Incontro con il fotografo Gideon Mendel

Mercoledì 19 giugno il fotografo Gideon Mendel è ospite dell’Università di Torino/UniVerso per un dialogo con Lia Furxhi, Direttrice di CinemAmbiente e Silvana Dalmazzone, docente di Economia del cambiamento climatico presso il Dipartimento di Economia e Statistica "Cognetti de Martiis".

 

In contemporanea, nel cortile del Palazzo del Rettorato è allestita una mostra multimediale che presenta una selezione di scatti del fotografo e tre opere video attraverso cui racconta le drammatiche e globali conseguenze della crisi climatica, in occasione del Festival CinemAmbiente, rassegna cinematografica internazionale dedicata alle tematiche ambientali organizzata dal Museo Nazionale del Cinema.

 

Chi è Gideon Mendel

Dopo aver raccontato gli anni finali dell’apartheid in Sud Africa, Gideon Mendel allarga il suo sguardo sulle drammatiche e globali conseguenze della crisi climatica. Dal 2007 compie numerosi viaggi per raccontare gli effetti delle inondazioni in differenti aree del mondo, dando vita a Drowning World, un ampio lavoro di documentazione che racconta l’esperienza umana di una catastrofe climatica ormai in grado di trascendere ogni confine geografico, culturale ed economico.

 

Evento a ingresso libero previa registrazione.

 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 18 Giugno, 2024

I sistemi di supercalcolo messi in connessione con il tessuto industriale del territorio possono fornire nuove opportunità a Torino

In particolare a beneficiarne potranno essere i nuovi progetti in ambito salute e aerospazio come emerge dal convegno che si tiene oggi nel capoluogo piemontese, organizzato da ICSC - Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing - con il patrocinio di Università di Torino, EuroCC Italy, EuroHPC Joint Undertaking, Fondazione Piemonte Innova, Politecnico di Torino e Camera di Commercio di Torino.

 

L’esempio del laboratorio “Software e Integration” (SWI) dell’Università di Torino, luogo di progettazione, costruzione e validazione di prototipi con partner industriali, utilizzando le conoscenze accademiche per formare la prossima generazione di ricercatori industriali in HPC e Big Data.

 

Torino, 18 giugno 2024 – Il supercalcolo, o High Performance Computing (HPC), può svolgere un ruolo cruciale nel fornire risorse computazionali avanzate, aprendo le porte a nuove frontiere nell'intelligenza artificiale, nell'analisi dei dati e in altri campi ad alta intensità computazionale.

 

In questo ambito il nostro Paese può giocare una partita a livello internazionale essendo l’Italia il settimo Paese a livello globale per potenza di Supercalcolo secondo la classifica Top500 che classifica i primi 500 supercomputer nel mondo. Futures Platform prevede che la domanda di servizi di Supercalcolo aumenterà di un fattore pari o superiore a 10 entro il 2030. Questa crescita creerà opportunità significative per le aziende che sapranno utilizzare questi strumenti.

 

Realizzare connessioni tra queste tecnologie e il tessuto industriale del torinese potrebbe determinare nuove possibili prospettive industriali creando crescita ed occupazione qualificata.

 

Questo è quanto emerge dal convegno organizzato oggi a Torino dall’Osservatorio sulle tendenze e le applicazioni del Supercalcolo dal titolo Supercalcolo come piattaforma abilitante per l’intelligenza artificiale” patrocinato dall’Università di Torino, EuroCC Italy, EuroHPC Joint Undertaking. Fondazione Piemonte Innova, Politecnico di Torino e Camera di Commercio di Torino.

 

Il progetto, promosso da ICSC - Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing e realizzato da IFAB - International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development - ha l’obiettivo di aprire il mondo dell’innovazione tecnologica non solo agli enti di ricerca e all’élite imprenditoriale ma anche a PMI, startup, amministrazioni e comunità di interesse.

 

“Il nostro obiettivo è quello di rafforzare la collaborazione tra il mondo della ricerca e quello dell’economia reale portando le potenzialità dell’intelligenza artificiale e dei big data a beneficio del tessuto imprenditoriale italiano, con particolare riferimento anche alle PMI“, dichiara Francesco Ubertini, Vicepresidente della Fondazione ICSC e Presidente IFAB e CINECA. “Pensiamo che Torino sia un terreno particolarmente fertile da questo punto di vista essendo uno dei principali distretti industriali italiani che sta guardando a nuove vocazioni proiettate nel futuro”, conclude Ubertini.

 

Secondo l’ICSC, è prevista una crescita annua del 22% in termini di valore generato dai sistemi HPC utilizzati per scopi di AI e anche il contesto torinese potrebbe beneficiarne.

 

Un possibile volano di generazione di valore è rappresentato dal laboratorio “Software e Integration” dell’Università di Torino, realizzato con i fondi del PNRR: Si tratta di un luogo di progettazione, costruzione e validazione di prototipi con partner industriali, utilizzando le conoscenze accademiche per formare la prossima generazione di ricercatori industriali in HPC e Big Data.

 

“Chi vuole innovare deve essere capace di immaginare il futuro e di realizzarlo utilizzando lo stato dell’arte delle metodologie attuali, le quali sono anni avanti rispetto a quelle accessibili a tutti tramite i fornitori globali di servizi cloud. Per noi, collaborare con le imprese significa formare studenti in grado di risolvere i loro problemi usando le nostre metodologie innovative che non sono ancora disponibili sul mercato. Nell’era dell’intelligenza artificiale, che sta diventando imbattibile nei compiti routinari, è essenziale che i nostri allievi siano preparati a immaginare soluzioni sempre più astratte e originali. Questo è ciò che facciamo nel laboratorio Software & Integration del Centro Nazionale HPC” commenta il Professor Marco Aldinucci del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino.

