Un gruppo di ricercatrici e ricercatori dell’Università di Torino sta studiando il canto del pinguino africano per salvarlo dall’estinzione

Livio FavaroFrancesca Terranova e Anna Zanoli fanno parte del team di biologi marini dell’Università di Torino che da anni si sta dedicando allo studio del pinguino africano, una specie che abita le coste del Sudafrica e della Namibia. “Il pinguino africano è noto anche come pinguino asino per il suo vocalizzo molto particolare, che ricorda un raglio. Ma al di là dell’elemento di curiosità, proprio sullo studio e il monitoraggio del canto di questi animali si fonda il progetto di ricerca e tutela che da anni portiamo avanti in collaborazione con le autorità del Sudafrica” ha dichiarato Livio Favaro.

 

Da Torino a Stony Point, Sudafrica

Come ha dichiarato Francesca Terranova anche in occasione del suo intervento alla trasmissione Animal House di Radio Deejay“Spesso la nostra squadra si reca a Stony Point, in Sudafrica, dove vive una colonia di circa 1.000 coppie di pinguini, con l’obiettivo di studiarli da vicino ma senza essere invasivi dei loro spazi. Trovarsi nel territorio della colonia, alle quattro del mattino, è un’esperienza unica. La voce di ogni pinguino è unica e studiarla, insieme a quella di tutti gli altri componenti della colonia, ci permette di monitorare l’andamento demografico della colonia o ricercare la presenza di patologie ha concluso Francesca Terranova.

 

Il supporto della comunità per ridurre il rischio di estinzione del Pinguino Africano

“Le attività dell’uomo hanno messo in pericolo la sopravvivenza di questa specie di pinguino” ha dichiarato Anna Zanoli che ha poi aggiunto “a causa della pesca intensiva e dell’antropizzazione degli ambienti in cui solitamente vivono i suoi esemplari”. “Noi cerchiamo di monitorare lo stato di salute della specie studiandone le colonie. Per farlo in modo efficace e non invasivo per i pinguini servono attrezzature tecniche e uno staff in loco che possa portare avanti il lavoro con costanza”.

 

“Per proseguire e rilanciare il nostro lavoro abbiamo lanciato la campagna di crowdfunding Salviamo il Pinguino Africano’, con l’obiettivo di acquistare attrezzatura tecnica e finanziare per un anno lo stipendio di un ranger in Sudafrica. Finora la risposta della comunità è stata straordinaria, ma abbiamo ancora bisogno del supporto di tutti per acquistare ulteriore attrezzatura. Aiutateci con una donazione” è stato l’appello di Livio Favaro.

 

Sostenere il progetto ‘Salviamo il Pinguino Africano’ è semplice, sul link https://www.ideaginger.it/progetti/salviamo-il-pinguino-africano.html è possibile donare in pochi click tramite PayPal, bonifico bancario o carta di credito. Tra le ricompense per i sostenitori anche la possibilità di adottare a distanza un pinguino e ricevere aggiornamenti sul suo stato di salute.

 

“Il crowdfunding ci sta aiutando a raccogliere fondi certamente, ma anche a sensibilizzare la comunità. Tante persone che ci hanno sostenuto prima di questa occasione non conoscevano nemmeno dell’esistenza del pinguino africano. Sapere che ora ci sono già oltre 100 donatori che hanno preso coscienza della necessità di salvaguardare questa specie credo rappresenti appieno uno degli obiettivi di ogni ricercatore, quello di divulgare anche ai non tecnici il proprio lavoro” ha concluso Livio Favaro.

 

Il supporto dell’Università di Torino con Funds TOgether l’Università 

L’Università di Torino ha selezionato Salviamo il Pinguino Africano nell’ambito dell’iniziativa Funds TOgether, sviluppata insieme a Ginger Crowdfunding, che gestisce Ideaginger.it, la piattaforma con il tasso di successo più alto in Italia, con l’obiettivo di aiutare le ricercatrici e i ricercatori ad acquisire le competenze per sviluppare campagne di crowdfunding efficaci e sostenerle economicamente. L’Università di Torino, infatti, raddoppierà i fondi raccolti tramite crowdfunding fino a 10.000 euro.

 

Il valore del crowdfunding per la ricerca scientifica

“L’Università di Torino”, ha dichiarato Alessandro Zennaro, Vice-Rettore per la valorizzazione del patrimonio umano e culturale in Ateneo, “probabilmente più di qualsiasi altro ateneo, in questa fase storica, ha intrapreso un’azione organizzata di valorizzazione della conoscenza e di divulgazione scientifica, assumendo anche posizioni apicali nella rete degli atenei italiani per il Public Engagement (ApeNet). L’iniziativa di crowdfunding costituisce un’ulteriore opportunità per avvicinare la ricerca scientifica alla comunità territoriale e nazionale, illustrandone gli obiettivi, facendo conoscere le ricercatrici ed i ricercatori coinvolti, stimolando la curiosità e soprattutto dimostrando che, spesso, i prodotti della ricerca hanno ricadute immediate sulla vita di tutti noi, quotidianamente. Salviamo il Pinguino Africano è un progetto importante che coniuga in maniera esemplare la ricerca, la collaborazione internazionale e l’innovazione. Per questo merita di essere sostenuto”.

 

“Questa campagna è un’occasione anche per lo staff dell’Università di Torino di confrontarsi con le opportunità del fundraising e della finanza alternativa per la ricerca e l'innovazione,” ha aggiunto Elisa Rosso, Direttrice della Direzione Innovazione e Internazionalizzazione dell’Università di Torino, che ha poi aggiunto “Per esempio stiamo contattando e ricercando partner istituzionali e aziendali interessati a supportare il progetto. Promuovere il crowdfunding è un’occasione per raccontare il valore della ricerca scientifica e sensibilizzare la comunità sul lavoro svolto in ateneo, che in questo caso permetterà di proseguire una preziosa attività di ricerca etologica sul campo”.

 

A questo link sono disponibili materiali grafici e video del progetto: https://bit.ly/3Sto9PM

 

Funds TOgether è il programma di finanza alternativa per la ricerca e l'innovazione sviluppato dall’Università di Torino insieme a Ginger Crowdfunding. L’Obiettivo è fornire a ricercatori e ricercatrici dell’ateneo le competenze per progettare e promuovere una campagna di crowdfunding, acquisire nuove risorse e avvicinare la comunità universitaria alla società civile attraverso progetti a forte impatto sociale e ambientale.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 16 Febbraio, 2024

All'Università di Torino il primo master in sostenibilità della salute

Oggi, giovedì 15 febbraio si aprono le iscrizioni per il Master in Sostenibilità della Salute, l’innovativo percorso di studi organizzato dal Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino. Il master, della durata di 12 mesi, si tiene interamente in lingua inglese con inizio previsto il 31 maggio 2024. È stato progettato per fornire agli studenti una comprensione approfondita delle ultime ricerche e delle migliori pratiche in materia di sostenibilità nella sanità.

