Il nuovo logo dell'Università di Torino - Presentazione oggi, martedì 28 giugno, ore 17.30 - Inaugurazione della mostra “Un toro che poggia su tre libri, un’aquila coronata in atto di fissare il sole” - Palazzo del Rettorato (Via Verdi 8, Torino)

Oggi, martedì 28 giugno alle ore 17.30, il Rettore Stefano Geuna, la Prorettrice Giulia Carluccio e il Direttore Generale Andrea Silvestri, presentano alla comunità accademica il nuovo logo dell’Università di Torino in occasione dell’inaugurazione della mostra “Un toro che poggia su tre libri, un’aquila coronata in atto di fissare il sole” ospitata nel Palazzo del Rettorato (Via Verdi 8/Via Po 17, Torino). 

 

La mostra ripercorre le fasi più significative della storia dell’identità visiva dell’Ateneo, a partire dalla riscoperta novecentesca del sigillo del 1615 da cui trae origine il logo di UniTo, le prime realizzazioni e le successive evoluzioni, fino all’ultimo attuale ridisegno, volto a favorire una migliore riconoscibilità e distintività, allineandolo a estetiche più contemporanee e più adeguate alle diversificate esigenze di comunicazione attuali, cui è dedicata una narrazione multimediale. 

 

Il restyling del logo è partito dallo studio del sigillo originale, mettendo al centro i simboli in esso presenti e i loro significati. La pubblicazione recente di un articolo a cura di ricercatrici e archiviste di UniTo ne ha aggiornato l’interpretazione, a partire dal ritrovamento di un cimelio di cui l’Ateneo è venuto in possesso. La progettazione si è concentrata sui simboli – i tre libriil torol’aquila coronata e il sole – e sulla loro organizzazione spaziale.

 

La prima fase del lavoro ha previsto un’analisi comparativa, dalla quale è emersa la tendenza comune a molte istituzioni plurisecolari a rinnovare il proprio emblema, intervenendo sulla semplificazione del disegno. In particolare, omettendo gli elementi non significativi dal punto di vista simbolico, quelli con una funzione più “decorativa”, ma salvaguardando invece quelli irrinunciabili. L’intervento più significativo ha riguardato la riduzione – da tre a una – delle croci poste sui tre libri su cui poggia il toro, introdotte solo alla fine degli anni Novanta, ma non presenti né nel sigillo del 1615 né nelle prime realizzazioni moderne del 1925. 

 

È stata mantenuta la sola croce di sinistra, in quanto simbolo della facoltà di Teologia, una delle tre facoltà presenti all’atto della fondazione (insieme a quella di Giurisprudenza e quella di Medicina e Arti), mentre sono stati omessi sia il fermaglio sul libro centrale, sia il segno indistinto – forse la quarta zampa del toro – sul terzo libro. In questo passaggio è stato fondamentale il contributo di Luisa Gentile, archivista di Stato e sigillografa, in merito alla corretta lettura e interpretazione dei simboli presenti.

 

Il secondo passo è stato intervenire sulla legenda esterna alla composizione. Nel sigillo originario è presente il testo: SIGILL UNIVERS AUGUSTAE TAURINORUM, nel nuovo logo compare invece la denominazione UNIVERSITAS STUDII TAURINENSIS, ossia come veniva chiamata l’Università di Torino nelle più antiche bolle papali riferite all’Ateneo.

 

La concisione di questa espressione ha consentito – nel logo finale - di inserire un’informazione chiave, prima assente: la data dell’anno di fondazione dell’Ateneo, il 1404, dando evidenza a un elemento fondamentale dell’identità di UniTo. Questa scelta ha consentito di gestire con maggiore facilità la semplificazione della componente testuale del logo: non più Università degli Studi di Torino, ma Università di Torino

 

“Il nuovo logo – ha dichiarato Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino - nasce dal desiderio di ricondurre l’immagine di UniTo a un’estetica più attuale e più contemporanea. La storia del nostro Ateneo compie quindi un passo importante verso il futuro. Si riaffaccia al mondo attraverso una rappresentazione di sé autorevole e dinamica. Presentiamo oggi, con questa mostra, l‘esito di un processo di elaborazione grafica e simbolica improntato ad una profonda fedeltà filologica, che ha coinvolto la nostra comunità, nella piena consapevolezza che un logo costituisce lo specchio dell’identità della collettività. Dà forma a ciò che insieme siamo stati, siamo e saremo. La soluzione alla quale i nostri migliori esperti ci hanno guidati valorizza la tradizione in una chiave più leggibile e stagliata: i simboli originari del sigillo secentesco sono stati mantenuti, ma è stato realizzato un efficace ridisegno complessivo, per favorire una migliore riconoscibilità e distintività, allineandolo alle più attuali e diversificate esigenze di comunicazione”.

 

Il nuovo logo di Ateneo è stato realizzato da Nadia Borgetti, nell’ambito di un percorso di revisione guidato dal rispetto filologico e interpretativo dei simboli presenti nel sigillo originario, nel contesto di una tensione generale orientata al rinnovamento. A questo fine, fondamentale è stato il contributo del gruppo di studio individuato dal Senato Accademico per approfondire questioni storiche e filologiche, composto - oltre che dall’autrice - dalla Prorettrice Giulia Carluccio che lo ha guidato, dal latinista Ermanno Malaspina, dagli storici Irma Naso e Gianluca Cuniberti, da Alessandro Mauro, presidente della Commissione Programmazione e Sviluppo del Senato, da Paola Novaria e da Stefania Stecca. Preziosa la collaborazione di Luisa Gentile dell’Archivio di Stato di Torino.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 28 Giugno, 2022

Un antivirale made in UniTo contro Covid-19 e per rispondere a future pandemie: premiato il progetto italo-svedese guidato da UniTo

Il progetto di ricerca italo-svedese VIPER, guidato dall’Università di Torino e che si propone di studiare nuovi antivirali efficaci contro SARS-CoV-2, ha vinto il prestigioso bando NATO - Science for Peace and Security (SPS) Programme. L’obiettivo di VIPER (Learning a lesson: fighting SARS-CoV-2 Infection and get ready for other future PandEmic scenaRios) è rispondere a malattie virali emergenti, attuali e future, attraverso lo sviluppo di antivirali ad ampio spettro.

