolare modellisticamente la concentrazione del virus in un ambiente indoor partendo dalle emissioni delle persone infette e dalle caratteristiche di ventilazione dell’ambiente. Sulla base di tale strumento modellistico è possibile costruire politiche coerenti nella gestione degli ambienti interni e nella determinazione di misure di controllo per ridurre il rischio di infezione (ad esempio calcolando la massima occupazione degli ambienti indoor e la durata massima dell'occupazione).

 

“Questa scoperta con la prestigiosa pubblicazione su una autorevole rivista scientifica internazionale, per noi è una grande soddisfazione in quanto certifica che gli investimenti fatti per la realizzazione del dipartimento di Virologia ambientale in Regione Piemonte sta portando importanti risultati scientifici – commenta l’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati – La scoperta di questa nuova metodologia permetterà di studiare e ridurre lo sviluppo del virus negli gli ambienti chiusi. Questo risultato conferma ancora una volta lo sforzo che il “sistema Piemonte” mette in atto per conoscere la pandemia e fornire risposte efficaci. La ricerca e la conoscenza sono l’unica arma che abbiamo per combattere il Covid 19 e per poter formulare strategie sanitarie, basate su analisi dei dati e modelli matematici sicuri”.

 

"Questo studio colma finalmente una lacuna di conoscenza circa la trasmissione di SARS-CoV-2 con una solida evidenza sperimentale che risolve un tema controverso – sottolinea Il Direttore del Laboratorio di Virologia Molecolare dell’Università di Torino, Prof. David Lembo – Possiamo ora affermare che il virus può essere trasmesso per via aerea in ambienti chiusi e non solo attraverso le droplets. Un successo della ricerca italiana che permetterà di applicare i metodi sviluppati anche allo studio degli altri virus respiratori noti e a quelli che si potrebbero presentare in futuro".

 

“La migliore ricerca scaturisce dall’incontro di competenze differenti, complementari e sinergiche – precisa il direttore generale di Arpa Piemonte, Angelo Robotto – Arpa Piemonte è parte di un prestigioso pool internazionale di scienziati che fa del metodo scientifico il proprio driver nella gestione del rischio di infezione da patogeni a trasmissione aerea negli spazi chiusi. Non c’è dubbio che un adeguamento tecnologico radicale deve essere introdotto per mettere in sicurezza gli ambienti indoor attraverso la ventilazione ed il trattamento dell’aria. L’ambiente e le matrici ambientali sono fondamentali come sentinelle per le ricadute sanitarie”.

 

“Lo ripetiamo da tempo e ora ne abbiamo anche la dimostrazione. Il virus si trasmette per via aerea negli ambienti chiusi – conclude il Prof. Giorgio Buonanno dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale – E qui mascherine chirurgiche, distanziamento e vaccini non sono sufficienti ad evitare il diffondersi dell’infezione, come la variante Omicron ha ulteriormente dimostrato. Ma ci sono valide contromisure, di tipo tecnico-ingegneristico: ventilazione, riduzione dell’emissione, gestione dei tempi di esposizione e affollamento possono mitigare il rischio di infezione. Siamo in grado di mettere in sicurezza l’aria, a prescindere dalle varianti, come già è stato fatto con l’acqua”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 25 Gennaio, 2022

Il respiro delle montagne, ricerca UniTO svela come le catene montuose emettano anidride carbonica nell'atmosfera - Studio pubblicato su Communications Earth & Environment, rivista del gruppo editoriale Nature

Uno studio appena pubblicato su Communications Earth & Environment, una rivista del gruppo editoriale Nature, spiega come e perché le catene montuose come l’Himalaya producano gas-serra e siano in grado di rilasciarli efficacemente nell’atmosfera. 

 

Le catene montuose derivate dalla collisione tra continenti, come l’Himalaya, sono state a lungo sottovalutate negli studi relativi al ciclo profondo dei gas-serra, che coinvolge tra le altre cose i lenti scambi di carbonio tra le rocce della Terra e la sua superficie. Negli ultimi anni, tuttavia, stanno emergendo sempre maggiori evidenze che questi tipi di montagne, se pur prive di vulcani, producano (e hanno prodotto in passato) anidride carbonica (CO2) in quantità rilevanti, dello stesso ordine di grandezza di quelle emesse dall’attività vulcanica

 

I meccanismi di produzione della CO2 in profondità in questi contesti geologici e i processi di rilascio della stessa in superficie sono relativamente ben conosciuti. La CO2 viene prodotta a profondità di 20-30 km essenzialmente attraverso reazioni metamorfiche di decarbonatazione che avvengono a spese di originari sedimenti contenenti carbonati. In superficie, la CO2 viene tipicamente rilasciata attraverso circuiti idrotermali, in corrispondenza di sorgenti calde localizzate lungo importanti discontinuità tettoniche (faglie). Sono invece sostanzialmente ancora sconosciuti i meccanismi che consentono di mobilizzare e trasportare la CO2 dalla sorgente profonda alla superficie.