 

Gli studenti esploreranno pratiche sanitarie sostenibili, come l’uso di laboratori verdi e dialisi verde, legate a tematiche quali il cambiamento climatico, le disparità sanitarie ambientali e la politica sanitaria per la sostenibilità. L’obiettivo è acquisire competenze da parte di ricercatori e professionisti leader a livello mondiale nella comprensione dell'interconnessione tra salute umana ed energia, cibo, acqua, consumo di materie prime, emissioni e rifiuti.

 

Il programma mira a garantire un apprendimento esperienziale, offrendo agli studenti l'opportunità di applicare le loro conoscenze nel mondo reale, partecipando a progetti e iniziative di ricerca. Inoltre, il programma riunisce studenti e docenti di diverse discipline per promuovere la collaborazione e l'innovazione attraverso un approccio interdisciplinare.

 

In qualità di esperti di sostenibilità all'interno dei processi sanitari, gli studenti potranno acquisire un solido insieme di abilità e competenze che sono sempre più richieste per mitigare le future sfide sanitarie e ambientali, come imparare a implementare e comunicare efficacemente politiche e strategie operative sostenibili nei processi sanitari.

 

Il programma è progettato da un team multidisciplinare che annovera docenti dell'Unesco e delle migliori università nazionali ed internazionali, sfruttando metodi e strumenti avanzati di formazione a distanza online, garantendo qualità e flessibilità. Un'opportunità per formare i futuri esperti che si occuperanno dell'assistenza sanitaria e della tutela dell'ambiente.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 15 Febbraio, 2024

L'Università di Torino oltre i confini per M'illumino di Meno 2024

Per la 20ª edizione di M'illumino di Meno l’Università di Torino la sera del 16 febbraio spegne simbolicamente il Palazzo del Rettorato insieme ad altre 7 università italiane, francesi, spagnole, portoghesi e romene, sensibilizzando, anche con consigli per il risparmio energetico, una comunità universitaria transnazionale di oltre 200.000 persone.

 

L’Università di Torino ha lanciato l’iniziativa ai partner dell’Alleanza europea UNITA Universitas Montium, a cui hanno aderito l’Università degli Studi di Brescia, l’Université Savoie Mont Blanc (Francia), l’Universidad de Zaragoza (Spagna), l’Instituto Politecnico da Guarda e la Universidade da Beira Interior (Portogallo), la Transilvania University of Brasov e la West University of Timisoara(Romania): insieme, le 8 università europee spegneranno per una sera 65 edifici.

 

UNITA-Universitas Montium è una delle 50 Alleanze finanziate dalla Commissione europea nell’ambito del programma Erasmus+ European Universities initiative. L’Università di Torino coordina questo progetto che da novembre 2023 coinvolge 12 università europee in 7 Paesi e intende avere un impatto trasformativo su didattica, ricerca, rapporto tra università e territorio, con la finalità di proporre formazione eccellente, centrata sullo/a studente/essa e in una prospettiva europea e transnazionale. 

 

“L’Università di Torino – ha dichiarato il Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna - crede fortemente nella necessità di sensibilizzare sui temi del risparmio energetico e dell’uso efficiente delle risorse. Abbiamo colto l’occasione di M’illumino di meno “No Borders” per realizzare uno spegnimento di edifici universitari simbolico e congiunto insieme a 7 università partner dell’Alleanza UNITA. Un ulteriore passo del percorso che stiamo conducendo insieme per la creazione di una cultura della sostenibilità all'interno della comunità universitaria transnazionale”.

 

L’Università di Torino, oltre alla sensibilizzazione della comunità, da anni è impegnata nell’efficientamento energetico delle proprie strutture e dal 2016, tra energia autoprodotta e acquistata con l'opzione “verde”, ha ridotto al minimo l'utilizzo delle fonti fossili per la fornitura elettrica. L'Ateneo autoproduce energia attraverso pannelli fotovoltaici, tre tri-generatori e un micro-cogeneratore. 

 

Nell’ambito dell’adesione a M'illumino di Meno, il Green Office UniToGO dell’Università di Torino, attraverso i Gruppi Energia e Cambiamenti climatici e il Coordinamento Piani di adattamento e mitigazione, ha organizzato il 16 febbraio 2024 dalle 15.00 alle 17.00 un seminario al Campus Luigi Einaudi (Sala Lauree Rossa Grande) per presentare i risultati dell’Inventario delle emissioni di CO2 dell’Università di Torino (2022), un documento che calcola e monitora le emissioni climalteranti prodotte annualmente dall’Ateneo. L’incontro aperto mira ad un confronto sulle iniziative dell’Ateneo in materia di energia e clima e sarà accessibile anche on line al link bit.ly/3SMcjk7 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 15 Febbraio, 2024

Giornate dell'Orientamento 2024 - Dal 14 al 16 febbraio Unito si presenta alle future matricole

Da mercoledì 14 a venerdì 16 febbraio presso il Campus Luigi Einaudi (Lungo Dora Siena 100/A, Torino) si svolgeranno le Giornate dell’Orientamento 2024, rivolte a studenti e studentesse delle classi IV e V delle scuole secondarie di secondo grado e a tutti coloro che intendono iscriversi all’Università di Torino

 

Tre giorni di incontri in cui le future matricole avranno la possibilità di assistere alla presentazione dei corsi universitari, avere informazioni sulle modalità di accesso, sulla frequenza e sui requisiti di ammissione, oltre a conoscere le prospettive professionali e le opportunità offerte dall’Ateneo.