 

Il network internazionale coinvolto in VIPER è composto dai partner svedesi del Karolinska Institutet di Stoccolma (Prof. Ali Mirazimi) e dell’Università di Uppsala (Prof.ssa Katarina Edwards) e dai partner italiani dell’Università di Torino (Proff. Marco L. Lolli e Giorgio Gribaudo), Università di Messina (Prof.ssa Anna Piperno) e Università di Padova (Prof.ssa Cristina Parolin). Università ed Enti di ricerca dei due Paesi saranno impegnati nello sviluppo preclinico della molecola MEDS433, un inibitore dell’enzima diidroorotato deidrogenasi (DHODH) di ultima generazione, dalle potenti attività antivirali ad ampio spettro, capace di inibire la replicazione oltre che di SARS-CoV-2 anche di un’ampia gamma di virus umani.

 

I gruppi di ricerca Italo-Svedesi, che possiedono competenze scientifiche sinergiche, agiranno come un unico esteso gruppo di ricerca europeo. Con il Kick-Off meeting, che si terrà giovedì 30 Giugno, VIPER inizierà ufficialmente il suo percorso attraverso la presentazione dettagliata dei suoi obiettivi progettuali. In tale occasione verrà messa a punto un’agenda di lavoro che vedrà le ricercatrici e i ricercatori coinvolti incontrarsi periodicamente durante i 27 mesi del progetto. Le attività di VIPER prevedono lo sviluppo su larga scala di MEDS433 (Torino) a supporto della sperimentazione in vitro e in vivo, la sua formulazione in innovativi agenti veicolanti (Messina e Uppsala), lo studio in vitro delle proprietà antivirali e del meccanismo molecolare dell’attività antivirale delle molecole formulate (Torino e Padova) e lo studio dell’efficacia delle formulazioni in vivo in un modello murino di SARS-CoV-2 (Stoccolma).

 

Il programma NATO SPS, attivo da oltre sei decenni, è uno dei più grandi e importanti programmi di partenariato dell’Alleanza che affronta le sfide della sicurezza del XXI secolo. Attivo in scenari quali cyber defence, sicurezza energetica e tecnologie avanzate, in questo caso SPS viene diretto alla difesa antiterroristica da agenti biologici, affrontando di riflesso una tematica di enorme attualità, data dalla pandemia di COVID-19.

 

Il programma SPS, oltre che sovvenzionare progetti pluriennali di alto impatto tecnologico, promuove la cooperazione scientifica pratica tra ricercatori, lo scambio di competenze e know-how tra le comunità scientifiche della NATO e dei Paesi partner.

 

“Gli effetti devastanti della malattia COronaVIrus (COVID-19) – sottolinea il Prof. Marco L. Lolli, docente del Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco dell’Università di Torino e coordinatore del progetto – hanno insegnato al mondo come, in assenza di farmaci antivirali ad ampio spettro, sia difficile controllare la diffusione iniziale di una pandemia emergente e di riflesso salvare vite umane nell’attesa dello sviluppo di vaccini e farmaci specifici per il virus emergente”.

 

MEDS433 è un antivirale interamente “made in UniTo”. Infatti è stato inventato e caratterizzato chimicamente dal gruppo di ricerca MedSynth del  Prof. Lolli al Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco e la sua attività antivirale ad ampio spettro, nei confronti di un'estesa varietà di virus umani, sia a DNA che a RNA, compresi i più importanti virus respiratori, è stata definita nel Laboratorio di Microbiologia e Virologia del Dipartimento di Scienza della Vita e Biologia dei Sistemi, diretto dal Prof. Giorgio Gribaudo, sempre all’Università di Torino. 

 

“Data la sua potente attività antivirale a concentrazioni nanomolari e la bassa tossicità, MEDS433 – conclude il Prof. Lolli – può essere considerato un nuovo e promettente antivirale, non solo perché arricchisce il nostro armamentario farmacologico contro SARS-CoV-2, ma anche per affrontare futuri eventi pandemici. Siamo molto orgogliosi che questo consorzio si sia formalizzato perché avremo gli strumenti necessari per portare MEDS433 alla sperimentazione umana, cosi da fornire una soluzione strategica per affrontare le fasi iniziali della diffusione di un nuovo virus emergente”.

 

* In allegato, illustrazione, elaborata dai Centers for Disease Control and Prevention, della tipica morfologia di un coronavirus umano

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 28 Giugno, 2022

Linfoma B del cane, studio di UniTo scopre nuove mutazioni genetiche e identifica nuovi target terapeutici aprendo a nuove possibilità di cura anche per l'uomo

Ricercatori e ricercatrici di un team europeo coordinato dal Prof. Luca Aresu del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, hanno identificato per la prima volta le mutazioni genetiche presenti nel Linfoma a grandi cellule B (DLBCL) del cane. Tale risultato rappresenta la prima descrizione del profilo genetico di questo tumore del cane.

 

Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista di Nature, Lab Animal (https://www.nature.com/articles/s41684-022-00998-x), in collaborazione con l’Università di Bologna (Prof.ssa Laura Marconato) e l’Institute of Oncology Research di Bellinzona (Prof. Francesco Bertoni) rappresenta un enorme passo avanti nella comprensione dei meccanismi patogenetici del DLBCL e identifica nuovi marker prognostici e terapeutici per il monitoraggio della malattia.

 

Il DLBCL infatti è uno dei tumori più frequenti nel cane, ma soprattutto da anni viene considerato anche come un buon modello per studiare la stessa patologia nell’uomo. Proprio in questo senso i risultati ottenuti dal team di ricerca potrebbero portare a vantaggi che riguardano sia il cane sia l’uomo.