 

Grazie anche al contributo di queste nuove tecnologie potrebbero ricevere in particolare una rilevante spinta due progetti di importante sviluppo sul territorio torinese quali il Parco della Salute, che accorperà i grandi ospedali de Le Molinette, Sant’Anna e Cto e la Città dell’Aerospazio, un mosaico di 12 progetti diversi nel campo trainati da grandi imprese quali Leonardo e Thales Alenia.

 

All’evento intervengono tra gli altri: Francesco Profumo, Professore Ordinario, Politecnico di Torino; Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte; Cristina Prandi, Vice Rettrice Università di Torino e Fabio Pammolli, Presidente di AI4 Industry.

 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 18 Giugno, 2024

Intelligenza artificiale per prevenire le emergenze sanitarie, i primi risultati del progetto Trust Alert

Mercoledì 19 giugno alle ore 9.00 presso l’Aula Magna “Giulio Bizzozero” in corso Raffaello 30, nei palazzi universitari della storica “Città della Scienza” si terrà il workshop AI: TrustAlert. Sorveglianza sanitaria ed Intelligenza Artificiale: affrontare le sfide e cogliere le opportunità nella sanità pubblica, organizzato dal Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino, con focus sulle nuove sfide e opportunità nella sanità pubblica grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale (AI).

 

Il workshop aperto a tutto l’ambiente accademico e sanitario è un primo momento pubblico di confronto sul più ampio progetto “TrustAlert” vincitore del bando di finanziamento da 1 milione di euro della Fondazione Compagnia San Paolo e Fondazione Cassa Depositi e Prestiti.

 

Il progetto coordinato dalla Prof.ssa Paola Berchialla del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche si concentra sull’importanza della tempestività nel gestire i dati nella nuova era dei Big Data.

 

Dopo l’esperienza del periodo pandemico COVID 19, la sfida è lo studio di un sistema efficiente per adattare la raccolta e l'analisi dei dati in tempo reale al fine di evitare la frammentarietà delle fonti dati che è stata spesso causa delle incertezze e rallentamenti nelle politiche di gestione delle emergenze sanitarie.

 

Attraverso una piattaforma integrata, in ottica Open Science, il progetto TrustAlert intende analizzare i flussi di dati in tempo reale provenienti da fonti strutturate (cartelle di dimissioni ospedaliere, visite mediche) e non strutturate (notizie, social media).

 

Tra i principali obiettivi:

 

1.     Mappare lo stato di salute e i pattern di morbilità nella popolazione utilizzando Intelligenza Artificiale applicata ai dati sanitari amministrativi per definire le priorità in caso di emergenza – coordinato dalla Prof.ssa Paola Berchialla (Università di Torino).

2.     Estrarre informazioni cliniche affidabili da dati strutturati e non strutturati, implementando un sistema di rilevamento di emergenze sanitarie in arrivo al fine di anticipare trend e segnalare potenziali emergenze future così da informare tempestivamente la cittadinanza e i decisori politici – coordinato da Dr Mauro Dragoni (Fondazione Bruno Kessler) e Dr Giuseppe Rizzo (Fondazione Links).

3.     Creare un living lab per simulazioni al fine di ottimizzare l'allocazione delle risorse in caso di emergenza e valutare l'efficacia delle misure di prevenzione per consentire un supporto efficace ai decisori e permettere la pianificazione di politiche di prevenzione efficienti -coordinato dal Prof. Marco Beccuti (Università di Torino).

 

In questo primo incontro di restituzione scientifica e confronto, titolato “Sorveglianza sanitaria ed Intelligenza Artificiale: affrontare le sfide e cogliere le opportunità nella sanità pubblica” si parlerà delle nuove tecnologie emergenti e delle strategie innovative messe in atto dal team di progetto composto dal Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche e dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino, dall’Università del Piemonte Orientale, dalla Fondazione “Bruno Kessler” (Trento) e Fondazione LINKS (Torino), e dagli enti territoriali: Innovo, Piccola Casa della Divina Provvidenza Ospedale Cottolengo, Azienda Sanitaria Locale - CN2 Alba e Bra.

 

L’incontro è in presenza e in diretta streaming su UniTo Media, aperto a tutti, con la presenza della Dott.ssa Paola Nardone del Centro Nazionale di Prevenzione delle Malattie e la Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, del Dr. Luigi De Angelis presidente della Società Italiana di Intelligenza Artificiale in Medicina SIIAM, dei Proff. Guido Boella e Marco Grangetto dell’Università di Torino, oltre al gruppo progettuale.

 

Il workshop è un evento accreditato ECM dall’Ospedale Cottolengo per 6 crediti formativi, codice 997-48035.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 17 Giugno, 2024

Fiducia e interesse nelle news in calo, ma quasi due terzi degli italiani consultano le notizie più volte al giorno

Italiane ed italiani si allineano alla sfiducia ormai prevalente verso i media nella maggioranza dei paesi occidentali, confessano un interesse verso l’informazione che non va oltre il 40% e raramente sono disponibili a pagare per le notizie online, soprattutto gli adulti. Ma, poi, nei comportamenti reali, si informano piuttosto di frequente (il 63% lo fa più volte al giorno), si fidano di più delle testate meno schierate e cercano, oltre all’aggiornamento, approfondimento e contesto, anche su tematiche difficili.