 

Nelle giornate verrà presentata tutta la nuova offerta formativa dell’Università di Torino:  167 corsi di Laurea suddivisi in 71 corsi di Laurea triennalecorsi di Laurea a ciclo unico e 87 corsi di Laurea magistrale. L’evento si rivolge a chi vuole iscriversi ai corsi di studio di primo livello e a ciclo unico. Per i corsi di laurea magistrale sono previsti incontri Porte Aperte specifici. I corsi erogati interamente in inglese sono 20: Area and Global Studies for International cooperation, Artificial intelligence for Biomedicine and Healthcare, Biotechnological and Chemical Sciences in Diagnostics, Biotechnology for Neuroscience, Business Administration, Business and Management, Cellular and Molecular Biology, Cultural Heritage and Creativity for tourism and territorial Development, Economic Analysis and Policy, Economics, English and American Studies, European Legal Studies, Global law and transnational legal studies, Language technologies and digital humanities, Materials Science, Medicine and surgery, Molecular Biotechnology, Quantitative finance and insurance,  Stochastics and data science ed Economics of innovation for sustainable development, un corso di studio interateneo  con l’Université Côte d’Azur  di nuova istituzione. Durante le giornate verrà inoltre presentato il corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria della sede di Biella

 

Studenti e studentesse potranno inoltre conoscere i percorsi internazionali offerti dall’Università di Torino: oltre ai 20 corsi di laurea erogati interamente in lingua inglese6 curricula di corsi erogati in inglese, 28 corsi di studio che permettono il conseguimento del doppio titolo con Università internazionali, programmi di mobilità per periodi di studio, tirocinio, ricerca tesi in Europa e negli altri continenti, contributi per la mobilità anche in base al reddito familiare.

 

Continua l’azione di Start@UniTO, il progetto dell’Università di Torino che offre agli studenti e alle studentesse delle scuole secondarie di secondo grado l’opportunità di sperimentare la didattica universitaria. Alla pagina start.unito.it una gamma di insegnamenti on line, gratuiti e aperti a tutti, che possono essere seguiti liberamente da chiunque, anche prima dell’iscrizione all’università. L’offerta formativa comprende numerose discipline di base previste nei piani di studio universitari, alcuni corsi di lingue straniere e una serie di insegnamenti interamente erogati in lingua inglese. Al termine delle lezioni on line, dopo aver superato un test finale, verrà rilasciata una certificazione di frequenza, che permetterà agli studenti e alle studentesse che si immatricolano presso UniTo nell’anno accademico 2024/25 di sostenere subito il relativo esame e acquisire così i relativi Crediti Formativi Universitari in anticipo rispetto al percorso standard. Anche quest’anno l’immatricolazione a tutti i corsi ad accesso libero (di primo livello e a ciclo unico) è subordinata al sostenimento obbligatorio del TARM (Test di Accertamento Requisiti Minimi), erogato attraverso il TOLC di CISIA.

 

Sulla piattaforma Orient@mente studenti e studentesse potranno inoltre trovare attività orientative e un’area in cui prepararsi gratuitamente, attraverso test con valutazione automatica, ai testi di ammissione e al TARM. 

 

Calendario completo degli incontri

 

Per info: https://www.unito.it/didattica/orientamento/eventi-di-orientamento/giornate-di-orientamento

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 14 Febbraio, 2024

World Anthropology Day, oltre 80 eventi gratuiti per vivere e scoprire l'antropologia

Divers3 Diseguali. Quel che ci unisce e quel che ci divide: è questo il tema della sesta edizione del “World Anthropology Day - Antropologia pubblica a Milano e Torino” organizzata dall’Università di Milano-Bicocca e dall’Università di Torino. Saranno più di 80 gli eventi, tutti gratuiti, che dal 15 al 17 febbraio 2024 porteranno di nuovo l’antropologia per le strade delle città di Milano e Torino, dalle periferie al centro (consulta le mappe di Milano e Torino). Con l’obiettivo di “fare antropologia insieme”, saranno organizzati 25 incontri, 17 passeggiate, 24 laboratori, 9 mostre, 2 proiezioni di docufilm, un programma radiofonico. E ci saranno anche eventi dedicati ai più piccoli e alle scuole.

 

Il convegno che aprirà l’Anthroday 2024 il 15 febbraio a Torino (Sala conferenze del Polo del ’900, dalle 10.30 alle 13.00) sarà l’occasione di un dialogo tra antropologia e altri saperi scientifici e professionali proprio sui concetti di uguaglianza e disuguaglianza all’interno della società. Tra gli accademici che interverranno il professore emerito di antropologia culturale presso l'Università di Torino, Francesco Remotti, autore per Laterza del libro Somiglianze. Una via per la convivenza.

 

Il fil rouge di questa nuova edizione si fonda su una constatazione: quello in cui viviamo è un pianeta lacerato, attraversato da fratture e separazioni, eppure allo stesso tempo sempre più interdipendente e interconnesso: cresce la consapevolezza della necessità di un riequilibrio delle relazioni sociali, del rapporto fra umani e non-umani, di una riduzione delle disuguaglianze, di un riconoscimento delle diversità.

 

L’iniziativa è promossa dal corso di Laurea Magistrale in Scienze Antropologiche ed Etnologiche, dal Dottorato in Antropologia Culturale e Sociale e dal Dottorato in Patrimonio Culturale Immateriale nell’Innovazione Socio-Culturale dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Questa edizione è organizzata in collaborazione con il dipartimento di Lingue, Letterature, Culture e Mediazioni dell’Università di Milano Statale, il dipartimento di Studi Umanistici dell’Università IULM e i dipartimenti di Culture, Politica e Società e Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino. Il convegno di apertura è organizzato in collaborazione con l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza.

 

PROGRAMMA

 

Tanti gli eventi torinesi, incontri, laboratori, passeggiate, mostre ed iniziative dedicate ai più piccoli. Alcuni itinerari permetteranno ai partecipanti di riflettere sullo spazio pubblico di Torino. Tra questi un’originale “Passeggiata lancista per Borgo San Paolo” (17 febbraio, ore 10.30) realizzata in collaborazione con l’Associazione Ex-Allievi Fiat. Un itinerario per le strade dell’ex quartiere operaio di Borgo San Paolo sulle tracce dell’eredità simbolica e materiale della casa automobilistica «Lancia», una pagina di storia industriale torinese. Nel Migrantour di Porta Palazzo (17 febbraio, ore 10.00) si rifletterà sull’importanza del dialogo interculturale e della cittadinanza universale e si realizzerà un’opera artistica collettiva. Nella Biblioteca civica Calvino si terrà l’evento “Il ballo che unisce” (15 febbraio, ore 17), una conferenza-spettacolo con alcune comunità migranti che metteranno in scena danze tradizionali. Si parlerà della pratica della danza come mantenimento del legame con la propria cultura. Nel giardino della scuola dell’Infanzia Marc Chagall nel quartiere Aurora verrà presentato Il canto di Cortile Mondo (16 febbraio, ore 15.00). Genitori e bambini, provenienti da venti Paesi diversi, canteranno canzoni legate all’infanzia di diversi luoghi della Terra. Dedicato ai più piccoli è anche l’evento Miticamente Presenti (17 febbraio, ore 11.00). L’iniziativa, rivolta ai bambini delle scuole elementari, è pensata per decostruire gli stereotipi e i pregiudizi sulle popolazioni indigene attraverso miti e storie, perlopiù dell’America Latina. Segnaliamo, infine, l’incontro-mostra fotografica Racconti dalla terra (16 febbraio, ore 18.45) sul ruolo del caporalato all’interno della filiera agroalimentare.