 

Purtroppo, nonostante i grossi passi avanti nelle terapie del cane, tra cui la possibilità di usare un vaccino autologo in associazione al protocollo chemioterapico standard, il DLBCL rimane ancora troppo spesso non curabile. La malattia umana e quella canina sono molto simili e infatti diverse molecole, approvate da agenzie regolatorie per il trattamento dei linfomi umani, sono state provate prima in cani affetti da linfomi, dando ottimi risultati ma, fino ad oggi, mancava una analisi più approfondita dei meccanismi patogenetici alla base dello sviluppo del DLBCL del cane e un confronto con la controparte umana.

 

Da anni il Prof. Aresu dirige il “Canine Comparative Oncology Lab” al Dipartimento di Scienze Veterinarie conducendo studi nel campo della genetica, trascrittomica ed epigenetica dei tumori più frequenti e aggressivi nel cane. La ricerca si focalizza, in particolare, su caratteristiche istologiche, fenotipiche, molecolari e genetiche che sono alla base della predisposizione tumorale e patogenesi delle principali neoplasie del cane. Inoltre, i bersagli molecolari delle neoplasie più frequenti ed aggressive sono studiati per ricercare terapie target.

 

Nel suo studio il gruppo di ricerca ha applicato tecniche di Next Generation Sequencing per studiare la parte codificante del DNA dei cani con tumore. Tale approccio è alquanto nuovo in medicina veterinaria ed ha permesso di evidenziare come esistano delle similitudini con il DLBCL umano, tra cui alcuni pathway di attivazione di NFκ-B e B-cell receptor e del rimodellamento della cromatina. Ma sono state messe in evidenza anche delle differenze, tra cui le mutazioni più frequenti che caratterizzano questo tumore. Infatti, i geni più frequentemente mutati nel cane (TRAF3, SETD2, POT1, TP53, FBXW7) sono alterati meno frequentemente nel DLBCL umano, come evidenziato in diversi studi degli ultimi anni in medicina umana.

 

Attraverso la stretta collaborazione di ricercatori di fama internazionale nel campo della patologia comparata, del sequenziamento, dell’oncologia veterinaria e della medicina umana è stato possibile associare alcune mutazioni a caratteristiche biologiche e andamenti clinici diversi. Nello specifico le mutazioni del gene TP53 sono state associate ad una prognosi peggiore indipendentemente dal trattamento. Il gene TP53 viene definito “il guardiano del genoma” proprio per la sua funzione di identificare danni al DNA e successivamente impedire che i difetti vengano trasmessi nel processo di replicazione. Nel DLBCL del cane, le mutazioni del TP53 hanno un effetto deleterio tale da impedire la sua funzione protettiva e potenzialmente portare allo sviluppo di un tumore. Nello studio, tutti i cani erano stati trattati e seguiti dalla Prof.ssa Marconato.

 

Proprio la disponibilità dei dati clinici e di follow-up ha permesso lo sviluppo di un modello predittivo da parte del Prof. Piero Fariselli del Dipartimento di Scienze Mediche di UniTo che è oggi disponibile online (https://compbiomed.hpc4ai.unito.it/canine-dlbcl/). Tale modello permetterà in futuro a veterinari e proprietari di cani con DLBCL di indirizzare la scelta terapeutica e potenzialmente avere una predizione sulla prognosi. A partire dall’autunno, infatti, lo screening genetico del TP53 sarà disponibile a livello diagnostico e rappresenterà il primo test genetico disponibili in oncologia veterinaria in grado di predire prognosi e guidare la terapia.

 

Il gruppo del Prof. Bertoni a Bellinzona è attivo nello sviluppo di nuovi farmaci e combinazioni per pazienti affetti da linfomi. Già da anni, gli screenings, in collaborazione con il Prof. Aresu, comprendono un modello di DLBCL canino. I risultati dello studio appena pubblicato permetteranno di scegliere nel modo migliore quali nuovi approcci terapeutici siano più appropriati per studi sui cani.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 27 Giugno, 2022

Un Grado e Mezzo, a Torino l'edizione zero del festival su clima e ambiente - Sabato 25 e domenica 26 giugno in 4 sedi torinesi: Mausoleo della Bela Rosin, Orti Generali, Casa nel Parco e Spazio WOW

Sabato 25 e domenica 26 giugno prende il via a Torino l’edizione zero di Un Grado e Mezzo. Festival su clima e ambiente, promosso dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari DISAFA e dipartimento di Fisica – Università di Torino, ideato e organizzato da CentroScienza Onlus nell’ambito delle Settimane della Scienza 2022.

 

Il Festival nasce dall’esigenza di parlare di cambiamento climatico sotto diversi punti di vista, includendo sia gli aspetti legati alle trasformazioni cui stiamo già assistendo negli ambienti fisici e negli ecosistemi, sia agli impatti che queste determinano sulla nostra società, sul modo in cui viviamo e vivremo, sulle nostre attività, sul nostro stare bene o meno nei luoghi dove abitiamo o andiamo in vacanza.

 

4 sedi torinesi – il Mausoleo della Bela Rosin, gli Orti Generali, la Casa nel Parco e lo Spazio WOW – ospiteranno per un intero weekend gli appuntamenti del festival, anticipato dall’evento pre festival “Stand up for science - ma cosa ti dice la testa?” in programma il 22 giugno a Cascina Roccafranca. Lo spettacolo affronta i complessi meccanismi che regolano le scelte di tutti i giorni e, in occasione del Festival, con un focus particolare su clima e ambiente.

Il Festival mescola registri diversi: eccellenze della ricerca scientifica italiana si alterneranno a scrittori, giornalisti, divulgatori scientifici e registi cinematografici per raggiungere e sensibilizzare un pubblico sempre più vasto.

