Una montagna senza confini: verso un superamento della controversia tra Italia e Francia sulla vetta del Monte Bianco

Il 24 maggio, alle ore 14.30, si terrà presso l’Archivio di Stato di Torino (Sezione Corte, Piazza Castello, 209 / Piazzetta Mollino) il convegno “Monte Bianco: la montagna senza confini”, nel corso del quale verrà presentato l’omonimo volume a cura di Roberto Louvin e Michele Vellano (Wolters Kluwer, 2024).

 

Organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, dall’Archivio di Stato di Torino e dalla SIOI Piemonte e Valle d’Aosta, l’evento costituirà l’occasione per discutere le riflessioni proposte dagli autori del volume circa il possibile superamento della controversia che da tempo contrappone l’Italia e la Francia rispetto alla definizione del confine sulla vetta del Monte Bianco.

 

Il volume, frutto della collaborazione di studiosi di diverse università italiane e francesi e sostenuto dalla Fondazione Courmayeur Mont Blanc e dal Centro Studi sull’Arco Alpino Occidentale, ha lo scopo di contribuire a fare chiarezza, fornendo al lettore una precisa e chiara ricostruzione dei fatti e delle fonti rilevanti per la disputa territoriale.

 

Allo stesso tempo, il volume inaugura una nuova prospettiva, dimostrando come il Monte Bianco costituisca un luogo dell’identità europea e un bene comune dell’intera umanità a cui dedicare e rinnovare ogni possibile sforzo per la sua salvaguardia. Del resto, le nuove sfide poste dai cambiamenti climatici richiamano anche le amministrazioni locali, regionali e statali a un’azione comune per la tutela di questo inestimabile patrimonio naturale, paesaggistico e culturale.

 

Il patrimonio di esperienze cooperative pregresse potrebbe favorire il superamento della controversia sui confini, portando l’Italia e la Francia a riconoscere la vetta del Monte Bianco quale luogo simbolo della comune identità europea. In tale prospettiva, l’iscrizione del Monte Bianco nella lista dei siti UNESCO, così come l’attribuzione alla sua vetta del Marchio del patrimonio europeo proposta nell’opera, potrebbero costituire il suggello dell’approccio proposto nell’opera: il Monte Bianco quale montagna senza confini.
 

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Giovedì, 23 Maggio, 2024

Il cinema e i movimenti LGBTQ+. Questioni di metodo

Domani, venerdì 24 maggio alle 9.30, nell’aula Aldo Moro 1 del Complesso Aldo Moro (via Verdi, Torino), si tiene la giornata di studi Il cinema e i movimenti LGBTQ+, dalle prime tracce all’istituzionalizzazione (1945-1989). L’iniziativa, organizzata nell’ambito del progetto PRIN 2022, si propone di promuovere la riflessione e lo scambio di idee sulle tematiche legate al cinema e ai movimenti LGBTQ+, offrendo uno spazio di confronto e approfondimento su questioni di metodo e approcci di ricerca.

 

I lavori si apriranno con i saluti istituzionali di Andrea Malvano, Presidente del Corso di Studi in CAM, e Antonio Pizzo, Presidente del Corso di Studi in DAMS e Coordinatore del Gruppo di ricerca interdipartimentale in Storia e Teoria LGBTQ dell’Università di Torino.

 

La giornata proseguirà con la presentazione del progetto Il cinema e i movimenti LGBTQ+, dalle prime tracce all’istituzionalizzazione (1945-1989), a cura di Mauro Giori (Principal Investigator, Università degli Studi di Milano), Giovanna Maina (Responsabile dell’Unità dell’Università di Torino), Stella Dagna (Università degli Studi di Milano), Federica Piana (Università di Torino) e Chiara Stagno (Università di Torino).

 

I lavori continueranno con due panel tematici: il primo, Voci ribelli. Narrazioni non conformi tra storia, memoria e cinema, esplorerà le narrazioni non conformi espresse da soggettività che hanno tradizionalmente sfidato le convenzioni sociali e culturali, con particolare attenzione al loro rapporto con il cinema; il secondo, Tra storia globale e identità. Festival cinematografici e voci LGBTQ+, approfondirà il ruolo dei festival cinematografici nell’affermazione delle voci LGBTQ+ a livello globale e affronterà l’uso della storia orale nell’approccio allo studio delle comunità LGBTQ+ e delle loro pratiche.