Sono solo alcune delle linee di tendenza che emergono dal Digital News Report Italia 2024, il primo studio che rende disponibile, elabora e analizza i dati sul nostro Paese che il principale studio globale sull’informazione, il Digital News Report 2024 del Reuters Institute for the Study of Journalism dell’Università di Oxford, pubblica ogni anno ma che avevano, finora, uno spazio necessariamente limitato. Lo studio è stato presentato in una conferenza a Torino, presso il Museo della radio e della televisione Rai, in via Verdi 16, questa mattina alle ore 10.30. Qui il link alla diretta dell’evento https://www.youtube.com/watch?v=CP-qNJGhm54

 

Una prima assoluta per l’Italia

Il Digital News Report Italia 2024 segue l’esempio di quanto avviene già in altri paesi – dalla Spagna all’Australia, dai Paesi Bassi all’Irlanda – ed è stato reso possibile dall’impegno congiunto del prof. Alessio Cornia (Dublin City University), autore per l’Italia del Reuters Institute Digital News Report, e del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università degli Studi di Torino, che ha voluto e pubblicato lo studio affiancando Cornia con tre autori – Marco Ferrando, Paolo Piacenza e Celeste Satta – e con la cura redazionale, editoriale e grafica, nonché con una rete di sostenitori, patrocinatori e partner. La Fondazione Compagnia di San Paolo ha, infatti, sostenuto con un importante contributo la realizzazione del rapporto; Rai, Ordine dei Giornalisti, Ordine dei Giornalisti del Piemonte e Università degli Studi di Torino hanno concesso il loro patrocinio; la Associazione Nazionale della Stampa Online (Anso) e il Festival Glocal di Varese sono partner del progetto.

“Il Digital News Report del Reuters Institute – spiega la prof. Laura Scomparin, direttrice scientifica del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università di Torino – ha da sempre il merito di monitorare di anno in anno, in chiave unitaria, trasformazioni e tendenze del mondo dell’informazione. In ogni contesto nazionale i cambiamenti si manifestano tuttavia con specificità tali da rendere particolarmente utile un “supplemento di inchiesta”. Da qui nasce l’idea di realizzare la prima edizione del Digital News Report Italia: posizionare, con ampiezza di indagine, l’Italia all’interno del grande cambiamento dell’informazione a livello globale permette infatti di cogliere tracce e riflessi importanti. Questa ricerca riflette pienamente l’approccio che il Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università di Torino ha sviluppato e consolidato nel corso dei suoi primi 20 anni di vita: una doppia attenzione ai processi innovativi di contesto e della professione giornalistica e alle loro reciproche contaminazioni”.

 

La fotografia: molte ombre ma anche qualche luce

Il rapporto è sintetizzato nell’Executive Summary, elaborato dal prof. Alessio Cornia (in allegato). I dati sono chiari, quanto ambivalenti: l’interesse per le notizie è diminuito, così come la fiducia, ma la maggior parte degli italiani continua a fruirne frequentemente. “La televisione – sottolinea Cornia – rimane la principale fonte di informazione, ma possiamo aspettarci presto un sorpasso dell’online, come già avvenuto in altri paesi. Gli italiani accedono alle notizie online principalmente tramite la mediazione di motori di ricerca, social media, e aggregatori, mentre diminuisce l’accesso diretto ai siti di informazione. La sfiducia rimane alta, ma le testate meno schierate e capaci di parlare ad un pubblico ampio godono di maggior fiducia”.

Il nodo della disinformazione resta un elemento di preoccupazione per molti italiani, ma è soprattutto la sovrabbondanza e la negatività delle informazioni in circolazione oggi a pesare su un comportamento di esplicito e intenzionale “allontanamento” dalle notizie. Quanto alla propensione a pagare per le notizie online, questa è in leggera diminuzione, ma molti sarebbero disposti ad abbonarsi a un costo inferiore, soprattutto i più giovani.

Come affrontare, allora, questa situazione? “È necessario – sottolinea Cornia – andare oltre l’informazione di base, aiutando il pubblico a comprendere meglio la complessità degli eventi e ad accedere a prospettive diverse, nuove e originali sui temi di attualità”. E Marco Ferrando, coautore dello studio e direttore delle testate e dei laboratori del Master in giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università di Torino, aggiunge: “Alcune variabili (propensione a pagare per abbonamenti e membership, interesse, fiducia) inducono a pensare che il migliore giornalismo debba farsi riconoscere come bene comune essenziale per la democrazia e la conoscenza, piuttosto che come mero prodotto commerciale. Inoltre, quanto emerge dall’analisi dei bisogni degli utenti secondo il paradigma degli user needs suggerisce di scommettere su una informazione di qualità, che, oltre ad aggiornare, spieghi, fornisca il contesto e offra prospettive non scontate e non schierate secondo le abituali linee di tensione politica. Al giornalismo anche gli italiani chiedono di raccontare fatti e suggerire domande, anche severe, ben più che rilanciare slogan e sposare battaglie politiche altrui”.

Il rapporto si articola in otto capitoli sulle diverse tematiche: Interesse e interazione; Fiducia e disinformazione; News avoidance; Performance delle testate e abbonamenti; Intelligenza artificiale e notizie; Social media; Video e podcast; User needs. A quanto emerge dall’analisi dei dati nei singoli capitoli si è scelto di affiancare sei Focus, dedicati a questioni caratteristiche del mercato italiano dell’informazione e affidati a otto esperte ed esperti: Marianna Bruschi e Mario Tedeschini Lalli; Karina Laterza e Monica Maggioni; Pasquale Quaranta; Pier Luca Santoro; Marco Giovannelli; Paola Molino.

