“Technology, Digital, Innovation and Society”: Dal 20 al 24 giugno la Summer School TOAfrica arriva a Venaria - Aperte le iscrizioni alla Summer School TOAfrica

Cinque giorni di lezioni e seminari in uno scenario mozzafiato: tra il 20 e il 24 giugno 2022, alla Reggia di Venaria si terrà la Summer School TOAfrica. Promossa dal Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, con il contributo della Fondazione CRT, questa iniziativa didattica propone una full immersion di 5 giorni sull’Africa vista attraverso la lente delle scienze sociali. Il programma è pensato per professionisti del settore umanitario, studenti e ricercatori. I posti disponibili sono 35 e le iscrizioni sono aperte fino al 6 maggio 2022. Il tema dell’edizione di quest’anno è “Technology, Digital Innovation, and Society”.

 

Con un panel di relatori internazionali appartenenti sia al mondo accademico che al settore della cooperazione, le lezioni saranno interdisciplinari, interattive e tenute completamente in lingua inglese. Si terranno due sessioni di insegnamento al giorno su argomenti che spaziano dal rapporto tra tecnologia e salute all’impatto della tecnologia sui processi migratori, fino all’influenza della digitalizzazione sull’arte e le culture africane.

 

Ad affiancare il Dipartimento di Culture, Politica e Società nell’organizzazione della Summer School vi è la Makerere University di Kampala (Uganda), una delle istituzioni accademiche più rinomate nell'Africa subsahariana. Il programma è realizzato in collaborazione con il Torino World Affairs Insitute (Torino, Italy), il Nordic Africa Institute (Uppsala, Svezia), il Consorzio delle Ong Piemontesi (Torino, Italia), il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude (Venaria Reale, Italia) e la Chaire Diasporas Africaines (Bordeaux, Francia).

 

La scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione è fissata al 6 maggio 2022. Tutte le informazioni aggiornate sulla Summer School sono disponibili sul sito www.toafrica.it.

 

Contatti:

Summer School TOAfrica

Dipartimento di Culture, Politica e Società

Università degli Studi di Torino

E-mail: info@toafrica.it

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Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 4 Aprile, 2022

GeoNight, la Notte Europea della Geografia a Torino - Tutti gli eventi organizzati dall’Università di Torino per l’occasione

Domani, venerdì 1° aprile, dalle ore 14.00, anche a Torino si terrà GeoNight, la Notte Europea della Geografia, un’iniziativa promossa da EUGEO, l’Associazione che riunisce tutte le società geografiche europee, università e semplici appassionati. Nel capoluogo piemontese, come in tutto il resto d’Europa ricercatrici, ricercatori e appassionati di geografia, saranno insieme ai cittadini per far conoscere concretamente e con esperienze organizzate in aula, in strada o sul web i recenti sviluppi della geografia e del “mestiere del geografo”. 

 

Nell'ambito della Notte europea della Geografia, l'Università di Torino ha organizzato, in collaborazione con enti e associazioni, proiezioni, escursioni metropolitane, webinar e un incontro sull’emergenza climatica. 

 

Dalle 16.00 alle 19.45, nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale, si terrà un incontro di discussione interdisciplinare sull’emergenza climatica. Tante le domande a cui l’evento tenta di rispondere: in che modo si sono evoluti gli accordi internazionali, da Kyoto a Parigi a Glasgow? Come funzionano le COP? Quanto sappiamo in più sull’emergenza climatica oggi, rispetto al report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) precedente, del 2014? Quanta incertezza resta da risolvere? Quanto gli impegni presi dalla comunità internazionale nella COP26 si avvicinano alle azioni necessarie per far fronte alla crisi climatica? Quali effetti il riscaldamento climatico sta già avendo in Italia?

 

L’incontro è introdotto dal Prof. Egidio Dansero, Vice-Rettore Vicario per la sostenibilità e per la cooperazione allo sviluppo e coordinatore del Green Office UniToGO e moderato dalla Prof.ssa Silvana Dalmazzone, docente di Economia dell’Ambiente, Dipartimento di Economia e Statistica. La conoscenza scientifica sul clima alla base dei rapporti IPCC viene presentata dalla relazione del Prof. Claudio Cassardo, fisico del clima del Dipartimento di Fisica e referente docente del Gruppo Cambiamenti Climatici del Green Office. Segue una discussione aperta con la Prof.ssa Elisa Palazzi, fisico del clima del Dipartimento di Fisica, il Dott. Roberto Mezzalama, esperto ambientale Golder-WSP e CdA PoliTO, autore de "Il Clima che Cambia l’Italia"Giovanni Mori, ingegnere dell’energia ed esponente Fridays For Future, inviato a Glasgow per il quotidiano "Domani"Dario Padovan, sociologo dell’ambiente del Dipartimento di Culture Politica e Società. Al termine dell’incontro, grazie alla collaborazione con Cinemambiente, sarà proiettato il documentario Legacy – Notre héritage del regista Yann Arthus-Bertrand.

 

Gli eventi organizzati dall’Università di Torino partono già dalle 14.00 con il webinar di lancio di UniCarTO, una mappatura partecipativa della città attraverso gli occhi delle e degli studenti e della comunità universitaria (link di partecipazione al webinar) e proseguono alle 16.00 con Assaggi di natura in città, un’escursione metropolitana a Mirafiori Sud attraverso la scoperta degli orti lungo la riva del Sangone.

 

Fare oggi Geografia significa studiare, rappresentare e proporre soluzioni ai problemi dell’ambiente, del paesaggio e della gestione del territorio; conoscere, tenendole assieme, le tante dimensioni del mondo contemporaneo: da quella del vissuto individuale di tutti i giorni arrivando, con passaggi di scala fino alle dimensioni più ampie, come quella globale. 