 

Interverranno Mauro Giori (Università degli Studi di Milano), Mariagrazia Fanchi (Università Cattolica del Sacro Cuore), Stefano Pisu (Università degli Studi di Cagliari), Alessio Ponzio (University of Saskatchewan) e Gabriele Proglio (Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo). Insieme a loro ci saranno Daniela Adorni (Università di Torino), Giulia Muggeo (Università di Torino), Paola Valentini (Università di Torino) e Federico Zecca (Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”).

 

L’evento si svolge con il patrocinio di: Università di Torino, Dipartimento di Studi Umanistici, Corso di Studi in DAMS, Consulta Universitaria Cinema (CUC).
 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 23 Maggio, 2024

A Torino l'eccellenza internazionale dell'intelligenza artificiale

Da oggi mercoledì 22 maggio fino a venerdì 24 maggio 2024, presso Centro Congressi Lingotto (via Nizza 280, Torino) si tiene il Congresso LREC-COLING 2024, una delle più importanti conferenze di Natural Language Processing, la disciplina che studia nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale il trattamento automatico del linguaggio umano, e che ha dato origine, tra le tante cose, a ChatGPT, Alexa, Siri e Google. La cerimonia di apertura vede i saluti istituzionali del Prof. Guido Boella, Vice Rettore Vicario per la promozione dei rapporti con le imprese e le associazioni di categoria delle imprese e per il coordinamento con le iniziative di innovazione industriale sul territorio dell’Università di Torino.

 

La conferenza è interamente focalizzata sulle tematiche relative all’applicazione dell’AI al linguaggio naturale ed è caratterizzata da una forte impronta interdisciplinare che favorisce l’incontro tra tecnologie informatiche, linguistica, psicologia e scienze cognitive, per la costruzione di language models e altre risorse dalle diverse applicazioni.      

     

La conferenza è stata organizzata da due tra i principali attori internazionali nel campo della linguistica computazionale, ELRA Language Resources Association (ELRA) e l’International Committee on Computational Linguistics (ICCL), che hanno unito le forze per organizzare una Conferenza congiunta per il 2024, a Torino. Seguendo la tradizione delle affermate conferenze madri COLING e LREC, la conferenza congiunta presenterà grandi sfide e offrirà ampie opportunità per scambiare informazioni e idee attraverso presentazioni orali, numerose poster session, il tutto completato e un programma sociale accogliente. A LREC-COLING 2024 parteciperanno circa 3000 persone provenienti da tutto il mondo.

 

Tra i keynote speaker Roger Levy del MIT, Juanzi Li della Tsinghua University e Michele Loporcaro dell'Università di Zurigo e Scuola Normale Superiore di Pisa. Roger Levy, presenterà un talk sui Large Language Models (LLMs) e comprensione umana, offrendo uno sguardo sulle capacità di elaborazione e generazione del linguaggio dei LLMs e il loro impatto sulla comprensione della mente umana. Juanzi Li, Tsinghua University, esplorerà temi che riguardano la conoscenza nell'era dei LLMs, focalizzandosi sulle recenti conquiste nel campo dell'intelligenza artificiale e sulle sfide e opportunità legate all'applicazione dei LLMs in diversi contesti. Infine, Michele Loporcaro, dell'Università di Zurigo e della Scuola Normale Superiore di Pisa, offrirà una prospettiva sul “paesaggio linguistico italiano”, esplorando la ricchezza dei dialetti italiani e il loro contributo alla comprensione della diversità linguistica.

    
L’evento è organizzato da ELRA - Language Resources Association associazione non-profit per la diffusione delle tecnologie del linguaggio e la condivisione delle relative risorse computazionali e linguistiche e da International Committee for Computational Linguistics. A capo dell’organizzazione sono i due general chair, la Prof.ssa Nicoletta Calzolari dell’Istituto di Linguistica Computazionale - CNR di Pisa e il Prof. Min-Yen Kan della National University of Singapore. L’organizzazione locale per la conferenza di Torino è ad opera del Dott. Valerio Basile, della Prof.ssa Viviana Patti e della Prof.ssa Cristina Bosco, docenti del Dipartimento di Informatica di UniTo.

