Levieditorino.it: il sito che connette cittadini e commercianti di Torino attraverso l'acquisto on line di buoni.

Il progetto è stato sviluppato all’interno del Dipartimento di Management dell’Università di Torino come diretta applicazione pratica degli innovativi modelli manageriali e di economia circolare studiati. Il sito è on line da domani, martedì 8 dicembre

Domani, martedì 8 dicembre, è ufficialmente online il sito levieditorino.it, una vetrina digitale non a scopo di lucro che connette direttamente cittadini e oltre 50 commercianti di Torino operanti in diverse categorie merceologiche, per coniugare la volontà di acquistare responsabilmente e la necessità degli esercenti di incrementare la liquidità immediata in un momento delicato, attraverso il sistema di acquisto online di buoni. La piattaforma è un punto di incontro tra chi acquista e chi vende e i pagamenti vengono effettuati direttamente agli esercenti. 

 

Il progetto è stato sviluppato dal Dipartimento di Management dell’Università di Torino e Spin Lab, spin off di Unito, in collaborazione con Ascom Torino – Associazione di Imprenditori del Commercio, del Turismo e dei Servizi, l’Associazione dei Commercianti di Via Po e il supporto finanziario di  Lavazza e Reale Mutua.  

 

levieditorino.it nasce all’interno del Dipartimento di Management dell’Università di Torino come applicazione pratica di innovativi modelli manageriali e di economia circolare su cui si focalizzano alcune delle ricerche di molti dei docenti del Dipartimento. Spin Lab ha agito da catalizzatore di relazioni e transazioni tra i diversi stakeholder del territorio, per garantire l’efficacia e la velocità di realizzazione del progetto. 

 

Il progetto, nato per riconsiderare i modelli tradizionali di responsabilità e creazione di valore e aprirsi ad un nuovo modo di competere sul mercato e di relazionarsi, testimonia la creazione di un’alleanza tra partner pubblici e privati per supportare il territorio torinese in un momento complesso che ha saputo risvegliare il senso di cittadinanza delle persone.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 7 Dicembre, 2020

Intelligenza artificiale: nasce SIpEIA, la società italiana per l'etica IA - L'Università do Torino tra i promotori - Domani, giovedì 3 dicembre, dalle ore 10.00, in live streaming su Webex si terrà il primo evento fondativo di SIpEIA

Nasce SIpEIA, Società Italiana per l'Etica dell'Intelligenza Artificiale, la nuova associazione accademica che riunisce docenti, studiosi, operatori, aziende e cittadini interessati ai problemi etici sollevati dall’Intelligenza Artificiale, progetto fortemente sostenuto da Guido Boella (Università di Torino), Tiziana Catarci (Sapienza Università di Roma), Amedeo Cesta (CNR, Roma), Ines Crispini (Università della Calabria), Piergiorgio Donatelli (Sapienza Università di Roma), Maurizio Mori (Università di Torino) e Giovanni Sartor (Università di Bologna). 

 

Giovedì 3 dicembre, dalle ore 10.00, in live streaming su Webex si terrà il convegno Per una nuova etica dell'Intelligenza Artificiale (IA): le tecnologie rinnovano e cambiano l'umano”, il primo evento fondativo di SIpEIA organizzato con il patrocinio dell’Università La Sapienza di Roma, dell’Università degli Studi di Torino, dell’Università di Bologna e dell’Università della Calabria.

 

L'enorme aumento della potenza di calcolo degli elaboratori e l’ampia disponibilità di dati hanno reso efficace e praticabile il machine learning e il deep learning, e ciò sta comportando un salto significativo nel controllo dell'umanità stessa. L'aiuto offerto dall'IA non si limiterà solo ad allargare le potenzialità umane, ma comporterà una loro trasformazione, aprendo la strada a forme inedite di umanità. Già ora l'IA comporta un cambiamento radicale della “privacy”, nozione che verrà ad assumere aspetti diversi da quelli del passato. L'estensione dell'etica dal dominio dell’umano a quello dell’artificiale potrebbe portare a considerare le tecnologie stesse moralmente rilevanti. Tutto ciò richiederà un ripensamento delle nozioni centrali dell’etica oggi diffusa, tema su cui si fonda il lavoro di SIpEIA. 

 

SIpEIA è aperta ad accademici, studiosi, operatori, aziende e cittadini interessati ai problemi etici sollevati dalla IA, e al Convegno sarà possibile aderire all'iniziativa e associarsi. In quanto società accademica, intende promuovere un indirizzo innovativo volto a superare quello che sembra essere l’assunto prevalente, ossia se tecnicizzare l'uomo o umanizzare la tecnica. Si tratta di una falsa alternativa, perché, se non esiste alcuna natura umana immutabile, va esplorata l'idea che le tecniche cambino l'uomo aprendo prospettive nuove. È questa possibilità che l'etica deve esplorare, e il Convegno vuole essere un primo passo in questa direzione.

 

Cosa capiterà quando biomedicina, nanotecnologie e IA interagiranno tra loro in un mix inestricabile in cui le nuove capacità di calcolo programmeranno il vivente condizionandolo con nanotecnologie? Non è facile dare risposte precise a interrogativi di questo tipo, ma è certo che essi vanno posti e affrontati. In particolare – spiega il Prof. Maurizio Mori, docente di Bioetica e Filosofia morale al Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino – forte è oggi l'esigenza di riflettere con grande attenzione sull'etica dell'Intelligenza Artificiale. Di fatto, sulle tematiche dell'IA si sta sviluppando un vivacissimo dibattito culturale, con innumerevoli iniziative che si dipanano nelle più diverse direzioni. Manca un coordinamento che imprima un indirizzo di massima alla riflessione sull'etica dell'Intelligenza Artificiale. La libertà di ricerca è sovrana, ma opportuni sono anche suggerimenti e indirizzi tesi a orientare il dibattito”.