 

Il programma completo torinese si può consultare nel seguente link:
https://anthrodaymilano.formazione.unimib.it/wp-content/uploads/sites/92/2024/01/progr_TO_AnthroDay-2024.pdf

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 14 Febbraio, 2024

A Torino la prima camera immersiva interattiva per la formazione di studenti, medici e professionisti sanitari

Oggi, venerdì 9 febbraio 2024, alle ore 10.30, nell’Aula Magna del Polo Didattico del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche situata presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano, si è tenuta l’inaugurazione della nuova Immersive Interactive Room del Centro di Simulazione Medica Avanzata. Sono intervenuti Stefano Geuna, Rettore Università di Torino, David Lembo, Presidente del Corso di Laurea in Medicine and Surgery, Massimo Terzolo, Direttore del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche e Davide Minniti, Direttore Generale AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano.

 

Un soccorso sanitario in alta montagna, un intervento d’emergenza immediatamente al di fuori delle mura dell’ospedale e un’attività chirurgica in sala operatoria: sono solo alcuni degli scenari riproducibili nella nuova camera immersiva del Polo Universitario del San Luigi. Un ambiente di simulazione avanzata in grado di trasformare lo spazio in un’altra realtà, reale o immaginaria, con cui si può interagire grazie a speciali proiettori laser che trasformano le sue pareti in schermi touch interattivi.

 

Tecnologie come Rumble Floor per generare vibrazioni nel pavimento, erogatori di oltre 400 odori diversi e di fumi, simulatori di eventi atmosferici come il vento, e un raffinato sistema sonoro che permette di riprodurre rumori ambientali, per la prima volta utilizzate in una sala immersiva, potenziano ulteriormente la sensazione di essere davvero sulla scena e stimolano a mobilitare tutte le risorse intellettive, emotive e sensoriali, necessarie ad affrontare situazioni complesse, ad elevato rischio per il paziente e spesso pericolose per lo stesso medico o infermiere.

 

La simulazione nella formazione medico-scientifica è riconosciuta come strumento fondamentale per lariduzione del rischio clinico, la probabilità cioè che si verifichino eventi avversi durante un intervento chirurgico, e per la massimizzazione della sicurezza di pazienti e professionisti sanitari. Proprio per questo, la nuova camera immersiva nasce come strumento di formazione di studenti e studentesse del Corso di Laurea in Medicine and Surgery dell’Università di Torino e, per la prima volta, si tratta di una tecnologia messa a disposizione anche di medici e infermieri che lavorano in ospedale.

 

Tutti i principali spazi dedicati all’attività sanitaria dell’Ospedale San Luigi Gonzaga, come sale operatorie e ambulatori, saranno mappati per essere riprodotti nella camera, in cui studenti, medici e infermieri potranno simulare l’attività che si troveranno poi ad affrontare concretamente nella realtà. Problemi, passaggi critici ed errori possibili, saranno trasformati in argomento di discussione con colleghi e colleghe, con lo scopo di poter reagire più efficacemente nella realtà quotidiana e migliorare e rafforzare le proprie competenze.

 

La Camera Immersiva Interattiva offre la possibilità di ricostruire percorsi diagnostici e terapeutici, comprendere meglio i processi fisiologici che costituiscono le basi del funzionamento del nostro corpo, capire come i farmaci agiscono nell’organismo e realizzare delle vere e proprie escape room che hanno la capacità di mettere alla prova e migliorare le capacità di analisi e decisione di professionisti sanitari e futuri medici. 

 

“La nuova Immersive Interactive Room” ha dichiarato il Rettore Stefano Geuna “permetterà a studenti, medici e professionisti sanitari di confrontarsi con situazioni mediche delicate in ambienti clinici diversi realizzati in scenari didattici immersivi e realistici. L’inaugurazione di oggi rappresenta un’ulteriore tappa a favore della formazione universitaria in ambito medico rivolta alla salute delle persone perché consentirà di abbattere il rischio clinico ponendo come obiettivo primario la sicurezza di pazienti e operatori sanitari. L’Università di Torino conferma ancora una volta la sua forte vocazione all’innovazione della didattica e risponde alle aspettative ed esigenze di tutti gli attori coinvolti nel processo formativo in ambito sanitario: studenti, docenti, professionisti sanitari e cittadinanza”.

 

“Dall’orientamento scolastico all’ospedale passando per la didattica universitaria, la nuova Camera immersiva è uno strumento molto efficace di formazione” sottolinea David Lembo, Presidente del Corso di Laurea in Medicine and Surgery. “Realizzata grazie al progetto di eccellenza del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, la camera immersiva è un luogo dove didattica innovativa, ricerca e formazione continua si alimentano a vicenda per permettere agli studenti e al personale sanitario di esercitarsi in un ambiente protetto, ma realistico, che consente loro non solo di acquisire competenze ma anche di commettere errori in sicurezza, analizzarli e quindi perfezionare le abilità pratiche e relazionali a beneficio dei pazienti”.

 

“È un’occasione straordinaria, per il personale sanitario del nostro ospedale - commenta Davide Minniti, Direttore generale dell’AOU San Luigi Gonzaga - avere a disposizione uno strumento tecnologicamente così avanzato, che è anche veicolo di una sinergia fra Università e ospedale sempre più concreta. Siamo felici di mettere a disposizione di questo progetto risorse professionali particolarmente qualificate, a vantaggio di una crescente qualità dell’offerta della sanità pubblica regionale, in termini di competenza professionale e di sicurezza per i pazienti”.