 

In uno studio appena pubblicato sulla rivista Communications Earth and Environment (del gruppo Nature), Chiara Groppo e Franco Rolfo del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, in collaborazione con Maria Luce Frezzotti dell’Università di Milano-Bicocca, spiegano come e perché quantità significative di CO2 siano in grado di risalire per 20-30 km senza interagire con le rocce circostanti e possano essere efficacemente rilasciate in superficie. Gli autori di questo studio hanno usato l’approccio della modellizzazione termodinamica per investigare i processi di decarbonatazione in sedimenti metamorfosati lungo gradienti geotermici medio-alti. I risultati della modellizzazione dimostrano che, in queste condizioni di temperatura (T) e pressione (P) (T>590°C, P>7.8 kbar), i fluidi prodotti sono immiscibili e si separano “alla nascita” in due componenti: un vapore ricco in CO2 e una salamoia idro-salina, con proprietà chimico-fisiche molto diverse e, conseguentemente, una diversa mobilità. I fluidi ricchi in CO2, molto più abbondanti, sono meno densi e hanno un comportamento non bagnante: sono quindi in grado di risalire rapidamente in superficie, carbo-fratturando le rocce incassanti e/o sfruttando faglie profonde. Le salamoie idro-saline, invece, sono molto più dense e hanno un comportamento bagnante; stazionano quindi in profondità, permeando le rocce incassanti.

 

Questo modello concorda perfettamente con quanto attualmente osservato in Himalaya, in particolare con le diffuse emissioni di CO2 gassosa misurate direttamente al suolo e con le anomalie di conduttività elettrica registrate dai geofisici a una profondità di 20-30 km, immediatamente al di sotto di una zona crostale caratterizzata da un’intensa micro-sismicità. Lo studio suggerisce quindi che la produzione di fluidi immiscibili “alla nascita” faciliti la rapida migrazione della CO2 dalla sorgente profonda alla superficie, e dimostra che le catene montuose di tipo collisionale come l’Himalaya sono degli importanti serbatoi di CO2 che può essere efficacemente degassata in superficie.

 

LINK ALL’ARTICOLO: CO2 outgassing during collisional orogeny is facilitated by the generation of immiscible fluids

 

Lo studio è stato svolto nell’ambito del Progetto PRIN2007 “Connect4Carbon: Carbon cycling and Earth control on the livable planet: connecting deep key carbon sources to surface CO2 degassing by transfer processes”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 19 Gennaio, 2022

Dalle Alpi cuneesi ai Pirenei: convegno internazionale per una nuova identità transfrontaliera - Da domani, mercoledì 19 gennaio, a giovedì 20 gennaio; online webex

Da domani, mercoledì 19 gennaio, a giovedì 20 gennaio si svolgerà in modalità online (link webex) il convegno internazionale e multidisciplinare “Il paesaggio montano dalle Alpi cuneesi ai Pirenei: crocevia di culture, popoli e tradizioni”, organizzato da Anna Ciotta, docente di Storia dell’Arte contemporanea presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università degli Studi di Torino.

 

Articolato in cinque sessioni, affronta il tema del paesaggio montano dell’area geografica compresa tra le Alpi cuneesi e i Pirenei, concepito non soltanto come documento della memoria ma anche, e soprattutto, come fattore di connessione tra le popolazioni montane che vi risiedono, come luogo di scambio di culture diverse e tradizioni e come matrice di una nuova comunità transfrontaliera.

 

Lo scopo del convegno, in linea con gli obiettivi di UNITA (Universitas Montium) l’alleanza europea di sei Atenei di cui è capofila l’Università di Torino, è evidenziare come il comune paesaggio montano possa costituire l’occasione per la nascita di una identità territoriale condivisa e allargata. Il risultato atteso è la costruzione di una nuova consapevolezza del paesaggio montano non più circoscritto alle singole aree geografiche di appartenenza e ai confini nazionali ma basato su una nuova concezione dello stesso inteso come network di idee, progetti e iniziative: per la nascita di una cultura del paesaggio montano in grado di valorizzare e promuovere quelle aree geografiche.

