Contrasto alla violenza, politiche e azioni dell'Università di Torino

L’Università di Torino è il primo ateneo italiano a rendere disponibili quattro Sportelli Antiviolenza. I centri sono gestiti in collaborazione con le operatrici dei Centri Antiviolenza E.M.M.A. Onlus e di Telefono Rosa Piemonte Torino (ODV) e sono dislocati nel Campus Luigi EinaudiPalazzo NuovoScuola di Management ed Economia (Ex Poveri Vecchi) e nel Campus di Agraria e Veterinaria di Grugliasco. Gli sportelli sono rivolti a tutte le studentesse, le ricercatrici, le docenti, le impiegate del comparto tecnico e amministrativo, le lavoratrici precarie e di ditte esternalizzate e, in generale, a tutte le donne.

 

I centri gestiti dai Centri Antiviolenza di E.M.M.A. ONLUS si trovano nella main hall del Campus Luigi Einaudi  (Lungo Dora Siena 100/A, Torino - giovedì dalle ore 15 alle ore 18) e nell’atrio centrale di Palazzo Nuovo (Via Sant’Ottavio 20, Torino - venerdì dalle ore 14:30 alle ore 16:30). Sono raggiungibili ai numeri (+39) 011 5187438 (+39) oppure 366 4607803 (anche WhatsApp) e via mail tramite sportellounito@emmacentriantiviolenza.com.

 

Gli sportelli gestiti da Telefono Rosa Piemonte Torino (ODV) sono situati nell’edificio storico della Scuola di Management ed Economia (3° piano, Corso Unione Sovietica 218/bis, Torino - Mercoledì dalle ore 9:30 alle ore 13:30) e nella biblioteca del Campus di Agraria e Veterinaria (Largo Paolo Braccini, 2, Grugliasco, TO - Martedì dalle ore 9:30 alle ore 13:30). È possibile mettersi in contatto telefonicamente ai numeri 011.5628314 o 327.3275692 (anche WhatsApp) e anche via mail telefonorosa@mandragola.com.

 

Da anni l’Università di Torino è impegnata in prima linea nel contrasto a tutte le discriminazioni e violenze di genere attraverso l’attivazione di percorsi formativi specifici e di servizi dedicati a studenti, docenti e personale e la promozione di numerose iniziative di sensibilizzazione, oltre che con la partecipazione a progetti di ricerca europei e nazionali. In particolare, nel 2023 UniTo ha introdotto due figure di garanzia preposte alla tutela dei diritti e alle politiche di inclusione: la delegata del Rettore per l’inclusione, le pari opportunità e le politiche di genere di Ateneo, Prof.ssa Paola Cassoni, e la Gender Equality Manager, Dott.ssa Federica TurcoQuesto impegno è assicurato inoltre dal Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni (CUG) e dal CIRSDe, il Centro Interdisciplinare di Ricerche e Studi delle Donne e di Genere, che nell’ambito del progetto MINDtheGEPs, ha realizzato il Gender Equality Plan con l’obiettivo di rimuovere le asimmetrie tra i generi, migliorare l’offerta formativa degli studi di genere e contrastare la violenza di genere. Sono tante le azioni e i progetti messi in campo dall’Ateneo per affrontare e decostruire gli stereotipi alla base di molti comportamenti violenti, e fornire strumenti educativi capaci di prevenire e contrastare la violenza.

 

Oltre agli sportelli antiviolenza in Ateneo sono attivi altri due servizi dedicati a cui rivolgersi in casi di molestie, violenze, mobbing e/o discriminazione, ossia La Consigliera di Fiducia e lo Spazio di Ascolto. La Consigliera di fiducia di Ateneo è la persona incaricata istituzionalmente di fornire informazioni, consulenza ed assistenza gratuita ai/alle componenti della comunità universitaria (dipendenti, studenti/esse) oggetto di discriminazioni, molestie e lesioni della dignità o mobbing (art. 6 del Codice di comportamento dell'Università di Torino). Infine lo Spazio di Ascolto di Ateneo offre colloqui psicologici e di psicoterapia con specialisti/e e specializzandi/e del Dipartimento di Psicologia, erogati garantendo la massima tutela della privacy e nel rispetto dei principi deontologici della professione psicologica.

 

Inoltre, l’edizione 2024 del Bilancio Partecipativo di Ateneo, la metodologia di ascolto, relazione e comunicazione, che permette il coinvolgimento attivo della comunità, adottato ai fini della costruzione del bilancio di previsione, si è focalizzata sul tema del Benessere e Contrasto alle Violenza. Le iniziative approvate sono dedicate alla sensibilizzazione, alla formazione, alla prevenzione di ogni forma di molestia e/o abuso di potere nonché al supporto di coloro che subiscono tali molestie e abusi. Tra le proposte accolte ci sono corsi di formazione dedicati alla diffusione della cultura della non violenza e della parità di genere e al contrasto di ogni forma di violenza e molestia indirizzati all’intera comunità universitaria (docenti, personale tecnico amministrativo e studenti) e lo sviluppo di un software di supporto alla scrittura inclusiva nelle comunicazioni basato su tecniche predittive e generative dell’Intelligenza Artificiale che ha l’obiettivo di facilitare e incoraggiare l’adozione delle linee guida promosse e diffuse dall’Ateneo sull’uso di gender-fair language, portando avanti al contempo un’azione di cambiamento culturale capillare.

 

Anche quest’anno, In occasione del 25 novembreGiornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne proclamata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999, l’Università di Torino partecipa attivamente al processo di sensibilizzazione dell'opinione pubblica per eliminare la violenza contro le donne e, in una prospettiva più ampia, per promuovere la parità di genere. Durante il mese di novembre componenti del personale docente e ricercatore dell'Università di Torino dedicheranno una lezione al tema della violenza di genere, analizzandolo secondo la propria prospettiva disciplinare e di ricerca. Più di 100 lezioni in tutti i dipartimenti dell’Ateneo in cui verranno affrontati, tra gli altri, temi legati alla violenza di genere sui social, al linguaggio inclusivo e agli stereotipi di genere.