 

“La linguistica computazionale – spiega la Prof.ssa Viviana Patti - è al centro di incredibile insieme di applicazioni che pervadono in nostro quotidiano, si pensi agli assistenti vocali come Alexa, i traduttori automatici come Google Translate, gli assistenti personalizzati sui telefonini che, fra le altre cose, ci suggeriscono la parola successiva da inserire nei messaggi che scriviamo, i motori di ricerca guidati dalla semantica, e in generale di tutte le più recenti tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale.  LREC-COLING 2024 è un’opportunità straordinaria che riunisce a Torino i maggiori scienziati esperti e le maggiori aziende mondiali per progettare il futuro in questi e altri ambiti. Il risultato è anche il frutto di un grande gioco di squadra tra centri di ricerca e università italiane, che si sono aggregate quasi dieci anni fa attorno a AILC, l’Associazione Italiana di Linguistica Computazionale (www.ai-lc.it). I linguisti computazionali italiani infatti sono scientificamente coinvolti, a livello nazionale e internazionale, nei più recenti sviluppi dell'Intelligenza Artificiale, in particolare dei cosiddetti grandi modelli linguistici, come quello alla base di ChatGPT. Il dipartimento di Informatica di Torino si conferma uno dei poli di eccellenza nel panorama italiano in questo ambito, con una storica tradizione di ricerca relativa alla creazione di risorse e modelli computazionali di conoscenza linguistica per la lingua italiana e al benchmarking linguistico aperto, mantenuta viva anche anche dalla progettazione di nuovi percorsi didattici multidisciplinari e internazionali come la nuova laurea magistrale in Language Technologies and Digital Humanities che contribuisce alla formazione di nuove generazioni di esperti.”

 

Di seguito il programma completo.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 22 Maggio, 2024

UniTo si conferma tra le migliori università italiane nel CWUR ranking del 2024

Il Center for World University Rankings (CWUR) ha pubblicato la classifica che valuta annualmente le migliori università del mondo. Nell’edizione 2024 sono presenti in classifica 2000 Atenei, su quasi 21.000 presi in considerazione, di cui 67 italiani.

 

L’Università di Torino consolida la sua posizione nella parte alta della classifica posizionandosi al 5° posto in Italia, dopo Sapienza Università di Roma (124°), Università di Padova (173°), Università di Milano (186°) e Università di Bologna (201°). La seguono l’Università di Napoli Federico II (253°), Università di Firenze (267°), Università di Genova (271°), Università di Pisa (272°), e Università di Pavia (311°). UniTo si posiziona al 95° posto in Europa e al 245° posto a livello globale, nel top 1,2% del ranking.

 

A livello mondiale si confermano in testa alla classifica le americane Harvard University, Massachusetts Institute of Technology (MIT) e Stanford University.

 

Le classifiche del CWUR valutano le università nelle loro attività principali attraverso l’utilizzo di 7 indicatori di prestazione raggruppati in 4 aree con un peso percentuale così distribuito:

 

  • Qualità della didattica: 25%
  • Occupabilità: 25%
  • Qualità del corpo docente: 10%
  • Ricerca: 40%

 

Per maggiori informazioni: https://cwur.org/2024.php

 

Per approfondimenti sui ranking globali e disciplinari delle università visita la pagina:https://politichediateneo.unito.it/ranking-internazionali
 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 13 Maggio, 2024

UniTo Live, il podcast di UniTo in diretta dal Salone

L’Università di Torino conferma la collaborazione con il Salone Internazionale del Libro di Torino, proponendo un nuovo format: un podcast live in diretta dallo Stand UniTo (R52 del Padiglione 3 di Lingotto Fiere), che sarà trasmesso sul canale Youtube di Ateneo UnitoYou.

 

Da domani giovedì 9 a lunedì 13 maggio, ogni giorno dalle ore 14, ai microfoni di UniTo Live si alterneranno molti ospiti, proponendo punti di vista differenti su temi diversi. L’intelligenza artificiale e le prospettive del suo rapidissimo sviluppo (domenica 12 maggio alle 14.45), l’hate speech nelle conversazioni sportive online (giovedì 9 maggio alle 16.15), la stampa italiana e la persecuzione fascista dei giornalisti ebrei (sabato 11 maggio alle 15.30), le leggi “firmate” da donne che hanno cambiato l’Italia (giovedì 9 maggio alle 17), l’importanza del sistema sanitario pubblico in un incontro a cura di SaluTo, il progetto della Scuola di Medicina dell'Università di Torino con Politecnico di Torino e YEG (venerdì 10 maggio alle 17).