 

Tante le angolature attraverso cui sarà analizzata la crisi climatica: si parlerà del grande Fiume e della crisi idrica, nel 2022 particolarmente sentita, degli eventi estremi e di come ci condizionano, dei ghiacciai, dei suoli, delle foreste e degli incendi, dell’alimentazione, del ruolo essenziale delle città – sia come aree vulnerabili al riscaldamento globale sia come laboratori di studio per mettere in pratica azioni di mitigazione e adattamento. Ma anche di soluzioni e di contrasto alla crisi climatica per capire insieme cosa si sta facendo, ma soprattutto si deve ancora fare, per affrontare nel modo giusto questa sfida epocale. “Tante angolature, dunque, e allo stesso tempo un solo grado e mezzo - commentano Elisa Palazzi e Michele Freppaz, curatori dell’evento - il titolo che abbiamo dato a questo Festival per ricordarci l’obiettivo essenziale di mantenere l’aumento della temperatura media globale a fine secolo entro 1,5°C rispetto ai valori preindustriali, per garantirci un futuro meno incerto sul nostro pianeta”.

 

Conferenze, laboratori, talk con degustazioni, spettacoli e visite naturalistiche. Un calendario ricco di appuntamenti gratuiti per tutti, adulti, ragazzi e bambini per parlare di clima e ambiente, ascoltare le voci di scienziati, ricercatori e divulgatori con l’obiettivo di informare e sensibilizzare sui temi del cambiamento climatico, trasmettendo consapevolezza sull’urgenza dell’azione. Si passa dalle conferenze spettacolo al Mausoleo della Bela Rosin per imparare a distinguere le fake news dalle notizie vere a tema cambiamento climatico, con la climatologa Serena Giacomin e il divulgatore Luca Perri, ai brevi racconti e curiosità scientifiche di Ricercatori alla Spina, in cui gli scienziati vestono per una sera i panni dei camerieri in una serata di divulgazione scientifica.
Spettacolo per famiglie alla Casa nel Parco e agli Orti Generali, tra esperimenti e dimostrazioni il pubblico andrà alla scoperta delle proprietà dei gas che compongono l’atmosfera.

 

Le attività allo Spazio WOW saranno completamente dedicate alla conoscenza del complesso e delicato mondo delle api che rappresentano un pilastro fondamentale per l’equilibrio ambientale dell’intero pianeta.

 

Tante anche le attività per bambini e ragazzi con un’ampia proposta di laboratori sui temi ambientali e della sostenibilità fruibili e diffusi in entrambi i giorni del Festival. Un linguaggio semplice per affrontare concetti complessi, partendo dell’economia circolare fino alle fibre ottiche per misurare l’ambiente marino, passando dalla biodiversità al suolo e i suoi componenti.
A chiudere il Festival la proiezione del film di Nicolò Bongiorno - figlio di Mike - dal titolo Songs of the water spirits, un documentario che racconta la trasformazione della regione montuosa Ladakh, in India. Possiamo, come Occidentali, imparare da questo laboratorio sociale, economico e culturale che è oggi il Ladakh?

 

Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.

Maggiori informazioni su www.settimanedellascienza.it

 

I LUOGHI DEL FESTIVAL:

Cascina Roccafranca, Via Edoardo Rubino, 45
Mausoleo della Bela Rosin, Strada Castello di Mirafiori, 148/7, Torino
Orti Generali, Strada Castello di Mirafiori, 38, Torino
Casa nel Parco, Via Modesto Panetti, 1, Torino

Spazio WOW, Via Onorato Vigliani, 102, Torino

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 23 Giugno, 2022

Progetto VICINI, la storica città della scienza apre per la prima volta le sue porte al pubblico

Si terrà martedì 28 giugno alle ore 15.00 nell’Aula Giulio Bizzozero, corso Raffaello 30 - Torino, e in diretta streaming su UniTo Media, la presentazione alla città del progetto “VICINI La Scienza per la Città al Valentino”, organizzato dall’Università di Torino (Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche) in collaborazione con Biennale Tecnologia e Politecnico di Torino.

 

L’evento, che si svolgerà a Torino dal 10 al 20 novembre 2022, prevede l’apertura straordinaria - e in diversi casi unica - al pubblico e alle scuole dei dipartimenti e di strutture tecnico-scientifiche con attività, mostre, spettacoli, visite, concorsi organizzati per l’occasione e può contare sul patrocinio di Regione PiemonteCittà MetropolitanaCittà di Torino e Circoscrizione 8.

 

PRESENTAZIONE EVENTO

28 giugno 2022 ore 15.00 – 17.30

Aula Giulio Bizzozero, corso Raffaello 30 Torino

In diretta streaming su UniTo Media

 

Il 28 giugno 2022 alla presenza delle autorità istituzionali e dei due Rettori degli Atenei torinesi, Stefano Geuna per l’Università di Torino e Guido Saracco per il Politecnico, e della Prorettrice dell’Università di Torino Giulia Carluccio, in una data simbolo (il 28 giugno del 1885 viene firmato il Regio Decreto che autorizza la costruzione dei 4 palazzi universitari della storica Città della Scienza) sarà inaugurata l’iniziativa VICINI nell’Aula Magna titolata a Giulio Bizzozero (lo scopritore delle piastrine del sangue).

 

Il programma prevede:

·Anteprima Docufiction “Giulio Bizzozero e la Città della Scienza” (12min). Una docufiction realizzata specificatamente per l’evento VICINI a cura del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche sulla nascita della “Città della Scienza” al Valentino (conduce Piero Bianucci, con Marco Caudera nei panni di Giulio Bizzozero; regia di Lorenzo Gambarotta; sceneggiatura di Claudia Bocca, Mara Fausone, Lorenzo Gambarotta, Annalisa B. Pesando)

·Lectio Magistralis su “La Città della Scienza” di Silvano Montaldo, Dipartimento di Studi Storici Università di Torino

·Passeggiata guidata “Alla scoperta della Città della Scienza”, una passeggiata dedicata alla conoscenza degli enti di ricerca e delle personalità illustri che hanno lavorato al Valentino, a cura dell’ASTUT - Archivio Scientifico e Tecnologico e dello SMA - Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Torino

 

Per gli invitati la presentazione si concluderà con un rinfresco all’Orto Botanico.