 

L’Università di Torino è stato il primo ateneo italiano ad attivare un insegnamento specifico dedicato al tema della violenza contro le donne dal titolo “La violenza maschile contro le donne: dal riconoscimento alla risposta operativa”. Il corso, arrivato alla sua seconda edizione, si inserisce nell’ambito della Convenzione che l’Università di Torino ha stipulato con l’Associazione Telefono Rosa Torino con la collaborazione del CIRSDe e ha l’obiettivo di fornire ai partecipanti conoscenze e competenze multidisciplinari sul riconoscimento, sul contrasto e sulla prevenzione del fenomeno della violenza di genere. L’insegnamento è erogato dal corso di laurea magistrale in Scienze amministrative e giuridiche delle organizzazioni pubbliche e private, ma è aperto a tutta la popolazione studentesca dell’Università di Torino. Nella prima edizione hanno frequentato le lezioni 92 studentesse e studenti e 9 uditrici/uditori esterni, per un totale di 102 persone.

 

“L’Università di Torino - dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino - continua ad investire con determinazione e senza risparmio nelle azioni per il contrasto alle discriminazioni, agli abusi e alla violenza di genere, perché gli spazi universitari siano luoghi massimamente sicuri, ma anche perché proprio dalle istituzioni rivolte alla formazione devono arrivare segnali chiari e precisi. Con orgoglio possiamo dire che siamo oggi la prima realtà accademica nazionale che apre sportelli per la richiesta di sostegno in numero crescente con l’intento di presidiare i diversi poli. Ben sapendo che la prossimità fisica alle persone è il primo passo per un’accessibilità al servizio che possa davvero dirsi tale. Il fatto poi che i nostri sportelli siano a disposizione di tutte le donne, non soltanto di chi fruisce l’Università o ne è utente, è un messaggio molto forte e importante alla cittadinanza: per dire che se piaghe come quella della violenza sulle donne sono parte più ampia e profonda del nostro vivere sociale, anche la lotta e il contrasto al problema non conosce limiti e confini”.   

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 22 Ottobre, 2024

A Torino il primo studio che decodifica le espressioni facciali di lemuri e gibboni con l'intelligenza artificiale

Se l’applicazione dell’intelligenza artificiale è ormai di uso comune per l’individuazione e la lettura delle espressioni umane, finora la sua applicazione per specie di primati che non fossero l’uomo era inesplorata. Oggi l’Università di Torino è promotrice del primo studio orientato all’utilizzo dell’I.A. per decodificare le espressioni facciali dei primati non umani. La ricerca, pubblicata sulla rivista Ecological Informatics, mostra come l’utilizzo delle tecniche di deep learning possa essere efficace nel riconoscere i gesti facciali di lemuri e gibboni, facilitando l'indagine del repertorio facciale e consentendo una ricerca comparativa più efficace.

 

Gli studi sulle espressioni facciali nella comunicazione animale sono essenziali. Tuttavia, i metodi di ispezione manuale sono pratici solo per piccoli insiemi di dati. Le tecniche di deep learning possono aiutare a decodificare le configurazioni facciali associate alle vocalizzazioni su grandi insiemi di dati. Lo studio di UniTo, in particolare, indaga se si possano individuare le espressioni associate all’apertura della bocca e alle emissioni vocali.

 

“Quando abbiamo iniziato questo studio, tre anni fa, l’applicazione delle tecniche di deep learning al riconoscimento delle espressioni facciali di specie che non fossero l’uomo era un territorio completamente inesplorato. Oggi siamo di fronte a un progresso importante dal punto di vista tecnologico che potrà trovare ulteriore applicazione su specie finora ignorate e consentirà di condurre studi comparativi su larga scala”, spiega Filippo Carugati, dottorando di Scienze Biologiche e Biotecnologie Applicate e primo autore del lavoro.

 

Grazie alla presenza di una stazione di ricerca nella foresta di Maromizaha, in Madagascar, studenti e dottorandi dell’Università di Torino hanno potuto riprendere gli animali in natura, facendo sì che quanto indagato riguardasse non solo gibboni filmati in cattività ma anche lemuri indri e sifaka registrati in ambiente naturale. Durante lo studio sono stati utilizzati algoritmi di apprendimento automatico per classificare i gesti vocalizzati e non vocalizzati nelle diverse specie. Gli algoritmi hanno mostrato tassi di classificazione corretta superiori alla norma, con alcuni che hanno superato il 90%.

 

“Lo studio delle espressioni facciali di scimmie e lemuri è storicamente legato ad analisi fortemente soggettive, in cui le scelte dell’operatore talvolta rischiano di influenzare i risultati delle ricerche, senza contare i tempi notevoli che coinvolgono necessariamente il training e il lavoro degli operatori. Con questo studio abbiamo dimostrato come, allenando gli algoritmi su una percentuale di dati inferiori al 5%, si possano ottenere elevatissime percentuali di identificazione corretta delle espressioni associate alla produzione di vocalizzazione rispetto a quelle associate ad altre situazioni. Percentuali anche superiori al 95%”, aggiunge il Prof. Marco Gamba, zoologo, senior author del progetto e presidente del Corso di Laurea Magistrale ‘Evoluzione del Comportamento Animale e dell'Uomo’.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 21 Ottobre, 2024

A Torino i criminologi del futuro

Dal 17 al 19 ottobre 2024, presso il Campus Luigi Einaudi (Lungo Dora Siena 100/A, Torino) si terrà il XXXVII Congresso Nazionale della Società Italiana di Criminologia dal titolo “Criminologia del Futuro: Storie, Ricerca, Diritti e Trattamento”. Il convegno darà spazio all’importante shift epistemologico della Criminologia nel suo passaggio da scienza al servizio del controllo sociale e dell’ordine pubblico a scienza al servizio della tutela dei diritti umani. I lavori saranno aperti dalla Prof.ssa Georgia Zara, docente di Criminologia Clinica del Dipartimento di Giurisprudenza di UniTo e Responsabile scientifico del Congresso e dal Prof. Alfredo Verde Presidente della Società Italiana di Criminologia.