 

Si parlerà anche di cinema, a partire dalle memorie di Étienne-Gaspard Robertson, lo sperimentatore che con la fantasmagoria itinerante anticipò di un secolo il cinematografo (venerdì 10 maggio alle 14.45), per arrivare all'immaginario mediale americano contemporaneo (venerdì 10 maggio alle 16.15). Racconteremo storie di attivismo, che spesso toccano questioni su cui anche la ricerca scientifica si interroga (domenica 12 maggio alle 16.15).

 

E, ancora, si approfondiranno la storia “geologica” del nostro pianeta (sabato 11 maggio alle 14), le storie di torinesi “ribelli”,  pioniere che hanno superato convenzioni e discriminazioni con la loro autonomia di pensiero e azione (domenica 12 maggio alle 17), il ruolo di scuola e di università nel rendere concrete le vite immaginarie (sabato 11 maggio alle 14.45), la convivenza tra differenze nella metropoli del futuro (venerdì 10 maggio alle 14), la comprensione e cura della malattia mentale (venerdì 10 maggio alle 15.30), i social e il loro impatto sulla produzione e fruizione culturale (giovedì 9 maggio alle 14), la ricchezza del patrimonio linguistico del nostro Paese (domenica 12 maggio alle 15.30) e le realizzazioni concrete del pluralismo religioso conseguenza delle migrazioni (lunedì 13 maggio alle 16.15). Dalla storia all'attualità, passando attraverso il percorso di emancipazione delle donne, l’immigrazione, la musica di protesta e i temi dell'inclusione sociale e della sostenibilità ambientale: questi sono solo alcuni degli argomenti di cui si parlerà, a partire soprattutto da libri, ma anche con performance multimediali, per proporre spunti di riflessione sull’attualità e sul mondo contemporaneo.

 

Tra i tanti ospiti di UniTo Live anche Raffaella Romagnolo, che con il suo ultimo romanzo “Aggiustare l’universo” (Mondadori, 2024) è candidata al Premio Strega (sabato 11 maggio alle 14.45), poi Daniele Mencarelli, Premio Strega Giovani 2020 e autore di “Tutto chiede salvezza” da cui è stata tratta una serie Netflix (venerdì 10 maggio alle 15.30), ed Emiliano Morreale (venerdì 10 maggio alle 16.15), Premio Campiello opera prima 2023 con il romanzo “L'ultima innocenza” (Sellerio, 2023).

 

E ancora, spazio agli influencer: Giulia Gazzo conosciuta come Lunny, attivista e content creator per i diritti delle persone autistiche con un approccio intersezionale femminista e queer (venerdì 10 maggio alle 14), Lù Casini, ricercatrice e divulgatrice scientifica (domenica 12 maggio alle 16.15), Valentina Pano, content creator e studendessa di filosofia, su Instagram @sonomelaidi, e Andrea Abbattista, educational creator, conosciuto su Instagram come @iltorinesecurioso (entrambi giovedì 9 maggio alle 14).

Inoltre tutte le mattine dalle 11 alle 13 sarà ai microfoni la redazione del Master in Giornalismo "Giorgio Bocca" dell’Università, con Futura TALK - speciale SALTO24: il racconto di questa edizione del Salone sarà trasmesso in diretta sul canale Youtube di Futura, con ospiti e voci raccolte tra gli ospiti del Salone: scrittori, giornalisti e personaggi dello spettacolo.

 

Sarà la scrittrice indiana Radhika Jha la protagonista dell’evento del Salone OFF che UniVerso, l’osservatorio permanente sulla contemporaneità dell’Università di Torino, propone venerdì 10 maggio alle 18, nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale (Via Verdi 9). In occasione della presentazione del suo ultimo romanzo "La foresta nascosta" (Sellerio, 2024), incontrerà il suo pubblico dialogando con Carmen Concilio, docente di Letteratura Inglese e Postcoloniale UniTo, e Alberto Pelissero, docente di Lingua e Letteratura Sanscrita e Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Ateneo.