 

L’iniziativa si avvale del patrocinio dell’Università degli Studi di Torino, del  Dipartimento di Lingue e Letterature straniere e Culture moderne, dei Comuni di Cuneo e Saluzzo, e del sostegno della Fondazione CRC e della collaborazione di Fondazione Artea, del DIST (Dipartimento Interateneo tra Politecnico di Torino e Università degli Studi di Torino di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio) e della Scuola di Specializzazione BAP (Beni Architettonici e del Paesaggio) del Politecnico di Torino.

 

Il convegno, che vedrà la partecipazione di studiosi e docenti nazionali e internazionali, sarà introdotto alle 9,30 di mercoledì dai saluti istituzionali del Rettore di UniTo Stefano Geuna, del Direttore del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università degli Studi di Torino Matteo Milani, del sindaco di Cuneo Federico Borgna e dal consigliere generale della Fondazione Crc Graziano Lingua; a cui seguirà la presentazione del convegno stesso da parte di Anna Ciotta, responsabile scientifica del progetto.

 

Le prime tre sessioni si svolgeranno mercoledì 19 gennaio. La I Sessione (dalle 10,30 alle 12,30) Le immagini pittoriche dei Pirenei e delle Alpi cuneesi: note di un taccuino già scritto dalla natura; la II (dalle 14,30 alle 15:50) Percezione, racconto e interpretazione del paesaggio pirenaico e alpino nelle letterature, la III Le valli cuneesi e la cultura occitana: suoni, lingue, versi, dialetti, toponimi e tradizioni (dalle 15:50 alle 18:00). Giovedì 20 gennaio avranno luogo le altre due sessioni: la IV (dalle 9,30 alle 12,15) dal titolo Genesi, palingenesi e valorizzazione dei territori e delle architetture nei paesaggi delle Alpi cuneesi e la V (dalle 14,30 alle 17,30) I musei del cuneese e della zona dei Pirenei di Girona.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 18 Gennaio, 2022

Presentata la nona edizione di Just The Woman I Am

L’Aula Magna del Politecnico di Torino ha accolto oggi la conferenza stampa di presentazione della nona edizione di JUST THE WOMAN I AM, in programma domenica 6 marzo 2022. Sei milioni di passi a sostegno della ricerca universitaria sul cancro, compiuti da oltre 100mila persone che, dal 2014, hanno scelto di non mancare a questo prestigioso evento.

 

L’evento in rosa, patrocinato da MUR - Ministero dell’Università e della RicercaCONICIPINPSCUSIRete RUS - Rete dell’Università per lo Sviluppo Sostenibile e dalle principali istituzioni, da 8 anni raccoglie i fondi per la ricerca universitaria sul cancro attraverso una corsa/camminata di 5km non competitiva e iniziative collaterali che promuovono la prevenzione, i corretti stili di vita, l'inclusione e la parità di genere, si svolge rigorosamente nella prima settimana di marzo, in concomitanza con la Festa della Donna.

 

La manifestazione è organizzata dal Centro Universitario Sportivo torinese in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e il Politecnico di Torino. Partendo dalla Città della Mole, il fiume rosa di JTWIA ha toccato quasi tutta l’Italia e non solo, rafforzando di anno in anno, il legame tra il sistema universitario italiano, il mondo associazionistico e la cittadinanza, all’insegna del bene (e del benessere) comune. La nona edizione della 5km della Just the Woman I Am andrà quindi in scena il 6 marzo 2022: sarà possibile partecipare in modalità Virtual, scegliendo in autonomia, dalle ore 7.00 alle ore 20.00, il luogo di svolgimento, il proprio percorso di 5 km oppure in Presenza, con partenza alle ore 16.00 dalla splendida Piazza San Carlo a Torino condividendo l'esperienza sul sito JTWIA.org e sui Social.