 

La Camera Immersiva Interattiva è stata allestita dalla azienda leader mondiale in questo campo, la britannica Gener8, e si tratta del modello più avanzato d’Europa e uno dei più completi e accessoriati del mondo. È collocata presso il Centro di Simulazione Medica Avanzata del Polo Didattico dell’Università di Torino dell’AOU San Luigi di Orbassano realizzato con il contributo della Compagnia San Paolo, uno spazio di circa 240 metri quadri pienamente inseriti nel Centro Didattico universitario. Il Centro è dotato di sistemi di simulazione di eccellenza, di manichini ad alta complessità tecnologica che ricreano il paziente adulto e pediatrico e dei più innovativi sistemi multimedialiTre aule mettono a disposizione di studenti e specializzandi numerosi simulatori ad alta fedeltà, tra i quali simulatori virtuali per artroscopia e per laparoscopia di ultima generazione che consentono l’acquisizione e il perfezionamento di tecniche chirurgiche mini-invasive. Una sala di simulazione, allestita come un reparto di area critica e attrezzata con i più evoluti manichini presenti in commercio, permette ai discenti di eseguire procedure mediche simulate in alta fedeltà, gestite e monitorate da una cabina di regia collegata da vetri unidirezionali e da telecamere e sistemi audio ambientali. Infine, un’aula di riunione plenaria permette la pianificazione e poi la revisione delle attività svolte in simulazione.

 

Il Centro ospita anche il più avanzato tavolo anatomico per la dissezione virtuale del corpo umano, già utilizzato da molte tra le più importanti scuole ed istituzioni al mondo. Questo strumento consente di visualizzare l’anatomia esattamente come se si trattasse di un cadavere reale con il vantaggio di un’esperienza interattiva in touch-screen che permette un livello di esplorazione e di apprendimento dell’anatomia umana superiore a quello offerto da qualsiasi altro sistema tradizionale disponibile.

 

Il Centro di Simulazione Medica Avanzata può contare su un team di 6 istruttori espertimedici e infermieri e organizza corsi di alta professionalità, formando sempre nuovo personale che ottiene qui il titolo di Istruttore.

 

LINK PER FOTO E VIDEO DELLA CAMERA IMMERSIVA INTERATTIVA bit.ly/CameraImmersivaInterattiva

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 12 Febbraio, 2024

Giornata Mondiale della Lingua Greca: Dalla A alla Ω. La Grecia a Torino

L’Università di Torino con UniVerso partecipa al programma di iniziative organizzate in occasione Giornata Mondiale della Lingua Greca che si celebra venerdì 9 febbraio con un reading di poesia contemporanea ispirata all'esperienza umana e artistica di Maria Callas, dal titolo ‘O’ come Opera, in programma alle ore 15:30 nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale. Introdurranno l’evento il prof. Rocco Quaglia (Dipartimento di Psicologia UniTo) e la Dott.ssa Francesca G.M. Gastaldi (Dipartimento di Filosofia e Scienze Dell'Educazione UniTo). Oltre ai poeti e alle poetesse, interverrà il dott. Camillo Costantini (Dipartimento di Matematica), che analizzerà la relazione tra poesia, matematica e opera in un contributo dal titolo “La danza di una lettera tra matematica e poesia”. Interverranno inoltre: 

 

  • Giulia Carluccio, Prorettrice dell'Università di Torino
  • Fivos Valachis, Console Generale di Grecia a Torino 
  • Sofia Mastrokoukou, Presidente di ‘Microkosmos’ Associazione Italo-Ellenica per la Formazione 
  • Lorenza Patriarca, Consigliera del Comune di Torino
  • Ioannis Kantzas, Rappresentante della Fondazione Ellenica di Cultura a Torino
  • Federico Daneo, Console Onorario di Danimarca,  Segretario Generale Corpo Consolare di Torino.

L’evento prevede l’interpretariato in lingua dei segni italiana e lingua dei segni greca.

 

L’appuntamento fa parte del programma di eventi "Dalla Α alla Ω. La Grecia a Torino", che il Consolato Generale Onorario di Grecia a Torino e ‘Microkosmos’ Associazione Italo-Ellenica per la Formazione organizzano dall’8 al 10 febbraio con l’obiettivo di promuovere la lingua e la cultura greca a Torino. A dare il via all’iniziativa, la sera di giovedì 8 febbraio, l’illuminazione della Mole Antonelliana con il "π" sullo sfondo dei colori della bandiera greca, per evidenziare l’importanza di questa lettera nell’evoluzione della scienza matematica.

 

L’Università ospiterà anche una delle tappe della caccia al tesoro “Trova la Grecia a Torino”, organizzata nelle giornate del 9 e 10 febbraio. Partendo alle 11:00 dal Consolato Generale Onorario di Grecia a Torino, i partecipanti avranno l'opportunità di passeggiare per il centro e scoprire le tracce della Grecia in città. La statua della Minerva di Vincenzo Vela, nel cortile del Rettorato dell’Ateneo, rappresenta uno dei luoghi simbolo che richiamano la grecità a Torino.

 

Le attività proposte nel programma sono numerose e presenteranno molteplici elementi della lingua e della cultura greca attraverso eventi interattivi, che si svolgeranno in diversi luoghi della città e saranno aperti a tutti coloro che desiderano partecipare. Tra le varie proposte, anche un alfabeto aptico in 3D, con 24 termini scientifici usati nella lingua italiana che hanno origini greche, esposto presso la sede dell'organizzazione Microkosmos (Via Napione, 33/A). Il progetto, realizzato da e-Nable Greece, è adatto a persone con disabilità visive. 

 

Dalla α alla ω. La Grecia a Torino” è un evento organizzato dal Consolato Generale Onorario di Grecia a Torino e da Microkosmos - Associazione Italo-Ellenica per la Formazione, in collaborazione con Fondazione Ellenica di Cultura, My Artist, BallaTorino, Fondazione Contrada Torino, con la partecipazione di Associazione Piemonte-Grecia Santorre di Santarosa, Irini Pasi Ensemble, con il supporto di Enable Greece, Hands Up, Istituto dei sordi di Torino, con il patrocinio di Ambasciata di Grecia a Roma, Regione Piemonte, Città di Torino, National Technical University of Athens, i4ea Sustainability, Thermolab.