 

Tutte e tutti noi siamo “immersi” in una rete dagli innumerevoli nodi: ciò che ci succede può essere causato da fenomeni a noi vicini o lontanissimi, nello spazio “reale” o nel cyberspazio. Non essere in grado di leggere questa complessità ci rende più deboli, più indifesi, meno capaci di costruire coscientemente il nostro futuro. La geografia contemporanea, sotto questa luce, è uno strumento culturale che consente non solo di comprendere, ma di costruire consapevolmente la realtà e il “nostro” mondo.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 1 Aprile, 2022

Nuovi dati scientifici convalidano farmaco per la cura delle malattie polmonari croniche sviluppato da spin-off UniTo

Torino, 31 marzo 2022 – Kither Biotech ("Kither" di seguito riferita come "l'Azienda"), azienda biofarmaceutica che sviluppa nuove terapie per le malattie respiratorie rare, annuncia oggi la pubblicazione di uno studio in ScienceTranslational Medicine che descrive il meccanismo d'azione del suo farmaco di punta, il KIT2014, e fornisce “una proof of concept” per il suo utilizzo nel trattamento delle malattie polmonari croniche (Ghigo, Murabito et al., Sci. Transl. Med. 14, eabl6328 (2022)).

 

KIT2014 è un nuovo peptide permeabile alle cellule, attualmente oggetto di studio per il trattamento della fibrosi cistica (FC), che agisce modulando i livelli di adenosina monofosfato ciclico (cAMP) all'interno delle cellule. L'aumento del cAMP può ridurre l'accumulo di muco, l'infiammazione e la broncocostrizione, problemi tipici dei pazienti con fibrosi cistica. Il KIT2014 è attualmente in fase di sviluppo come farmaco somministrato per inalazione direttamente nei polmoni, in addizione all'attuale terapia standard. L’Azienda prevede di iniziare una sperimentazione clinica di Fase 1/2A di KIT2014 nel 2023.

 

I dati riportati nello studio dimostrano che il KIT2014 (indicato come PI3Kγ MP nella pubblicazione) aumenta i livelli di cAMP nelle vie aeree, alleviando la sintomatologia di diverse malattie ostruttive, come la fibrosi cistica, l'asma e la BPCO. Questa azione si esplica attraverso un triplo meccanismo di azione che promuove la broncodilatazione, riduce l'infiammazione polmonare e potenzia l'attività del canale CFTR, la proteina disfunzionale nella FC. Di rilievo, il KIT2014 migliora fino all'80% gli effetti dei modulatori CFTR esistenti nelle cellule delle vie aeree di pazienti FC.

 

Vincent Metzler, CEO di Kither Biotech, commenta: “La pubblicazione di questi dati in un importante giornale scientifico come Science Translational medicine rappresenta un passo importante nello sviluppo di KIT2014 per il trattamento della fibrosi cistica come terapia aggiuntiva ai modulatori CFTR. Ci stiamo preparando per la nostra sperimentazione clinica di fase 1/2A del KIT2014, in un contesto in cui malattie come la FC hanno ancora forte necessità di nuovi farmaci”.

 

Alessandra Ghigo, co-fondatrice scientifica di Kither Biotech e primo autore, dichiara: “Questi nuovi dati convalidano la capacità di KIT2014 di modulare la trasduzione del segnale cAMP nei polmoni, aumentando la funzionalità dei canali CFTR, parimenti riducendo l'infiammazione e la broncocostrizione. Queste proprietà sono potenzialmente benefiche per molte malattie polmonari croniche e pertanto siamo ansiosi di iniziare le sperimentazioni cliniche".

 

Emilio Hirsch, co-fondatore scientifico di Kither Biotech e ultimo autore, aggiunge: "I nostri risultati con il KIT2014 mostrano un miglioramento dell’80% dell'effetto dei modulatori CFTR esistenti, definendo una nuova via per migliorare la condizione di molti pazienti affetti da FC o altre malattie respiratorie”.

 

  • A proposito di Kither Biotech

 

Kither Biotech è un'azienda biofarmaceutica fondata dalla Prof. Alessandra Ghigo, dal Prof. Emilio Hirsch, dal Prof. Alberto Bardelli dell’Università di Torino e dal Dr. Marco Kevin Malisani. L'azienda mira a identificare e sviluppare nuovi farmaci candidati per il trattamento delle malattie polmonari rare, con particolare attenzione alla fibrosi cistica e alla fibrosi polmonare idiopatica. Kither Biotech è uno spin-off dell'Università di Torino e collabora attivamente con il Centro di Biotecnologie Molecolari (Università di Torino) e altri centri di ricerca nel mondo. L'azienda ha sviluppato una pipeline di trattamenti attualmente in fase di sviluppo preclinico, con programmi in fibrosi cistica, fibrosi polmonare idiopatica e altre malattie respiratorie. www.kitherbiotech.com

 

  • Informazioni su KIT2014

 