 

La criminologia ha una lunga storia, ricca di cambiamenti non solo nell’oggetto di studio ma nella metodologia e nelle prospettive teoriche di riferimento. È proprio questo che la rende una tra le scienze più interdisciplinari, coraggiosamente capace di accettare le sfide scientifiche poste dai cambiamenti sociali, culturali, giuridici e politici che incidono sulla natura e sulla comprensione dei fenomeni criminologici e umani.

 

Il lavoro scientifico che caratterizza la criminologia è al centro dei diversi Simposi e Panel di questo convegno nel quale figure di grande rilievo del mondo accademico e professionale dialogheranno insieme e si confronteranno su temi inerenti alle violenze interpersonali, agli autori di reato e alle persone offese, al sacro e alla violenza, alla metodologia del risk assessment e di precisione, alla criminology for peace, al carcere e ai luoghi trattamentali, alla prevenzione e al reinserimento sociale.

 

La varietà dei Simposi e dei Panel è espressione della ricchezza scientifica del congresso e delle relatrici e dei relatori. Si parlerà di «Violenze interpersonali e sessuali», di «Suicidarietà in carcere», di «Percorsi del mostruoso nella modernità», di «Generi di violenza e forme di tutela», «Intimate Partner Violence: sofferenza nella sofferenza tra diritti violati e diritti da tutelare» e di «Criminologia narrativa». 

 

Il convegno è organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino e dalla Società Italiana di Criminologia, associazione scientifica cha ha come obiettivo la promozione e coordinamento degli studi sulle cause e sulla prevenzione del crimine, sul trattamento dell’autore di reato, sul sostegno alle persone offese, sulla reazione sociale ai comportamenti criminali, devianti e antisociali, nonché al perfezionamento dei mezzi scientifici per l’attuazione di risposte preventive e di gestione della criminalità e della violenza, efficaci e rispettose dei diritti delle persone.

 

“Questo congresso - dichiara la Prof.ssa Georgia Zara, docente di Criminologia Clinica del Dipartimento di Giurisprudenza di UniTo e Responsabile scientifico del Congresso - rappresenta non solo la sfida ma soprattutto la ricchezza e la forza dell’interdisciplinarità e dell’interprofessionalità: promuovere una società equa, in cui giustizia, rispetto, libertà e responsabilità coabitino e si rinforzino è evocativo di un mondo realizzabile attraverso l’impegno scientifico, giuridico e professionale di ognuno di noi nel quotidiano. Prospettive di studio e di ricerca provenienti dal mondo del Diritto, della Psicologia, della Psichiatria, della Medicina legale, della Filosofia e della Sociologia si incontreranno per riflettere insieme sulla Criminologia del Futuro partendo dalle storie e dalla forza del presente”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 18 Ottobre, 2024

Citizen Salad. Il progetto di scienza partecipativa dell'Università di Torino per svelare il microbioma dell'insalata

È partita ufficialmente Citizen Salad - Chi vive sulle foglie di insalata, una campagna di crowdfunding che si pone l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza in un esperimento di citizen science volto a mappare le comunità di batteri presenti sulle foglie di insalata coltivate in diversi ambienti, sia urbani che rurali, per capire il loro impatto sul benessere della flora batterica intestinale umana.

 

Il progetto è stato selezionato dall’Università di Torino con la terza edizione del bando Funds Together ed è possibile sostenerlo sulla piattaforma Ideaginger.it.

 

“Per proseguire la ricerca ci occorrono due risorse”, ha dichiarato Marco Giovannetti, ricercatore in biologia e botanica di UniTo e responsabile del progetto di crowdfunding “Fondi per realizzare l’esperimento e persone disponibili a partecipare coltivando delle piantine di insalata. Il crowdfunding ci è sembrato lo strumento perfetto per trovarle entrambe!”

 

Alla scoperta dei batteri che abitano sulle foglie d’insalata

 

Il progetto Citizen Salad è curato da un team di ricercatori del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell'Università di Torino con l’obiettivo di esplorare il mondo invisibile dei microrganismi che vivono sulle foglie di insalata. Studiando come le condizioni di crescita e la forma delle foglie influenzano la comunità batterica, lo studio fornirà nuove informazioni su come i batteri interagiscono con le piante e, potenzialmente, con la nostra salute.

 

"Questa ricerca è nata per comprendere meglio come i batteri colonizzano le foglie d’insalata," spiega Marco Giovannetti. "Negli ultimi tre anni abbiamo scoperto che la forma delle foglie e le condizioni ambientali influenzano la presenza di diversi batteri, ora vogliamo estendere lo studio coinvolgendo la comunità per coltivare le piantine in terreni e climi differenti. Si è scoperto che i batteri che sopravvivono sulle foglie di insalata sopravvivono anche nell’uomo; una possibile ricaduta di lungo periodo della ricerca è capire se questi batteri possano quindi essere utilizzati per il benessere della flora batterica umana, aprendo per esempio nuove possibilità per lo sviluppo di alimenti che possano sostenere la salute intestinale”.

 

Coinvolgere la comunità attraverso la scienza partecipativa

 

Un aspetto fondamentale di Citizen Salad è il coinvolgimento diretto della cittadinanza nella ricerca. Sostenendo la campagna di crowdfunding le persone possono finanziare la ricerca con una donazione, ma anche prendere parte all’esperimento coltivando la propria insalata.

 

“Chiunque ci supporti con una donazione di 35 euro può scegliere come ricompensa di ricevere un kit completo per coltivare due varietà di insalata e raccogliere campioni di foglie. Il nostro team analizzerà poi i dati raccolti dai cittadini per mappare il microbioma delle foglie” ha dichiarato Valentina Fiorilli, professoressa di Botanica dell’Università di Torino, che ha poi aggiunto: "Il crowdfunding ci sta offrendo l’opportunità per coinvolgere attivamente le persone nella ricerca scientifica e divulgare in modo innovativo la ricerca sulle piante. Grazie al supporto dei donatori possiamo finanziare l’acquisto dei materiali necessari per l’esperimento, ma possiamo anche ampliare la nostra rete di sperimentatori. Ogni contributo è fondamentale per completare la ricerca, raccogliere più dati e rendere lo studio più rappresentativo."