 

“Gli approcci attuali all’etica dell’Intelligenza Artificiale  dice il Prof. Guido Boella, Direttore del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino – non tengono conto del fatto che l’IA ha il potenziale non solo di introdurre nuovi strumenti, ma di trasformare profondamente la società attuale. Per questo motivo, non diamo per scontato che basti rifarsi ad approcci come quelli utilizzati nella Bioetica. SIpEIA vuole avere un approccio interdisciplinare, che mette assieme prima di tutto informatica, filosofia e diritto, come dimostrano le competenze dei fondatori. È significativo che l’iniziativa parta anche da Torino, che sarà la sede principale dell’Istituto Italiano di Intelligenza Artificiale”.

 

Per partecipare all’evento Webex: n. riunione: 121 765 9559 - psw: dMzJGgNk322

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 2 Dicembre, 2020

Eit Food: prestigioso riconoscimento a due programmi educativi sostenuti dall'Università di Torino

Si rafforza la sinergia tra l’Ateneo torinese e l’Istituto per l’Innovazione e la Tecnologia dell’Unione Europea in campo alimentare

Giovedì 26 novembre due programmi educativi di punta dell'EIT Food, l'Istituto per l'Innovazione e la Tecnologia dell'Unione Europea, hanno ottenuto il Label Certificate, il marchio EIT che viene assegnato solo a programmi educativi di eccellenza. Ad essere premiati sono stati il curriculum internazionale della laurea magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari, Food Systems, e il programma per studenti di dottorato Global Food Venture, che vedono l’Università di Torino partner di altre 14 importanti università europee.

Si rafforza dunque la sinergia tra EIT Food e UniTo, dopo che a settembre 2020 l’Istituto dell'Unione Europea aveva attribuito il ruolo di coordinatori di due consorzi europei del settore Food a docenti dell’Università di Torino: il Prof. Luca Cocolin, del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari e il Prof. Dario Peirone, del Dipartimento di Giurisprudenza. UniTo attualmente è coordinatrice sia dei progetti di Professional Development che delle Summer School nei Paesi e le Regioni RIS.

 

Il Master in Food Systems è un programma di laurea integrato organizzato da istituzioni accademiche e partner industriali di tutta la rete paneuropea di partner dell'EIT Food. Il suo obiettivo è quello di preparare gli studenti a guidare una futura trasformazione del sistema alimentare. Il programma promuove una profonda conoscenza del sistema alimentare come catena del valore integrata, fornendo agli studenti l'opportunità di studiare presso tre istituzioni accademiche che forniscono blocchi semestrali diversi, ognuno dei quali si concentra su aree specifiche del sistema alimentare. A ciò si affiancano attività di partner-manager e lavori di tesi offerti congiuntamente da partner industriali paneuropei. 

Il Global Food Venture Programme supporta gli studenti di dottorato altamente qualificati provenienti da tutta Europa per trasformare la loro ricerca in un'attività redditizia nello spazio Food & AgTech. Il programma promuove la crescita imprenditoriale dei dottorandi che lavorano sulle sfide del settore agroalimentare. I giovani innovatori acquisiscono competenze e conoscenze essenziali per la creazione di business attraverso 6 mesi di bootcamps training, mentoring, visite ai siti aziendali, eventi di networking globale e pitch competitions. In questo periodo, sono supportati dai migliori coach ed esperti di tecnologia dei partner EIT Food e hanno l'opportunità unica di esplorare i principali ecosistemi dell'innovazione in Europa.

Oltre 74 studenti sono attualmente iscritti alla laurea magistrale e 100 studenti hanno completato il Global Food Venture che si concentra su innovazione, imprenditorialità, creatività e leadership. Gli studenti che hanno superato con successo un programma educativo con il marchio EIT riceveranno le competenze necessarie per creare un impatto reale nelle imprese e affrontare le principali sfide del sistema alimentare.

 

" Questo importante risultato – dichiara Maarten van der Kamp, direttore dell'istruzione dell'EIT Food – dimostra l'impegno dell'EIT Food Education e della sua rete di partner a sviluppare e implementare programmi altamente innovativi e rilevanti per coltivare i migliori talenti che avranno un impatto positivo su tutto il sistema alimentare. L'EIT Label segnala chiaramente ai datori di lavoro che i diplomati del programma sono attrezzati per agire come innovatori e rispondere alle sfide della società. Hanno le capacità imprenditoriali e tecniche per immaginare e guidare le innovazioni verso un mondo in cui tutti possano accedere e godere di cibo sostenibile, sicuro e sano, con fiducia e correttezza dalla fattoria alla forchetta. Stiamo già dando il benvenuto all'EIT Label Review per il prossimo anno e speriamo che questo sia solo il punto di partenza per far assegnare il marchio EIT anche agli altri nostri programmi ".