Il KIT2014 è un peptide permeabile alle cellule, in grado di far salire la concentrazione di una molecola chiamata cAMP, un segnalatore intracellulare legato ad importanti modificazioni cellulari e tissutali. Il peptide KIT2014 agisce con un meccanismo di azione unico nel suo genere, interrompendo l'interazione tra due proteine, la PI3Kgamma ed il suo partner, la protein chinasi A (PKA). Questo effetto riduce l’attività di enzimi che distruggono il cAMP, quali le fosfodiesterasi di tipo 3 e 4 (PDE3/4), e porta ad un accumulo di questo segnalatore intracellulare. Quando inalato, il KIT2014 causa un aumenta locale del cAMP nelle cellule epiteliali bronchiali, promuovendo l'apertura dei canali del cloruro chiamati CFTR, proteine fondamentali nel fluidificare il muco, e che sono disfunzionali nei pazienti con fibrosi cistica (CF). Il KIT2014 è in grado, inoltre, di rilassare la muscolatura liscia dei bronchi e di ridurre l’infiltrazione polmonare di cellule infiammatorie. Grazie a queste proprietà, il KIT2014 è in studio per il trattamento della FC, come terapia inalatoria aggiuntiva all'attuale standard di cura. In combinazione con i modulatori di CFTR, il KIT2014 è atteso non solo aumentare l’apertura del CFTR ma anche dilatare i bronchi e calmierare l'infiammazione, in ultimo migliorando la funzionalità polmonare del paziente con FC (Ghigo, Murabito et al., Science Translational Medicine, 2022).

 

In allegato foto di Emilio Hirsch e Alessandra Ghigo e video che descrive i risultati principali della pubblicazione in formato divulgativo

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 31 Marzo, 2022

Rinnovate le convezioni universitarie di Compagnia di San Paolo con UniTo e altri atenei per il triennio 2022-2024

La Fondazione Compagnia di San Paolo ha rinnovato per il triennio 2022 – 2024 le Convenzioni Universitarie con i tre atenei Piemontesi, l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Università degli Studi di Genova. Si conferma il sostegno allo sviluppo del sistema universitario per generare processi volti a migliorare l’innovazione, la competitività e l'attrattività dei 5 Atenei coinvolti. 

 

Università degli Studi di Torino - 15 milioni di €- dal 2010 erogati 106 milioni di €

- Politecnico di Torino - 10,5 milioni di € - dal 2009 erogati 60,5 milioni di €

- Università degli Studi del Piemonte Orientale - 3,3 milioni di €- dal 2009 erogati 16,8 milioni di €

- Università degli Studi di Napoli Federico II - 4,5 milioni di € - dal 2006 erogati 30,9 milioni di €

- Università degli Studi di Genova - 2,4 milioni di € - dal 2019 erogati 4,8 milioni di € 

Totale deliberato complessivo dal 2006 ad oggi: 219 milioni di € per lo sviluppo del Sistema Universitario

 

“Il sostegno allo sviluppo del sistema universitario - inteso sia nella sua funzione di centro di didattica e di ricerca, sia come fattore di sviluppo locale - rappresenta per la nostra Fondazione un impegno consolidato, basti osservare che solo per le Convenzioni universitarie abbiamo stanziato negli anni oltre 219 milioni di euro. La formazione si pone non solo come passaggio fondamentale per il pieno sviluppo dell’individuo in ambito sociale, ma anche come elemento importante di competitività economica, specie se contribuisce alla definizione di sistemi di competenze che rappresentano una delle risorse cruciali delle economie urbane contemporanee” – ha dichiarato Francesco Profumo, Presidente della Compagnia di San Paolo – “Attraverso le Convezioni 2022 – 2024 supporteremo azioni volte ad abilitare le Università all’accesso alle risorse competitive europee e nazionali, come Next Generation EU, Horizon Europe e i bandi previsti nell’ambito del PNRR. A tal fine, abbiamo introdotto tre nuovi ambiti d’intervento: quello ‘trasversale’, finalizzato a realizzare processi di rafforzamento strutturale a vantaggio dell’ateneo, quello ‘terza missione’, dedicato alle azioni di public engagement, e l’ambito ‘azioni per lo sviluppo del territorio’, dedicato al sostegno e al rafforzamento di processi, come detto prima, anche in logica complementare a PNRR e strumenti EU.”

 

Di seguito le dichiarazioni dei Rettori degli Atenei coinvolti, in allegato il COMUNICATO STAMPA

 

Stefano Geuna, Rettore dell’Università degli Studi di Torino

“L'Università di Torino - dichiara il Rettore Stefano Geuna - conferma l’importante collaborazione con la Compagnia di San Paolo, in corso dal 2010 attraverso il finanziamento di diversi progetti e il sostegno alle azioni volte all’accesso alle risorse competitive europee e nazionali. Grazie al rinnovo della Convenzione per il triennio 2022-2024, l’Ateneo migliorerà ulteriormente la qualità della propria didattica, della ricerca e delle attività di terza missione, anche in collaborazione con gli altri Atenei in Convenzione, con la Fondazione, con le istituzioni del territorio e con il sistema produttivo regionale. UniTo sta vivendo un’importante stagione di espansione e di investimento e, proprio per seguirne le tappe, ha realizzato un Piano Strategico con l’orizzonte del 2026, con cui l’Ateneo afferma la propria identità europea e legata al territorio. In linea con il Pnrr, abbiamo definito un piano di investimento su temi quali innovazione e sostenibilità ambientale, nei quali UniTo ha una consolidata tradizione di formazione e ricerca. Sosteniamo la ricerca come motore prioritario di sviluppo con una programmazione di lungo respiro nei confronti delle migliori giovani risorse, alle quali ci accomuna una profonda voglia di futuro”.

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Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino

“La Convenzione appena conclusa ci ha consentito di mettere in atto molti degli obiettivi individuati dal Piano Strategico di Ateneo, come la creazione delle Piattaforme tematiche, l’apertura di un Hub a Bruxelles, la promozione di Proof of Concept e Proof of Value, la realizzazione del Teaching Lab di Ateneo e la valorizzazione delle attività della comunità degli Alumni.

