Human Technopole e Università di Torino siglano un accordo di collaborazione

Human Technopole e Università di Torino siglano un importante accordo di collaborazione che segna l’inizio di future sinergie in ambito scientifico e formativo tra i due istituti. I contenuti dell’accordo e le rispettive aree di ricerca presentati oggi durante un evento digitale aperto a studenti e ricercatori.

 

 

Torino, 3 marzo 2021 – Progetti di ricerca congiunti, accesso alle rispettive strumentazioni di avanguardia e scambio di ricercatori: sono alcuni dei punti contenuti nel Memorandum of Understanding che l’istituto di ricerca per le scienze della vita Human Technopole sigla con l’Università di Torino. Firmano l'accordo il direttore di Human Technopole Iain Mattaj e il rettore dell'Università di Torino Stefano Geuna.

I due istituti suggellano oggi questo accordo con un evento digitale dal titolo HT and UniTO - Building a long-term scientific collaboration, in streaming sul sito dell’Ateneo a partire dalle ore 10, al link: https://bit.ly/307Csyw

 

Il rapporto di collaborazione, che legherà i due istituti nel lungo periodo, si tradurrà in numerose tipologie di attività congiunte, tra cui lo scambio di personale di ricerca a tutti i livelli; l'accesso del personale di ricerca ai rispettivi laboratori e strutture scientifiche; lo sviluppo di progetti collaborativi in ambiti di reciproco interesse, comprensivi anche dello sviluppo di proposte di finanziamento di tale ricerca; l'impegno in attività di formazione congiunta e programmi di reciproco interesse; lo sviluppo e l'organizzazione di seminari, simposi o workshop congiunti e altri eventi scientifici.

 

Tutte le attività saranno svolte attraverso specifici accordi esecutivi (executive agreements) nei quali saranno illustrate nel dettaglio le caratteristiche delle attività (descrizione, durata, referenti per entrambi gli istituti, personale coinvolto, impegni finanziari e termini d’utilizzo della strumentazione).  

 

Questo importante accordo segna una tappa significativa nella roadmap di Human Technopole, che sin dalle origini ha fatto della collaborazione e dell’apertura agli atenei una delle sue cifre significative. Tra le più rilevanti e recenti, quella con l’Università degli studi di Napoli Federico II, siglata a luglio dell’anno scorso, e la partnership con l’Università statale di Milano avviata nel 2019.

 

Il direttore della Fondazione Human Technopole Iain Mattaj commenta: La creazione di collaborazioni ed alleanze all'interno del sistema della ricerca italiana è fondamentale per creare quella massa critica che permette di raggiungere i risultati più importanti. Poter contare su maggiori investimenti in ricerca, come ha promesso nel suo recente discorso al Senato il presidente del Consiglio Mario Draghi, è molto importante e va sostenuto mettendo a fattor comune le strumentazioni avanzate di cui dispongono i singoli istituti e permettendo la libera circolazione di idee e ricercatori. Il confronto e la collaborazione tra scienziati con esperienze e competenze diverse ma complementari sono due elementi che caratterizzano da sempre l'identità di Human Technopole".

 

Il rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna dichiara: “Annunciamo oggi con grande soddisfazione la firma di questo accordo di collaborazione con Human Technopole, che nasce come una sinergia di prospettiva e che sarà in grado di offrire numerose e qualificate opportunità per la ricerca e lo studio. Questa intesa arriva in un momento cruciale per la ricerca in campo medico e del benessere delle persone. Mai come ora, infatti, l’innovazione e la ricerca di frontiera rappresentano non solo l’occasione per il superamento di una grave crisi sanitaria e sociale, ma anche il momento più opportuno per investire in conoscenza avanzata. Fare network con i principali attori impegnati in questa direzione è fondamentale e consolida una radicata vocazione in questo senso della nostra Università. Quello che insieme sapremo generare è un valore aggiunto importante, anche perché si stabilisce su un asse strategico che rafforza tutto il territorio, quello tra Torino e Milano”.

 

Human Technopole

Human Technopole è il nuovo istituto di ricerca per le scienze della vita, situato nel cuore di MIND (Milano Innovation District). Il campus avrà 35.000 di laboratori interdisciplinari, includendo tre edifici esistenti, tra cui Palazzo Italia, e uno di nuova costruzione. La missione di Human Technopole è di migliorare la salute e il benessere delle persone. Human Technopole svolge ricerca di frontiera nelle scienze della vita mirata a sviluppare nuovi approcci di medicina personalizzata e preventiva, crea e gestisce servizi e strutture scientifiche da mettere a disposizione della comunità scientifica nazionale, offre opportunità di formazione per la prossima generazione di scienziati, promuove innovazione e progresso attraverso il trasferimento tecnologico. A pieno regime vi lavoreranno oltre 1.000 scienziati provenienti da tutto il mondo. 