 

“ L’Università di Torino – dichiara Luca Cocolin, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari UniTo – ancora una volta si è dimostrata capace di rispondere a specifiche richieste formative poste dal mondo agroalimentare che oggi, ancor più che in passato, ha necessità di figure professionali che possano affrontare percorsi di innovazione che rispondano alle esigenze dello sviluppo sostenibile. La collaborazione instaurata con altre importanti università europee ha portato alla creazione di percorsi di studio che si integrano tra di loro per offrire allo studente una formazione unica a livello nazionale ed internazionale nell’ambito agroalimentare”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 30 Novembre, 2020

Sharper: la Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori di Torino

Dal 26 al 28 novembre torna l’evento europeo dedicato alla ricerca universitaria. 500 ricercatrici e ricercatori, 80 ore di live streaming, 25 ore di video on demand, 200 ore di live chat con i gruppi di ricerca.

Oggi, mercoledì 25 novembre è stato presentato alla stampa il programma della XV edizione della Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori, l’evento promosso dalla Commissione Europea che coinvolge ogni anno migliaia di ricercatrici e ricercatori, atenei e istituzioni di ricerca in tutti i paesi europei. 

A Torino, dal 26 al 28 novembre ricercatrici e ricercatori incontreranno il pubblico on line, negli spazi virtuali che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi, con conferenze, panel, spettacoli, laboratori, esperimenti, maratone, quiz e giochi. In questa situazione straordinaria di emergenza sanitaria infatti, Torino ha accolto l’invito a fare la sua parte disegnando un evento responsabile. 

In conferenza stampa sono intervenuti Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino, Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino, Matteo Bagnasco, Responsabile Obiettivo Cultura Fondazione Compagnia di San Paolo e Marco Pironti, Assessore all’Innovazione della Città di Torino. L’incontro è stato moderato dalla Prof.ssa Maria Lodovica Gullino, Vice-Rettrice per la valorizzazione del patrimonio umano e culturale dell’Università di Torino. 

 

Il programma è stato presentato da Alessia Dino del Coordinamento Sharper Torino, Sezione Valorizzazione della Ricerca e Public Engagement dell’Università di Torino. In rappresentanza del gruppo di ricercatori Ambassador della Notte torinese sono intervenute Silvia De Francia (Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino) e Francesca Vipiana (Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni del Politecnico di Torino).

Le ricercatrici e ricercatori coinvolti nella manifestazione sono oltre 500 per 7 giorni di programmazione80 ore di live streaming, 25 ore di video on demand200 ore di live chat e 300 classi coinvolte per 85 propostedi attività per le scuole. Il ruolo che la ricerca sta svolgendo nella crisi globale in corso e nei molti settori messi in evidenza nei 17 obiettivi per la sostenibilità lanciati dall’ONU nel 2015 e inseriti nell’Agenda 2030 è cruciale

La nuova Notte Europea della Ricercatrici e dei Ricercatori sarà inoltre uno strumento di educazione. Una programmazione specifica è stata pensata per le scuole primarie e secondarie, con giochi, quiz, esperimenti, conferenze e dibattiti proposti dalle ricercatrici e dai ricercatori dell’Università e del Politecnico di Torino, dei Centri di ricerca del territorio e dei Musei cittadini. Al grande pubblico sono dedicati format di informazione e intrattenimento ideati per l’occasione in collaborazione con artisti/e e professionisti/e della divulgazione scientifica. È previsto anche un gioco a premi - La Notte dei Goal - che invita il pubblico a mettersi alla prova sui temi dell’Agenda 2030.

 

“Ci apprestiamo a vivere una Notte Europea dei Ricercatori molto speciale: peculiare per la modalità di svolgimento e con un grande valenza pubblica” dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino - La pandemia in corso ha ribadito all’opinione pubblica quanto la ricerca sia fondamentale per garantire la quotidianità e lo stile di vita verso i quali abbiamo sviluppato radicate abitudini. La ricerca di soluzioni a questo momento critico ha messo in evidenza come tutta la ricerca, come tutte le discipline abbiano un ruolo determinante in questa direzione, specialmente quando si integrano e dialogano tra di loro. Questa Notte Europea dei Ricercatori, quindi, si svolge in un contesto di particolare attenzione al ruolo sociale della scienza, delle conoscenze e delle competenze. Soprattutto un contesto nel quale si attribuisce alla scoperta un valore inestimabile. Proprio questa rinnovata attenzione ai saperi scientifici ci responsabilizza più di prima nel comunicare ai cittadini le attività dei gruppi di ricerca e tanto eccellente lavoro appassionato nei laboratori universitari. C’è un valore anche educativo della divulgazione scientifica che deve essere riconosciuto come un nostro obiettivo primario. Perché la scienza offre una prospettiva ideale a chi abbia voglia di guardare al futuro.

 

“Questa edizione della Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori - aggiunge Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino - rappresenta uno sforzo mai compiuto prima per avvicinare il pubblico - soprattutto i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado - alla scienza, ai suoi obiettivi e ai suoi valori. Uno sforzo che rappresenta la volontà di superare la distanza fisica e l’isolamento sociale che questa pandemia ci obbliga a mantenere per continuare a trasmettere la fiducia nel futuro e l’importanza di lavorare insieme ad un progresso più sostenibile, requisito imprescindibile per qualsiasi ricercatore.”

“Nell’ambito nel nostro nuovo approccio ai progetti che guarda ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda ONU 2030 - dichiara Matteo Bagnasco, Responsabile dell’Obiettivo CULTURA della Fondazione Compagnia di San Paolo - la Fondazione Compagnia di San Paolo ha radicato la convinzione che il sapere scientifico sia parte essenziale dell’esperienza culturale in considerazione del suo valore nel processo di formazione di una cittadinanza partecipe e consapevole. La notte dei ricercatori coinvolge migliaia di ricercatori e istituzioni di ricerca in tutti i paesi europei creando occasioni di incontro tra ricercatori e cittadini per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante. Si tratta di un progetto di successo ormai giunto alla sua XXV edizione e che la Fondazione è lieta di sostenerne, anche in quest’anno particolare”.