Le linee di intervento individuate dalla nuova Convenzione ci permetteranno di proseguire molte attività a favore di studenti e comunità accademica, ma non possono prescindere dai profondi mutamenti socio economici provocati dalla pandemia, che ci ha costretto a un cambio di prospettiva e a una riconsiderazione delle priorità. 

I finanziamenti previsti dalla Convenzione ci consentiranno di portare a compimento i progetti in atto e di affrontare, tra l’altro, sfide quali la transizione digitale con azioni strutturali per il potenziamento dei servizi di supporto in ambiti trasversali legati alle missioni fondamentali dell’Ateneo; di migliorare la performance in Horizon Europe e nella nuova programmazione legata al PNRR e alla Smart Specialisation Strategy della Regione Piemonte; di potenziare le nostre iniziative di Public Engagement, prime fra tutte Biennale Tecnologia 2022 e 2024 e  Biennale per le scuole, che torneranno in presenza pur  mantenendo la possibilità di una partecipazione da remoto”.

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Gian Carlo Avanzi, Rettore UPO- Università del Piemonte Orientale

“Il rinnovo da parte della Fondazione Compagnia di San Paolo delle Convenzioni Universitarie 2022-2024 è perfettamente allineato con i piani di sviluppo strategico dell'Università del Piemonte Orientale. Abbiamo accolto con particolare soddisfazione la decisione di riservare parte del sostegno agli Atenei alle iniziative incentrate sui temi delle transizioni digitale, ecologica e sociale.

Si tratta di un tema che vede il nostro Ateneo particolarmente sensibile e proattivo: la recente istituzione del nuovo Dipartimento per la Transizione Ecologica e lo Sviluppo Sostenibile (DISSTE), avvenuta proprio lo scorso 1° gennaio, dimostra l'attenzione che l'UPO pone su questi temi. Un'attenzione accompagnata anche da un importante investimento edilizio e di risorse umane.

Sono convinto che il cammino intrapreso dall'Università del Piemonte Orientale vada nella direzione di una maggiore competitività nazionale e internazionale, perseguibile attraverso una didattica e una ricerca innovative, in grado di rispondere alla domanda espressa sia dal mercato del lavoro, sia dalla società civile. Tutto questo sarà sostenuto da infrastrutture moderna, tecnologicamente avanzate e in linea con quanto l'Agenda 2030 ci chiede.

Il sostegno della Fondazione permetterà agli Atenei - in particolar modo a un ateneo giovane come è l'UPO - di marciare a passo spedito verso il futuro che ci attende”.

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Federico Delfino, Rettore dell’Università di Genova

“Ringrazio la Fondazione Compagnia di San Paolo per aver deciso recentemente di allargare il suo perimetro di azione e di supporto su percorsi di innovazione anche all’Università di Genova, che sicuramente trarrà benefici importanti da questa collaborazione.

Le linee di intervento che abbiamo individuato per il prossimo triennio sono perfettamente allineate agli obiettivi strategici della nostra visione di università proiettata nel futuro e quindi aperta al dialogo e alla progettualità con i territori, le istituzioni e le imprese e con una dimensione internazionale sempre più marcata.

Con il supporto, non solo economico, ma anche di scambio culturale e di esperienze fornito dalla Compagnia di San Paolo realizzeremo iniziative che ci consentiranno di compiere significativi passi avanti in tema di transizione digitale, creazione di ambienti favorevoli allo sviluppo di imprese innovative e di continuo miglioramento dei nostri servizi didattici e di ricerca. Tutto improntato all’inclusione e all’attenzione alle esigenze del mondo studentesco, sempre più al centro della nostra azione”.

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Matteo Lorito, Rettore dell'Università degli Studi di Napoli Federico II 

“Il rinnovo della convenzione tra la Compagnia di San Paolo e la nostra Università rappresenta la conferma della qualità del lavoro svolto e una nuova e importante opportunità di rendere la nostra azione più efficace e competitiva.

La nuova convenzione, costruita sull’esperienza di quella precedente, include una serie di novità sostanzialmente associate ai temi del PNRR: aiuta l’Ateneo a farsi motore e promotore di azioni a sostegno della transizione ecologica e digitale, la grande rivoluzione promossa dal piano europeo. La convenzione, inoltre, ottimizza anche l’interazione tra la missione della compagnia e quella del più grande Ateneo del Meridione e ci consente, in un contesto di cofinanziamenti, di sostenere iniziative di ricerca e di promozione che hanno già incontrato un ampio consenso nel nostro contesto accademico. In conclusione, la collaborazione con la Compagnia ha assunto un ruolo importante e strategico nelle nostre attività di ricerca e in quelle legate al trasferimento tecnologico e alla Terza Missione”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 31 Marzo, 2022

UniTo guida un progetto internazionale sulla comunicazione tra piante e impollinatori

Come reagiscono le piante ai suoni emessi dagli insetti che ne visitano i fiori? Sono in grado di riconoscere i diversi visitatori in base alla loro firma acustica? Sono solo alcune delle domande a cui la ricerca, sostenuta da Human Frontiers Science Program, vuole dare risposta.

 

Due ricercatori dell’Università di TorinoFrancesca Barbero e Luca P. Casacci – docenti presso il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi –, guideranno un gruppo di ricerca internazionale impegnato nel progetto Good Vibes: how do plants recognise and respond to pollinator vibroacoustic signals?, finanziato dallo Human Frontiers Science Program Award.