 

Un dibattito che parte da Torino e riguarda tutto il Paese

Il lancio del Digital News Report Italia 2024 è stato a Torino, presso il Museo della radio e della televisione Rai di via Verdi 16, alle 10.30, in concomitanza con il lancio, nelle stesse ore, del Reuters Institute Digital News Report 2024 a Londra e New York. Introdotta dagli interventi di Carlo Bartoli, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, di Laura Scomparin, direttrice scientifica Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università di Torino e di Alberto Anfossi, segretario generale Compagnia di San Paolo, la ricerca è stata presentata da Alessio Cornia, assistant professor presso Dublin City University.

Ne hanno discusso insieme Marianna Bruschi, head of digital Sky Tg24, Ferruccio De Bortoli, presidente Fondazione Rcs, Marco Ferrando, direttore delle testate del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” e vicedirettore di Avvenire, Gianni Armand-Pilon, vicedirettore de La Stampa, Karina Laterza, vicedirettrice Direzione editoriale per l’Offerta informativa Rai e Riccardo Terzi, Google head of news & publishers partnerships, Italy & CEE.

“Siamo felici – sottolinea ancora Marco Ferrando – di dare l’avvio a un dibattito che speriamo si ampli e rafforzi: i dati che emergono dal rapporto crediamo possano illuminare e aiutare uno sforzo di trasformazione e rilancio di tutto il sistema dell’informazione in Italia, per il quale serve, ovviamente, coraggio, volontà e intelligenza”.

In allegato l’Executive summary del DNRI2024 e al link https://mastergiornalismotorino.it/progetti/digital-news-report-italia/ può essere scaricato il report integrale.

 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 17 Giugno, 2024

Il Master in Giornalismo "Giorgio Bocca" media partner delle Universiadi 2025

 L'Associazione Comitato Organizzatore dei XXXII FISU World University Games Winter Torino 2025 e il Master in Giornalismo "Giorgio Bocca" dell'Università di Torino hanno siglato un accordo di collaborazione finalizzato a coinvolgere studenti e studentesse del prossimo biennio nella copertura dei giochi invernali universitari che si terranno a Torino dal 13 al 23 gennaio 2025.

 

Da oltre 20 anni, il Master in Giornalismo "Giorgio Bocca" dell'Università di Torino collabora stabilmente con eventi di rilievo nel territorio piemontese e non solo, offrendo agli studenti e alle studentesse un'opportunità unica di formazione e di esperienza sul campo. In linea con questa tradizione, l'accordo prevede una media partnership con Futura News, la piattaforma media del Master. Futura News contribuirà alla copertura degli eventi tramite la pubblicazione di articoli su Futura.news e l'elaborazione di contenuti testuali e visivi per i social media (Facebook, Instagram, TikTok), che potranno essere condivisi anche sui canali ufficiali del FISU WUG 2025 Torino.

 

Protagonisti e protagoniste saranno i nuovi 20 studenti e studentesse dell’edizione 2024/2026 del Master in giornalismo di Torino: il bando della nuova edizione uscirà nei prossimi giorni di giugno 2024.

 

Studenti e studentesse seguiranno gli eventi sia a Torino sia nelle località montane, garantendo una copertura multimediale degli eventi. Nel dettaglio, un gruppo di 5-6 studenti, a rotazione e con l’assistenza dei tutor del Master, supporterà l'area Media del WUG, assicurando un flusso di comunicazione efficace e professionale. Oltre alla cronaca dai campi di gara, studenti e studentesse realizzeranno interviste ai protagonisti e reportage dai luoghi coinvolti, per raccontare l’evento in tutti i suoi aspetti.

 

Per garantire una preparazione adeguata, verranno organizzati diversi incontri entro dicembre con lo staff del WUG per allineare gli obiettivi, condividere le necessità e le regole di scrittura, stimolando gli studenti a sviluppare formati comunicativi efficaci.

 

"La possibilità di mettersi subito in gioco con le Universiadi arricchirà il prossimo percorso biennale con un’esperienza significativa sia dal punto di vista professionale che umano – dichiarano Laura Scomparin Marco Ferrando, direttrice scientifica e direttore delle testate del Master -. Le Universiadi saranno un grande evento di sport ma anche un’occasione di incontro per centinaia di studenti da tutto il mondo: poterle raccontare in prima persona sarà per noi un grande privilegio, che lascerà il segno nella formazione e nei curricula dei nostri studenti e delle nostre studentesse”.

 

“L’accordo stipulato con il Master di Giornalismo è un ulteriore tassello che definisce lo splendido mosaico dei FISU WUG Torino 2025: questa partnership rappresenta davvero l’essenza delle Universiadi, ovvero un evento di sport e cultura in cui i giovani sono protagonisti assoluti. Chi meglio di loro può quindi raccontarlo, facendone emergere non solo il lato sportivo, ma anche e soprattutto quello emotivo?" - ha commentato Alessandro Sciretti, Presidente del Comitato Organizzatore dei FISU WUG 2025 Torino. 

 

Contatti per ulteriori informazioni:

Comitato Organizzatore dei XXXII FISU World University Games Winter Torino 2025
Email: press@wugtorino2025.com
https://wugtorino2025.com/

 

Master in Giornalismo "Giorgio Bocca" dell'Università di Torino
giornalismo@corep.it
www.mastergiornalismotorino.it

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 10 Giugno, 2024

Lotta al cambiamento climatico: scoperti nuovi materiali capaci di catturare l'anidride carbonica

Mercoledì 5 giugno è stato pubblicato sulla rivista Nature l’articolo Capturing carbon dioxide from air with charged-sorbents, frutto della collaborazione tra i ricercatori dell’Università di Torino e i ricercatori dell’Università di Cambridge (UK), dell’Università di Hong Kong (Cina) e dell’Università Cornell (US). Lo studio si è focalizzato su una delle nuove tecnologie più promettenti nella lotta contro il cambiamento climatico: la DAC (Direct Air Capture), la cattura diretta dell'anidride carbonica dall'aria. Si tratta di una tecnica innovativa che, anziché concentrarsi solo sulla riduzione delle emissioni alla fonte, mira a rimuovere direttamente l’anidride carbonica già presente nell'aria, indipendentemente dalla sua origine.