 

Il programma completo della manifestazione è disponibile sul sito lagreciaatorino.it

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 8 Febbraio, 2024

Innovazione e inclusione: ricercatori e ricercatrici UniTo rendono accessibile lo studio delle materie STEM con l'intelligenza artificiale

“Studiare discipline scientifiche in autonomia è complesso per le persone che hanno una disabilità agli arti superiori o non possono utilizzare le mani” ha dichiarato Sandro Coriasco, Professore associato del Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino e responsabile della campagna MatematIcA senza barriere insieme alle Dottoresse Tiziana Armano ed Erika Brunetto. “Un esempio semplice, ma immediato: un software di dettatura standard produrrebbe, dalla lettura della formula “x+3”, il testo “ics più tre”. Inoltre, non è possibile correggere errori e fare modifiche tramite comandi vocali. Queste limitazioni incidono sulla possibilità di accedere allo studio delle materie STEM” ha proseguito Sandro Coriasco. Dalla volontà di trovare una soluzione per rispondere a questa sfida è nata la campagna di crowdfunding MatematIcA senza barriere sulla piattaforma Ideaginger.it.

 

Le potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale

“È dal 2019 che ci dedichiamo al progetto SpeechMatE. Lo stimolo ce lo ha dato uno studente dell’Università, Jan Berger, diventato tetraplegico a causa di un incidente. Jan ha contattato il Laboratorio Polin, che è parte del Dipartimento di Matematica e, sotto la guida della Prof.ssa Anna Capietto, promuove le nuove tecnologie per l’accesso agli studi da parte di giovani con disabilità. Jan ci ha chiesto quale software utilizzare per scrivere e risolvere le formule, ma alla sua domanda purtroppo non abbiamo trovato una risposta efficace e così abbiamo deciso di svilupparla internamente” ha aggiunto Tiziana Armano.  

 

È nata così la prima versione di SpeechMatE, ma ora, grazie ai modelli di intelligenza artificiale, è possibile ambire a sviluppare uno strumento infinitamente più potente, che permetterà studenti e studentesse con disabilità di dettare, manipolare e navigare all’interno delle formule matematiche in autonomia, utilizzando come comando solamente la loro voce e superando le limitazioni dei sistemi attuali. “Si tratta di un progetto di grossa portata e molto complesso. Servono competenze da diversi settori della ricerca scientifica contemporanea: didattica della matematica, sviluppo del software, Natural Language Processing, Human-Computer Interaction, Large Language Models. La realizzazione del progetto coinvolge un team di oltre dieci ricercatrici e ricercatori attivi in questi ambiti” ha proseguito Erika Brunetto.

 

La risposta della comunità 

In poche settimane MatematIcA senza barriere ha raggiunto e superato il suo primo obiettivo e ora conta già sul sostegno di oltre 190 donatori. “Quando abbiamo iniziato a preparare la campagna di raccolta fondi eravamo fortemente motivati e fiduciosi, ma sinceramente non pensavamo che saremmo riusciti a raccogliere oltre il 200% del nostro obiettivo. Grazie al crowdfunding, stiamo costruendo attorno al progetto una rete ampia di sostenitori, alleati e partner, che, oltre al supporto economico, ci aiutano a far conoscere e crescere il nostro lavoro. La risposta della comunità è emozionante” ha aggiunto Sandro Coriasco.  

 

“I fondi che stiamo raccogliendo ci permetteranno di attivare delle borse di ricerca, necessarie per sviluppare e testare il nuovo prototipo di SpeechMatE, che utilizzi i Large Language Models, gli stessi che fanno funzionare ChatGPT, per interpretare correttamente le indicazioni vocali necessarie a scrivere e manipolare una formula. Inoltre, grazie a questo strepitoso risultato, potremo immediatamente avviare le fasi successive del progetto, per realizzare una versione del software utilizzabile dagli studenti. Continuate a sostenerci, abbiamo ancora bisogno dell’aiuto di tutti!” ha concluso Sandro Coriasco.

 

Sostenere il progetto MatematIcA senza barriere è semplice, sul link https://www.ideaginger.it/progetti/matematica-senza-barriere.html è possibile donare in pochi click tramite PayPal, bonifico bancario o carta di credito.

 

Il valore del crowdfunding per la ricerca scientifica

“L’Università di Torino”, ha dichiarato Alessandro Zennaro, Vice-Rettore per la valorizzazione del patrimonio umano e culturale in Ateneo, “probabilmente più di qualsiasi altro ateneo, in questa fase storica, ha intrapreso un’azione organizzata di valorizzazione della conoscenza e di divulgazione scientifica, assumendo anche posizioni apicali nella rete degli atenei italiani per il Public Engagement (ApeNet). L’iniziativa di crowdfunding costituisce un’ulteriore opportunità per avvicinare la ricerca scientifica alla comunità territoriale e nazionale, illustrandone gli obiettivi, facendo conoscere le ricercatrici ed i ricercatori coinvolti, stimolando la curiosità e soprattutto dimostrando che, spesso, i prodotti della ricerca hanno ricadute immediate sulla vita di tutti noi, quotidianamente. MatematIcA senza barriere è un progetto importante che coniuga in maniera esemplare innovazione tecnologica, accessibilità e diritto allo studio[1] . Per questo merita di essere sostenuto”.

 

“Questa campagna è un’occasione anche per lo staff dell’Università di Torino di confrontarsi con le opportunità del fundraising e della finanza alternativa per la ricerca e l'innovazione,” ha aggiunto Elisa Rosso, Direttrice della Direzione Innovazione e Internazionalizzazione dell’Università di Torino, che ha poi aggiunto “Per esempio stiamo contattando e ricercando partner istituzionali e aziendali interessati a supportare il progetto. Promuovere il crowdfunding è un’occasione per raccontare il valore della ricerca scientifica e sensibilizzare la comunità sul lavoro svolto in ateneo, che in questo caso permetterà di ampliare le opportunità didattiche con l’utilizzo di una tecnologia innovativa[2] ”.

 

A questo link sono disponibili materiali grafici e video del progetto: https://bit.ly/3UtoLaV

 

Funds TOgether è il programma di finanza alternativa per la ricerca e l'innovazione sviluppato dall’Università di Torino insieme a Ginger Crowdfunding. Obiettivo è fornire ai ricercatori e alle ricercatrici dell’ateneo le competenze per progettare e promuovere una campagna di crowdfunding, acquisire nuove risorse e avvicinare la comunità universitaria alla società civile attraverso progetti a forte impatto sociale e ambientale.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 7 Febbraio, 2024

Indagare i tumori con un metodo rivoluzionario basato sulla risonanza magnetica per immagini e sullo studio del movimento dell’acqua

Un team di ricercatori dell’Università di Torino, guidati dai Proff. Giuseppe Ferrauto e Silvio Aime, ha sviluppato un metodo basato sulla risonanza magnetica per immagini (RMI) che va oltre le tradizionali tecniche di imaging, consentendo una valutazione più accurata della malignità dei tumori e dell'efficacia dei trattamenti. Si tratta di un nuovo approccio che promette di cambiare il modo in cui osserviamo i tumori per capirne l’aggressività, a testimonianza del fatto che la scienza avanza di pari passo con la tecnologia.