Relazioni con i media Human Technopole
Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 3 Marzo, 2021

Jus the Woman I am 2021 - Ricerca, cultura e prevenzione

A meno di una settimana dalla Virtual Edition Just the Woman I Am 2021, oggi lunedì 1° marzo è stato presentato alla stampa il programma degli eventi scientifici e culturali a corollario della manifestazione organizzata dal Centro Universitario Sportivo torinese in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e il Politecnico di Torino.

Moderati dalla giornalista Tatiana Zarik, sono intervenuti Alberto Rainoldi, Vice-Rettore per il Welfare, la sostenibilità e lo sport Università di Torino, Eugenio Brusa, Direttore della Scuola di Dottorato del Politecnico di Torino, Daniela Erriquez, Ambassador Just the Woman I Am, Alessandro Perissinotto, Delegato del Rettore per la Comunicazione Università di Torino, Riccardo D’Elicio, Presidente Centro Universitario Sportivo torinese e Enzo Resciniti, Presidente Federazione Italiana Danza Sportiva.

La manifestazione a sostegno della ricerca scientifica universitaria, giunta quest’anno all’ottava edizione, prevede l’organizzazione di eventi aperti alla cittadinanza di natura scientifica e culturale legati al benessere, all’inclusione e alla prevenzione.

 

Si parte sabato 6 marzo con l’allestimento di una piazza virtuale aperta al pubblico dedicata alla prevenzione. Per tutto il corso della giornata collegandosi al sito www.torinodonna.it/6-marzo/) ricercatori di Università e Politecnico, ma anche rappresentanti di associazioni come Walce Onlus, Lions, Lilt, l'Istituto di Candiolo IRCCS, affronteranno temi legati alla prevenzione, agli stili di vita e alla cura. Si parlerà di dieta meditteranea, biomateriali per la salute, prevenzione dei tumori e attività fisica a servizio della salute. Il webinar si chiuderà con due interventi legati all’importanza del movimento e dell’attività fisica con il Centro Universitario Sportivo torinese e la mental coach Rosy Falcone.

Come ormai da tradizione, sempre sabato 6 marzo, la Mole Antonelliana si vestirà di rosa, grazie alla collaborazione tra Gruppo IREN, Città di Torino, Sistema Universitario e Centro Universitario Sportivo torinese.

 

Lunedì 8 marzo sarà la volta di Ritratti di signora, lo spettacolo scritto e diretto da Alessandro Perissinottocon la regia video di Monica Cavaliere, messo in scena nell’aula magna del Politecnico di Torino e trasmesso in streaming alle ore 18 sui canali dell’evento.

“Ritratti di signora” racconta al grande pubblico storie di donne che raramente hanno occupato le prime pagine o spazio nell’immaginario collettivo, ma che, al tempo stesso, hanno dato alla scienza e alla cultura un contributo determinante. Donne che hanno aperto nuovi orizzonti per la fisica o per la medicina, donne che, cent’anni fa, hanno costruito ferrovie, donne che hanno progettato navi e donne che salvano le colture dell’Africa dalle malattie.

Sul palco Elisa Macario Ban Giulia Sonetti, aiutate da un robot impertinente, si faranno portatrici di tutte queste storie, accompagnate al pianoforte da Giorgia Delorenzi.

 

Dal 9 all'11 marzo, si svolgerà online il terzo convegno scientifico organizzato dal sistema universitario con i fondi raccolti nelle passate edizioni della manifestazione, dal titolo “Nanoscience in Cancer Immunotherapy”. Il workshop tratterà degli aspetti più urgenti della ricerca sui meccanismi che il cancro utilizza per sfuggire al sistema immune, delle possibilità che le scienze dei materiali possano permettere nuovi modelli mimando in vitro con le tecniche di bioprinting l'organizzazione 3D di un tumore , o che permettano- grazie a nano-carriers intelligenti,   nuove possibilità di somministrazione guidata e temporalmente meglio scandita degli immunofarmaci.

 

L’evento, nella tradizione della giornata dedicata alla donna, affronta un tema sociale tutt'altro che in via di soluzione: il Ruolo della Donna nella Scienza con una speaker che, oltre a essere scienziata affermata nell'ambito della medicina rigenerativa e della biologia delle cellule staminali, è stata una pioniera in questa battaglia ed è attualmente un leader di spicco in questo settore: la Professoressa Fiona Watt.

Testimonial d’eccezione Daniela Erriquez, ex giocatrice di basket che si è trovata ad affrontare un tumore al seno molto aggressivo. Nel suo percorso di cura Daniela è stata sostenuta dalle sue compagne di squadra che insieme ad altri atleti, il 1 febbraio del 2020, hanno dato vita da uno shooting fotografico/evento all’interno dell’ospedale per testimoniare il valore “squadra” come medicina complementare e fondamentale per il percorso di guarigione.