 

In occasione della presentazione di VICINI verrà lanciato anche il concorso fotografico aperto a tutti per ritrarre istantanee della vita e ricerca universitaria del polo del Valentino, a cura del Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco in collaborazione con la Società Fotografica Subalpina (apertura concorso il 20 giugno 2022, info e regolamento su www.subalpinafoto.it)

 

AGENDA EVENTI

·28 giugno 2022: presentazione VICINI

·10 novembre 2022: Dibattito e Inaugurazione Mostra LA COSA PUBBLICA. Salute, Lavoro, Società nelle collezioni storiche dell’Università e del Politecnico di Torino (in collaborazione con Biennale Tecnologia e Politecnico di Torino) visitabile al Castello del Valentino dal 10 novembre al 3 dicembre 2022

·14-18 novembre 2022: Attività per le scuole (primarie e secondarie di 1° e 2° grado)

·19-20 novembre 2022: Apertura straordinaria alla Città (visite guidate gratuite su prenotazione)

 

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Le informazioni dell’evento VICINI saranno reperibili sul sito ufficiale www.vicini.unito.it

Tutte le iniziative sono gratuite e richiedono prenotazione.

 

Per la presentazione del 28 giugno ore 15 è obbligatoria la prenotazione a CentroScienza (mail settimane@centroscienza.it - tel. 011 8394913).

 

Per informazioni e regolamento del Concorso Fotografico “Istantanee della storica Città della Scienza di San Salvario a Torino” a cura del Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco in collaborazione con la Società Fotografica Subalpina per VICINI: www.subalpinafoto.it

 

PER LA STAMPA

Annalisa B. Pesando

Responsabile Comunicazione Evento “VICINI | La Scienza per la Città al Valentino - Torino”

340/5534876

annalisabarbara.pesando@unito.it / annalisa.pesando@polito.it

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 23 Giugno, 2022

PNRR: al via l'ecosistema dell'innovazione per digitalizzazione e sostenibilità nel Nord Ovest

È stata finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca la proposta, presentata dal Politecnico di Torino insieme a una rete di 24 partner pubblici e privati, “NODES-Nord Ovest Digitale E Sostenibile”, progetto selezionato nell’ambito degli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che porterà 110 milioni di euro sul territorio di Piemonte, Valle d'Aosta e sulle province più occidentali della Lombardia, Como, Varese e Pavia e 15 milioni di euro per attività di ricerca e bandi a cascata a favore delle regioni del Sud del Paese. L’obiettivo è la costituzione di uno degli 11 Ecosistemi dell’Innovazione che il Ministero ha individuato al fine di supportare la crescita sostenibile e inclusiva dei territori di riferimento in quella che viene identificata come la doppia transizione (digitale ed ecologica). 

 

Il progetto è stato valutato come capace di produrre un impatto considerevole in termini di territori e sistemi industriali intercettati, perché interessa una Macro-Regione nella quale sarà possibile mettere a sistema di un numero di attori consistente, che genererà la possibilità di accrescere la capacità di condivisione di competenze e di creare un network ampio e disponibile per un utilizzo da parte di più territori, rendendo il modello scalabile anche una volta che il PNRR sarà concluso. Altro punto di forza della Macro Regione è la capacità di intercettare MPMI e di attivarle su iniziative di ricerca, sviluppo, trasferimento tecnologico, formazione, generando dunque una considerevole massa critica nel raggiungere gli obiettivi misurabili proposti dall’Ecosistema e, potenzialmente, di attrarre ulteriori risorse anche a livello europeo.

 

I soggetti attuatori (che costituiranno il cosiddetto Hub a cui spetta il coordinamento gestionale) sono tutte università pubbliche: Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Università del Piemonte Orientale, Università degli Studi dell'Insubria, Università degli Studi di Pavia e Università della Valle D'Aosta, tra le quali sarà costituita una Società consortile a responsabilità limitata (Scarl). Gli stessi Atenei, unitamente all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, si potranno avvalere (in qualità di Spoke) della collaborazione di soggetti affiliati per la realizzazione delle attività di ricerca di propria competenza. In totale i soggetti che compongono l’ecosistema sono 24: 8 Atenei, 6 Poli di Innovazione, 5 Centri di ricerca di riferimento, 3 Incubatori e 1 Acceleratore, 1 Competenze Center. Del budget complessivo del progetto, poi, circa 54 milioni di euro saranno impiegati in “bandi a cascata” aperti anche a realtà imprenditoriali, moltiplicando quindi il numero di attori coinvolti e le competenze messe a sistema.

 

Infine, le Regioni di Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia hanno espresso il loro impegno a garantire e promuovere gli indirizzi strategici territoriali necessari per l’attuazione del progetto e in particolare l’emanazione di bandi finanziati a valere sui fondi strutturali europei oggetto di programmazione regionale, che potranno essere complementari e sinergici ai “bandi a cascata” previsti nella proposta di Ecosistema. Diverse aziende ed enti dei territori relativi alle aree della proposta hanno inoltre espresso il loro interesse con una lettera di endorsement per una collaborazione con “NODES”. 

 

L’obiettivo ambizioso del progetto, che si concluderà in tre anni, è la creazione di filiere di ricerca e industriali in sette settori legati alla Manifattura avanzata: Industria 4.0 per la mobilità e l'aerospazio, Sostenibilità industriale e green technologies, Industria del turismo e cultura, Montagna digitale e sostenibile, Industria della Salute e silver economy, Agroindustria primaria e secondaria.

 

Il progetto si propone poi di sostenere l’innovazione su traiettorie tecnologiche a elevato potenziale per sviluppare da un lato nuovi prodotti e processi nelle PMI esistenti, stimolando processi di valorizzazione della ricerca e di trasferimento tecnologico e aumentandone la competitività anche a livello internazionale e dall’altro favorire la nascita di start-up e spin-off «Deep Tech» nei settori individuati, attraendo risorse economiche aggiuntive da fondi di Venture Capital. Per attuare questa collaborazione, si studieranno percorsi e strumenti di innovazione collaborativi tra start-up, PMI, Grandi Imprese e mondo della ricerca innovativi, scalabili e replicabili anche a PNRR concluso. 