 

Capire la complessità dei tumori è fondamentale, poiché ogni tipo di tumore può rispondere in modo diverso ai trattamenti. La chiave per un trattamento mirato ed efficace è localizzare con precisione il tumore e determinare il grado di malignità. La risonanza magnetica (MRI) è un potente strumento che fornisce immagini altamente dettagliate dei tessuti interni del corpo umano, con un'elevata accuratezza e senza rischi per il paziente. Il nuovo metodo sviluppato a Torino va però ben oltre, spingendosi a visualizzare dettagli funzionali delle cellule tumorali.

 

Le novità del nuovo metodo CEST-MRI

 

Durante una sessione di risonanza magnetica, il paziente si trova all’interno di un “tubo” dove è presente un forte campo magnetico. Mediante l’irradiazione con onde radio, assolutamente non dannose per il corpo umano, gli atomi di idrogeno dell’acqua presente nei tessuti nel corpo vengono “magnetizzati”. Questo processo fornisce immagini tridimensionali dei tessuti, con una estrema risoluzione spaziale. Spesso, al fine di migliorare la capacità diagnostica della tecnica, ai pazienti vengono iniettati, nei vasi sanguigni, agenti di contrasto a base di gadolinio. Tali molecole, escono dai vasi del tumore e si concentrano nello spazio extracellulare, migliorando la definizione delle immagini e facilitando la localizzazione del tumore.

 

Il team italiano è leader mondiale di una particolare tecnica di RMI chiamata CEST (Chemical Exchange Saturation Transfer), una sorta di “trucco” che sfrutta lo scambio di protoni tra l'acqua e altre molecole al fine di aumentare la sensibilità della risonanza magnetica e di ottenere importanti informazioni sull’ambiente chimico. 

 

Nel lavoro recentemente pubblicato su Angewandte Chemie Int. Ed., una delle più prestigiose e storiche riviste in ambito chimico, la Dott.ssa Enza Di Gregorio, ricercatrice di UniTo, ha mostrato come utilizzare questa metodologia per “osservare” molecole presenti all’interno delle cellule tumorali, come la creatina. Ma la vera innovazione e potenzialità del metodo sviluppato è stata quella di utilizzare queste molecole come “spie” interne alla cellula, per verificare cosa succede nella cellula tumorale. In questa maniera, si riescono ad avere informazioni più dettagliate sulle cellule tumorali e si è trovato un metodo per studiare, tramite la risonanza magnetica, il potenziale aggressivo del tumore.

 

Obiettivi e prospettive

 

Le cellule tumorali sono metabolicamente più attive delle cellule sane e hanno diverse proteine e canali di trasporto nella loro membrana. Tramite questi canali e questi trasportatori, la cellula tumorale è in grado di recuperare le sostanze nutritive di cui ha bisogno (zuccheri, amminoacidi etc.) e di espellere i prodotti del metabolismo cellulare. Attraverso questo sistema di trasporto passa anche l’acqua. L’acqua fluisce quindi massicciamente attraverso la membrana cellulare, in quantità che rispondono al metabolismo cellulare. Più la cellula tumorale è attiva (e aggressiva) maggiore è la quantità di acqua che attraversa la membrana.

 

Usando il metodo CEST sopra riportato, i ricercatori hanno osservato cambiamenti nelle immagini RMI dopo l'aggiunta del mezzo di contrasto a base di gadolinio. Questi cambiamenti riflettono la permeabilità della membrana cellulare del tumore all'acqua, fornendo informazioni cruciali sulla sua aggressività. Il team ha testato con successo il metodo su modelli murini di tumore al seno, e i risultati sono promettenti. Oltre a rivelare dettagli sulla malignità, il metodo si è dimostrato molto importante nel permettere di valutare l’efficacia di una terapia farmacologica. I ricercatori hanno infatti dimostrato come il farmaco chemioterapico Doxorubicina abbia ridotto immediatamente la permeabilità all'acqua, indicando una risposta positiva al trattamento.

 

Il maggiore punto di forza del metodo sviluppato, che fa ben sperare per una rapida applicazione clinica, è il fatto di utilizzare strumenti di RMI e mezzi di contrasto a base di gadolinio già presenti e utilizzati nella pratica diagnostica clinica. Si richiederà quindi al paziente, durante il normale protocollo diagnostico RMI, di “pazientare” altri 3-4 minuti per un’ulteriore analisi, che però fornirà al medico importanti ulteriori informazioni diagnostiche. Considerando ciò è nato l’interesse da parte dell’IRCCS SDN Synlab di Napoli, guidata dal Prof. Marco Salvatore, di proporre ai pazienti il metodo.

 

Cooperazione e interdisciplinarietà

 

Come in moltissimi approcci scientifici moderni, l’interdisciplinarietà è il punto di forza. Questo lavoro è stato reso possibile grazie alla collaborazione di biotecnologi e chimici esperti di imaging molecolare e oncologia sperimentale, medici radiologi, immunologi esperti di oncologia e sviluppo di modelli murini, fisici esperti di analisi di immagini. Solo mettendo insieme esperienze e conoscenza diverse, la scienza può significativamente contribuire allo studio di nuovi approcci per la diagnosi avanzata e il trattamento di malattie complesse, come i tumori.

 

“Questo nuovo approccio alla risonanza magnetica potrebbe rappresentare una svolta nella nostra comprensione e nel trattamento dei tumori. Siamo entusiasti di vedere come questa tecnologia si evolverà e come potrà essere utilizzata per migliorare la vita di coloro che combattono contro il cancro. La ricerca continua, e con essa la speranza di un futuro più luminoso nella lotta contro questa malattia”, spiega il team che ha guidato lo studio.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 6 Febbraio, 2024

Innovazione nella formazione dei futuri veterinari: Virtual Vet Lab trasforma i metodi di apprendimento con la realtà virtuale, il crowdfunding e il cofinanziamento dell’Università di Torino

In che modo aumentare le competenze pratiche di studenti e studentesse di veterinaria rispettando al contempo il benessere degli animali? Dalla risposta a questa domanda nasce Virtual Vet Lab, un innovativo software di realtà virtuale sviluppato all’interno dell’Università di Torino.