 

Cuore della manifestazione, si terrà dal 7 al 14 marzo dalle ore 07.00 alle ore 20.00, la “Virtual edition” della tradizionale corsa/camminata. Quest’anno nel rispetto del distanziamento sociale, ogni iscritto, potrà partecipare percorrendo la distanza di 5 km scegliendo in piena sicurezza il percorso e potrà condividere on line la propria esperienza.

Per iscriversi c’è tempo fino al 6 marzo. Collegandosi alla piattaforma Torino Donna, con una donazione di 20 euro si riceverà direttamente a casa la maglietta JOMA per #justthewomanIam, la welcome bag (con un kit esclusivo per i primi 1000 iscritti) e il pettorale LAURETAN. Tutti i partecipanti avranno la possibilità di accedere al programma “Training per Just The Woman I Am” volto a promuovere l’attività fisica e i corretti stili di vita.

 

Per la prima volta Just the woman I am uscirà dai propri confini territoriali e vedrà la partecipazione di runner provenienti dalle Università di tutta Italia, grazie anche al coinvolgimento della RUS- Rete delle università per lo sviluppo Sostenibile, coordinata dal Politecnico di Torino, che si è fatta promotrice della manifestazione presso gli Atenei italiani. Parteciperanno l’Università Ca' Foscari Venezia con il maggior numero di iscrizioni di 109 iscritti, l’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, il Politecnico di Milano, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l’Università degli Studi "G. D'Annunzio" Chieti Pescara, l’Università degli Studi della Basilicata, l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, l’Università degli Studi di Catania, l’Università degli Studi di Ferrara, l’Università degli Studi di Genova, l’Università degli Studi di Macerata, l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, l’Università degli Studi di Padova, l’Università degli Studi di Palermo, l’Università degli Studi di Pavia, l’Università degli Studi di Trento, l’Università degli Studi di Udine, l’Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo", l’Università degli Studi di Verona, l’Università del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro" e l’Università IUAV di Venezia.

 

Numerosi anche i CUS italiani che insieme al CUSI hanno aderito e prenderanno parte da tutta Italia alla manifestazione. Tante le adesioni anche dall’estero grazie all’intervento della FISU, la Federazione Internazionale dello Sport Universitario.

Durante la conferenza stampa è stato stato proiettato lo Spot 2021 di Just the Woman I Am, regia di Ramon Branda, che potrà essere visionato sui canali ufficiali della manifestazione: torinodonna.itfacebook.com/torinodonnainstagram.com/torinodonnatwitter.com/TorinoDonna.         

 

La nuova edizione di Just the woman I am” dichiara il Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna “che quest’anno si svolgerà in modo virtuale con un format innovativo, permetterà una partecipazione ancora più ampia. Insieme alla tradizionale corsa che negli anni ha visto partecipare in piazza una “marea rosa” viene dato ampio spazio ai contenuti scientifici portando al grande pubblico temi legati alla salute e alla prevenzione. I nostri ricercatori coinvolti nella manifestazione testimoniano ancora una volta la necessità di informazione in ambito medico su aspetti importanti della salute delle persone e il bisogno di rendere accessibile a tutti il sapere medico-scientifico accademico, favorendo il confronto diretto tra cittadini, medicina e ricerca. Con il workshop UniTo-PoliTo Cancer Series: Nanoscience in cancer Immunotherapy, si tratteranno invece temi di grande urgenza per la ricerca sul cancro. In particolare la biomedicina sarà messa a confronto con l'ingegneria, la fisica, la matematica e la nella consolidata tradizione che gli avanzamenti più significativi nella diagnosi e nella terapia delle malattie sono sempre frutto di relazioni multidisciplinari fra ricerca, tecnologia e innovazione".

 

“Anche quest’anno, nonostante il momento difficile che stiamo attraversando” aggiunge il Rettore del Politecnico Guido Saracco, “il sistema universitario torinese ha unito le forze per fare in modo che questa importante manifestazione - anche se con modalità nuove - si realizzasse, arricchita di contenuti e significati: se la pandemia ci ha insegnato qualcosa, è certamente l’importanza della ricerca scientifica e soprattutto della collaborazione tra discipline differenti. Collaborazione che si realizza sempre più concretamente in tante iniziative di ricerca congiunte tra il nostro Ateneo e l’Università di Torino proprio sui temi della salute e della prevenzione. Abbiamo bisogno di fare squadra e lo sport può essere un’occasione per sentirci più uniti, anche in questo periodo. Ma “Just the woman I am” è ancora di più: è ormai un momento per condividere con la nostra città, e quest’anno virtualmente con tutta l’Italia, i risultati della nostra ricerca, per lanciare il messaggio di quanto i corretti stili di vita possono influire sul nostro benessere e anche per ricordarci che le questioni della parità di genere e della lotta alla violenza sulle donne sono quanto mai attuali, e il fatto di riuscire a cogliere l’occasione della manifestazione sportiva per far passare questi concetti è davvero un grande risultato della nostra comunità universitaria”.