 

"Se l'innovazione è il motore dello sviluppo di un territorio, la ricerca rappresenta il suo indispensabile carburanteafferma Marco Pironti, Assessore all'Innovazione della Città di Torino -. È responsabilità delle istituzioni essere parte di questo processo che è e deve rimanere virtuoso. Bisogna aumentare la consapevolezza del fondamentale ruolo scientifico, economico e sociale di coloro che con entusiasmo fanno ricerca. E soprattutto consentire loro di farla nelle migliori condizioni".

La Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori 2020 è stata organizzata dall’Università e dal Politecnico di Torino con Università di Scienze GastronomicheINFN-Sezione di TorinoISTATINRIM - Istituto Nazionale di Ricerca MetrologicaCNR-IPSP - Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante; in collaborazione con Salone Internazionale del LibroAbbonamento Torino Musei e Torino Città Metropolitana; con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito del Sistema Scienza Piemonte. L’evento si svolge nell’ambito del progetto nazionale Sharper - SHAring Researchers’ Passion for Evolving Responsibilities, finanziato dalla Commissione Europea all’interno del Programma Quadro Europeo per la Ricerca e l’Innovazione HORIZON 2020.

 

Schede partner

Video teaser per la notte delle ricercatrici e dei ricercatori 2020 Sharper

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 25 Novembre, 2020

ASSIST: l'intelligenza artificiale che migliora le abitudini alimentari delle famiglie

ASSIST combina l'intelligenza del machine learning con i metodi della ricerca sociale, per arrivare ad una conoscenza approfondita dei consumatori

La piattaforma interattiva permetterà ai consumatori di ricevere consigli personalizzati e migliorare le abitudini alimentari. Attraverso un’apposita applicazione ASSIST raccoglierà le tendenze di acquisto, le opinioni, le preferenze e gli atteggiamenti dei consumatori.

 

Il centro tecnologico AZTI, la società di intelligenza artificiale AiTalentum, la cooperativa alimentare AN Group, e le Università di Torino ed Helsinki, unite in un consorzio patrocinato da EIT Food, hanno sviluppato ASSIST, una piattaforma web interattiva e integrata con un’applicazione per Android e IOS, che ha l’obiettivo di migliorare le abitudini alimentari delle famiglie e dei consumatori. Prendendo in considerazione le tendenze, le opinioni, le preferenze, le attitudini all’acquisto e le caratteristiche del suo utilizzatore, ASSIST è in grado di essere una esperta guida nutrizionale per genitori e ragazzi nell’età dello sviluppo. 

 

ASSIST combina l’intelligenza del machine learning con i metodi della ricerca sociale per arrivare ad una conoscenza approfondita dei consumatori, in particolare delle famiglie con bambini, e personalizzare i suggerimenti alimentari raccomandati per ognuno. Attraverso una raccolta di dati anonimi e un’analisi affidabile per lo sviluppo di modelli di previsione, ASSIST faciliterà il processo decisionale relativo al cibo, promuoverà stili di vita più sani, misurerà la fiducia dei consumatori e aiuterà a creare campagne di educazione alimentare più mirate ed efficaci.

 

Dopo l’iscrizione e la compilazione di un breve questionario di profilazione, si potrà scaricare gratuitamente l’applicazione, e accedere quindi a informazioni e articoli scritti da esperti della nutrizione. Il gruppo dell’Università di Torino ha curato i contenuti scientifici della piattaforma, fruibili in 4 lingue differenti, tra cui l’italiano, e selezionato le raccomandazioni alimentari presenti.

 

Sarà inoltre possibile partecipare a sondaggi individuali in modo da raccogliere punti di vista sui diversi temi legati all’alimentazione e interagire tra utenti in forum tematici supervisionati. Gli utilizzatori di ASSIST che vorranno caricare sulla piattaforma gli scontrini di acquisto del supermercato potranno ricevere indicazioni personalizzate sui loro acquisti. 

 

La piattaforma ASSIST potrà anche aiutare l’industria alimentare a meglio rispondere alle preferenze dei consumatori. “Conoscere più a fondo gli interessi delle famiglie - spiega Elena Santa Cruz, responsabile del progetto di AZTI New Foods - permetterà alle aziende dell’industria alimentare di profilare in modo più efficiente i loro target, progettare nuovi cibi e adattare la loro offerta, con informazioni affidabili e dati dinamici che corrispondono alle tendenze presenti. La piattaforma ASSIST promuoverà un aumento dei profitti, cosa che è benvenuta nell’attuale scenario di incertezza”. 