 

Infine, grande attenzione sarà posta alla formazione di talenti e all’up-skilling e re-skilling del personale impiegato con formazione avanzata e attraverso approcci didattici innovativi ed al loro inserimento nel mondo produttivo, con focus sul coinvolgimento delle donne in ambito STEM ed all’innovazione del ruolo del Dottorato di ricerca in ottica «industriale». Le grandi imprese supporteranno l’Ecosistema giocando un ruolo chiave nell’identificazione delle traiettorie di sviluppo industriale, nell’assunzione del personale a elevata qualificazione e nel sostegno all’assorbimento delle innovazioni sviluppate.

 

"La commissione di esperti esterni che ha valutato il progetto si è complimentata per l’ottima qualità della proposta, riconoscendo in particolare l’attenzione posta nell’assicurare un ampio impatto dell’iniziativa, sia in termini sociali che di aumento di competitività del territorio dal punto di vista economico, ma anche la sua sostenibilità. Il lavoro del nuovo Ecosistema NODES supporterà l’Innovazione nelle regioni coinvolte a livello nazionale, favorendo al tempo stesso l’attrazione di investimenti e collaborazioni alla scala internazionale”, dichiara Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino.

 

“Il finanziamento dell’ecosistema dell’innovazione per la digitalizzazione e la sostenibilità della macroregione del nord-ovest è la conferma della sempre crescente centralità acquisita dalle università pubbliche come driver strategico di sviluppo del Paese. NODES è un hub d’innovazione che potenzia il ruolo del territorio piemontese come portatore di un modello di relazione virtuosa e replicabile tra Atenei e tessuto produttivo, guardando a traiettorie di sviluppo plurali e diverse, benché verso l’obiettivo comune della digitalizzazione e della sostenibilità indicato dal PNRR. Questo sforzo progettuale di successo ci consente ora di lavorare uniti e ciascuno con le migliori competenze allo sviluppo di un grande potenziale d’impresa anche nei campi della salute e del benessere individuale, della cultura e del turismo, della montagna come opportunità di crescita e realizzazione, dell’agroindustria, oltreché per ridefinire il ruolo della manifattura e dell’industria in uno scenario economico fortemente rinnovato. Registriamo questo successo, quindi, con orgoglio, ma anche con piena consapevolezza dell’importanza del lavoro che ci aspetta. Come parte integrante delle politiche di attuazione del PNRR, questo ecosistema d'innovazione è una grande occasione per tutti, che ci vedrà cooperare con piena responsabilità del ruolo che ci è stato riconosciuto”, aggiunge il Rettore dell’Università degli studi di Torino, Stefano Geuna.

 

"Il progetto NODES è un'occasione che il sistema nord-ovest ha dimostrato di sapere interpretare e cogliere appieno, proponendo investimenti su innovazione e sostenibilità che saranno la chiave dello sviluppo socio-economico delle comunità future. Grazie ai fondi del PNRR potremo intervenire sia sulle infrastrutture tecnologiche sia, dato ancor più importante, sulla formazione delle persone che di questo processo di cambiamento devono diventare protagoniste. L'UPO, fedele alla propria strategia di sviluppo sostenibile che combacia con gli obiettivi del progetto Nord Ovest Digitale E Sostenibile, metterà al servizio di NODES il meglio delle proprie risorse umane e tecniche", conclude il Rettore dell'Università del Piemonte Orientale, Gian Carlo Avanzi.

 

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Soggetti fondatori dell’Hub:

Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Università del Piemonte Orientale, Università degli Studi dell'Insubria, Università degli Studi di Pavia e Università Della Valle D'Aosta

Atenei:

·       Politecnico di Torino, 

·       Università degli Studi di Torino, 

·       Università del Piemonte Orientale, 

·       Università degli Studi dell'Insubria

·       Università degli Studi di Pavia

·       Università Della Valle D'Aosta 

·       Università degli Studi di Scienze Gastronomiche 

·       Università Cattolica del Sacro Cuore

 

Poli di Innovazione:

·       Fondazione Torino Wireless

·       Envipark - Environment Park SpA

·       BioPMed - Bioindustry Park Silvano Fumero SpA

·       Proplast - Consorzio per la promozione della cultura plastica

·       Città Studi di Biella - Città Studi S.p.A

·       M.I.A.C. Scpa – Polo AGRIFOOD

Centri di ricerca pubblici o privati:

·       Fondazione LINKS

·       Istituto Auxologico Italiano

·       Ospedale Maggiore della Carità di Novara

·       Fondazione Montagna Sicura

·       ERSAF - Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (Lombardia)

Incubatori:

·       I3P S.c.p.a. – Business Incubator of Politecnico di Torino

·       2i3T – Business Incubator of Università di Torino

·       Sviluppo Como ComoNExT spa

Acceleratore:

·       OGR-TECH

Competence Center:

·       CIM4.0

 

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Cosa sono gli Ecosistemi dell’Innovazione

 

Gli Ecosistemi dell’innovazione sono reti di Università statali e non statali, Enti Pubblici di Ricerca, Enti pubblici territoriali, altri soggetti pubblici e privati altamente qualificati ed internazionalmente riconosciuti, e intervengono su aree di specializzazione tecnologica coerenti con le vocazioni industriali e di ricerca del territorio di riferimento, promuovendo e rafforzando la collaborazione tra il sistema della ricerca, il sistema produttivo e le istituzioni territoriali. Gli Ecosistemi dell’innovazione valorizzano i risultati della ricerca, agevolano il trasferimento tecnologico e accelerano la trasformazione digitale dei processi produttivi delle imprese in un’ottica di sostenibilità economica e ambientale e di impatto sociale sul territorio.