 

“Just The Woman I Am, anche in questa nuova veste” conclude il Presidente del Cus Riccardo D'Elicio “sta raccogliendo un gran numero di adesioni, i valori legati a questa manifestazione continuano ad essere promossi. Avendo dato la possibilità di vivere in prima persona in modo virtuale questa nuova esperienza stiamo ricevendo adesioni da tutta Italia e dall’estero, grazie anche ai CUS e alla Fisu che ci hanno dato un grande supporto. Abbiamo superato i 10mila iscritti, un ottimo risultato per un progetto che, passatemi il termine, è all’anno zero, ma che sicuramente continuerà a crescere nelle prossime edizioni, che spero di rivedere in piazza. Coloreremo di rosa l’Italia, ma abbiamo aperto una finestra sul mondo. Un ringraziamento va agli Atenei che continuano a credere in noi e in questo meraviglioso evento”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 1 Marzo, 2021

Come si "mantengono in ordine" le cellule? Un modello del distillatore alla base della vita

Nuova luce sui meccanismi di autoorganizzazione delle cellule viventi in uno studio di un gruppo di ricercatori di Politecnico di Torino, Università di Torino, Italian Institute for Genomic Medicine - IIGM, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare - INFN, e Istituto Landau di Fisica Teorica di Mosca

 

Torino, 24 febbraio 2021 – La cellula eucariotica è l’unità di base di tutti gli animali e delle piante. Al microscopio essa appare altamente strutturata e suddivisa in numerosi compartimenti circondati da membrane. Ogni compartimento svolge un ruolo specifico ed è occupato da molecole particolari. In che modo la cellula mantiene questo ordine interno ammirevole, e (se non intervengono patologie) non degrada in un ammasso informe di molecole? Questo accade perché all’interno della cellula le molecole simili vengono continuamente riordinate e smistate verso le corrette destinazioni, un po’ come accade in una casa in cui il disordine viene tenuto a bada riordinando e ripulendo quotidianamente. Resta però misterioso come la cellula possa svolgere questa continua azione di ripristino del proprio ordine interno in assenza di un supervisore.

 

Nel lavoro recentemente pubblicato su Physical Review Letters da una collaborazione internazionale costituita da ricercatori di Politecnico di Torino, Università di Torino, Italian Institute for Genomic Medicine - IIGM, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – INFN, e Istituto Landau di Fisica Teorica di Mosca, si ipotizza che il processo di mantenimento dell’ordine all’interno della cellula emerga dalla combinazione di due meccanismi spontanei. Il primo di questi meccanismi è la tendenza di molecole simili ad aggregare sulle membrane in “gocce”, in maniera simile a quella per cui gocce d’acqua si formano in una nube di vapore che viene raffreddata. Il secondo meccanismo è quello per cui queste “gocce di molecole”, a seguito dell’azione delle molecole che le compongono, inducono l’incurvamento della membrana su cui si trovano e la formazione, e il successivo distacco, di minuscole vescicole arricchite dalle molecole che costituiscono le “gocce”. Le numerose membrane della cellula eucariotica agiscono perciò in maniera simile ai tubi di un distillatore o di un alambicco naturale, nel quale i composti chimici vengono continuamente separati e rediretti nelle giuste destinazioni.

 

Nel lavoro pubblicato, il processo di riordinamento descritto viene studiato matematicamente e simulato al calcolatore, mostrando che la tendenza delle molecole all’aggregazione è il parametro di gran lunga più importante nel controllare l’efficienza del processo. Per ogni gruppo di molecole esiste un valore ottimale del parametro (né troppo grande né troppo piccolo) per il quale il riordinamento avviene alla massima velocità possibile. In effetti, in assenza di aggregazione molecolare viene meno il motore principale dell’ordinamento. D’altra parte se la tendenza all’aggregazione è troppo intensa, le molecole “congelano” in un gran numero di “gocce” che cresce molto lentamente, e il processo di distillazione rallenta. L’osservazione sperimentale di questo processo di distillazione condotta presso l’Università di Torino su cellule estratte dai vasi sanguigni dei cordoni ombelicali umani conferma il quadro teorico e suggerisce che l’evoluzione abbia naturalmente portato le cellule viventi a “lavorare” nella regione di parametri ottimale che garantisce la massima efficienza del processo di riordinamento molecolare.

 

La ricerca è potenzialmente di grande interesse perché il malfunzionamento dei processi di traffico molecolare all’interno delle cellule è associato a numerose gravi patologie, quali per esempio il cancro. L’individuazione teorica dei possibili parametri di controllo del processo è un importante primo passo, necessario a meglio comprendere l’origine del malfunzionamento e a individuare possibilità di cura.

La ricerca ha coinvolto anche le seguenti istituzioni, alle quali alcuni degli autori sono affiliati: Fondazione Collegio Carlo Alberto - Torino, Accademia delle Scienze Russa, National Research University Higher School of Economics (HSE).