 

Distanti ma uniti, per il primo evento diffuso su scala globale a sostegno della ricerca universitaria sul cancro. Nel caso in cui la normativa per il contenimento della diffusione della Sars COVID19 non consenta lo svolgimento della manifestazione in presenza, l’iscrizione in Presenza verrà convertita automaticamente in iscrizione Virtual. La modalità di partecipazione “Virtual” è un’eredità dell’edizione 2021, in virtù dell’emergenza COVID19 è stato infatti deciso di dare nuova vita alla manifestazione sfruttando il potere di aggregazione dei Social, con l'obiettivo di colorare di rosa l'Italia, un traguardo raggiunto grazie alle partecipazione di oltre 27mila persone in tutta Italia (e non solo) e alla collaborazione di 17 Centri Universitari Sportivi. La Modalità Virtual si conferma anche per l’edizione 2022, come ulteriore possibilità per i Singoli iscritti e per i Gruppi JTWIA di tutto il mondo. I Team JTWIA sono, da sempre, il cuore pulsante della manifestazione, il modo migliore per sostenere più fortemente la ricerca universitaria sul cancro e per vivere più intensamente l’esperienza della JTWIA fin dal primo passo, quello dell’iscrizione, con la possibilità di personalizzare il retro della maglietta con un logo a scelta senza costi aggiuntivi con un minimo di 20 partecipanti. Termine ultimo per l’iscrizione dei team è domenica 6 febbraio 2022. Ogni partecipante all'evento, all'atto dell'iscrizione, potrà scegliere la modalità di partecipazione (in Presenza/Virtual, Singola/in Gruppo) sulla pagina dedicata del nuovo sito www.jtwia.org e potrà ricevere Kit di Iscrizione e Welcome Bag direttamente a casa (con la maggiorazione di 3 euro per il servizio di consegna) oppure optare la consegna gratuita ed eco-friendly presso uno dei punti di ritiro diffusi sul territorio nazionale, grazie alla nuova partnership con DECATHLON ITALIA.

 

Just the Woman I Am è una festa per celebrare le donne e l’importanza della parità di genere, una festa per promuovere uno stile di vita sano, per favorire l'inclusione e la condivisione, con il fine ultimo di sostenere la ricerca universitaria sul cancro, concretamente e, letteralmente, passo dopo passo. Un'esperienza di sport divertente e unica aperta a tutt*: donne e uomini di tutte le età, sportiv*e non, runner e non, bambin* e adult*, italian* e stranier*, student*, famiglie, inclusi gli amici a quattro zampe! Una kermesse, un evento trasversale. Just The Woman I Am non è soltanto una corsa-camminata non competitiva, ma anche una tre giorni aperta alla cittadinanza e alle scuole, a partire dal Villaggio della Prevenzione, dalla ormai tradizionale Palestra a Cielo Aperto e con le numerose attività dedicate alla divulgazione e alla prevenzione! 

 

JUST THE WOMAN I AM 2022 avrà anche la sua app ufficiale: AWE Sport Synesthesia sono felici di supportare il CUS Torino con N-SŌ, una piattaforma digitale, sostenibile e personalizzabile dedicata agli organizzatori di eventi e ai rights holders. Le diverse funzionalità presenti al suo interno garantiscono agli utenti una user experience e una user interface semplice, efficace e inclusiva: dalla prenotazione dell’evento fino alla conclusione dell’esperienza. L’app N-SŌ disponibile su App Store e Play Store, consentirà per tutta la durata dell’evento la realizzazione di collegamenti live dall'Italia e dal mondo. L'applicazione offrirà funzioni e soluzioni di live streaming, condivisione di contenuti esclusivi ed alla gamification, finalizzate a espandere l'esperienza degli appassionati sportivi oltre i limiti dello spazio e del tempo e da condividere con tutti gli amici. Una timeline consentirà all’utente di visualizzare i contenuti giornalieri JTWIA, di  salvare gli eventi di suo interesse e grazie al reminder presente all’interno dell’app sarà possibile fruire dei contenuti inseriti in agenda per non perdere neanche un minuto dell’evento al quale si parteciperà.

 

Alla base della JTWIA 2022, la volontà di contribuire sempre di più al raggiungimento degli Obiettivi 3, 4, 5, 11 e 17 dell’Agenda 2030 dell’ONU e cioè: Obiettivo 3: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età; Obiettivo 4: Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti;  Obiettivo 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze;  Obiettivo 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili; Obiettivo 17: Rafforzare le modalità di attuazione e rilanciare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile. 

 

Un traguardo possibile grazie alla capacità di creare sinergie all'interno della Rete JTWIA formata da Associazioni, Fondazioni ed Enti (tutti su www.jtwia.org) ed un grande supporto anche dal mondo delle Imprese, in particolare grazie al contributo di Reale Group, Lauretana, Yogi Tea, Decathlon, Reply, Fantolino, Alsi Pharma, Iren, Battaglio, Unoenergy, Novacoop, Torino Outlet Village, Sicilia Outlet Village, Synesthesia, Kalilab., Mercatino Srl, MaterNatura, Lakshmi, Radio Veronica One, Massaua Cityplex. L’augurio per l'edizione 2022 è di ricreare l’atmosfera unica della piazza virtuale e fisica di JTWIA e dare a tutt* la possibilità di vivere questa coinvolgente esperienza ovunque si trovino, sfruttando la leva digitale oppure in Piazza San Carlo a Torino, se le normative lo consentiranno.