 

Saranno complessivamente finanziati 11 Ecosistemi dell’innovazione, con una dotazione finanziaria complessiva di 1,3 miliardi di euro, tramite un bando del Ministero dell’Università e della Ricerca, nell’ambito della Missione 4, Componente 2, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 23 Giugno, 2022

Set in pellicola, rassegna cinematografica dedicata al tennis - Evento di avvicinamento alle prossime NITTO ATP FINALS

Nell’ambito del progetto UniVerso - Un osservatorio permanente sulla contemporaneitàUniversità di Torino Circolo della Stampa Sporting A.S.D. organizza Set in Pellicola, rassegna cinematografica dedicata al tennis pensata come evento di avvicinamento alle prossime NITTO ATP finals. Cinque film che hanno raccontato e celebrato importanti figure del tennis internazionale o indagato la sfida sportiva o ancora riflettuto dal punto di vista teorico sulla tecnica di gioco.

 

Il programma è curato dalla Prof.ssa Giulia Carluccio; tutti i film sono presentati da docenti di cinema dell’Università di Torino. Le proiezioni si svolgeranno presso lo storico Campo Stadio del Circolo recentemente ristrutturato. L’iniziativa è organizzata da UniVerso e Circolo della Stampa Sporting in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema Torino, Film Commission Torino Piemonte e con il contributo di Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e Camera di commercio di Torino.

 

Per registrarsi all'evento è necessario compilare il seguente Form online

 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 23 Giugno, 2022

Impatto sul territorio, ricerca e terza missione - L'Università di Torino ai vertici internazionali - Nuovi riconoscimenti internazionali per Unito che ottiene ottimi risultati nella classifica U-Multirank, il ranking della Commissione Europea

UniTo si conferma tra le migliori università al mondo per qualità della ricercaimpatto sul territorio e Terza Missione nella classifica U-Multirank 2022, il ranking multidimensionale fondato dalla Commissione Europea e sviluppato da un consorzio indipendente. La classifica valuta la performance di 2200 atenei di tutto il mondo, 82 dei quali italiani, mediante l’utilizzo di 40 indicatori distribuiti tra cinque dimensioni: DidatticaRicerca,Trasferimento tecnologicoInternazionalizzazione Rapporti col territorio. Rispetto ad altre indagini internazionali, U-Multirank non stila graduatorie tra università, ma ha l’obiettivo di agevolare il confronto tra atenei mettendo in luce punti di forza e debolezze di istituzioni con profili simili. Per ogni indicatore viene assegnato un giudizio da A a E (A – “very good”B – “good”C - “average”D - “below average”E - “weak”).

 

L’Università di Torino ottiene giudizi di livello massimo “A” e 12 con giudizio buono “B”, per un totale di 21 indicatori sopra la media del totale degli indicatori analizzati da U-Multirank. In particolare, nell’ambito del “Regional Engagement”, ovvero della capacità di avere impatto sul territorio, UniTo conquista il punteggio massimo (“A” – Very good) in 3 indicatori su 5 e il punteggio “B” – Good sui restanti 2. Nella dimensione “Ricerca” 8 indicatori su 11 hanno ricevuto la valutazione tra buono e ottimo così come 4 su 9 nella “Terza missione”. Le pubblicazioni, i brevetti in collaborazione con le aziende, gli assegni di ricerca, la percentuale di donne tra autori di ricerche, il tasso di occupazione dei laureati e i rapporti con il territorio, hanno inciso positivamente su diversi indicatori delle cinque dimensioni analizzate.

 

U-Multirank consente inoltre di raffrontare gli atenei sulla base di specifici indicatori appartenenti alle cinque dimensioni e restituisce alcune classifiche tematiche. Eccellente ad esmpio è la posizione di Unito nella classifica “Economic Engagement Ranking” che considera 11 indicatori di Terza missione e di rapporti col territorio. La classifica include 444 atenei ed è guidata dall’University of Antwerp con 8 giudizi di livello “A”. L’Università di Torino con 6 giudizi di livello “A”, 1 “B” e 1 “C” si colloca 2° a livello italiano.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 22 Giugno, 2022

Tumore al pancreas, scienziati di UniTo identificano un nuovo marcatore per indirizzare meglio le terapie

Lo studio pre-clinico pubblicato dalla prestigiosa rivista internazionale Gut dimostra come PI3K-C2γ giochi un ruolo chiave nello sviluppo di uno dei tumori attualmente più aggressivi.

 

Un nuovo studio preclinico, svolto al Centro di Biotecnologie Molecolari “Guido Tarone” dell’Università di Torino, ha reso possibile la scoperta di una nuova terapia focalizzata per un sottogruppo di pazienti affetti da neoplasia maligna del pancreas. Il gruppo di ricerca guidato dalla Prof.ssa Miriam Martini e dal Prof. Emilio Hirsch ha dimostrato che la proteina PI3K-C2γ gioca un ruolo chiave nello sviluppo del tumore al pancreas. L'indagine scientifica ha permesso di far luce sui meccanismi di sviluppo di questo tumore e potrebbe consentire, in futuro, di massimizzare l’efficacia delle attuali opzioni terapeutiche di uno dei tumori attualmente più aggressivi.

 

In Italia, ogni anno vengono diagnosticati circa 13.000 nuovi casi di tumore al pancreas e la percentuale di sopravvivenza a 5 anni è meno del 10%. Si prevede che, entro il 2030, il tumore al pancreas diventi la seconda causa di morte oncologica. La gravità e la mancanza di trattamenti efficaci rendono necessari studi per la ricerca di nuove terapie e marcatori che possano aiutare a scegliere il farmaco più efficace. Per poter crescere, le cellule tumorali hanno bisogno di nutrienti e fonti d’energia.

 

L’aggressività del tumore al pancreas è dovuta alla capacità di adattarsi in condizioni avverse, come ad esempio la scarsità di nutrienti e fonti energetiche, che vengono sfruttate dalle cellule per sopravvivere. Recentemente, sono stati sviluppati dei farmaci che impediscono l’utilizzo di tali nutrienti, come ad esempio la glutammina.