 

Come sostenere Citizen Salad

 

L’obiettivo della campagna è raccogliere 8.000 euro che serviranno a mappare i batteri presenti sulle foglie di 200 piantine di insalata cresciute in ambienti differenti. In pochi giorni Citizen Salad ha già raccolto il 30% dell’obiettivo, grazie al supporto di molti sostenitori che hanno donato e deciso di entrare a far parte dell’esperimento coltivando anche loro due piantine di insalata. Quando la campagna avrà raccolto il 100% del suo obiettivo l’Università di Torino raddoppierà i fondi raccolti, fino a un massimo di 10.000 euro.

 

Per sostenere il progetto Citizen Salad con una donazione basta cliccare sul link Citizen Salad - Chi vive sulle foglie di insalata, scegliere la ricompensa preferita e completare la procedura in pochi click.

 

Fate una donazione, indossate il camice e diventate ricercatori e ricercatrici insieme a noi!” ha aggiunto Marco Giovanetti “Abbiamo bisogno del vostro supporto per completare la nostra ricerca, sosteneteci e preparatevi a diventare anche voi coltivatori di insalata”.

 

A questo link sono disponibili materiali grafici e video del progetto.

 

Il crowdfunding dell’Università di Torino per sostenere la ricerca scientifica

 

L’Università di Torino ha selezionato Citizen Salad nell’ambito della terza edizione del bando Funds TOgether, sviluppato in collaborazione con Ginger Crowdfunding, che gestisce Ideaginger.it, la piattaforma di crowdfunding con il tasso di successo più alto in Italia.

 

L’obiettivo del bando, con cui sono già state supportate 13 campagne di crowdfunding, che hanno raccolto oltre 191.000 euro, è fornire ai ricercatori competenze specifiche per sviluppare campagne di crowdfunding utili sia a raccogliere preziose risorse dedicate alla ricerca, ma anche per comunicare alla società civile il prezioso lavoro svolto quotidianamente in ateneo.

 

“L’Università di Torino”, ha dichiarato Alessandro Zennaro, Vice-Rettore per la valorizzazione del patrimonio umano e culturale in Ateneo, “ha intrapreso un’azione organizzata di valorizzazione della conoscenza e di divulgazione scientifica, anche attraverso l’iniziativa di crowdfunding. È un’opportunità per avvicinare sempre di più la ricerca scientifica alla cittadinanza, illustrandone gli obiettivi di medio-lungo termine, aprendo le porte dei laboratori dove ricercatrici e ricercatori lavorano, stimolando la curiosità della comunità e soprattutto mettendo in evidenza che i risultati della ricerca hanno ricadute immediate sulla vita quotidiana di tutti e tutte noi. Citizen Salad è un progetto esemplare che mostra come ricerca, tecnologia, coinvolgimento della società civile e innovazione possano cambiare il futuro in meglio e per questo merita di essere sostenuto”.

 

“Questa campagna è un’occasione di collaborazione e formazione anche per lo staff dell’Università di Torino, che mette a disposizione delle ricercatrici e dei ricercatori dell’ateneo le proprie competenze specialistiche in ambito fundraising e finanza alternativa” ha aggiunto Elisa Rosso, Direttrice della Direzione Ricerca, Innovazione e Internazionalizzazione di UniTo. “Ad esempio, lavoriamo per creare contatti, rafforzare reti di collaborazione e ricercare partner istituzionali e aziendali interessati a supportare il progetto e a svilupparlo anche nel futuro. Promuovere il crowdfunding è un’occasione per raccontare il valore della ricerca scientifica e sensibilizzare la comunità sul lavoro svolto in ateneo, che in questo caso permetterà di proseguire una preziosa attività di ricerca nel campo delle scienze della vita e della biologia”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 18 Ottobre, 2024

Bilancio partecipativo 2024 - UniTo apre agli enti del territorio per una progettazione sinergica

Oggimartedì 15 ottobre 2024, nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale, si è tenuta la conferenza di discussione sul Bilancio partecipativo di Ateneo 2024, l’iniziativa che permette il coinvolgimento attivo dell’intera comunità universitaria ai fini della costruzione del Bilancio di previsione, ovvero il documento con cui l’Ateneo prevede e autorizza le entrate e le spese d’esercizio e finanzia le attività ritenute strategiche per lo sviluppo della didattica, della ricerca, della Terza missione e dell’apparato organizzativo gestionale dell’Università.

 

La conferenza è stata l’occasione per fare una sintesi dell’esperienza avviata dall’Università di Torino nel 2022 anche attraverso il coinvolgimento degli enti del territorio. Alla giornata hanno partecipato infatti l’Agenzia per la mobilità piemonteseCittà Metropolitana di Torino, i comuni di AostaAstiBiella, CuneoGrugliasco e TorinoEDISUGTTInfraTOTrenitalia, le Province di Cuneo e BiellaRegione Piemonte e Regione Valle d'Aosta. Durante i lavori sono state affrontate le tematiche emerse nelle due edizioni precedenti del Bilancio Partecipativo di Ateneo, raggruppate in tre macro temi (TrasportiBenessere della Persona, Accoglienza e Casa) con l’obiettivo di individuare una strada comune per procedere alla coprogettazione di interventi sinergici o complementari su questi temi.

 

Tra le tante proposte attuate dalle scorse due edizioni del Bilancio Partecipativo di cui ha beneficiato tutta la comunità di UniTo si possono citare il rimborso dei costi per gli abbonamenti dei trasporti, l’installazione di stalli per le biciclette nelle sedi universitarie, l’integrazione del finanziamento ministeriale destinato al sostegno delle spese per costi di locazione sostenute da studenti e studentesse fuori sede, l’apertura di un “Enrolment desk” per dare un supporto personalizzato a studenti e studentesse internazionali in procinto di immatricolarsi all’Università di Torino, l’istituzione di un Osservatorio permanente per il monitoraggio del benessere di studenti e studentesse, l’installazione di erogatori di acqua potabile e distributori di assorbenti e dispositivi mestruali nelle sedi universitarie e il potenziamento dei servizi per la genitorialità con un occhio di riguardo per  studentesse e studenti genitori.