 

Evento speciale, venerdì 10 maggio dalle 13 alle 14 e domenica 12 maggio dalle 13.30 alle 14.30, la performance di Più, il Quadruped Robot di CIM4.0 - Competence Industry Manufacturing, il centro di competenza nazionale a elevata specializzazione costituito da UniTo e Politecnico di Torino, riconosciuto come polo d’eccellenza nell’ambito della trasformazione tecnologica delle imprese. Più sarà allo Stand UniTo pronto a interagire anche con le bambine e i bambini che visiteranno il Salone.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 8 Maggio, 2024

Ricercatori di UniTo scoprono un nuovo meccanismo di controllo della fioritura

Un lavoro appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences USA, condotta da un gruppo di ricercatori e ricercatrici coordinati da Francesca Cardinale, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, ha indagato sull’effetto che l’ultima classe di ormoni vegetali in ordine di scoperta, gli strigolattoni, ha sulla fioritura. Il lavoro è stato condotto su una specie di grande interesse alimentare, il pomodoro, che è anche una pianta modello per studi molecolari.

 

La fioritura è una tappa fondamentale nello sviluppo della pianta, ed è un fattore cruciale sia negli ambienti naturali che nell’agricoltura. Per questi motivi è da sempre oggetto di studio, e c’è moltissimo interesse sui fattori interni alla pianta che le permettono di passare dallo stadio giovanile a quello adulto (una sorta di “pubertà”) aprendo la strada alla formazione dei fiori veri. Molti di tali fattori sono ormoni, piccole molecole mobili che influenzano l’attività di cellule e tessuti anche a distanza dal punto di produzione.

 

La ricerca ha dimostrato come gli strigolattoni siano in grado di promuovere la transizione della pianta dallo stadio giovanile a quello adulto, e lo sviluppo dei fiori.

 

“Ci occupiamo di queste molecole da diversi anni, da prima ancora che fossero identificate come ormoni - spiega la Prof.ssa Francesca Cardinale, coordinatrice del gruppo di lavoro -. I primi effetti noti degli strigolattoni, che sono studiati ormai dagli anni ’60 del secolo scorso, sono in realtà associati a microrganismi e piante parassite presenti nella porzione di suolo intorno alla radice della pianta, la cosiddetta rizosfera. In questo spazio, in cui gli strigolattoni sono essudati dalle radici che li producono, essi vengono percepiti dai possibili partner, nei quali inducono cambiamenti che favoriscono l’interazione con la pianta – sia essa benefica o dannosa. Alla scoperta del loro ruolo ormonale, nel 2008, abbiamo cominciato ad investigare a fondo anche il loro ruolo in caso di stress ambientale, specialmente siccità. Durante questi studi, ci siamo accorti che piante di pomodoro geneticamente compromesse nella produzione di strigolattoni fiorivano poco e tardi, soprattutto in caso di stress. Abbiamo anche notato che il trattamento con strigolattoni di sintesi, o una iperattivazione della loro via biosintetica nelle foglie e fusto, portava a una fioritura precoce e più abbondante. Questa iperattivazione si può ottenere in maniera relativamente facile innestando un fusto in cui la produzione di strigolattoni è normale, su un portainnesto (radici) che invece sia difettoso. Il fusto percepisce la carenza radicale e attiva la produzione in loco; questa, a sua volta, stimola la fioritura”.

 

Partendo da queste osservazioni i ricercatori hanno cercato di capire più precisamente su quali tappe dello sviluppo riproduttivo si esercitasse l’azione degli strigolattoni, e dove si posizionassero nella rete molecolare di modulatori della fioritura. Si trattava di una via completamente nuova, o di una componente sconosciuta di vie già descritte? I difetti nella sintesi o percezione degli strigolattoni sono più evidenti in alcune specie come pomodoro, patata, petunia, alcune leguminose; come mai non succede la stessa cosa in altre specie?

 

“Abbiamo deciso di affrontare queste domande confrontando inizialmente l’espressione genica – specialmente per i geni correlati alla fioritura – in foglie di piante “normali” o con livelli ridotti di strigolattoni - continua la Prof.ssa Francesca Cardinale -. Abbiamo così notato che alcune componenti specifiche erano alterate, e queste ci hanno fornito una prima pista di indagine; seguendola, siamo riusciti a gettare luce sulle principali connessioni tra questi ormoni e la rete di modulatori della fioritura noti, ormonali e non. Il quadro che ne deriva spiega anche probabilmente perché gli effetti sulla riproduzione sono più vistosi in certe specie: la carenza di strigolattoni, tra le altre cose, stimola la produzione delle gibberelline. E le gibberelline sono a loro volta ormoni con effetti diversi sulla fioritura a seconda della specie: in pomodoro la sfavoriscono, mentre in altre piante, come ad esempio il riso, la promuovono”.