 

Il concetto alla base della DAC è relativamente semplice ma, allo stesso tempo, la sua implementazione tecnologica richiede un notevole investimento in ricerca e sviluppo. La tecnologia si basa su sistemi che aspirano l'aria, la filtrano attraverso sostanze chimiche o materiali specializzati che catturano l’anidride carbonica e rilasciano aria pulita. L’anidride carbonica catturata viene poi concentrata e stoccata in modo sicuro, o riutilizzata in processi industriali. Una tecnica in grado di rivoluzionare l’approccio alla gestione del carbonio nonostante i costi energetici ed economici siano ancora molto elevati.

 

Lo studio, condotto da Valentina Crocellà e Matteo Signorile, ricercatori del Dipartimento di Chimica UniTO nel gruppo di Chimica Fisica, mira a sviluppare una nuova classe di materiali efficienti e a basso costo, noti come “sorbenti-caricati”. “Questi nuovi materiali - dichiara Valentina Crocellà - vengono preparati attraverso un processo di carica simile a quello di una batteria, accumulando ioni sulla superficie di carboni attivi a basso costo. Gli ioni inseriti hanno la capacità di catturare rapidamente l’anidride carbonica dall’aria, attraverso la formazione di specie chimiche, note come bi-carbonati. Ed è proprio questo uno dei punti di forza di questo nuovo materiale. Il rilascio dell’anidride carbonica può essere ottenuto a basse temperature (90-100°C) e la natura conduttiva del carbone stesso consente la rigenerazione diretta mediante un fenomeno noto come effetto Joule, utilizzando elettricità ottenuta da fonti rinnovabili”.

 

Uno degli aspetti cruciali per il successo della cattura diretta dell'anidride carbonica dall'aria è dunque l'ottimizzazione dei materiali utilizzati nei sistemi di cattura. Questi materiali devono essere altamente efficienti nella loro capacità di catturare e rilasciare anidride carbonica, energeticamente sostenibili ed economicamente convenienti. Nel caso specifico, l’utilizzo di tecniche sperimentali di caratterizzazione avanzata ha permesso di comprendere a fondo il meccanismo con cui l’anidride carbonica è catturata dal nuovo materiale, permettendo di porre le basi per lo sviluppo di altri “sorbenti-caricati”, con prestazioni ancora più elevate.

 

“Per ottenere le informazioni che ci eravamo prefissati - prosegue Matteo Signorile - abbiamo dovuto lavorare portando le strumentazioni presenti in laboratorio al loro limite, adattando la ricerca ai nuovi materiali che stavamo studiando. Una ricerca possibile anche grazie al supporto del progetto CH4.0 del Dipartimento di Chimica (MUR - Dipartimenti di Eccellenza 2023-2027) e del Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (INSTM). In un mondo che continua a fare i conti con livelli crescenti di emissioni di anidride carbonica, trovare soluzioni efficaci per ridurre la concentrazione di questo gas serra nell'atmosfera è diventato un imperativo. I nuovi materiali oggetto della pubblicazione su Nature potrebbero rappresentare una frontiera affascinante nella lotta contro il cambiamento climatico, offrendo speranza per un futuro in cui le emissioni di anidride carbonica potrebbero essere non solo ridotte, ma rimosse effettivamente dall'atmosfera”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 7 Giugno, 2024

UniTo sempre più sostenibile, sale sul podio

L’agenzia britannica Quacquarelli Symonds ha pubblicato il QS World University Ranking, forse il più noto ranking internazionale. Nell’edizione 2024-25 l’Università di Torino si colloca al 371° posto al mondo su 1500 atenei classificati, e oltre 5.600 valutati, in Italia su 42 (nel 2023 era 10°). Il livello complessivo di performance di UniTo in questo ranking molto competitivo raggiunge ora il top 25% delle migliori università del mondo secondo QS, ovvero ottiene risultati superiori a tre quarti delle istituzioni considerate.

 

I parametri valutativi di QS considerati riguardano innanzitutto la reputazione, tra accademici (con peso del 30%) e nel mondo del lavoro (15%), l’occupazione dei laureati (5%), le citazioni per docente (peso 20%) come indice della qualità della ricerca e il rapporto studenti per docente (peso 10%) per la qualità della didattica. Il 15% misura l’internazionalizzazione dell’ateneo nel suo corpo docente e studente e nella rete di ricerca, viste come capacità di attrazione e collaborazione, e il restante 5% considera le politiche oggi cruciali sulla sostenibilità e l’inclusività.

 

L’indicatore in cui l’Università di Torino registra la performance migliore è la sostenibilità, al 132° posto a livello mondiale e 3° in Italia, seguito dalla rete di ricerca internazionale, in cui l’ateneo eccelle collocandosi al 204° posto. Continua a crescere la reputazione accademica, al 205° posto in risalita di altre 8 posizioni rispetto allo scorso anno. UniTo, inoltre, ottiene punteggi nettamente superiori ai valori mediani anche nei parametri delle citazioni per docente e dei risultati occupazionali, 245° al mondo e 4° in Italia.