 

 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 24 Febbraio, 2021

Giornate dell'orientamento 2021 - Dal 22 al 26 febbraio l'Università di Torino si presenta ai futuri studenti

Da lunedì 22 a venerdì 26 febbraio 2021 si svolgeranno le Giornate dell’Orientamento On line 2021, rivolte agli studenti delle classi IV e V delle scuole secondarie di secondo grado e a tutti coloro che intendono iscriversi all’Università di Torino. Una settimana di incontri in cui i futuri studenti e le future studentesse avranno la possibilità di assistere alla presentazione dei corsi universitari, avere informazioni sulle modalità di accesso, sulla frequenza e sui requisiti di ammissione, oltre a conoscere le prospettive professionali e le opportunità offerte dall’Ateneo.

 

Nella prima giornata verrà presentata la Guida di Orientamento dell’A.A. 2020/2021, con la nuova offerta formativa dell’Università di Torino: 155 corsi di Laurea (suddivisi in 69 corsi di Laurea triennale9 corsi di Laurea a ciclo unico e 77 corsi di Laurea magistrale). I corsi erogati interamente in inglese sono 15: Cellular and Molecular Biology, Molecular Biotechnology, Neurobiotechnological Science, Stochastics and Data Science, Medicine and Surgery, Materials Science, Digital Skills for Sustainable Societal Transitions, Economics, Quantitative Finance and Insurance, European Legal Studies, Business & Management, Business Administration, Economic Analysis and Policy,  Area and Global Studies for International Cooperation e Global Law and transnational Legal Studies. 

 

Gli studenti e le studentesse potranno inoltre conoscere i percorsi internazionali offerti dall’Università di Torino: oltre ai 15 corsi di laurea erogati interamente in lingua inglese6 curricola di corsi erogati in inglese26 corsi di laurea e laurea magistrale che permettono il conseguimento del doppio titolo con Università internazionali, programmi di mobilità per periodi di studio, tirocinio, ricerca tesi in Europa e negli altri continenti, contributi per la mobilità anche in base al reddito familiare.

 

I corsi di studio saranno presentati in diretta streaming su UnitoYou, il canale Youtube dell’Università di Torino. Contemporaneamente sulla piattaforma webex dell’Università sarà possibile porre domande a docenti e studenti per chiarire ogni dubbio sul proprio futuro universitario. Per partecipare agli appuntamenti non sarà necessario registrarsi, i collegamenti per accedere all'evento online saranno disponibili direttamente sul calendario, selezionando e cliccando gli appuntamenti di interesse.

 

Fare la scelta giusta, quando si decide di iscriversi all’Università - dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino - è un primo passo importante verso la realizzazione dei propri sogni per il futuro. UniTo porta avanti con entusiasmo questa responsabilità e investe ogni energia disponibile nelle attività di Orientamento: ancor più in questa fase caratterizzata dalla distanza interpersonale, anche grazie a soluzioni innovative di incontro e di presentazione online dell’offerta formativa. Le Giornate dell’Orientamento sono rivolte ad un pubblico ampio ed eterogeneo, alle prese con interrogativi impegnativi sulle proprie inclinazioni e aspettative. Tutto questo in un contesto di crescita complessiva del nostro Ateneo, che ha visto aumentare le immatricolazioni e le iscrizioni nonostante la pandemia. Questa è la dimostrazione, ancora una volta, della qualità dei nostri percorsi di formazione e di una riconosciuta capacità di collegamento con il mondo del lavoro. Accogliamo così, ancora purtroppo solo online, le nostre future studentesse e i nostri futuri studenti, in attesa però di poter finalmente tornare ad opportunità di incontro in presenza con il mondo dell’università. Questa iniziativa è la prima porta di accesso ad un ricco campionario di occasioni per supportare le nostre migliori risorse in una scelta convinta e consapevole”.

 

Anche quest’anno l’immatricolazione a tutti i corsi ad accesso libero (di primo livello e a ciclo unico) è subordinata al sostenimento obbligatorio del TARM (Test di Accertamento Requisiti Minimi), che per l’anno accademico 2021/2022 sarà erogato attraverso il TOLC (Test On Line di CISIA). 

 

Continua l’azione di Start@UniTO, il progetto dell’Università di Torino che offre agli studenti e alle studentesse delle scuole secondarie di secondo grado l’opportunità di sperimentare la didattica universitaria. Alla pagina start.unito.it una gamma di insegnamenti on line, gratuiti e aperti a tutti, che possono essere seguiti liberamente da chiunque, anche prima dell’iscrizione all’università. L’offerta formativa comprende numerose discipline di base previste nei piani di studio universitari, alcuni corsi di lingue straniere e una serie di insegnamenti interamente erogati in lingua inglese. Al termine delle lezioni on line, dopo aver superato un test finale, verrà rilasciata una certificazione di frequenza, che permetterà agli studenti e alle studentesse che si immatricolano presso UniTo nell’anno accademico 2021/22 di sostenere subito il relativo esame e acquisire così i relativi Crediti Formativi Universitari in anticipo rispetto al percorso standard.