 

Good Vibes vuole scoprire i meccanismi molecolari e fisiologici delle risposte delle piante ai segnali vibroacustici emessi dagli insetti. I ricercatori utilizzeranno le bocche di leone (Antirrhinum spp.) e gli insetti che ne visitano i fiori come modello di studio. Durante il volo, questi insetti producono suoni differenti a seconda della specie, una sorta firma acustica, e possono fungere da efficienti impollinatori o sfruttare le risorse della pianta sottraendo nettare senza contribuire al trasferimento del polline e dunque al potenziale riproduttivo delle bocche di leone.

 

L’ipotesi principale che i ricercatori vogliono verificare è se le piante siano in grado di discriminare i diversi insetti visitatori dei fiori sulla base della loro firma acustica e di reagire con risposte atte a incrementare l’attrattività e la fedeltà alla pianta soltanto nel caso in cui siano visitate da impollinatori efficienti.

 

Più in generale, i risultati ottenuti tramite un approccio multidisciplinare che combina etologiabioacusticabiologia vegetalebiologia molecolareingegneriafisica modellistica permetteranno di rispondere, almeno in parte, ad alcune domande fondamentali: come reagiscono le piante ai suoni emessi dagli insetti che ne visitano i fiori? Nel corso dell’evoluzione, forma e materiali florali possono essere stati determinati anche dall’esigenza di migliorare la propagazione dei segnali vibroacustici? Perché la comunicazione vibroacustica si è evoluta nelle piante?

 

L’intento di Good Vibes è colmare le lacune nella conoscenza delle dinamiche complesse dei sistemi pianta-impollinatori affrontandone lo studio da una prospettiva completamente nuova. Il progetto coinvolgerà tre unità: Insect-Behaviour Unit guidata da Francesca Barbero (Università di Torino, Italia), Engineering-Modelling Unit guidata da Sebastian Oberst (University of Technology Sydney, Australia) e Plant-Physiology Unit guidata da J. Tomás Matus, ricercatore del programma Ramon y Cajal (Università di Valencia) presso I2SysBio (UV-CSIC).

 

L’ente internazionale Human Frontier Science Program Organization (HFSPO) ha stanziato 37 milioni di dollari per sostenere il 4% dei migliori progetti di ricerca HFSP nei prossimi 3 anni. I vincitori dell’anno 2022 hanno superato un rigoroso processo di selezione durato un anno, che ha visto la partecipazione di 716 proposte da parte di ricercatori di oltre 50 diversi paesi. Tra questi sono stati selezionati 7 progetti dedicati a giovani ricercatori e 25 progetti senior. Il finanziamento del progetto Good Vibes ammonta a 1.140.000 dollari e avrà una durata di tre anni. 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 30 Marzo, 2022

Infezioni virali, lo studio che rivela nuovi bersagli per la terapia Covid-19 - La scoperta dei ricercatori del Laboratorio di Patogenesi delle Infezioni Virali dell’Università di Torino

Scoperto un nuovo possibile meccanismo per interferire con i coronavirus umani. È il risultato di uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Antiviral Research. Coordinati dal Professor Marco De Andrea, CEO anche dello spin-off NoToVir, la Dr.ssa Selina Pasquero e gli altri ricercatori del laboratorio di Patogenesi delle Infezioni ViraliDipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell’Università di Torino, hanno scoperto un nuovo meccanismo associato alla replicazione di SARS-CoV-2 che apre nuove possibilità allo sviluppo di farmaci antivirali. 

 

L’infezione virale

 

Una delle strategie escogitate dai virus per favorirne la replicazione nelle cellule consiste nel modificare le proteine cellulari dell'ospite, alterando così la loro localizzazione e la loro attività funzionale. Una di queste modifiche, nota per essere associata a malattie di tipo degenerativo, è la citrullinazione. Il processo di citrullinazione è stato descritto, e oggi utilizzato anche a scopo diagnostico, in diverse condizioni infiammatorie, come l'artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, il morbo di Alzheimer, la sclerosi multipla, l’aterosclerosi e in diverse forme di cancro. In uno studio pubblicato lo scorso anno, il gruppo del Prof. De Andrea aveva per la prima volta correlato la citrullinazione con le infezioni di virus erpetici a DNA.

 

La scoperta

 

In questo caso, in collaborazione con il gruppo della Prof.ssa Delbue (Università degli Studi di Milano La Statale), i ricercatori hanno esteso queste osservazioni anche ai betacoronavirus umani, incluso SARS-CoV-2 (virus a RNA), dimostrando non solo che il virus può indurre le proteine coinvolte nel processo di citrullinazione (le cosiddette PAD o peptidil-arginina deiminasi), ma anche che farmaci inibitori delle PAD hanno elevata attività antivirale in vitro essendo potenzialmente in grado di limitare la disseminazione del virus.

 

Nuove terapie

 

Grazie allo strumento dei progetti Proof of Concept (PoC) dell’Università degli Studi di Torino (bando TOINPROVE/2020) i ricercatori sono attualmente impegnati nel confermare questa attività antivirale in vivo. Sebbene queste molecole siano già impiegate in trials clinici per altre patologie, è comunque necessario valutare la loro efficacia antivirale in modelli animali adeguati prima di valutarne la validità nell’uomo. Infatti alcune delle problematiche legate all’utilizzo dei farmaci antivirali sono rappresentate dalla tossicità delle molecole utilizzate e dalla loro capacità di indurre “resistenza” (i farmaci possono diventare inefficaci col tempo). Lo studio in oggetto conferma come anche delle molecole che non colpiscono direttamente i virus (i cosiddetti host-targeting antivirals o HTA) possono essere utili per bloccarne la replicazione, aprendo prospettive concrete per una nuova terapia di COVID-19.