 

Tutte le informazioni su www.t-assist.eu

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 23 Novembre, 2020

Lessico e Nuvole: arriva la seconda edizione della guida linguistica sul cambiamento climatico

Il progetto nasce dalla volontà e dall’esigenza dell’Università di Torino di contribuire al dibattito pubblico sul tema. La nuova edizione del testo, con più di 220 lemmi, redatti da 82 docenti, ricercatori ed esperti della materia di UniTo, del Politecnico di Torino, del CNR, e di alcuni altri atenei sarà consultabile anche in versione cartacea
 

È disponibile da oggi, martedì 17 novembre, sul sito zenodo.org in versione open access, “Lessico e Nuvole: le parole del cambiamento climatico”, la seconda edizione della guida linguistica e scientifica per orientarsi nel dibattito sulle questioni più attuali legate al riscaldamento globale. Il testo – curato da Gianni Latini della Sezione Valorizzazione della Ricerca e Public Engagement (Agorà Scienza) dell’Università di Torino, Marco Bagliani e Tommaso Orusa di UniTo Green Office – è introdotto dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa, e dal Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna, e sarà per la prima volta disponibile anche in versione cartacea a partire dal 13 dicembre.
 
Il progetto nasce dalla volontà e dall’esigenza dell’Università di Torino di contribuire al dibattito pubblico sul tema, valorizzando la ricerca sviluppata in Ateneo, rispondendo alla domanda di chiarezza e condivisione da parte degli studenti appartenenti al movimento Fridays For Future, seguendo la spinta iniziale dell’Assessorato all’Istruzione della Città di Torino di contribuire all’aggiornamento degli insegnanti del territorio e i loro studenti.
 
Alluvioni, fusione dei ghiacciai e mega-incendi sono conseguenze del cambiamento climatico in corso e sono al centro delle cronache quotidiane. Allo stesso tempo, termini come antropocene, economia circolare, giustizia climatica, tipping points, transizione energetica (e moltissimi altri) stanno diventando di dominio comune. Ecco perché è fondamentale comprendere a fondo come si stanno modificando gli equilibri naturali e come deve cambiare il modo di vivere, produrre e consumare delle società umane, per essere protagonisti della salvaguardia del nostro pianeta e di noi stessi, partendo dalla condivisione di un linguaggio corretto e condiviso.
 
Quali sono i precisi significati dei vari termini che ruotano attorno ai cambiamenti climatici? A che punto si trova la conoscenza scientifica? E quanto è utile conoscere bene questi concetti per poter agire bene?
 
Alla risposta a queste cruciali domande contribuisce la guida nata lo scorso anno dalla necessità di dotarsi di uno strumento aggiornato e costruito su basi scientifiche per diffondere e interpretare correttamente le informazioni e per acquisire consapevolezza su scelte e soluzioni future. “Lessico e Nuvole” è una guida linguistica e scientifica che propone una nuova modalità di presentazione di definizioni e riferimenti, corredata da una serie di percorsi di lettura che permettono al lettore di concatenare gli argomenti in funzione dei suoi interessi e degli scopi di consultazione. I percorsi, inoltre, sono introdotti nella seconda edizione da dossier di approfondimento, scritti appositamente da alcuni degli autori e dai curatori.
 
Se la prima versione di “Lessico e Nuvole” presentava 65 lemmi scritti da circa 20 autori, questa seconda ne contiene circa 220, che fanno parte di oltre 30 diversi ambiti disciplinari. Le voci sono state redatte da 82 autori, docenti e ricercatori ed esperti della materia dell’Università di Torino ma anche del Politecnico di Torino, del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), da altri atenei italiani e centri di ricerca. Si prospetta come un'opera di riferimento nel panorama italiano sul tema dei cambiamenti climatici soprattutto per il pubblico di studenti, insegnanti, giornalisti, ma adatta anche per tutti i cittadini interessati a comprendere i processi climatici.
 
Le definizioni sono state elaborate coinvolgendo esperti di discipline diverse a seconda degli specifici lemmi. Le caratteristiche strutturali del Lessico rispondono a due esigenze in particolare: essere scientifici e chiari pur rispettando la complessità del tema. Le definizioni delle voci proposte sono la sintesi del lungo e importante lavoro di ricerca condotto e condiviso da migliaia di ricercatori di tutto il mondo. Per questo motivo, tutti i testi sono corredati da una bibliografia scientifica: dagli articoli pubblicati sulle più importanti riviste specialistiche ai report internazionali e ai libri di stampo divulgativo scritti da esperti del settore.
 
Il 27 novembre, nel corso della Notte Europea dei Ricercatori, si terrà una prima presentazione dell’opera con un evento in diretta streaming. Il 13 dicembre verrà lanciata la versione cartacea di “Lessico e Nuvole”, con un evento organizzato insieme al Forte di Bard, che si terrà in presenza o in diretta streaming. Da quel momento “Lessico e nuvole: le parole del cambiamento climatico” sarà disponibile per essere acquistato online nella sua versione e-book e in quella cartacea.
 
“Lessico e Nuvole: le parole del cambiamento climatico" è disponibile in versione open access al link: https://doi.org/10.5281/zenodo.4276945
 
Ulteriori informazioni su Frida.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 17 Novembre, 2020

UniTo per Biennale Tecnologia

Incontri e dibattiti che spaziano dal tema del cibo a quello della compatibilità ambientale delle plastiche, dalla sostenibilità sociale dell’informazione digitale all’immaginario distopico, dall’archeologia alla musica

 

In streaming su www.biennaletecnologia.it

 

L’Università di Torino partecipa attivamente alla prima edizione di Biennale Tecnologia, la manifestazione che si svolge dal 12 al 15 novembre a Torino e online. Con il sottotitolo “Tecnologia è umanità”, l’evento, ideato dal Politecnico di Torino, raccoglie il testimone dal Festival della Tecnologia tenuto lo scorso anno. La partecipazione dell’Università di Torino alla Biennale assume quest’anno un ruolo di rilievo proprio per la sua vocazione universalistica, per la sua naturale capacità dell’Ateneo di guardare allo sviluppo tecnologico con gli occhi di chi non perde di vista l’essere umano nella sua complessità, di chi sa riportare a una dimensione umana e umanistica anche i saperi e le conquiste delle scienze esatte. 