 

Al tavolo dei relatori: Laura Montanaro, Prorettrice Politecnico di Torino, Giulia Carluccio, Prorettrice Università di Torino, Silvia Salis, Vicepresidente Vicario CONI, Riccardo D’Elicio, Presidente Centro Universitario Sportivo torinese. Sono intervenuti anche Patrizia Lombardi, Presidente del Comitato di Coordinamento R.U.S., Maria Grazia Grippo, Presidente del Consiglio Comunale torinese, Alessandro Sciretti, membro del Comitato Esecutivo Nazionale ANDISU e Presidente EDISU Piemonte, Lia Di Marco, Responsabile Relazioni Esterne Città della Salute e della Scienza di Torino. 

 

DICHIARAZIONI RELATORI 

 

Il saluto iniziale è stato fatto dalla Prorettrice del Politecnico di Torino, Laura Montanaro: “Ho visto nascere questa iniziativa da una felice intuizione del CUS Torino; negli anni è cresciuta da evento locale a nazionale e internazionale. Questo in virtù della ferrea volontà del CUS che ha portato avanti l'iniziativa in un periodo così complesso. Università e Politecnico si sono subito resi disponibili alla piena collaborazione, partita su alcune basi come quella di diffondere la prevenzione alle malattie e soprattutto ai tumori femminili e sottolineare il ruolo corretto dell'alimentazione e dei corretti stili di vita ma anche del ruolo importante della ricerca scientifica e tecnologica nel combattere le malattie. Mi piace sottolineare come questo aspetto dell'importanza della ricerca assuma ancora più valenza oggi, perché ci stiamo rendendo conto di quanto la cittadinanza necessiti della corretta informazione e formazione sulla serietà della ricerca nella vita di tutti i giorni. A questi temi si sono aggiunti progressivamente quelli delle pari opportunità e della valorizzazione della figura della donna. A tutti i partecipanti va il mio ringraziamento di cuore perché con i ricavi di questa iniziativa, quest'anno il CUS Torino ha finanziato due assegni di ricerca in fase di bando: uno per la ricerca tecnologica legata all’ingegneria contro i tumori e un altro sulla ricerca per le pari opportunità per far crescere la partecipazione femminile nell'ambito della formazione ingegneristica e scientifica”. 

 

La parola è passata alla Prorettrice dell’Università degli Studi di Torino Giulia Carluccio: “Voglio testimoniare l'impegno del nostro Ateneo insieme al Politecnico e a chi investe, in questa manifestazione, il ruolo propulsore e tenace, sto parlando del CUS Torino. La manifestazione è espressione di sinergie importanti sui temi della salute, prevenzione e stili di vita corretti, oltre alla parità di genere. Finora sono stati fatti 6milioni di passi in azioni che riguardano la ricerca ma anche la formazione e il public engagement. E' un momento di festa che assume un valore molto importante in questo contesto, un messaggio positivo, cruciale nel momento che stiamo vivendo. Le offerte ricevute sono servite per sostenere con assegni la ricerca negli aspetti di innovazione nelle terapie, del trattamento dei pazienti e aspetti di impatto sociale e relazionale della malattia. Come ateneo ci impegniamo a promuovere la corsa perché i 6 milioni di passi diventino ancora di più”.

 

E’ stata quindi la volta di Silvia Salis, Vicepresidente Vicario CONI: “Essere alla nona edizione per una manifestazione di questo genere è una cosa complicata, a maggior ragione quando si arriva da due anni come quelli appena trascorsi. Esserci significa aver costruito un rapporto con istituzioni, cittadinanza e sponsor un rapporto che può permettere all'evento di andare avanti. Ci tengo a sottolineare quanto sia importante lo sport per le donne non solo come prevenzione ma anche perché, attraverso la pratica sportiva in situazioni di disagio, la donna riesce a riprendere possesso del proprio corpo e della propria vita. Io che sono nata al CUS Genova, qui mi sento a casa. L'importanza dei CUS sul territorio è grande, anche grazie ai servizi che danno agli studenti fuori sede e alla possibilità di praticare sport”. 