 

Per quanto riguarda le classifiche disciplinari (subject ranking) pubblicate ad aprile, l’Università di Torino registra diversi ambiti di eccellenza, posizionandosi al 155° posto nella macroarea Life Sciences and Medicine (top 100 in Veterinary Science e top 200 in Agriculture & Forestry), al 235° posto nell’area Art and Humanities (42° al mondo in Philosophy e top 100 in Theology & Religious Studies), al 248° posto nelle Natural Sciences, al 303° posto nelle Social Sciences and Management (top 200 in Education) e al 352°posto in area tecnologica che include Computer e Material Science.

 

Per ulteriori informazioni sulla metodologia delle classifiche universitarie si veda il sito:

https://politichediateneo.unito.it/ranking-internazionali/

 

Per approfondimenti su QS World University Rankings 2025 visita la pagina:

https://www.topuniversities.com/world-university-rankings

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 5 Giugno, 2024

La virtual reality experience di Inside Monet all'orto botanico di UniTo

Dal 1° giugno 2024 al 3 novembre 2024, presso l’Orto Botanico dell’Università di Torino (Viale Mattioli 25, Torino), si terranno i tour di Inside Monet, un’appassionante esperienza in realtà virtuale tra arte e natura, a cura di Way Experience – la media company tra i leader in Italia dei progetti di Virtual Reality nel settore del turismo culturale, vincitrice dell’Oscar dell’Innovazione Premio Angi 2022. Dopo il successo di Inside Monet a Milano, che ha visto la partecipazione di oltre 15.000 persone e dopo due mesi di Inside Monet al Parco del Valentino, l’esperienza ha trovato nell’Orto Botanico dell’Università di Torino la cornice perfetta per esaltare il connubio tra la bellezza della natura e la magia della Realtà Virtuale.

 

Inside Monet è una Virtual Reality Experience di taglio culturale, pensata per un pubblico trasversale, che unisce l’arte allo studio della natura, della luce, riportandoci nell’atmosfera di quei fermenti culturali che hanno contrassegnato il vitale mondo artistico parigino della seconda metà dell’Ottocento. Un nuovo viaggio nel tempo e nello spazio concepito da Way Experience che permette di vivere in prima persona il concetto di en plein air, il metodo pittorico principalmente adottato dal gruppo degli Impressionisti per meglio cogliere le sottili sfumature generate dalla luce su ogni singolo dettaglio. L’intero tour prenderà vita all’interno dell’Orto Botanico, museo dinamico per sua stessa natura, proponendo, in linea con il luogo ospite, un itinerario alla scoperta di un’oasi segreta nel cuore della città.

 

Un attore racconterà Monet e la sua storia, grazie alla narrazione drammaturgica scritta in collaborazione con Libero Stelluti. La voce di Monet, interpretata dall’attore Luciano Bertoli, nelle scene di Virtual Reality, accompagnerà i partecipanti all’interno dei quadri per assaporarne ogni singola sfumatura. 

 

Il percorso in cinque tappe

 

Il salon-atelier di Claude Monet a Giverny, in Normandia, scrupolosamente ricostruito attenendosi a quello reale, è il punto di partenza e fulcro da cui si apre l’intero percorso di Virtual Reality. La stanza, nel corso dell’esperienza, scena dopo scena, si va arricchendo dai quadri realizzati dal pittore nei quali verrà proiettato lo spettatore, delle fotografie dei luoghi a lui cari raffigurati nei suoi lavori e degli oggetti personali legati alla sua sfera più intima. 

 

Nella prima tappa il partecipante si troverà l’illustre paesaggio marino del porto di Le Havre immerso nella foschia dell'alba di Impressione, Levar del Sole (1872). L’invenzione della visione impressionista si deve, forse, proprio all’impatto che ebbe sulla critica questo suo dipinto, esposto per la prima volta insieme a opere di altri artisti in occasione della mostra del 1874 presso lo studio del fotografo Nadar. Il sole nascente, l’accostamento e le sfumature di colori dovute ai suoi raggi, sulla natura e sull’acqua, avvolgono lo spettatore nel paesaggio dell’alba divenuto così celebre.

 

La seconda tappa condurrà il visitatore nella distesa di verde tenue e di rosso scarlatto catturata dall’artista nel quadro I papaveri (1875), in quell’atmosfera tipica di aria estiva e in quella luce che Monet amava “catturare” dipingendo en plein air.

 

La terza tappa sarà una delle passeggiate che la moglie di Monet faceva insieme al figlio durante le calde giornate estive sulle colline di Argenteuil. Entrando nel quadro La passeggiata (1875) lo spettatore osserverà il vestito di Camille ondeggiare e l’erba abbandonarsi alla gradevole brezza estiva che avvolge tutto il paesaggio.

 

La quarta tappa è ne I covoni (1890-91). Davanti a un campo e ai mucchi di fieno seccati dal sole, Monet si presenterà come "cacciatore in cerca di impressioni" intento a studiare il tema delle mutazioni della luce e degli effetti di colore, tra i più cari e indagati dal pittore.

 

Lo stagno delle ninfee (1899) è la quinta e ultima tappa del percorso. Monet considerava il suo giardino di Giverny il suo capolavoro più bello, ed è qui che nasce la serie di oltre 250 dipinti con protagoniste le ninfee. Qui in questo giardino si ritroverà lo spettatore, al cospetto dell’armonia dei colori e delle pennellate che si combinano con gli effetti dell’acqua e della luce in natura, osservando i raggi del sole tra la vegetazione, i riflessi dei colori, il ponte ad arco in stile giapponese che Monet aveva fatto costruire in onore della cultura del Sol Levante da lui molto amata che si riflette nelle pennellate veloci di questo dipinto. 