 

«I risultati ottenuti – ha spiegato il Prof. Marco De Andrea – sono molto incoraggianti, e confermano le nostre precedenti osservazioni su un aspetto della replicazione dei virus finora sconosciuto. Considerata la realtà attuale, questi risultati aprono alla concreta possibilità di nuovi interventi terapeutici nei confronti della infezione da SARS-CoV-2 ma anche di altre infezioni respiratorie da parte di virus a RNA. Attualmente la nostra attività di ricerca è mirata a chiarire proprio questi aspetti, con lo scopo finale di individuare nuove opzioni terapeutiche per pazienti affetti da diverse malattie».

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 29 Marzo, 2022

Arriva a Torino la Quantum Night, l'evento dedicato alle tecnologie quantistiche

Lunedì 28 marzoalle 20 presso la casa di produzione audio-video torinese RKH Studio (via Carlo Allioni 3, Torino) si terrà la Quantum Night, l’evento dedicato al mondo della meccanica quantistica e alle sue applicazioni. La serata è organizzata dall’Università di Torino e dall’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, in collaborazione con RKH, nell’ambito delle Italian Quantum Weeks (26 marzo - 31 maggio 2022), la rassegna promossa da scienziati, divulgatori ed educatori con lo scopo di far conoscere meglio il mondo dei quanti e le opportunità che la rivoluzione quantistica sta per portare.

 

Durante la serata, dalle ore 21 alle ore 22, si terrà la puntata di Ovo Sodo podcast, prodotto da RKH, dedicata alle tecnologie quantistiche. I due presentatori, Jack e Lo Smilzo, accompagnati da Jordi Manuello, post-doc in neuroscienze dell’Università di Torino e consulente tecnico-scientifico di Uovo Sodo, dialogheranno con due esperti del settore: Paolo Olivero, docente del Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino e Ivano Ruo Berchera, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, i quali condivideranno le loro esperienze di ricerca in questo campo.

 

La puntata del podcast sarà fruibile in presenza, per tutti coloro che parteciperanno fisicamente all’evento e, in contemporanea, sarà trasmessa in streaming sulla piattaforma Twitch, sul canale JackeLoSmilzo. L’ingresso all’evento sarà libero e gratuito, con prenotazione obbligatoria da effettuare tramite modulo google, i posti saranno a disponibilità limitata.

 

La meccanica quantistica, l’insieme delle leggi che regolano il mondo degli atomi e delle particelle elementari, ha sconvolto il nostro modo di concepire la realtà con le sue affascinanti bizzarrie. Le tecnologie quantistiche, basate sull’uso della meccanica quantistica nelle applicazioni della vita quotidiana, stanno portando una nuova rivoluzione tecnologica che dobbiamo imparare a comprendere e gestire.

 

Contatti:

UniTo

paolo.olivero@unito.it

INRiM

i.ruoberchera@inrim.it

RKH Studio

giovannilanzetti@rkhstudio.com 340 2381127

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 25 Marzo, 2022

“Working in the Digital Age", la due giorni per riflettere sulle trasformazioni del mondo del lavoro nell'era digitale - Giovedì 24 e venerdì 25 marzo, Sala Lauree Blu del Campus Luigi Einaudi

Si terrà giovedì 24 marzo (dalle 15 alle 19) e venerdì 25 marzo (dalle 9.30 alle 18.30), nella Sala Lauree Blu del Campus Luigi Einaudi, la conferenza internazionale Working in the digital ageorganizzata dal Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione e dal Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino.

 

La conferenza, che potrà essere seguita in diretta streaming su media.unito.it, è dedicata a chiunque voglia riflettere sulle trasformazioni del mondo del lavoro innescate dal digitale. L’evento sarà in lingua inglese, ad eccezione della tavola rotonda finale che sarà in italiano, ed è inserito all’interno del progetto di ricerca “Scienza Nuova. Digital Capital”, diretto dal Prof. Maurizio Ferraris e sostenuto dalla Fondazione CRT. Il progetto è parte delle attività del LabOnt, Centro Interdipartimentale di Ontologia e di Scienza Nuova, di Università e Politecnico di Torino.

 

Durante la due giorni si analizzerà come il digitale stia cambiando la natura del lavoro e della sua sostenibilità in Europa e in Africa. Il tema è di estrema attualità, anche alla luce dell’accelerazione digitale imposta dalla pandemia. L’evento è interdisciplinare – si spazia dalla filosofia all’antropologia culturale fino ad arrivare alla storia dell’arte – nella convinzione che discipline umanistiche e scienze sociali rivestano un ruolo fondamentale per capire e governare le trasformazioni tecnologiche in atto.

 

La conferenza si aprirà con la sessione Perspectives from Europe. Con gli strumenti della filosofia, gli/le speaker (Jim Gabaret, Université Paris 1 - Panthéon-Sorbonne, Maurizio Ferraris, Università di Torino, Céline Marty, Université de Franche-Comté, Denise Celentano, Radboud University) discuteranno questioni chiave, come per esempio: quali attività digitali possono essere concettualizzate come lavoro e quindi richiedere una retribuzione? È possibile ricevere un salario per la navigazione online, dal momento che gli utenti producono dati venduti dalle web company? Il capitalismo è diventato immateriale o le dimensioni materiali del digitale sono centrali, come la crisi ecologica ci ricorda con insistenza?

 

La mattina del secondo giorno la sessione Perspectives from Africa amplierà la discussione da un punto divista geografico e disciplinare. Con un approccio più improntato alle scienze sociali, ci si interrogherà sulle intersezioni fra digitale e lavoro in Africa, dove le nuove tecnologie si stanno velocemente diffondendo, senza necessariamente seguire le stesse traiettorie che in Europa. Gli/le speaker (Stefano Merante, ITCILO, Nicholas Mugabi, Makerere University, Basile Ndjio, Université de Douala, Lucrezia Cippitelli, Accademia di Brera) illustreranno l’emergere di nuovi skillset fra i giovani, la nascita di nuovi lavori e la riconfigurazione di quelli tradizionali in diversi paesi del continente.