 

Ha preso quindi la parola Riccardo D'Elicio, Presidente del Centro Universitario Sportivo torinese: “Questo evento porterà Torino verso l'Universiade 2025 e la Fisu ha già dichiarato di dedicare grande attenzione a JTWIA perché affronta tematiche importanti e questo dimostra che stiamo facendo un ottimo lavoro anche a livello internazionale. Ringrazio la Regione Piemonte che ha erogato 50mila euro per questa manifestazione. Sono tutte cose che creano entusiasmo e l'entusiasmo serve in questo periodo storico. Anche per questo motivo mi auguro che l'evento possa svolgersi anche solo in parte in presenza perché è importante tornare a vedere un po' di normalità. Dobbiamo riuscire a coinvolgere maggiormente gli studenti universitari perché sono il nostro futuro. E' un evento che deve avvicinare la nostra società a nuove tematiche: è un evento legato alle donne ma che coinvolge anche gli uomini perché solo così avremo una società migliore”.

 

In collegamento è intervenuta Patrizia Lombardi, Presidente del Comitato di Coordinamento R.U.S.: “La R.U.S. (Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile) ha voluto patrocinare questo evento perché ha molto da offrire in vista dell'agenda 2030: educazione e qualità dell'educazione, ricerca, innovazione, inclusione, comunità sostenibili e partnership. L'evento, che è una camminata, è la sentinella della nostra capacità di essere migliori come comunità. Oltre a Università di Torino e Politecnico, altre 25 università sono state coinvolte finora: è un bellissimo successo e crediamo che possa diventare evento fisso, nello spirito dell'agenda 2030”.

 

È stata quindi la volta di Maria Grazia Grippo, Presidente Consiglio Comunale: “Sono contenta di esserci per confermare la mia vicinanza ad una manifestazione che mi ha vista partecipare come cittadina prima, come consigliera comunale ed ora come Presidente del consiglio comunale. Torino si è dimostrata affezionata a Just The Woman I Am non solo da un punto di vista quantitativo, perché i numeri sono cresciuti anche in un momento in cui i rapporti sociali erano a zero, ma anche qualitativo perché si è arricchita di nuovi significati che attualizzano i messaggi che porta. Il mio obiettivo è quello di portare tutte le forze politiche in piazza perché sono temi che uniscono anche politicamente. Non penso si possa parlare di riequilibrio di genere per avere un presidente del consiglio comunale donna, ma è una spia del lavoro fatto. Diventerà un traguardo quando i presidenti dei consigli donna saranno una regola. Bisogna dare alle donne l'opportunità di giocarsi la stessa partita rispetto ai competitor maschi. L'inclusione nello sport è più semplice perché chiama in causa molto il talento e le caratteristiche personali ed è più democratico di altri settori. Sarà mia cura invitare Milano ed il suo consiglio comunale all'evento: credo che da donna sia il miglior modo per dare il benvenuto alla presidente del consiglio comunale milanese, Elena Buscemi, in questa città”. 

 

La parola è passata ad Alessandro Sciretti, membro del Comitato Esecutivo Nazionale ANDISU e Presidente EDISU Piemonte: “Just The Woman I Am è un evento, un'iniziativa, un progetto che promuove molti valori di grande rilievo, diversi tra loro dai temi scientifici a quelli sociali. Nel nostro mondo del diritto allo studio di tutta Italia, saranno in molti casi i futuri ricercatori che potranno accedere ai contributi che da Just The Woman I Am arrivano e magari trovare la cura per debellare il male. Abbiamo visto in quest'ultimo periodo che, quando i soldi per la ricerca sono ingenti, portano risultati in breve. Penso poi ad uno studente che vive per anni nella stessa residenza universitaria con una studentessa, entrambi faticano allo stesso modo ma dopo laurea finiscono per guadagnare importi diversi. Questa cosa deve cambiare. I corretti stili di vita sono molto importanti anche per chi studia: bisogna saper trovare tempo e modo di alimentare il corpo per la mente. Questa manifestazione rientra nel percorso che ci porterà all'Universiade 2025, evento che servirà a promuovere l'attività fisica tra gli studenti”.