 

“Aprire mondi impossibili è da sempre la nostra mission – afferma Marco Pizzoni, co-founder di Way Experience –. In ogni progetto portiamo lo spettatore a vivere in prima persona emozioni in altri tempi e in altri contesti storici, così da potere comprendere la storia e il presente, l’arte e tutti gli avvenimenti socio-culturali che affrontiamo nei nostri progetti. Inside Monet porta Parigi a Torino, traghetta lo spettatore nel porto di Le Havre e gli mostra i riflessi della luce dell’alba sull’acqua, guida il compagno di viaggio nella storia dell’Impressionismo e nell’intimità dei ricordi del pittore, svelando le stesse emozioni da lui provate e da lui tradotte su tela. Con una punta di orgoglio possiamo dire che in questo progetto di experience culturale la realtà virtuale supererà la fantasia dei partecipanti”. 

 

“Siamo lieti di ospitare questa novità che ben si inserisce, per contenuti e tipologia di esperienza, nel contesto culturale e storico del nostro Orto Botanico” dichiara la direttrice dell’Orto Botanico e del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, Maria Consolata Siniscalco

 

WAY Experience è un’Impresa Culturale e Creativa di Milano, specializzata nella produzione e distribuzione al grande pubblico di esperienze immersive culturali e turistiche. Attiva dal 2019, fondata da Pier Francesco Jelmoni, Marco Pizzoni e Mattia Trapani, è oggi una realtà di riferimento nel settore di innovazione culturale. Negli anni, oltre 100.000 persone hanno partecipato ai progetti di WAY Experience, tra gli altri si ricordano: Inside Monet Milano, You Are Verdi, You Are Leo, The R-evolution Park, You Are Darwin, Geronimo Stilton Live Experience - Viaggio nel Tempo. WAY Experience è vincitrice dell’Oscar dell’Innovazione Premio Angi 2022 nella sezione Cultura e Turismo e ha ricevuto la menzione al Compasso d’Oro di Milano nel 2022. www.wayexperience.it

 

 L'Orto Botanico di Torino è stato fondato nel 1729 per volere di Vittorio Amedeo II.  Sin dalla sua fondazione si pone come obiettivo quello di divulgare la conoscenza delle piante, i loro usi e la loro ecologia ed è coinvolto dal Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino nella ricerca scientifica sulle piante e sulla loro conservazione. Dal 1997 è aperto al pubblico dalla primavera all’autunno, offrendo la possibilità di visite guidate e attività didattiche per le scolaresche e organizza conferenze e visite guidate tematiche.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 31 Maggio, 2024

All'Università di Torino la Conferenza Nazionale di Delegate/i dei Rettori per i Poli Universitari Penitenziari

Da domani giovedì 30 maggio fino a sabato 1° giugno si riunisce all’Università di Torino l’Assemblea della Conferenza Nazionale dei Delegati dei Rettori per i Poli Universitari Penitenziari (CNUPP). Alla tre giorni saranno presenti delegate e delegati dei Rettori di circa 40 Atenei. 

 

La CNUPP è stata istituita nel 2018 come organo della CRUI, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e vede oggi l’adesione di 44 Atenei di tutte le regioni d’Italia, con attività didattiche e formative chegarantiscono il diritto all’istruzione superiore in più di 100 istituti penitenziari e svolgono altre attività di ricerca e impegno culturale in carcere e più ampiamente nel campo dell’esecuzione delle pene. 

 

Nell’anno accademico 2023/24 sono 1.707 gli studenti e le studentesse iscritti ai Poli universitari, appartenenti a tutti i circuiti di detenzione (media sicurezza, alta sicurezza, 41 bis). Circa 155 di loro fruiscono di misure alternative o di altre forme di esecuzione delle pene. (I dati del Monitoraggio effettuato sugli iscritti e le iscritte nell’A.A. 2023-24 sono in allegato).

 

Due sono i terreni di impegno della CNUPP. In primo luogo, la Conferenza svolge attività di promozione, riflessione e indirizzo del sistema universitario nazionale e dei singoli Atenei in merito alla garanzia del diritto allo studio delle persone detenute o in esecuzione penale esterna o sottoposte a misure di sicurezza detentive. In secondo luogo, è organo di rappresentanza della CRUI nel confronto con il Ministero della Giustizia ed in particolate con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità e con le loro articolazioni periferiche. Ne sono scaturiti accordi, protocolli e linee-guida che regolano i rapporti tra Atenei e i singoli Istituti o gli altri servizi dell’Amministrazione della Giustizia per la definizione delle condizioni che, all’interno degli istituti penitenziari e più in generale per le persone in situazioni di limitazione della libertà personale, rendano fruibile il diritto allo studio universitario per tutti coloro che ne hanno interesse. 

 

La prima parte del programma, nel pomeriggio del 30 maggio, nell’Aula Magna del Campus Luigi Einaudi (Lungo Dora Siena 100, Torino), è aperta a invitati universitari e delle istituzioni del territorio ed alla stampa e ai media. Interverranno per interventi istituzionali, Roberto Di Lenarda (Rettore Università di Trieste e Referente CRUI per rapporti con la CNUPP), Giovanni Russo (Capo Dipartimento Amministrazione Penitenziaria), Giancarlo Cirielli (Direttore Generale Detenuti e Trattamento del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria), Domenico Arena (Direttore Generale Esecuzione Penale Esterna del Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità) e Irma Conti (Componente Collegio Garante Nazionale diritti delle persone private della libertà personale).