 

UniTo organizza un ventaglio di incontri e riflessioni che spaziano dal tema del cibo a quello della compatibilità ambientale delle plastiche, dalla sostenibilità sociale dell’informazione digitale all’immaginario distopico, dall’archeologia alla musica. Appuntamenti con esperti internazionali, artisti e imprenditori.

 

Apre il calendario di incontri UniTo per Biennale, venerdì 13 novembre alle ore 10, l’evento Sostenibile, accurata, digitale Il futuro dell’informazione secondo Gedi in diretta streaming dall’Aula Magna della Cavallerizza Reale (via Verdi 9, Torino). Intervengono John Elkann, Presidente di Gedi Gruppo Editoriale, Ferdinando Giugliano, editorialista di Bloomberg OpinionStefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino, Alberto Sinigaglia, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Cristopher Cepernich, sociologo e direttore del Master in giornalismo “Giorgio Bocca” e Marco Ferrando, caporedattore de Il Sole 24 Ore e direttore delle testate del Master in giornalismo “Giorgio Bocca”, che inaugura il nuovo biennio. L’incontro intende riflettere sul rapporto tra possibili soluzioni economiche e l’esercizio di pratiche innovative nel pieno di un cambiamento di paradigma.

Alle ore 17 di venerdì, Salute e big Data: dibattito in streaming sul Canale Online Atena. Le tecnologie digitali abilitate dai “big data”, dai modelli matematici predittivi e dall'intelligenza artificiale stanno rivoluzionando il modo in cui pensiamo alla salute, sia individuale che pubblica. Tre pionieri del campo ne discutono: John Brownstein (Boston Children’s Hospital & Harvard Medical School), Carmela Troncoso (Docente all'École Polytechnique Fédérale de Lausanne e ideatrice dell'app di tracciamento SwissCovid), Alessandro Vespignani, fisico e informatico autore de L'algoritmo e l'oracolo. Modera il Prof. Ciro Cattuto, docente di informatica a UniTo. 

 

Sabato 14 novembre sono in programma tre appuntamenti. Alle ore 11, nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale, si tiene Il Laureato. Studiare ai tempi della DAD. Ne discutono i Proff. dell’Ateneo di Torino Barbara Bruschi, docente di Didattica e media e Digitalstorytelling, Roberto Cavallo Perin, docente di diritto amministrativo, e Renato Grimaldi, docente di Tecniche di ricerca, simulazione e robotica educativa. Special Guest: Pepper, robot dai grandi occhi e dalla voce un po’ metallica che adora raccontare fiabe ai bambini.

 

Alle ore 15, in streaming dalla Cavallerizza, Come l’acqua per il cioccolato. L’avventura tecnologica del cibo. Il mangiare, il bere e il degustare devono confrontarsi con il tema della responsabilità sociale: com’è fatto il cibo sostenibile? Ne discutono i docenti di UniTo Prof.ssa Lodovica Gullino, docente di Patologia Vegetale e direttrice di Agrinnova, e Prof. Luca Cocolin, docente di Microbiologia degli alimenti, con Guido Castagna, maestro cioccolatiere, e Luisa De Cola, direttrice del Laboratory Of Supramolecular Biomaterials And Chemistry dell’Université de Strasbourg.

 

Alle ore 18, Boosta, tastierista dei Subsonica, sale in cattedra nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale intervenendo su Musica + Elettronica, a proposito dell’avvento di nuovi strumenti tecnologici nella creazione e nell’esecuzione musicale.

 

Domenica 15 novembre, tre appuntamenti. Alle ore 10, al Politecnico di Torino (Corso Duca degli Abruzzi 24, Torino), Johnny Mnemonic. Corpi umani e ibridazioni tecnologiche. Lo smartphone e i wearable device non assomigliano alle “estensioni neurali” del cyberpunk? Ne discutono i docenti di UniTO, i Proff. Alessandro Perissinotto, semiologo e scrittore, e Riccardo Fassone, docente di Storia e teoria delle forme videoludiche, con Teresa Limata, dottoranda in Neuroscienze che si occupa di potenziamento della capacità cognitive e fisiche. Alle ore 11, nell’Aula Magna della Cavallerizza, il Prof. Gianluca Cuniberti, docente di Storia greca e direttore del Dipartimento di Studi storici di UniTo, e Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, si confrontano su Una notte al museo. Sono sostenibili i musei virtuali?

 

Alle ore 15 è in programma il dibattito Ma bada ben che sia fatto di Moplen. Splendori, miserie e nuova vita della plastica, in streaming dalla Cavallerizza, sulla parabola della plastica da prodotto salvifico, negli anni ’50, a materia demoniaca, oggi. Quali orizzonti si aprono per una plastica non inquinante? Quali trasformazioni saranno richieste nel nostro modo di vivere e di consumare? Ne discutono la Prof.ssa Pierangiola Bracco, docente di Chimica industriale a UniTo, il Prof. Gaetano Guerra, docente di Chimica delle macromolecole all’Università di Salerno, la Prof.ssa Cristina Prandi, docente di Chimica organica a UniTo, e la Prof.ssa Cristina Giovanna Varese, docente di Botanica sistematica dell’Ateneo torinese. 