 

Sulla piattaforma Orient@mente gli studenti e le studentesse potranno inoltre trovare attività orientative e un’area in cui prepararsi gratuitamente, attraverso test con valutazione automatica, ai testi di ammissione e al TARM.

Le future matricole potranno approfondire la conoscenza dell’Ateneo con Oriento#UniTO, l’applicazione ideata per aiutare nella scelta di uno dei corsi di studio dell’Università di Torino. L’App, disponibile per IOS Android, è un facile e prezioso strumento per scegliere il corso di Laurea in base alle proprie attitudini di studio e prospettive professionali desiderate. Funziona profilando l’utente in base a semplici domande su preferenze e aspirazioni e restituisce un elenco di corsi di Laurea fra i più compatibili con le risposte date.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 19 Febbraio, 2021

Nota del Rettore Stefano Geuna sul Regolamento degli esami di profitto in modalità telematica

Nella seduta del 16 febbraio 2021 il Senato Accademico dell’Università degli Studi di Torino ha approvato a maggioranza con emendamenti il regolamento che disciplina lo svolgimento delle diverse modalità d’esame di profitto in forma telematica. Il testo è stato redatto a tutela degli studenti e delle studentesse, così come dei docenti e delle docenti e dovrà essere valutato dal Consiglio di Amministrazione.

 

È premessa condivisa dell’Ateneo che gli esami scritti e orali in modalità telematica debbano tendenzialmente essere considerati una forma temporanea di verifica dell’apprendimento. In tutti i casi in cui la situazione epidemiologica lo permetta, sono quindi da privilegiare gli esami in presenza.

 

In base al Regolamento, l’Ateneo rende disponibile in fase sperimentale ai docenti che ne facciano richiesta, un sistema di proctoring (già in uso nella maggioranza degli Atenei italiani). ProctorExam, il software adottato, consente di operare il monitoraggio audio/video mediante webcam, condividere lo schermo e registrare audio/video l’intera sessione d’esame. Non sono previsti sistemi di identificazione biometrici né algoritmi di intelligenza artificiale volti a rilevare automaticamente comportamenti non eticamente corretti, messi in atto dagli studenti durante lo svolgimento della prova.

 

Le registrazioni, conservate su data center dislocati all’interno del territorio della Comunità Europea e quindi GDPR compliant, vengono mantenute fino a 48 ore dopo la verbalizzazione dei voti unicamente per la verifica di eventuali anomalie riscontrate e in caso di contestazioni.

 

Il ricorso al sistema di proctoring non è in alcun modo obbligatorio. Al contrario, rappresenta solo una delle diverse modalità di esame riconosciute come legittime dall’Ateneo, una modalità che potrà essere utile in precisi contesti, limitati soprattutto alle situazioni in cui vi sono state criticità evidenti che non possono essere ignorate. Non si può infatti dimenticare che la verifica dell’apprendimento è parte fondamentale del lavoro di formatori e che assicurare le condizioni più idonee di tale verifica costituisce un dovere, oltre che una componente ineludibile della qualità dell’insegnamento. Il patto di fiducia con gli studenti resta il caposaldo su cui l’Ateneo ha affrontato e continuerà ad affrontare la didattica in questo tempo di pandemia.

 

L’Ateneo si impegna a monitorare l’applicazione del regolamento e a sottoporlo alle opportune revisioni che si rendano eventualmente necessarie, coinvolgendo nell’analisi i docenti e i rappresentanti degli studenti al fine di proporre azioni migliorative in modo partecipato. Il Regolamento è volto ad assicurare la regolarità, la qualità e la massima equità possibile degli esami di profitto, ovvero a far sì che vi siano condizioni simili di esame per gli studenti a distanza e per quelli in presenza.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 18 Febbraio, 2021

Nuove strategie contro obesità e diabete, ricerca di UniTo dimostra che il grasso dialoga con le cellule del pancreas

I risultati dello studio internazionale, pubblicato sulla prestigiosa rivista JCI Insight, suggeriscono come il grasso adiposo, ormai considerato un vero e proprio organo metabolico, abbia un ruolo determinante nella regolazione della funzione di altri organi

 

L’obesità è uno dei problemi più rilevanti della società moderna ed è ormai nota l’associazione di questa condizione con patologie come il cancro, le malattie cardiovascolari e il diabete. Uno studio recente, coordinato dalla Prof.ssa Riccarda Granata, della Divisione di Endocrinologia e Metabolismo diretta dal Prof. Ezio Ghigo, del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino, ha dimostrato che esiste un “dialogo” tra gli adipociti, le principali cellule del grasso addominale, e le cellule beta del pancreas, deputate alla secrezione dell’insulina e regolatrici essenziali del nostro metabolismo, la cui disfunzione rappresenta la principale causa di diabete.