 

Nel pomeriggio, inoltre, sono state sottoposte alla discussione finale le proposte raccolte nel corso di quest’ultimo anno attraverso la piattaforma liquidfeedback per individuare le azioni su cui investire nel Bilancio di Previsione del 2025. Questa metodologia di azione ha consentito il coinvolgimento di tutta la comunità universitaria su specifiche tematiche individuate collegialmente.

 

“Lo strumento del Bilancio Partecipativo di Ateneo – dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino - è ormai un punto fermo delle azioni volte al potenziamento della comunità universitaria. Grazie al coinvolgimento del personale siamo in grado di cogliere in modo più efficace i reali bisogni di chi lavora e studia nella nostra Università. Una progettazione partecipata della spesa, infatti, consente di mirare in modo più preciso gli investimenti sul benessere e la qualità della vita negli ambienti universitari. Per questo possiamo esprimere piena soddisfazione per aver adottato per primi questo metodo di lavoro tra gli Atenei italiani e siamo certi che potrà contribuire in modo sempre più qualificante allo sviluppo del senso di appartenenza alla comunità di UniTo”.

 

Il Bilancio partecipativo di Ateneo è un’iniziativa che, partita in via sperimentale, prosegue con l’intento di costruire la migliore modalità di partecipazione per la comunità universitaria, grazie al contributo di tutto il personaleUniTo è stato il primo Ateneo d’Italia ad adottare una procedura di partecipazione attiva al Bilancio Partecipativo con l’obiettivo di discutere e condividere idee e opinioni per renderle azioni concrete.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 16 Ottobre, 2024

Cuneo avrà il suo Atlante del Cibo

Il Cuneese e le sue valli avranno l’Atlante del Cibo di Cuneo Metromontana, uno strumento d'indagine per riflettere e agire sul sistema locale del cibo, a sostegno delle politiche alimentari del territorio cuneese. È un progetto che, sul modello dell’“Atlante del Cibo di Torino Metropolitana”, intende promuovere e supportare un processo partecipato di costruzione di conoscenza condivisa sul sistema alimentare metromontano del Cuneese e delle sue valli, primo passo dell’elaborazione di una politica alimentare territoriale.

 

Realizzato con il contributo della Fondazione CRC, il progetto è promosso dall'Università di Torino che, in collaborazione con l'Università di Scienze Gastronomiche, svolge un ruolo di coordinamento e supervisione scientifica, sulla base dell’esperienza dell’Atlante del cibo di Torino metropolitana.

 

Il percorso di preparazione dell’Atlante durerà 12 mesi e le tappe saranno: conoscere, monitorare, coinvolgere, promuovere decisioni e azioni per la sostenibilità ambientale e la giustizia sociale del sistema del cibo. Infatti verranno messe in campo attività di ricerca e azione, come la raccoltaelaborazione, diffusione di informazioni esistenti relative al sistema del cibo di Cuneo e delle valli; la produzione partecipata di nuova conoscenza su risorse, attori, progetti del sistema del cibo; l’organizzazione di tavoli partecipativi (Living Lab territoriali) in collaborazione con il Comune di Cuneo e l’associazione LVIA, per individuare problemi e opportunità, creare reti, sensibilizzare e formare, attraverso il confronto con i soggetti del territorio.

 

L’Atlante includerà la mappatura di diversi ambiti che attengono a quello che viene definito “il sistema del cibo” della città di Cuneo e delle valli: i mercati contadini locali, l’organizzazione e gestione delle mense pubbliche, i progetti scolastici ed extrascolastici di educazione alimentare lotta allo spreco, gli orti comunali, le Comunità e i Distretti del cibo, i sistemi di recupero e redistribuzione delle eccedenze alimentari, le diverse filiere di produzione e distribuzione del cibo, il ruolo delle proloco e dell’associazionismo nell’animazione territoriale.

 

Tutto confluirà su una nuova piattaforma web (Atlante del cibo di Cuneo Metromontana) implementata anche attraverso il social network civico First Life del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino; periodicamente uscirà un rapporto di monitoraggio (Cuneo Metromontana Food Metrics Report).

 

Il progetto mira a mettere in evidenza le diverse peculiarità dei contesti urbani (Cuneo, Borgo San Dalmazzo, Dronero, Busca, Caraglio, etc.) e delle aree interne rurali e montane (valli Vermenagna, Gesso, Stura, Grana, Maira), con l’obiettivo di rafforzare la coesione territoriale. Proprio la dimensione metromontana, con le sue complessità e specificità, è un elemento di innovazione nell’ambito dell’analisi dei sistemi del cibo e delle politiche alimentari.

 

Il Comune di Cuneo, che con il progetto “In Cibo Civitas” ha già un Tavolo sulle politiche locali del cibo a cui partecipano numerosi attori del territorio, avrà un ruolo di coordinamento tra i vari partner operativi. LVIA – Associazione Internazionale Volontari Laici, già ente capofila del progetto “In Cibo civitas”, avrà un importante ruolo di supporto nello sviluppo di reti territoriali, nella comunicazione dei processi e delle attività di progetto. Il partenariato vede inoltre coinvolti: la Regione Piemonte, la Rete Italiana Politiche Locali del Cibo, il Politecnico di Torinol’Università del Piemonte Orientale, l’Anci Piemonte, l’IRES Piemonte, la Camera di Commercio di Cuneo, l’UNCEM PiemonteSlow Food Piemonte.

 

Il progetto rappresenta una delle prime attività nell’ambito del “Centro interateneo di studi e ricerca sul Cibo sostenibile” promosso dall’Università di Scienze Gastronomiche insieme agli altri tre atenei piemontesi.

 

L'evento pubblico di lancio del progetto si svolgerà il 22 ottobre alle ore 15:00 presso la Sala Vinaj del Comune, in via Roma 4, Cuneo.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 16 Ottobre, 2024

Laurea Honoris Causa al regista d'opera teatrale Davide Livermore

Oggi, lunedì 14 ottobre, alle ore 15.00, nell'Aula Magna della Cavallerizza Reale (Via G. Verdi 9 - Torino), è stata conferita la Laurea Honoris Causa in Cinema, Arti della Scena, Musica e Media al regista Davide Livermore “per la ricchezza e interdisciplinarità che caratterizzano la sua ricerca artistica nell'ambito della scena teatrale e lirica, dei linguaggi del cinema e della sperimentazione digitale”.