 

A chiusura della conferenza, la tavola rotonda Che fare? Ripensare il lavoro nell’età del digitale trasferirà l’indagine teorica sul piano applicativo, guardando alle specificità della realtà locale, italiana e piemontese. I/le partecipanti non sono quindi solo accademicə ma lavorano in onlus, start-up, sindacati, aziende e fondazioni. A partire dal loro particolare ambito, rifletteranno su opportunità e criticità delle trasformazioni in atto, al fine di immaginare possibili nuove direzioni da perseguire per il futuro.

 

Le pagine web della conferenza sono:

Conferenza https://labont.it/events/working-in-the-digital-age/

Tavola rotonda https://labont.it/events/che-fare-ripensare-il-lavoro-nelleta-digitale/

Contatti: Giovanna Santanera – tel: 3487938001 – email: giovanna.santanera@unito.it

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 23 Marzo, 2022

Dal Rettorato a Biotech, tutte le sedi di UniTo aperte per le giornate del FAI - Venerdì, nell'Aula Magna della Cavallerizza Reale, anche una lezione concerto del gruppo cameristico barocco l’Astrée

In occasione delle Giornate FAI di Primavera, che si terranno sabato 26 e domenica 27 marzo 2022, l’Università di Torino apre le porte e mette in mostra quattro delle sue sedi più rilevanti. In particolare verranno valorizzati alcuni spazi dell’Ateneo normalmente non accessibili alla cittadinanza, che avrà la possibilità di scoprirli grazie a visite guidate appositamente pensate per l’occasione. Inoltre, nell’ambito del progetto UniVerso - Un osservatorio permanente sulla contemporaneitàvenerdì 25 marzo 2022 alle ore 21, nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale, si terrà una lezione concerto del gruppo cameristico barocco l’Astrée dedicata alla scuola violinistica piemontese del Settecento.

 

Sedi Università di Torino

 

Il Palazzo del Rettorato, situato nel centro storico della città (via Verdi 8/ via Po 17) è stato progettato nel 1712 da Michelangelo Garove, uno dei più affermati architetti torinesi del Seicento. Oggi ospita i vertici istituzionali e gli organi politici e amministrativi dell'Ateneo. Al suo interno, il pubblico potrà visitare, oltre al cortile e al loggiato, anche tre spazi solitamente chiusi al pubblico: l’archivio storico, la biblioteca storica ‘Arturo Graf’ e il salone del Rettorato, dove sarà possibile ammirare il dipinto di Battistello Caracciolo, Qui vult venire post me, noto anche come Cristo portacroce, considerato tra i pezzi caravaggeschi più rilevanti conservati nel Nord Italia. Orari: sabato e domenica, 10:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30). 

 

Altro luogo simbolo dell’Ateneo è la chiesa ed ex convento di Santa Croce (via Accademia Albertina 13), oggi sede del Dipartimento di scienze della vita e biologia dei sistemi. ll complesso di Santa Croce occupa i due terzi dell’isolato delimitato da Piazza Carlina e dalle vie Accademia Albertina, Giolitti, San Massimo e Santa Croce. La parte più antica del convento, risalente al Seicento, è quella rivolta verso via Accademia, mentre la manica su via San Massimo è frutto dell’ampliamento avvenuto nell’Ottocento, quando il Complesso era ormai adibito ad Ospedale Militare di Torino. Durante la visita saranno svelati ambienti straordinari e sconosciuti come l’ampio scalone a rampe aperte, l’appartamento della Badessadieci celle delle monache e il refettorio con pregevoli decorazioni pittoriche. Orari: sabato e domenica, 10:00 - 18:00.

 

Ci spostiamo poi alla Scuola di management ed economia, nella splendida sede dell'ex Regio istituto di riposo per la vecchiaia (corso Unione Sovietica 220). L’Ospizio di Carità venne destinato, fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1627 per volontà di Carlo Emanuele I, ad accogliere i mendicanti. La costruzione dell’immenso Ospizio di Carità (25.000 mq), in un’area allora in aperta campagna lungo il viale di Stupinigi, rappresenta il maggiore intervento edilizio della Torino ottocentesca. La visita farà conoscere uno dei palazzi storici di Torino noto anche come “Poveri Vecchi”, dove si potrà ammirare la caratteristica forma a pettine e la peculiare struttura degli edifici. Orari: sabato e domenica, 10:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30).

 

Infine, viene aperta al pubblico anche l'ex Regia scuola di Veterinaria, oggi sede del Dipartimento di Biotecnologie (via Nizza 52). Il complesso, situato accanto alla chiesa del Sacro Cuore, si può notare per la sua struttura in cemento con un'ampia vetrata, dietro la quale si sviluppa un cortile interno. L'attuale complesso, che può accogliere circa 800 studenti e 200 tra docenti e personale di supporto, si articola su quattro funzioni distinte: didattica, ricerca, amministrazione e servizi. Un progetto, quello dell'architetto Luciano Pia, che nel 2006 si è aggiudicato il "Premio Architetture Rivelate". La visita consentirà dunque di scoprire una tra le opere più riuscite negli ultimi anni a Torino per la sua alta qualità architettonica. Orari: sabato e domenica, 10:00 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30).