 

La ricerca descrive un importante tassello nel controllo della fioritura in una pianta di interesse agronomico, e apre a sviluppi applicativi: ad esempio con pratiche di trattamento con strigolattoni contenuti in biostimolanti, o con l’adozione di specifiche combinazioni di innesto. Dato che gli strigolattoni sono anche importanti attori del processo di acclimatazione allo stress, sarà interessante valutare come questi tre fattori (stress, strigolattoni e fioritura) interagendo tra loro modellano la plasticità della pianta. In ultima analisi, infatti, è importante capire come le piante gestiscono il loro ciclo vitale sotto stress e come possiamo indirizzarne i processi, se vogliamo che continuino a fiorire e produrre per noi e l’ambiente pur confrontandosi con le temperature crescenti e l’incostante disponibilità di acqua a cui le stiamo obbligando.

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Giovedì, 2 Maggio, 2024

Famelab Italia 2024: il primo talent show della scienza torna a Torino

Il 2 maggio 2024 torna a Torino FameLab, la competizione internazionale rivolta a giovani ricercatrici e ricercatori che si occupano di scienza e tecnologia e hanno il talento della comunicazione. L’evento, di dimensione globale, è organizzato dal 2012 in Italia da Psiquadro in collaborazione con il Cheltenham Festivals, ideatore del format, e in partnership con oltre 100 partner tra cui Università, Enti di Ricerca pubblici e privati.

 

La selezione FameLab Torino è coordinata dall’Università di Torino in collaborazione con Associazione Centro Scienza OnlusAssociazione Apriti Cielo – Infini.toOsservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d'AostaUniversità del Piemonte Orientale.

 

Aspiranti divulgatrici e divulgatori dell’edizione torinese si sfideranno il 2 maggio presso il Cubo Teatro dell’Off Topic, Hub culturale della città di Torino. La pre-selezione è prevista per le 10.30 e la selezione finale, per coloro che avranno superato la pre-selezione alle ore 15.30. A giudicare i talk una giuria costituita da esperti ed esperte di diversi settori scientifici e di comunicazione. La sfida è raccontare la scienza in tre minuti: le/i concorrenti devono presentare un argomento in modo chiaro, coinvolgente e comprensibile anche a un pubblico non esperto, senza l'ausilio di proiezioni, grafici o video. In soli tre minuti le/i partecipanti dovranno esprimere il proprio talento comunicativo, convincere la giuria e trasmettere il fascino della ricerca.

 

La competizione è un evento speciale e originale per diffondere la propria attività di ricerca, una vetrina e un punto d'incontro internazionale per giovani ricercatori e ricercatrici, un'opportunità di formazione su alcune delle tecniche più efficaci di comunicazione in pubblico.

 

L’edizione 2024 di FameLab vede la partecipazione di nuove città e conferma l’apertura a concorrenti provenienti da ambito scientifico, medico e ingegneristico ma anche a concorrenti di ambito umanistico che nelle loro ricerche adottano metodi, teorie e dati scientifici, parlandone nei loro talk. Da antropologia a linguistica, passando per archeologia, economia, filosofia, geografia, giurisprudenza, letteratura, storia dell’arte, psicologia, scienze politiche, sociologia e storia.

 

Chi si aggiudicherà i primi due posti a livello locale accederà a una masterclass internazionale in comunicazione della scienza che si terrà a Perugia dal 21 al 23 giugno 2024, in preparazione della finale nazionale, in programma per ottobre.

 

Chi vincerà la finale nazionale italiana si aggiudicherà l’accesso alla finale internazionale, in programma a novembre 2024, e un premio di 1500 euro.

 

Chi desidera partecipare alla gara deve iscriversi online ad una delle 12 selezioni locali, dopo aver controllato di essere in possesso dei requisiti necessari e essersi informati/e sulle regole della competizione sul sito www.famelab-italy.it.

 

Per chi invece volesse partecipare come pubblico per la finale pomeridiana torinese, occorre prenotarsi gratuitamente al link seguente www.eventbrite.com/e/884706760737?aff=oddtdtcreator.

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Lunedì, 29 Aprile, 2024

Disturbi della memoria: identificato il processo con cui il cervello distingue e conserva eventi simili

Formare ricordi di eventi simili costituisce una vera e propria sfida per il nostro cervello. È essenziale che ogni evento venga memorizzato in maniera separata per preservarne la specificità. Tuttavia, è altrettanto importante riconoscere e ricordare gli aspetti comuni tra gli eventi. Se questo delicato processo viene compromesso, le persone rischiano di confondere un evento con un altro, perdendo così la chiarezza e la specificità dei propri ricordi.