 

È intervenuta in chiusura Lia Di Marco, Responsabile Relazioni Esterne Città della Salute e della Scienza di Torino: “Abbiamo aderito come grande azienda ospedaliera universitaria all'evento. Per noi è un orgoglio partecipare ma siccome sono due anni che non possiamo togliere risorse ai nostri ospedali, abbiamo pensato di partecipare con un altro grandissimo patrimonio che abbiamo a disposizione che sono le associazioni di volontari convenzionate con noi: 120 associazioni per un totale di 1100 volontari che collaborano ai nostri progetti. Quest’anno quindi li coinvolgeremo e parteciperemo al villaggio della prevenzione”. 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 13 Gennaio, 2022

L'Università di Torino sulla scomparsa del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli

L'Università di Torino, il Rettore, la Prorettrice, il Direttore Generale e la comunità tutta partecipano con dolore al lutto per la scomparsa improvvisa del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli. Vivo e profondo è ancora il ricordo delle parole che pronunciò in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Accademico 2020-2021 del nostro Ateneo. 

 

Il Presidente è stato e sarà un punto di riferimento per chi coltiva con passione e determinazione il sogno di un'Europa Unita. Lo è stato e lo resterà per noi, che ci impegniamo nel progetto di un'università continentale come fondamento di una nuova Europa.

 

Il Rettore, Stefano Geuna

La Prorettrice, Giulia Carluccio

Il Direttore generale, Andrea Silvestri  

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 11 Gennaio, 2022

Bilancio, ricerca, assunzioni, edilizia: opportunità straordinarie per il futuro di UniTo

Con un bilancio 2022 previsto in quasi 500 milioni e un patrimonio di 1,2 miliardi di euro, questa mattina martedì 21 dicembre, il Rettore Stefano Geuna, la Prorettrice Giulia Carluccio e il Direttore Generale Andrea Silvestri hanno presentato le linee di sviluppo strategico dell’Università di Torino per i prossimi anni. Ricerca, assunzioni e edilizia sono le prime leve di una strategia di sviluppo, le cui prospettive sono indicate nel Piano Strategico dell’Ateneo 2021-2026.

 

RICERCA

Cresce l’impegno nella ricerca di UniTo che, grazie alle straordinarie opportunità date dagli investimenti del Pnrr destina alla ricerca, con la Missione 4 Componente 2 per la ricerca, 11,44 miliardi di euro. Nel contesto del Pnrr, l’Università di Torino, che equivale al 5% del Sistema Universitario nazionale, mette in campo una strategia, organizzata con un intenso lavoro della Governance di Ateneo, dei ricercatori e delle ricercatrici, in stretta collaborazione con tutto il sistema amministrativo, nella convinzione che il potenziale di un grande Ateneo possa trovare la massima espressione identificando sinergie e complementarietà con il piano di finanziamenti nazionali.

 

Nel quadro di riforme e investimenti che il governo ha avviato negli ultimi mesi, UniTo ha progettato, progettato interventi per l’innovazione e il rafforzamento del sistema di formazione, di ricerca e di trasferimento tecnologico. I primi passi di questo percorso si sono concentrati sui temi dell’innovazione e del green, che hanno già visto concluse, a dicembre, le procedure per l’acquisizione di 60 nuove posizioni di RtdA e l’attivazione di 172 nuove borse di dottorato in sinergiaUn modo nuovo di fare ricerca in stretta relazione con le imprese. In poco più di tre mesi UniTo ha così assunto 60 nuovi giovani ricercatori e ricercatrici e 151 nuovi dottorandi e dottorande di ricerca, finanziati in parte con risorse PON del FSE-REACT EU, in parte con investimenti UniTo appositamente dedicati, e in parte con il contributo di aziende private.

 

Infine, sono stati quasi raddoppiati i finanziamenti per la ricerca locale e sono stati stanziati importanti cofinanziamenti per le grandi infrastrutture di ricerca.

 

LAVORO

Nel complesso, prosegue la campagna di assunzioni avviata dall’Università di Torino. Tra il 2020 e il 2021sono state effettuate 776 nuove assunzioni. L’organico si arricchisce in particolare di 81 professori ordinari, 196 professori associati, 131 Ricercatori RtdA, 136 Ricercatori RtdB, 113 tecnici-amministrativi a tempo indeterminato e 119 a tempo determinato. Per il 2022 sono inoltre previste 585 nomine di cui 187 ricercatori a tempo determinato e 159 tecnici amministrativi.

 

Infine è stata riprogettata la struttura organizzativa, con la nascita della nuova Direzione “Innovazione e Internazionalizzazione” a presidio dei progetti strategici dell’Ateneo per lo sviluppo del territorio e dello sviluppo della dimensione internazionale.