 

Come è nato il progetto

“Quando una persona termina il percorso di studi in veterinaria esce dall'università con un’esperienza pratica limitata. E questo è un problema, sia per i pazienti che per i veterinari, che sono sottoposti a uno stress elevato causato dall’esperienza ridotta. Abbiamo ideato Virtual Vet Lab per rispondere a questa sfida” ha dichiarato Michela Bullone, Professoressa associata dell’Università di Torino, che ha sviluppato il progetto insieme alle ricercatrici Giulia MemoliAlessandra Romolo e Beatrice Sica.

“L’idea è nata scontrandomi con i limiti della didattica a distanza sperimentati durante la pandemia. Mi sono chiesta perché non fossero disponibili in ambito veterinario strumenti di realtà virtuale come già avviene per la medicina umana. Con una semplice ricerca online ho scoperto che era possibile e così è iniziato il lavoro”.

 

Le opportunità di un nuovo modo di fare didattica

“Con la realtà virtuale possiamo migliorare il livello di preparazione dei veterinari. Virtual Vet Lab non è solo uno strumento didattico, ma una vera palestra per lo sviluppo di competenze cliniche, dove studenti e studentesse possono esercitarsi in procedure delicate come l'endoscopia respiratoria sui cavalli, acquisendo abilità pratiche senza rischi per gli animali. Tramite un visore e dei manipoli ricreiamo un ambiente virtuale dove ogni studente e studentessa si ritrova completamente immerso e che riproduce casi clinici con cui confrontarsi e acquisire esperienza.” ha proseguito Michela Bullone. 

 

Abbiamo lanciato la campagna di crowdfunding Virtual Vet Lab: per una didattica 4.0  sulla piattaforma Ideaginger.it (www.ideaginger.it) per reperire le risorse necessarie a terminare lo sviluppo del software dotandolo di un’interfaccia di utilizzo semplice, renderlo ancor più realistico inserendo un docente virtuale che guiderà gli studenti e aumentare il numero dei casi clinici simulati”.

 

Con Funds TOgether l’Università di Torino raddoppia i fondi raccolti

L’Università di Torino ha selezionato Virtual Vet Lab nell’ambito dell’iniziativa di crowdfunding Funds TOgether, sviluppata insieme a Ginger Crowdfunding, che gestisce la piattaforma con il tasso di successo più alto in Italia,Ideaginger.it. E proprio grazie all’Università di Torino ogni euro donato vale doppio: l’ateneo infatti raddoppierà i fondi raccolti da Virtual Vet Lab, fino a un massimo di 10.000 euro.

 

“L’Università di Torino”, ha dichiarato Alessandro Zennaro, Vice-Rettore per la valorizzazione del patrimonio umano e culturale in Ateneo, “probabilmente più di qualsiasi altro ateneo, in questa fase storica, ha intrapreso un’azione organizzata di valorizzazione della conoscenza e di divulgazione scientifica, assumendo anche posizioni apicali nella rete degli atenei italiani per il Public Engagement (ApeNet). L’iniziativa di Crowdfunding costituisce un’ulteriore opportunità per avvicinare la ricerca scientifica alla comunità territoriale e nazionale, illustrandone gli obiettivi, facendo conoscere le ricercatrici ed i ricercatori coinvolti, stimolando la curiosità e soprattutto dimostrando che, spesso, i prodotti della ricerca hanno ricadute immediate sulla vita di tutti noi, quotidianamente. Virtual Vet Lab è un progetto importante che coniuga in maniera esemplare innovazione tecnologica e salute, formazione professionale e didattica innovativa. Per questo merita di essere sostenuto”.

 

“Questa campagna è un’occasione anche per lo staff dell’Università di Torino di confrontarsi con le opportunità del fundraising e della finanza alternativa per la ricerca e l'innovazione,” ha aggiunto Elisa Rosso, Direttrice della Direzione Innovazione e Internazionalizzazione dell’Università di Torino, che ha poi aggiunto “Per esempio stiamo contattando e ricercando partner istituzionali e aziendali interessati a supportare il progetto. Promuovere il crowdfunding è un’occasione per raccontare il valore della ricerca scientifica e sensibilizzare la comunità sul lavoro svolto in ateneo, che in questo caso permetterà di ampliare l’utilizzo di una tecnologia innovativa spesso ad appannaggio della sola medicina umana”.

 

I risultati positivi dei primi test

“Sono ormai 4 anni che lavoriamo a Virtual Vet Lab” ha ripreso Michela Bullone “e i primi risultati sono incoraggianti. Gli studenti e le studentesse che si sono esercitati con il visore, quando devono confrontarsi per le prime volte con una vera endoscopia su un cavallo, hanno migliori abilità diagnostiche. Come Università siamo sollecitati dalle istituzioni a migliorare costantemente la didattica, così possiamo farlo in modo etico ed economico”.

 

Come partecipare al crowdfunding

“Sono già tantissime le persone che ci hanno sostenuto con una donazione ma abbiamo ancora bisogno di aiuto per raggiungere il nostro obiettivo. Insieme possiamo migliorare la preparazione dei veterinari, aiutandoli a sentirsi più confidenti quando dovranno fare i primi interventi e tutelando al contempo il benessere dei cavalli. Per i nostri sostenitori abbiamo ideato numerose ricompense, tra cui anche l’opportunità di trascorrere una giornata in università per confrontarci sull’applicazione delle nuove tecnologie in ambito veterinario. Aiutateci con una donazione, vi aspettiamo!” ha concluso Michela Bullone.

 

Sostenere il progetto Virtual Vet Lab è semplice, sul link https://www.ideaginger.it/progetti/virtual-vet-lab-per-una-didattica-4-0.html è possibile donare in pochi click tramite PayPal, bonifico bancario o carta di credito.

 

A questo link sono disponibili materiali grafici e video del progetto: https://bit.ly/49doGME

 

Funds TOgether è il programma di finanza alternativa per la ricerca e l'innovazione sviluppato dall’Università di Torino insieme a Ginger Crowdfunding. Obiettivo è fornire ai ricercatori e alle ricercatrici dell’ateneo le competenze per progettare e promuovere una campagna di crowdfunding, acquisire nuove risorse e avvicinare la comunità universitaria alla società civile attraverso progetti a forte impatto sociale e ambientale.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 2 Febbraio, 2024
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