 

Il Maestro Livermore ha allestito spettacoli nei più importanti teatri del mondo, dal Teatro La Fenice di Venezia all’Opera House di Philadelphia, dal Bunka Kaikan di Tokyo alla Sidney Opera House, al Bolshoi, fino alla Scala inaugurando, unico nella storia del teatro, quattro stagioni consecutive. Nel 2016 è stato nominato ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia dal presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. A lungo direttore artistico del Teatro Baretti di Torino, è attualmente direttore del Teatro Nazionale di Genova. Con Paolo Gep Cucco ha firmato nel 2024 la regia del film The Opera! – Arie per un’eclissi, un’opera-musical che racconta la storia d’amore di Orfeo ed Euridice nella nostra contemporaneità in modo del tutto inedito unendo il pop, la moda e le arti visive. Il film sarà presentato nella sezione Special Screening alla 19° edizione della Festa del Cinema di Roma il 25 ottobre. 

 

“È un grandissimo onore poter tornare a Torino per ricevere questa laurea ad honoris causa perché è un riconoscimento non solo a me ma ad un mondo meraviglioso come quello dell’opera e del teatro, e un riconoscimento della funzione sociale che l’arte deve avere. Educare ai sentimenti, imparare ad emozionarsi, guardare con curiosità il mondo, fare del proprio lavoro un dovere civile sono le cose che mi hanno guidato in questi anni di carriera. Celebrarli a Torino vuol dire tornare dove mi sono formato, tornare dove ho cominciato a camminare nel mondo dell’arte, e condividere con UNITO la mia strada”, dichiara Davide Livermore.

 

“La laurea che oggi conferiamo ad uno dei più importanti registi della scena lirica internazionale va a premiare un percorso che ha saputo coniugare rigore e sperimentazione, accogliendo e testimoniando in modo mirabile l’impatto delle tecnologie digitali sulla messa in scena operistica e non solo. Il progetto registico di Livermore, nell’opera come nel teatro classico, appare come uno dei più significativi esempi di incontro tra testi, partiture, drammaturgie, con un’invenzione registica che utilizza la tecnologia per contaminare linguaggi ed estetiche, ma sempre al servizio delle ragioni profonde dei testi stessi, del loro portato anche civile e politico, nel rispetto del valore di documenti del nostro patrimonio culturale e artistico”, aggiunge Giulia Carluccio, Prorettrice dell’Università di Torino.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 14 Ottobre, 2024

CultMeat, il progetto di ricerca dell'Università di Torino per coltivare la carne del futuro

Sviluppare un metodo innovativo per coltivare carne in laboratorio è la missione della campagna di crowdfunding CultMeat, lanciata da un team di ricerca dell’Università di Torino sulla piattaforma Ideaginger.it, che si pone l’obiettivo di ridurre drasticamente l’impatto ambientale e rispondere alle sfide etiche legate all’allevamento intensivo.

 

Le opportunità della carne coltivata

 

"La carne coltivata è biologicamente identica a quella che conosciamo, ma viene prodotta con un impatto ambientale estremamente ridotto rispetto a quello degli allevamenti," spiega Lù Casini del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute dell’Università di Torino e responsabile del progetto di crowdfunding "Attraverso l’uso di cellule staminali animali possiamo ottenere tessuti muscolari in un ambiente controllato, utilizzando un metodo che, una volta ottimizzato, potrebbe rivoluzionare l’industria alimentare." L’idea alla base della ricerca è superare gli ostacoli tecnologici che fino ad oggi hanno reso la carne coltivata difficile da produrre su larga scala, utilizzando sulle cellule suine un sistema efficace già testato con successo su cellule umane per la medicina rigenerativa.

 

CultMeat è un progetto di ricerca e innovazione tecnologica basato su una visione etica e sostenibile del futuro alimentare. “La carne coltivata può rappresentare una risposta concreta ai problemi ambientali e culturali che il nostro sistema alimentare attuale non può più ignorare” ha aggiunto Sveva Bottini, ricercatrice dell’Università di Torino e del team di Cult Meat, che ha poi proseguito “ridurre il consumo di risorse naturali, abbattere le emissioni di CO₂ e garantire il benessere animale sono tutti obiettivi che questo progetto si propone di raggiungere”.

 

L’Università di Torino ha selezionato CultMeat con la terza edizione del bando Funds TOgether, sviluppato insieme a Ginger Crowdfunding, che gestisce Ideaginger.it, la piattaforma con il tasso di successo più alto in Italia, con l’obiettivo di aiutare le ricercatrici e i ricercatori ad acquisire le competenze per sviluppare campagne di crowdfunding efficaci e sostenerle economicamente. L’Università di Torino infatti raddoppierà i fondi raccolti tramite crowdfunding con un ulteriore contributo di 10.000 euro.

 

La risposta della comunità

 

In pochi giorni la campagna di crowdfunding ha già raccolto oltre 10.000 euro grazie al supporto di più di 235 donatori, fondi che saranno utilizzati per isolare le cellule staminali suine e acquistare i materiali necessari per trasformarle in cellule muscolari e produrre il primo prototipo di carne coltivata. “Il crowdfunding si sta dimostrando uno strumento straordinario per coinvolgere le persone in questa importante sfida scientifica", ha proseguito Alessandro Bertero, docente e ricercatore al Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute di UniTo e leader scientifico del progetto. "Una risposta così rapida e così numerosa da parte dei sostenitori ci emoziona e conferma quanto sia sensibile la comunità al tema della nostra ricerca e ai suoi risvolti”.

 

“Ora che abbiamo raggiunto il primo obiettivo della nostra campagna non ci fermiamo”, ha rilanciato Sveva Bottini: "Dedicheremo tutti i fondi in più che raccoglieremo all’acquisto di un coltivatore, uno strumento che, come una sorta di fermentatore, ci permetterà di lavorare con volumi e quantità sempre più alti in modo da facilitare il passaggio dalla ricerca alle applicazioni industriali".