 

L’Università di Torino, partecipando alla Biennale Tecnologia, vuole continuare a riflettere su come conciliare scienza e sostenibilità, macchine e utilizzatori, dati e persone, ma anche sul fatto che, dando credito a una nota sentenza di Dostoevskij, “La bellezza salverà il mondo”. Cercare bellezza, cercare umanità nella scienza e nella tecnologia significa continuare a governare le Mutazioni (è questo il titolo all’edizione di quest’anno) e a non farsi governare da esse. 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 12 Novembre, 2020

Ricercatori Unito sviluppano una nuova terapia contro il tumore al pancreas - con una combinazione tra vaccino a DNA e chemioterapia tradizionale i ricercatori hanno dimostrato come sia possibile contrastare la progressione del tumore al pancreas

La prestigiosa rivista internazionale Journal for ImmunoTherapy of Cancer ha recentemente pubblicato uno studio sulle ricerche condotte dal gruppo di ricerca del Prof. Francesco Novelli e coordinate dalla Dr.ssa Claudia Curcio e dalla Prof.ssa Paola Cappello del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute dell’Università di Torino, che aprono nuove prospettive terapeutiche per il trattamento del tumore del pancreas. 

 

Grazie ad una combinazione tra vaccino a DNA e chemioterapia tradizionale, i ricercatori del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute che lavorano presso il Centro Ricerche in Medicina Sperimentale (CeRMS) della Città della Salute di Torino hanno dimostrato come sia possibile contrastare la progressione del tumore al pancreas, definito “big killer” per la sua aggressività. 

 

Già nel 2013, il gruppo del professor Francesco Novelli aveva dimostrato che l’inoculo di un pezzo di DNA che codificava per una proteina umana, alfa-enolasi (ENO1), diminuiva efficacemente la progressione del tumore pancreatico in topi geneticamente predestinati a sviluppare il tumore al pancreas. La somministrazione di gemcitabina, un farmaco chemioterapico antineoplastico, è spesso utilizzata come trattamento palliativo nel tumore del pancreas. L’osservazione che la risposta immunitaria nei confronti di ENO1 e di molte altre proteine del tumore era potenziata nei pazienti sottoposti a chemioterapia, ha stimolato l’ipotesi che il trattamento chemioterapico possa essere combinato con l’immunoterapia “di precisione” basata sul vaccino contro una o più proteine associate a questo tumore, aprendo una “finestra terapeutica” anche in nei pazienti con tumore avanzato

 

Per provare questa ipotesi, i ricercatori hanno valutato l’effetto antitumorale della combinazione tra vaccino a DNA e una singola dose di gemcitabina, proporzionalmente molto più bassa di quella utilizzata per trattare i pazienti, in animali che sviluppano spontaneamente tumore al pancreas.

 

"I risultati ottenuti - ha spiegato il Prof. Francesco Novelli, Direttore del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute dell’Università di Torino - hanno dimostrato che nei topi predestinati geneticamente a sviluppare il tumore pancreatico il trattamento combinato con chemioterapia e vaccinazione a DNA è molto efficace nel bloccare la progressione tumorale e nello scatenare una forte risposta da parte dei linfociti T-anti tumore.  Immaginando di trasferire lo stesso risultato dai topi ai pazienti con tumore pancreatico, il trattamento combinato potrebbe aumentare la sopravvivenza  dei pazienti e migliorare la qualità di vita. Si tratta quindi di un risultato molto incoraggiante, in quanto non esiste attualmente nessun trattamento chemioterapico in grado di determinare anche un solo piccolo ma significativo aumento di sopravvivenza nei pazienti con tumore pancreatico".

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 11 Novembre, 2020

L'intelligenza artificiale a misura d'uomo - Il Dipartimento di Informatica dell'Università di Torino partecipa al World Usability Day 2020 " Human-Centered AI " - Domani, giovedì 12 novembre - ore 9.30 - Diretta streaming video

DomaniGiovedì 12 novembre 2020, alle ore 9.30, in diretta streaming video, previa registrazione su http://wud-sigchitaly.di.unito.it/, si terrà il WORLD USABILITY DAY 2020 “Human-Centered AI”, la giornata mondiale sull’usabilità promossa su scala globale dalla User Experience Professional Association (UXPA) che si tiene ogni anno il secondo giovedì di Novembre. l’Evento è stato organizzato dalla Prof.ssa Cristina Gena del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino, la Prof.ssa Maristella Matera del Dipartimento di Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano e dal Prof. Massimo Zancanaro del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università degli studi di Trento, in collaborazione con il Dipartimento di Informatica di UniTo e SIGCHItaly, la sezione italiana dello Special Interest Group sulla Computer-Human Interaction dell’ACM, l’Association for Computing Machinery

 

Negli ultimi due decenni i computer hanno migliorato le capacità umane nello svolgere i compiti lavorativi, nel garantire la sicurezza e persino nell'alleggerire il carico di lavoro. L'interesse per le capacità dell’Intelligenza Artificiale di espandere ulteriormente le prestazioni umane continua ad aumentare, tuttavia, c'è il timore che gli esseri umani possano perdere il controllo della tecnologia che sviluppano. Nell’edizione di quest’anno del World Usability Day si cercherà di analizzare la progettazione di sistemi che siano altamente automatizzati, che consentano un grande grado di controllo da parte dell'utente e si traducano quindi in un'espansione delle capacità umane di 1000 volte. Se si riuscirà a progettare un’Intelligenza Artificiale che sia affidabile, credibile e sicura si miglioreranno notevolmente le prestazioni umane nel prossimo decennio. 