 

PI3K-C2γ controlla la via di segnalazione intracellulare di mTOR, che regola il metabolismo e la crescita della cellula, e influisce sull’utilizzo della glutammina per favorire la progressione tumorale. Nel tumore al pancreas, la proteina PI3K-C2γ non è presente in circa il 30% dei pazienti, i quali sviluppano una forma maggiormente aggressiva della malattia.

 

La Dott.ssa Maria Chiara De Santis, primo autore dello studio pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Gut, ha dimostrato che la perdita di PI3K-C2γ accelera lo sviluppo del tumore, ma allo stesso tempo rende più sensibili a farmaci che colpiscono mTOR e all’utilizzo della glutammina.

 

Lo studio guidato dagli scienziati di UniTo è stato frutto di un intenso lavoro di collaborazione con gruppi nel territorio italiano ed internazionale, tra cui quelli del Prof. Francesco Novelli, Prof.ssa Paola Cappello e Prof. Paolo Ettore Porporato (Università di Torino), Prof. Andrea Morandi (Università di Firenze), Prof. Vincenzo Corbo e Prof. Aldo Scarpa (Università di Verona), Prof. Gianluca Sala e Prof. Rossano Lattanzio (Università di Chieti) e Prof.ssa Elisa Giovannetti (Università di Amsterdam e Fondazione Pisana per la Scienza).

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 22 Giugno, 2022

PNRR: parte il Centro Nazionale per lo Sviluppo delle Nuove Tecnologie in Agricoltura “Agritech”, un progetto per lo sviluppo sostenibile dell'industria agroalimentare. Un finanziamento senza precedenti per la ricerca nell'Agrifood

Parte “Agritech”, il Centro Nazionale per lo sviluppo delle Nuove Tecnologie in Agricoltura, un progetto basato sull’utilizzo delle tecnologie abilitanti per lo sviluppo sostenibile delle produzioni agroalimentari, con l’obiettivo di favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici, la riduzione dell’impatto ambientale nell’agrifood, lo sviluppo delle aree marginali, la sicurezza, la tracciabilità e la tipicità delle filiere. Un progetto che vale circa 350 milioni di euro di cui 320 milioni a carico del Pnrr: un finanziamento senza precedenti per la ricerca in agrifood.

 

28 Università5 centri di ricerca18 imprese. Un parterre costituito dalle eccellenze italiane nel settore agrifood, che conta al momento 51 attori distribuiti su tutto il territorio nazionale, e che ha raccolto quasi mille manifestazioni d’interesse nel settore industriale di riferimento. Il progetto rientra nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Missione 4 Componente 2 Investimento 1.4 “Potenziamento strutture di ricerca e creazione di ‘campioni nazionali di R&S’ su alcune Key Enabling Technologies” finanziato dall’Unione europea - NextGenerationEU.

 

Il Centro Agritech nasce con l’ambizione di combinare le migliori competenze scientifiche per rendere l'industria agroalimentare italiana più competitiva e sostenibile. Vuole collegare infrastrutture di ricerca in agricoltura disponibili a livello nazionale, utilizzare le tecnologie abilitanti per migliorare produttività e sostenibilità, oltre a promuovere transizione ecologica e digitale, collaborare con le imprese per aumentare la resilienza e la competitività economica nel settore agroalimentare e formare la prossima generazione di studiosi nel settore, garantendo il capitale umano e le competenze necessarie per affrontare le sfide future.

 

Il Centro Nazionale per le Tecnologie dell’Agricoltura è una risposta concreta ai bisogni di crescita di un settore chiave per l’economia che pesa notevolmente sul Pil italiano e su quello regionale.

 

Il Centro prevede l’applicazione di tecnologie per l’Agricoltura perseguendo 5 obiettivi principali:

 

RESILIENZA - Adattamento delle produzioni ai criteri di sostenibilità e ai cambiamenti climatici;
BASSO IMPATTO - Riduzione degli sprechi e dell’impatto ambientale;
CIRCOLARITÀ - Sviluppo di strategie di economia circolare;
RECUPERO - Sviluppo delle aree marginali;
TRACCIABILITÀ - Promozione della sicurezza, tracciabilità e tipicità delle filiere agroalimentari.

 

L’Università Federico II è l’ente promotore del Centro Nazionale Agritech ed è responsabile dell’HUB nazionale. L'Università di Torino coordina lo Spoke 6, che vede lavorare insieme, oltre a UniTo, il Politecnico di Torino e le Università di Genova, Piacenza, Ancona e Foggia, nello sviluppo e verifica di sistemi agricoli sostenibili anche in scenari climatici in evoluzione.

 

I soggetti coinvolti sono: Consiglio Nazionale Ricerche, Università degli Studi di Bari, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, Università degli Studi di Milano, Università di Napoli Federico II, Università di Padova, Università di Siena, Università degli Studi di Torino, Università degli Studi della Tuscia, Centro Euro-Med sui Cambiamenti Climatici, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, New Technologies, Energy and Sustainable Economic Development, Found Edmund Mach, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Scuola Superiore Sant’Anna, Università degli Studi della Basilicata, Università di Bolzano, Università Campus Bio-Medico di Roma, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università di Catania, Università di Foggia, Università di Firenze, Università degli Studi di Genova, Università di Perugia, Università di Pisa, Università di Parma, Università di Reggio Calabria, Sapienza Università di Roma, Università di Salerno, Università di Sassari, Università di Udine, Università delle Marche, Antares Vision, Consorzi Agrari d’Italia, Casillo, CNH, De Matteis, Egeos, Enginnering, Eni, Graded, IBF, Irritech, Relatech, Società Sementi Italiana, Telespazio, Bonifiche Ferraresi, Fondazione Cassa Depositi e Prestiti, Intesa San Paolo e Nestlé.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 22 Giugno, 2022
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