 

I risultati del lavoro, pubblicato sulla prestigiosa rivista JCI Insight e prodotti dal Dr. Iacopo Gesmundo, ricercatore di Endocrinologia e primo autore del lavoro, dimostrano che le vescicole extracellulari rilasciate dagli adipociti possono influenzare, in modelli sperimentali in vitro, la vitalità e la funzione delle cellule beta pancreatiche. In particolare, le vescicole che derivano dal grasso “buono” di individui normopeso e con poca infiammazione hanno effetti positivi e protettivi, mentre quelle rilasciate dal grasso “cattivo” di individui obesi, con molta infiammazione, influenzano negativamente la funzione e la sopravvivenza delle cellule beta del pancreas. In altre parole, l’essere magri crea messaggi positivi, mentre l’essere sovrappeso genera messaggi negativi. 

 

I nostri organi e tessuti comunicano, infatti, tra loro inviando diversi messaggi, positivi o negativi, a seconda del loro stato fisiologico o patologico. Questi messaggi, a loro volta, causano delle risposte nelle cellule riceventi, che reagiscono modificando la loro funzione, attività o sopravvivenza. Tutto questo crea un circuito, virtuoso quando gli organi sono funzionalmente sani o vizioso, se esistono delle disfunzioni.

 

Negli ultimi anni l’attenzione di molti ricercatori è stata focalizzata sullo studio delle vescicole extracellulari, in quanto veri e propri trasportatori dell’informazione tra cellula e cellula. Tutte le cellule, infatti, sono in grado di rilasciare piccole vescicole, contenenti al loro interno materiale genetico, proteine e altre sostanze funzionalmente attive. Le vescicole possono essere trasportate attraverso il sangue, per raggiungere i distretti più lontani dell’organismo, o agire direttamente nelle cellule vicine.

 

risultati della ricerca coordinata da UniTo suggeriscono come il grasso adiposo, ormai considerato un vero e proprio organo metabolico, abbia un ruolo determinante nella regolazione della funzione di altri organi e rafforzano l’importanza di identificare nuove strategie terapeutiche per ridurre l’obesità e le patologie a essa associate come il diabete.

Lo studio, ha visto anche la collaborazione di altri gruppi di ricerca dell’Università di Torino, nonché del Diabetes Research Institute di Milano e di gruppi internazionali quali l’Università di Cordoba (Spagna), il CIBERehd di Madrid e IKERBASQUE Foundation for Science di Bilbao (Spagna) e l’Università di Montreal(Canada).

 

Lo studio pubblicato su JCI Insight

Adipocyte-derived extracellular vesicles regulate survival and function of pancreatic β-cells

Autori - Gesmundo I, Pardini B, Gargantini E, Gamba G, Birolo G, Fanciulli A, Banfi D, Congiusta N, Favaro E, Deregibus MC, Togliatto G, Zocaro G, Brizzi MF, Luque RM, Castaño JP, Bocchiotti MA, Arolfo S, Bruno S, Nano R, Morino M, Piemonti L, Ong H, Matullo G, Falcón-Pérez JM, Ghigo E, Camussi G, Granata R. Adipocyte-derived extracellular vesicles regulate survival and function of pancreatic β-cells. JCI Insight. 2021 Feb 4:141962. doi: 10.1172/jci.insight.141962. Epub ahead of print. PMID: 33539327.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 16 Febbraio, 2021

Un simulatore per allenare i giovani neurochirurghi - Prima nel mondo, l’Università di Torino offre un corso di tecnica chirurgica basato su una piattaforma di simulazione ibrida che integra strumenti digitali e fisici attraverso realtà aumentata

Prima nel mondo, l’Università di Torino offre un rivoluzionario corso di tecnica chirurgica basato su una piattaforma di simulazione ibrida che integra strumenti digitali e fisici attraverso realtà aumentata e Scientific 3D Modelling. La tecnologia, sviluppata in Italia da UpSurgeOn, permette di abbattere tempi e costi della formazione dei chirurghi, riducendo la possibilità di errori sui pazienti.

 

Permettere di acquisire in mesi abilità che di norma richiedono anni di pratica, abbattere i costi – oggi altissimi – per la formazione dei neurochirurghi e aumentare la sicurezza per i pazienti, sono gli obiettivi di questo tipo di tecnologia. È una svolta epocale nella storia della chirurgia quella andata in scena nell’antica sala Settoria di Anatomia umana dell’Università di Torino il 16 febbraio, con l’inaugurazione della UpSurgeOn Academy, il primo corso sperimentale di tecnica chirurgica completamente basato su tecnologie di simulazione.