 

Lezione concerto

 

Venerdì 25 marzo 2022 alle ore 21, nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale, si terrà una lezione concerto del gruppo cameristico barocco l’Astrée dedicata alla scuola violinistica piemontese del Settecento con l’esecuzione di brani dei fratelli Giovanni Battista e Giovanni Lorenzo Somis, di Giovanni Battista Canavasso, di Gaetano Pugnani e di Arcangelo Corelli. L’ensemble l’Astrée è composto da Francesco D’Orazio al violino, Daniele Bovo al violoncello e Giorgio Tabacco al clavicembalo; il concerto è introdotto da Annarita Colturato, docente di Bibliografia Musicale all’Università di Torino.

 

L’Astrée, gruppo cameristico barocco, nasce a Torino nel 1991 per iniziativa di Giorgio Tabacco sotto l’egida dell’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, traendo il proprio nome da una composizione di François Couperin Le Grand che sul finire del Seicento così chiamò una delle sue Sonades en Trio. L’attività dell’ensemble si rivolge con particolare attenzione al ricco patrimonio musicale piemontese, conservato presso le biblioteche della Regione e ancora in gran parte inedito, affrontandolo secondo criteri storici e con l'utilizzo di strumenti originali. Il gruppo svolge un'intensa attività concertistica nazionale e internazionale e ha all’attivo un elevato numero di incisioni con case discografiche italiane (Symphonia), francesi (Opus111, Aparté) e tedesche (C.P.O.).

 

PROGRAMMA

 

Giovanni Battista Somis

Sonata in sol maggiore op.2 n.5 per violino e basso continuo

Largo – Allegro ma poco - Allegro

 

Giovanni Lorenzo Somis

Sonata in sol maggiore op.2 n.6 per violino e basso continuo

Allegro – Adagio – Allegro

 

Giovanni Battista Canavasso

Sonata op.3 n.2 per violoncello e basso continuo

Allegretto – Andante – Tempo di Minuetto, Aria I e II

 

Gaetano Pugnani

Sonata in sol minore op.3 n.4 per violino e basso continuo

Andante espressivo – Grave – Allegro Brillante

 

Arcangelo Corelli

Sonata in re minore  op.5 n.12 La Follia

Per violino e basso continuo

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 23 Marzo, 2022

Efficacia del supporto respiratorio extracorporeo nelle terapie intensive: il confronto tra pazienti Covid e quelli affetti da influenza A H1N1

Sono stati appena pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Critical Care i risultati di uno studio multicentrico nazionale, che ha confrontato la sopravvivenza dei pazienti trattati con supporto respiratorio extracorporeo (ECMO) per insufficienza respiratoria causata da polmonite COVID-19 con quella osservata in un precedente gruppo di pazienti sottoposto ad analogo supporto a causa di Influenza A H1N1.

 

Lo studio, che è stato coordinato dal professor Vito Fanelli, afferente al gruppo di ricerca della Terapia Intensiva universitaria dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, diretta dal professor Luca Brazzi, ha visto la partecipazione di sette terapie intensive italiane ed ha portato all’arruolamento di oltre 300 pazienti caratterizzati da una compromissione della funzione respiratoria tanto grave da rendere necessario il ricorso alla tecnica ECMO per garantire livelli di ossigenazione necessari alla sopravvivenza. Questo perché purtroppo le attuali terapie non sono sufficienti in alcuni pazienti a supportare la funzione respiratoria, a causa del grave danno polmonare indotto dai virus.

 

I ricercatori si sono concentrati sul capire se esistesse un diverso rischio di morte dei malati con polmonite da COVID o da Influenza A H1N1 e se questo fosse dovuto ad una diversa azione lesiva dei due virus sul polmone o se invece intervenissero altri fattori, legati alla storia clinica dei pazienti.

 

È stato osservato che la mortalità dei pazienti in cui l’insufficienza respiratoria è causata da COVID-19 è maggiore del 20% rispetto a quella osservata nel gruppo di pazienti in cui l’insufficienza respiratoria è stata indotta da influenza A H1N1 (mortalità a 60 giorni COVID-19 46% vs H1N1 27%). Tra le ragioni alla base di tale differenza ci sono l’età più avanzata ed il maggior numero di giorni trascorsi in ospedale prima dell’inizio dell’ECMO, osservata nel gruppo di pazienti affetti da polmonite COVID-19.

 

L’importanza di questi risultati, relativi alla prima ondata della pandemia COVID-19, ha permesso ai medici di capire quale sia la tempistica più corretta nell’offrire la terapia di supporto extracorporeo ECMO e quali siano i malati che possano più beneficiarne. Infatti il rischio di morte si riduce per pazienti di età inferiore ai 65-70 anni e con degenza in terapia intensiva prima dell’inizio dell’ECMO inferiore a 7-10 giorni.

 

La ricerca ha permesso di confermare non solo l’importanza di un team interdisciplinare di centri ad alta specializzazione, costituito da anestesisti rianimatori, cardiochirurghi, perfusionisti, infermieri e volontari del soccorso per garantire l’applicazione di una tecnica che si dimostra sempre più efficace nel trattamento dei quadri più severi di insufficienza respiratoria, ma anche, e soprattutto, l’importanza di una identificazione precoce dei pazienti, che potrebbero beneficiare di tale tecnica di supporto al fine di limitare i danni che il prolungato ricorso a tecniche di ventilazione meccanica artificiale possano indurre.

 

Un’ennesima dimostrazione di quanto la ricerca clinica svolta negli ospedali universitari pubblici sia efficace nel produrre evidenze con importanti ricadute in termini di avanzamento tecnologico dei trattamenti e contenimento dei costi in ambito sanitario.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 17 Marzo, 2022
Risultati della ricerca: 1503