 

Seguirà la relazione del Prof. Franco Prina, Delegato del Rettore per il Polo Universitario per studenti detenuti dell’Università di Torino e Presidente della CNUPP, dal titolo “Sei anni di presenza e impegno della CNUPP: un bilancio aperto al futuro”.

 

Dopo la discussione generale, concluderanno il pomeriggio due interventi su Università e carceri: uno sguardo al panorama internazionale a cura di Baz Dreisinger (City University of New York - Incarceration Nations Network) e Sergio Grossi (Ricercatore Marie Curie affiliato alla UCM di Madrid e a Paris 1 Sorbonne).

 

Venerdì 31 maggio l’Assemblea si trasferirà a Saluzzo, sede del secondo Polo universitario penitenziario gestito dall’Università di Torino nella Casa di Reclusione “Rodolfo Morandi” con 32 studenti, tutti in regime di Alta Sicurezza. 

 

Il programma prevede, al mattino, una visita in carcere dove è prevista la presentazione dei corsi di studio frequentati nel Polo di Saluzzo a cura degli studenti detenuti, un confronto degli studenti con le Delegate e i Delegati dei Poli Universitari Penitenziari italiani e alcuni interventi istituzionali: Rita Monica Russo (Provveditore Amministrazione Penitenziaria Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria), Irma Conti(Componente Collegio Garante Nazionale diritti delle persone private della libertà personale), Bruno Mellano (Garante persone sottoposte a misure restrittive della libertà Regione Piemonte), Paolo Allemano(Garante persone private della libertà personale Comune di Saluzzo). 

 

Al pomeriggio è stata organizzata - in collaborazione con il Comune di Saluzzo - una visita al Museo della memoria carceraria presso l’ex carcere “La Castiglia”. Ad accogliere i partecipanti sarà l’AssessoreFiammetta Rosso. La visita sarà guidata da Claudio Sarzotti, docente dell’Università di Torino e Direttore Scientifico del Museo.

 

Il 1° giugno è prevista l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo e del/della nuovo/a Presidente nazionale della CNUPP per il triennio 2024-2027. L’Assemblea di Torino, sarà infatti l’ultima Assemblea della Presidenza del Prof. Franco Prina, dopo due mandati, e segnerà anche la conclusione del suo impegno come Delegato del Rettore dell’Università di Torino per il Polo studenti detenuti dell’Ateneo. Il Nuovo Delegato dell’Ateneo torinese sarà il Prof. Rocco Sciarrone.

 

Tutti i dati e le informazioni sulla CNUPP sono reperibili nel sito: https://www.crui.it/cnupp.html

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 29 Maggio, 2024

L’Università di Torino per il Festival Internazionale dell'Economia

“Chi possiede la conoscenza” è il tema della terza edizione del Festival Internazionale dell’Economia, che si svolgerà dal 30 maggio al 2 giugno 2024 a Torino. Un argomento che coinvolge ogni singolo settore della vita pubblica: dalle imprese al commercio, dalla salute alle politiche urbane, dai trasporti alla comunicazione oltre, naturalmente, al mondo della ricerca e della formazione.

 

L'Università di Torino prenderà parte al Festival portando il suo contributo con quattro panel istituzionali che vedranno la partecipazione di numerosi docenti dell’ateneo.

 

Giovedì 30 maggio, alle 18 nell’Aula Camera Italiana del Museo del Risorgimento, si terrà Tecnologia e imprese: l'intelligenza artificiale comanderà l'economia? introdotto da Francesca Culasso, Direttrice del Dipartimento di Management “Valter Cantino”. Insieme a lei interverranno Riccardo Beltramo, Laura Broccardo, Stefano Cerrato, Alberto Ferraris, Ivan Gnesi, Patrizia Pia e Francesca Ricciardi.

 

Si proseguirà venerdì 31 maggio alle 16:30 all’Auditorium Oratorio al San Filippo Neri con Arte e mercato: prospettive storiche per la contemporaneità, coordinato da Gianluca Cuniberti, Direttore del Dipartimento di Studi Storici. Interverranno Mariolina Bassetti, Giovanni Casini e Laura Mattioli.

 

Sabato primo giugno, alle 10:30 all’Auditorium Oratorio al San Filippo Neri, è la volta di OK computer: musica, algoritmi e diritti, coordinato da Andrea Gallice, docente del Dipartimento di Scienze economico-sociali e matematico-statistiche. Insieme a lui Mariella Albarello, Max Bellarosa, Fabrizio Gargarone e Giuseppe Mazziotti.

 

Lo stesso giorno, alle 10:30 nella Sala Gymnasium presso CAMERA Centro Italiano per la Fotografia, si parlerà di Intelligenza artificiale generativa e competenza umanaNel corso dell’evento, coordinato da Paola Pisano e Francesco Quatraro, interverranno Anastassia Fedyk, Joshua Gans, Antonio Gulli ed Elio Schiavo.

 

Il Festival Internazionale dell’Economia è ideato, progettato e progettato e organizzato dagli Editori Laterza con la direzione scientifica di Tito Boeri. La manifestazione è promossa dal TOLC (Torino Local Committee), coordinato dalla Fondazione Collegio Carlo Alberto e composto dalla Regione Piemonte, dalla Città di Torino, dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, dalla Fondazione CRT, dall'Università di Torino, dal Politecnico di Torino, dalla Camera di commercio di Torino, da Unioncamere Piemonte, da Unione Industriali Torino e da Legacoop.

 

Per scoprire il programma completo consulta il sito web.
Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 29 Maggio, 2024
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