 

Un nuovo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Cell Reports ha identificato un intricato processo cerebrale che consente di distinguere e memorizzare eventi simili in maniera separatamantenendo al contempo le somiglianze tra di essi. La ricerca è stata condotta principalmente dalle ricercatrici Giulia ConcinaLuisella Milano e Annamaria Renna coordinate dal Prof. Benedetto Sacchetti del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino.

 

I ricercatori hanno studiato l’attività cerebrale durante l'apprendimento di due eventi distinti ma con elementi in comune, scoprendo che nell'amigdala, una regione cerebrale chiave per la formazione dei ricordi, gruppi separati di neuroni si attivano per memorizzare separatamente eventi distinti. Tuttavia, alcuni neuroni rispondono a entrambi gli eventi, aiutando a ricordarne le somiglianze. Il numero di questi neuroni comuni è regolato da un particolare tipo di cellule chiamate neuroni inibitori. Bloccando queste cellule, i ricercatori hanno notato come il numero di neuroni comuni aumentasse notevolmente causando la confusione e sovrapposizione dei due eventi. Secondo i ricercatori, in conclusione, i neuroni inibitori contribuiscono quindi a mantenere distinti i ricordi di eventi simili.

 

La ricerca è stata condotta adottando un approccio multidisciplinare che ha integrato metodologie di analisi comportamentale, biologia molecolare, microscopia ad alta risoluzione e modulazione dell'attività cerebrale. In particolare, grazie all'utilizzo della tecnica innovativa della "marcatura chemogenetica", i ricercatori hanno potuto visualizzare i neuroni coinvolti nella percezione sia degli aspetti distintivi di due eventi, sia delle loro caratteristiche comuni. Questa analisi ha permesso anche di individuare le cellule in grado di limitare il numero di neuroni condivisi, ovvero i neuroni inibitori. Infine, combinando le tecniche di marcatura chemogenetica e di inattivazione dell'attività neuronale, i ricercatori hanno selettivamente bloccato queste cellule, notando che ciò portava i soggetti a confondere gli eventi tra di loro.

 

“Questa ricerca – spiega il Prof. Benedetto Sacchetti - riveste un'importanza significativa poiché mette in luce l'esistenza di neuroni il cui ruolo è quello di mantenere separate le memorie di eventi distinti ma con aspetti in comune, consentendo così di conservare i ricordi di tali eventi in modo preciso e nitido. Considerando che una delle caratteristiche tipiche dei disturbi della memoria, come le demenze e il disturbo post-traumatico da stress, è la tendenza a confondere gli eventi passati, questa ricerca potrebbe fornire nuove informazioni utili per sviluppare nuove strategie terapeutiche."

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Mercoledì, 24 Aprile, 2024

Le Villi e Velleda, dal vivo in Cavallerizza un audiodramma di Giacomo Puccini

Domanimartedì 23 aprile 2024, alle ore 18.30, nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale (via Verdi 9, Torino), si terrà l’evento Le Villi e Velleda, un audiodramma in quattro atti e cinque movimenti, organizzato da UniVerso, in collaborazione con De Sono - Associazione per la Musica, nel centenario della morte di Giacomo Puccini e in concomitanza con la messa in scena dell'opera Le Villi al Teatro Regio di Torino(18-26 aprile). L’evento è patrocinato dalla Fondazione Giacomo Puccini di Lucca con riferimento al progetto How I met Puccini ®.

 

Il programma prevede l'esecuzione della Fantasia sull'opera Le Villi di Giacomo Puccini per clarinetto in Si Bemolle e contrabbasso di Valentina Scheldhofen Ciardelli e il racconto della vita della dottoressa Maria Velleda Farnè, prima donna laureata dell'Ateneo, a cura di Paola Novaria.