 

Il World Usability Day è un momento di incontro per professionisti e studiosi di usabilità e user experience, come web e interaction designer, ergonomi, psicologi, esperti di human-computer interaction (HCI) e fattori umani, storyteller, grafici, sviluppatori, esperti di comunicazione ed educazione.

 

Interventi:

  • Marco Pironti – Assessore all’innovazione del Comune di Torino;
  • Oliviero Stock – Senior Fellow, Fondazione Bruno Kessler per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione;
  • Matteo Nazzario – Innovation Center di Intesa San Paolo;      
  • Alessandra Sciutti – IIT Central Research Labs Genova;
  • Giuseppe Desolda – Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro;
  • Emanuele Pucci – Co-founder e COO, Awhy Smart Assistance;
  • Barbara Rita Barricelli - Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia;
  • Davide Spano - Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università di Cagliari; 
  • Maria Francesca Costabile - Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro

 

Tutto il programma completo della giornata è disponibile su http://wud-sigchitaly.di.unito.it/

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 11 Novembre, 2020

Covid-19: ricerca italiana ipotizza legame tra antigeni HLA e infezione da Coronavirus

Ricerca italiana pubblicata su “Transplantation”: persone con determinate varianti genetiche avrebbero il doppio delle possibilità di ammalarsi 

 

Da uno studio realizzato dalla Rete trapianti del Servizio sanitario nazionale emerge una possibile correlazione tra la presenza di alcuni antigeni HLA (il sistema genetico responsabile della regolazione del sistema immunitario nell'uomo e della risposta di rigetto) e una maggiore predisposizione sia all’infezione da SARS-CoV-2 che a una sua evoluzione clinica negativa. 

 

La ricerca, realizzata grazie all’impegno del Centro nazionale trapianti e di tutti i coordinamenti regionali, è stata appena pubblicata su “Transplantation,una delle più autorevoli riviste scientifiche di trapiantologia al mondo. Lo studio ha acquisito i dati sui pazienti positivi al coronavirus presenti al 22 marzo 2020 nel registro di sorveglianza epidemiologica del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, e li ha incrociati con i dati del Sistema informativo trapianti sul profilo genetico di ben 56.304 persone: i quasi 48mila pazienti con un trapianto d’organo funzionante realizzato in Italia dal 2002 a oggi e le oltre 8mila persone in lista d’attesa per un organo. Il match ha permesso di isolare, all’interno dell’intera popolazione italiana dei trapiantati e dei pazienti da trapiantare, 256 casi Covid-positivi e di analizzare nel dettaglio il possibile ruolo giocato nell’infezione da alcune caratteristiche del sistema immunitario come gli antigeni HLA e il gruppo sanguigno, informazioni abitualmente mappate nell’attività clinica trapiantologica. 

 

risultati hanno evidenziato per la prima volta che la presenza della variante HLA-DRB1*08 nei soggetti analizzati è più frequentemente associata sia ai casi di positività, con un’incidenza all’incirca doppia, sia ai decessi per Covid-19, con una probabilità tre volte maggiore. Lo studio dunque suggerisce come questa particolare variazione genetica, presente nel 6% della popolazione italiana e maggiormente frequente nelle regioni del Nord Italia (9%) rispetto a quelle del Sud (3%), svolgerebbe meno bene di altre varianti HLA il ruolo di attivazione del sistema immunitario nel riconoscimento del coronavirus. 

 

Dalla ricerca arriva anche un’ulteriore conferma che i soggetti con gruppo sanguigno A presentano un rischio di infezione lievemente maggiore rispetto alle persone con gruppo 0, i quali sembrano invece maggiormente protetti dal virus. Questo dato è già stato evidenziato dai risultati di altri lavori effettuati su popolazioni diverse. 

 

Secondo lo studio, infine, nei pazienti trapiantati e immunosoppressi e in quelli in attesa di trapianto per grave insufficienza d’organo il rischio di infezione è circa 4 volte superiore rispetto al resto della popolazione. 

 

“Questa ricerca può avere importanti implicazioni nell’identificazione di soggetti a maggior rischio di complicanze, perché geneticamente sono in possesso di armi immunologiche meno efficaci per difendersi dal virus”, sostiene il professor Antonio Amoroso, medico genetista dell’Università di Torino, coordinatore regionale per i trapianti del Piemonte e primo autore dello studio. “Le indicazioni possono essere utili sia per il controllo della diffusione della malattia e la gestione della sua prognosi, sia per le strategie di pianificazione delle vaccinazioni, quando queste saranno disponibili”. 

 

“Il nostro studio aggiunge un tassello significativo a quanto è stato già dimostrato circa i fattori che incidono sulla gravità delle manifestazioni cliniche del Covid-19, come età avanzata, sesso maschile e comorbilità”, commenta il dottor Massimo Cardillo, direttore del Centro nazionale trapianti. “L’enorme mole di dati analizzati, sebbene in via preliminare, rende l’ipotesi sulle varianti HLA abbastanza valida, e di questo va dato atto all’intera rete italiana dei coordinamenti, dei centri di trapianto e di tipizzazione HLA, che ha permesso con il proprio lavoro il raggiungimento di questo risultato e che sta offrendo, non solo in campo clinico ma anche nella ricerca scientifica, il proprio contributo alla lotta globale contro la pandemia”. 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 10 Novembre, 2020
Risultati della ricerca: 1503