 

EDILIZIA

Infine, il progetto di rigenerazione edilizia Re-Inventing UniTO, prima grande azione e primo massiccio investimento seguito all’approvazione del Piano Strategico. Focus principale la cura degli edifici del patrimonio storico dell’Ateneo in un’ottica innovativa, che trova la sua naturale collocazione nelle politiche di transizione energetica e digitale messe in campo dall’Unione Europea (Green New Deal, Next Generation Eu e New European Bauhaus) e dal governo italiano (in particolare il Pnrr).

 

Con un investimento di 100 milioni di euro (40 di UniTo, 60 candidati sul “Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca” del Ministero dell’Università e della Ricerca), il programma prevede il recupero, la valorizzazione e la ridefinizione strategica del patrimonio storico dell’Ateneo, potenziando la sostenibilità degli edifici con precise azioni di miglioramento della qualità degli ambienti in cui si svolgono le attività di didattica e di ricerca, e introducendo una sostanziale riduzione dei consumi e dell’impatto sul territorio. Si tratterà di intervenire su oltre 100mila mq di spazi a 0 mq di consumo di suolo.

 

Il progetto ridefinisce non solo la relazione dell’Università con i suoi spazi, ma anche la relazione con gli spazi della città, impattando in modo importante anche sull’assetto urbanistico di alcune aree più e meno centrali.

 

Tra gli interventi urbanistici di maggiore impatto quelli relativi al Polo Museale d’Ateneo (Musei di Anatomia umana, di Antropologia criminale e di Antropologia ed Etnografia) in via Pietro Giuria, che ospita alcuni dipartimenti scientifici, luogo in cui si sono formati ben tre premi Nobel (Rita Levi Montalcini, Salvador Luria e Renato Dulbecco). L’altro intervento di grande valore sarà quello che interessa l’asse di via Verdi, ovvero l’Asse del cinema, che va dal Teatro Regio a Palazzo Nuovo, passando per il Rettorato che interesserà in particolare la Cavallerizza Reale, su cui si affacciano il cinema Massimo, la Mole Antonelliana con il Museo Nazionale del Cinema e gli studi Rai.

 

Complessivamente il programma di interventi Re-Inventing UniTO prevede interventi di recupero funzionale di spazi per la didattica – con nuove aule, biblioteche e aule studio – e per la ricerca, con nuovi laboratori, riguarderà le aree di Palazzo Nuovo, della Cavallerizza Reale, del Rettorato, dell’Ex Irve, dello Scalo Vallino, del Campus Einaudi, di Grugliasco, dei Palazzi Musei della Scienza, via Pietro Giuria, Corso Raffaello, Palazzo Campana, nonché la sede di Savigliano.

 

"L’Università di Torino vive un’importante stagione di espansione e di investimento”, ha dichiarato il Rettore Stefano Geuna. “Con l’approvazione di un bilancio da 1,2 miliardi di euro, UniTo si conferma un player di primo piano anche per lo sviluppo della Città e della Regione. Ci attendono, quindi, obiettivi ambiziosi per i prossimi anni. Forti di una dinamica alleanza europea lavoriamo al sogno di un’Università davvero europea, sempre però coltivando un rapporto solido con il territorio.

 

Quello che abbiamo in campo - e che oggi abbiamo presentato - è un concreto progetto di crescita che mira alla reinvenzione del nostro modo di essere e di fare Università. Con l’orizzonte del 2026, stiamo dando corso alla realizzazione di un Piano Strategico che posizionerà il nostro Ateneo per gli anni che seguiranno. 

 

Abbiamo cominciato a conseguire questo obiettivo volendo restituire valore e conferire nuove funzioni agli spazi fisici di UniTo. Diamo risposta, in questo modo, alle nuove esigenze della didattica, della ricerca e del trasferimento scientifico-tecnologico con un grande piano di edilizia che impatta anche su parti importanti della città e dell’area metropolitana. Al contempo è già iniziato un piano straordinario di assunzioni, anche grazie alle risorse messe a disposizione dal Pnrr su linee strategiche come innovazione e sostenibilità ambientale, sulle quali abbiamo una consolidata tradizione di formazione e ricerca. Sosteniamo, infatti, la ricerca come motore prioritario di sviluppo con fondi ingenti per l’incremento delle borse di dottorato, delle posizioni da ricercatore, con l’aumento del finanziamento alla ricerca locale ma, non di meno, con interventi innovativi diffusi sulle infrastrutture per la ricerca. Investiamo così, con una programmazione di lungo respiro, sulle migliori giovani risorse, alle quali ci accomuna una profonda voglia di futuro”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 21 Dicembre, 2021
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