 

L’audiodramma dal vivo propone un accostamento solo in apparenza azzardato. I due protagonisti, infatti, sono contemporanei, poiché Farnè nasce a Bologna nel 1852, Puccini a Lucca nel 1858. Nel 1881 Farnè, che aveva perso il padre due anni prima, è nominata medica onoraria della regina Margherita e si trasferisce a Roma. Il sostegno economico della regina è essenziale perché il giovane Puccini, rimasto orfano di padre a sei anni, possa perfezionare la propria formazione frequentando il Conservatorio di Milano dal 1880 al 1883. Se Giacomo Puccini è universalmente noto per le opere, l'elemento tragico non è estraneo alla vita della dottoressa Farnè, poiché suo padre Enrico diede alle stampe nel 1856 una tragedia lirica intitolata Velleda, della cui eroina porta il nome. Le Villi, infine, protagoniste dell'opera pucciniana, sono spiriti femminili che vendicano le donne tradite e tutte le iniziative che l’Università di Torino ha promosso dal 2022 in omaggio a Farnè restituiscono alla memoria e alla storia una pioniera dimenticata.

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Martedì, 23 Aprile, 2024

Nuova partnership europea per potenziare la ricerca su malattie infettive e benessere degli animali

Il Dipartimento di Scienze Veterinarie (DSV) dell’Università di Torino è entrato a far parte della Partnership Europea per la Salute e il Benessere Animale (European Partnership for Animal Health and Welfare – EUPAWH), una delle iniziative di ricerca e innovazione più ambiziose mai finanziata dalla Comunità Europea per il controllo delle malattie infettive degli animali. Lanciata nel mese di gennaio 2024 per promuovere e migliorare il benessere animale, la partnership prevede di investire 360 milioni di euro in sette anni per potenziare la ricerca e facilitare la cooperazione tra tutti gli attori. Attraverso un approccio One Health e One Welfare si favorirà la cooperazione intersettoriale, riunendo 90 tra istituzioni leader a livello europeo nella ricerca, enti finanziatori e ministeri provenienti da 24 Paesi diversi.

 

Le iniziative di ricerca si focalizzeranno su diverse tematiche, come le malattie infettive degli animali terrestri e acquatici, i rischi zoonotici (come l’influenza aviaria e le malattie transfrontaliere), la ricerca sul benessere animale in ogni fase della vita e sull’uso prudente degli antimicrobici. Le attività si basano sull’Agenda Strategica Ricerca e Innovazione (SRIA), il documento strategico sviluppato nello scorso biennio dalla Commissione europea, dal Bio-based Industries Consortium e da tutti gli altri portatori d’interesse che identifica le principali sfide tecnologiche e di innovazione da affrontare nella bioeconomia circolare, fornendo un quadro concordato per il finanziamento di progetti e programmi di ricerca.

 

La partnership include 17 progetti di ricerca triennali. Il DSV è presente con i suoi ricercatori e ricercatrici in 6 di questi progetti che spaziano dalla fauna selvatica al legame tra benessere animale e sostenibilità, dal risk assessment al miglioramento degli strumenti diagnostici, dalla standardizzazione e il miglioramento delle misure di biosicurezza alla ricerca di nuove molecole antimicrobiche ed antiparassitarie. Agli esistenti progetti si affiancheranno nuove call di ricerca a cui potranno partecipare anche le istituzioni o il personale esterno alla partnership.

 

La Dott.ssa Stefania Zanet, che coordina ricercatori e ricercatrici del DSV, afferma: “La nostra partecipazione in EUPAHW rappresenta un’occasione preziosa per affermare il ruolo del nostro Dipartimento a livello europeo e garantisce il consolidamento e la creazione di nuovi rapporti con le istituzioni e gli enti di ricerca presenti. La squadra del DSV è più che preparata a valorizzare le nostre competenze in ambito One Health e One Welfare, ponendosi come obiettivo anche quello di estendere i lavori della partnership ad altre competenze all’interno di UniTo”.

 

Nathalie Vanderheijden dell’Università di Gent (Belgio), coordinatrice di EUPAHW, riassume la partnership così: La nostra partnership è un’iniziativa nuova ed aperta, che unisce finanziamenti dell'Unione Europea, finanziatori nazionali/regionali e organizzazioni di ricerca, verso obiettivi di sviluppo con un alto impatto sociale, economico e politico”.

 

Carlos Das Nieves, Chief Scientist dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) dichiara: “Siamo lieti di annunciare che l’EFSA sarà un partner a pieno titolo della EUPAHW. Questa è la prima volta che saremo beneficiari di una partnership di ricerca nell’ambito di Horizon Europe, il che consentirà una transizione più fluida dalla ricerca e dalla scienza, alla normativa. Siamo pronti e intenzionati a portare la nostra esperienza al tavolo insieme ai migliori esperti e alle migliori esperte in Europa, a beneficio della salute e del benessere animale”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 22 Aprile, 2024
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