 

“Quindi continuate a sostenerci” ha concluso Alessandro Bertero “abbiamo ancora bisogno del supporto di tutte le persone sensibili alla necessità di rendere più etica e rispettosa dell’ambiente la nostra alimentazione. Per ringraziare i nostri sostenitori abbiamo ideato tante ricompense, tra cui anche la possibilità di visitare i nostri laboratori e conoscere in modo unico il nostro lavoro”.

 

Per sostenere il progetto Cult Meat con una donazione basta cliccare sul link CultMeat - coltiviamo la carne per un futuro più sostenibile, scegliere la ricompensa preferita e completare la procedura in pochi click.

 

A questo link sono disponibili materiali grafici e video del progetto.

 

L’impegno dell’Università di Torino per promuovere la ricerca scientifica con il crowdfunding

 

Funds TOgether è il programma di finanza alternativa per la ricerca e l'innovazione sviluppato dall’Università di Torino insieme a Ginger Crowdfunding. Obiettivo è fornire ai ricercatori e alle ricercatrici dell’ateneo le competenze per progettare e promuovere una campagna di crowdfunding, acquisire nuove risorse e avvicinare la comunità universitaria alla società civile attraverso progetti a forte impatto sociale e ambientale. Funds TOgether è ormai giunto alla sua terza edizione e rappresenta un importante tassello nella strategia dell’Università di Torino per promuovere la ricerca scientifica e il public engagement. Complessivamente l’Università di Torino ha già sostenuto 13 campagne di crowdfunding, che hanno raccolto più di 191.000 euro grazie al coinvolgimento di oltre 1.800 donatori.

 

“L’Università di Torino”, ha dichiarato Alessandro Zennaro, Vice-Rettore per la valorizzazione del patrimonio umano e culturale in Ateneo, “ha intrapreso un’azione organizzata di valorizzazione della conoscenza e di divulgazione scientifica, anche attraverso l’iniziativa di crowdfunding. È un’opportunità per avvicinare sempre di più la ricerca scientifica alla cittadinanza, illustrandone gli obiettivi di medio-lungo termine, aprendo le porte dei laboratori dove ricercatrici e ricercatori lavorano, stimolando la curiosità della comunità e soprattutto mettendo in evidenza che i risultati della ricerca hanno ricadute immediate sulla vita quotidiana di tutti e tutte noi. CultMeat è un progetto esemplare che mostra come ricerca, tecnologia, collaborazione internazionale e innovazione possano cambiare il futuro in meglio e per questo merita di essere sostenuto”.

 

“Questa campagna è un’occasione di collaborazione e formazione anche per lo staff dell’Università di Torino, che mette a disposizione delle ricercatrici e dei ricercatori dell’ateneo le proprie competenze specialistiche in ambito fundraising e finanza alternativa” ha aggiunto Elisa Rosso, Direttrice della Direzione Ricerca, Innovazione e Internazionalizzazione di UniTo. “Ad esempio, lavoriamo per creare contatti, rafforzare reti di collaborazione e ricercare partner istituzionali e aziendali interessati a supportare il progetto e a svilupparlo anche nel futuro. Promuovere il crowdfunding è un’occasione per raccontare il valore della ricerca scientifica e sensibilizzare la comunità sul lavoro svolto in ateneo, che in questo caso permetterà di proseguire una preziosa attività di ricerca nel campo delle biotecnologie”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 14 Ottobre, 2024

Italia-Repubblica Dominicana, firmato memorandum per il prestito di un reperto dell'Università di Torino

È stato firmato oggi a Roma, al Ministero della Cultura, il Memorandum d'intesa per il prestito di beni culturali tra il Ministero della Cultura della Repubblica Italiana, il Ministero della Cultura della Repubblica Dominicana e l'Università di Torino

 

Erano presenti il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, l'On. Paolo Barelli, il Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna, il Capo di Gabinetto, Francesco Spano, il Consigliere Diplomatico del Ministro, Clemente Contestabile, il Capo Dipartimento per la Tutela del Patrimonio culturale, Luigi La Rocca, la Ministra della Cultura, Milagros Germán Olalla, l'Ambasciatore della Repubblica Dominicana in Italia, Tony Raful Tejada, il Consigliere dell’Ambasciata per gli Affari culturali, Joaquin F. Taveras Pérez, il Consulente Ufficio della Ministra della Cultura, Beatriz Ferrer, l'Assistente esecutiva della Ministra della Cultura, Laura Khouri, il Consigliere, Arelys Perdomo.

 

Al centro dell’accordo c’è lo Zemi (o Cemì nella traslitterazione spagnola) di cotone, di proprietà del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino (MAET). Questo reperto dal forte valore storico e identitario, appartenuto alla popolazione Taino, un gruppo scomparso pochi decenni dopo l’arrivo di Cristoforo Colombo nella Repubblica Dominicana, sarà consegnato per 6 mesi alle autorità dominicane. 

 

Il termine Zemi indica un potere mistico contenuto in oggetti sacri di varie forme e materiali. In seguito alla colonizzazione la maggior parte di questi reperti fu distrutta. Tuttavia, alcuni esemplari in pietra o legno sono tuttora conservati all’interno di collezioni museali americane ed europee. L’unico Zemi in cotone contenente reliquie umane, sopravvissuto fino a oggi, appartiene alle collezioni del MAET. Si tratta di una figura antropomorfa alta circa 55 cm realizzata in cotone intrecciato, contenente una porzione di cranio umano deformato secondo l’usanza dei Taino. L’involucro in cotone è datato con grande probabilità tra il 1439 e il 1522 d. C. mentre analisi recenti hanno rivelato che il cranio risale probabilmente a un periodo più antico e, con ogni evidenza, è un oggetto di culto che incarna lo spirito di un antenato o di un capo.

 

FOTO CARTELLA STAMPA

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 14 Ottobre, 2024

A Biella un nuovo Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria

Lunedì 7 ottobre 2024, alle ore 11.00, presso la sala Bianca di Città Studi Biella (corso Giuseppe Pella 2b, 1° piano Biblioteca), si è tenuta la presentazione alla stampa del nuovo Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria in occasione della lezione inaugurale. Sono intervenuti il Presidente di Città Studi Biella Ermanno Rondi, il Sindaco di Biella Marzio Olivero, la Presidente del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Sara Nosari, la Prorettrice dell’Università di Torino Giulia Carluccio, il Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna e il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella Michele Colombo.

 

Progettato come tessuto connettivo tra gli obiettivi formativi dell’Ateneo torinese e le esigenze di formazione del territorio biellese, il Corso di Laurea lavorerà alla formazione di insegnanti polivalenti che sappiano integrare la creatività, la flessibilità e l’attenzione a motivare alla conoscenza tipiche della scuola dell’infanzia, con la sicurezza disciplinare che caratterizza la scuola primaria.

 

Il Corso di Laurea, che parte con una disponibilità di 75 posti, contribuisce a soddisfare l’esigenza di formazione di nuovi insegnanti in una significativa parte della Regione. Nello stesso tempo, risponde alla necessità di rendere più accessibile ai giovani e alle giovani del territorio della provincia di Biella, e non solo, il percorso formativo dedicato ai profili professionali specifici di insegnamento nella scuola dell’infanzia e primaria.

 

Il Corso di Laurea si impegnerà in questi obiettivi progettando un’azione didattica, scientifica e culturale “sinergica” volta a innovare le metodologie e gli strumenti della professionalità della scuola, a sperimentare percorsi di ricerca creativi per implementare le competenze dei futuri insegnanti e a investire in iniziative di empowerment in stretta collaborazione con gli attori del territorio impegnati, a diverso titolo, nella missione della scuola dell’infanzia e primaria.

 

“In una Città in cui l’età media è tra le più alte del Paese – dichiara Ermanno Rondi, Presidente di Città Studi – attivare un corso di Scienze della Formazione Primaria ha un forte significato: non siamo solo un territorio che invecchia, ma che conserva la freschezza di iniziative e prospettive che guardano con attenzione alle future generazioni e coniuga al tempo stesso le opportunità che un campus come il nostro può offrire per una didattica fatta non solo di lezioni frontali, ma di relazioni ed innovazione. Non vogliamo aggiungere un corso universitario, ma sviluppare un percorso formativo che sia attrattivo per i giovani, stimolante per il Territorio, tale da garantire opportunità di lavoro e guardi al domani con creatività, fiducia e spirito propositivo; vogliamo essere, grazie al rapporto consolidato con Unito, un’eccellenza nel settore”.

 

“È con grande entusiasmo che oggi celebriamo l’inaugurazione del nuovo Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria presso Città Studi Biella – proclama Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino – Questo momento segna un passo significativo nel percorso di crescita e consolidamento della nostra offerta formativa, in sinergia con le esigenze specifiche del territorio biellese e più in generale di tutta la Regione Piemonte. La creazione di questo nuovo Corso di Laurea rappresenta non solo un’opportunità per i futuri insegnanti di accedere a una preparazione solida e all’avanguardia, ma anche un progetto strategico che unisce l’eccellenza accademica dell’Ateneo torinese con le realtà locali. Questa iniziativa è frutto di un impegno corale, e voglio esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione. Siamo certi che questo Corso di Laurea costituirà un’importante risorsa per il futuro dell’istruzione nella nostra Regione e continueremo a lavorare con dedizione per costruire percorsi di eccellenza accademica e professionale a beneficio delle nostre comunità”.

 

“La formazione degli insegnanti della scuola primaria è un’azione delicata e importante – sostiene Michele Colombo, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Biella – perché riguarda da vicino il tema della creazione di futuro, un futuro che passa da inclusione, formazione, creatività e passione. Quella passione che gli studenti e le studentesse che sceglieranno di formarsi a Biella troveranno in Città Studi, società strumentale della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella che sempre più persegue l’obiettivo di proporsi come punto di riferimento per la formazione piemontese e non solo. Grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, con la Regione Piemonte, con il sistema scolastico biellese e con tutti gli stakeholder territoriali, il corso che nasce oggi a Biella si distingue per essere stato pensato e creato da una comunità educante coesa. Un sistema che può contare su eccellenze come il campus di Città Studi, Cascina Oremo, le progettualità sperimentali ormai attive da anni grazie alla Fondazione nel campo della formazione: da Muse alla lavagna a Muse a Olimpia sono molteplici le opportunità offerte dal territorio ai giovani insegnanti che sceglieranno di studiare a Biella. Un valore aggiunto straordinario sarà poi poter sperimentare, grazie alle profonde sinergie tra Città Studi e Cascina Oremo, attività e progetti di inclusione e apprendimento personalizzato all’interno di un ecosistema di formazione 0-17 anni unico nel suo genere. Infine va citata la collaborazione strategica con l’impresa sociale “Con i bambini” impegnata a livello nazionale nella lotta alla povertà educativa minorile, che ha stretto con Biella una collaborazione forte e importante su Cascina Oremo e che proprio domani porterà nell’Auditorium di Città Studi il convegno “Il disagio degli adolescenti: il racconto delle nuove generazioni, il ruolo della comunità educante e quello dell’informazione” e il lancio della campagna #nonsonoemergenza dedicato al contrasto del disagio giovanile. Una sfida e un’opportunità alla quale siamo felici di contribuire”.

 

"Il nuovo corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria rappresenta un importante tassello nell’offerta formativa del nostro territorio – afferma Marzio Olivero, Sindaco Città di Biella –. È significativa la tipologia di corso che potrebbe apparire inadeguato alla nostra Provincia che negli ultimi anni ha registrato un costante invecchiamento mentre in realtà rappresenta una risposta al fenomeno, guarda al futuro che desideriamo e crea le basi necessarie per intraprendere un percorso di innovazione e opportunità che sia realmente attrattivo per i giovani. Un Corso che con la disponibilità di 75 posti consentirà di soddisfare in termini di formazione le richieste di una parte della Regione ma soprattutto risponderà alle effettive esigenze che emergono dal nostro territorio offrendo reali prospettive per i giovani biellesi. Un percorso che da un lato segna e definisce ulteriormente il rapporto vincente tra Città Studi, Università di Torino, Regione ed il nostro Territorio e dall’altro certifica l’eccellenza della nostra offerta Universitaria".

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 8 Ottobre, 2024
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