 

La Scuola di Specializzazione in Neurochirurgia dell’Università di Torino è infatti la prima istituzione accademica al mondo che - grazie al suo direttore il prof. Diego Garbossa (Direttore Neurochirurgia U - AOU Citta' della Salute e della Scienza di Torino) e con il supporto del prof. Alessandro Vercelli, Vice Rettore vicario alla Ricerca Biomedica - permette ai suoi giovani neurochirurghi di eseguire veri e propri interventi cranici, con una importante novità: il training si svolge senza preparati di origine cadaverica - e ovviamente senza pazienti - ma con l’ausilio della BrainBox e dell’AnatomyTouch, simulatori ibridi sviluppati da UpSurgeOn con la sofisticata tecnica del Scientific 3D Modellingin grado di riprodurre la natura anatomica e organica del corpo umano con un livello di fedeltà, accuratezza e realismo mai raggiunti prima d’ora.

 

Come avviene già oggi per i piloti in ambito aereonautico, si tratta di un primo passo concreto verso la certificazione delle abilità psicomotorie basate su simulazione.“Programmi simulation-based, come quelli di UpSurgeOn, permettono di acquisire e potenziare su base giornaliera abilità estremamente complesse necessarie per la neurochirurgia e la chirurgia in generale. I nostri specializzandi – spiega il prof. Diego Garbossa - possono simulare e ripetere delicati interventi chirurgici e, grazie alla realtà aumentata, visualizzare e interagire con i risultati sul loro tablet o smartphone. Tutto questo anche da remoto, cosa che in epoca Covid permette di continuare il training”. 

 

Di norma uno specializzando deve aspettare molti anni per accedere alla sala operatoria, e anche quando ha la sua opportunità, non può ripetere l’esercizio con regolarità, perdendo ogni volta i progressi fatti. È come insegnare a un giovane allievo a suonare il pianoforte, ma dandogli la possibilità di toccare alcuni suoi tasti solo poche volte l’anno. Da oggi invece, con la UpSurgeOn Academy, il chirurgo potrà svolgere diverse volte una procedura prima di approcciare il paziente reale: aumenta quindi la qualità chirurgica e la sicurezza per i pazienti, un tema cruciale dal punto vista sanitario ma anche legale, basti pensare che circa il 19% delle cause legali in medicina riguarda la neurochirurgia

 

Il periodo di formazione può così ridursi di qualche anno – oggi sono circa 10 - abbattendo drasticamente costi oggi altissimi (negli USA la formazione di uno specializzando può costare a un ospedale più di $1.2 milioni) legati anche alla pratica su cadavere (o su preparati anatomici), da sempre una spesa notevole quanto indispensabile nella formazione chirurgica che -  in molti paesi - si traduce nella totale assenza di personale formato e quindi di cure chirurgiche.

 

“Se nei paesi sviluppati permettono di ridurre costi e anni di formazione, le tecnologie di simulazione chirurgica rappresentano nei paesi in via di sviluppo l’unico mezzo di formazione sostenibile e a basso costo. Con un impatto sociale enorme: nel mondo oggi si calcola una carenza di circa 27.000 neurochirurghi, a fronte di circa 5 milioni di casi chirurgici non trattati per la scarsità di chirurgi esperti. Anche per questo la nostra tecnologia – spiega il dr Federico Nicolosi, CEO di UpSurgeOn e Consultant di neurochirurgia presso l’Humanitas di Milano - dopo i riconoscimenti di numerose istituzioni scientifiche (tra tutte la World Federation of Neurosurgical Societies) ha ricevuto nel 2019 il grant Horizon 2020, il più importante finanziamento tecnologico dell’European Innovation Council”.

 

“Queste tecnologie, definite ibride perché nascono dalla fusione di bio-modellazione e realtà virtuale attraverso un nuovo processo che abbiamo definito “Scientific 3D Modelling” - aggiunge il dr Nicolosi - sono state ideate e sviluppate interamente in Italia, a Milano, dopo alcuni anni di sperimentazione scientifica, a partire dal 2017, quando con il Dr Giannantonio Spena (Direttore del Dipartimento di Neurochirurgia di Lecco) e il Dr Paolo Raimondo (VP Corporate Development dell’azienda) abbiamo fondato UpSurgeOn, start-up tecnologica specializzata in enhancement cognitivo e psicomotorio applicato alla chirurgia.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 16 Febbraio, 2021

Tumore del pancreas: scoperta dai ricercatori del CERMS delle Molinette e dell'Università di Torino la chiave d'ingresso per l'invasione dei linfociti killer

In uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Proceedings of the National Academy of Sciences of the USA (1) i ricercatori del Centro di Ricerche in Medicina Sperimentale (CeRMS) della Città della Salute di Torino e del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute dell’Università di Torino hanno scoperto il modo per permettere ai linfociti killer antitumore di infiltrarsi all’interno del tessuto tumorale per eliminarlo.

 

 

Il tumore del pancreas viene a ragione definito il “killer silenzioso”. Il motivo di questo nome deriva dal fatto che non presenta sintomi specifici quando si manifesta, o meglio, quando questi compaiono spesso sono associati ad uno stadio molto avanzato della malattia. La causa potrebbe derivare dal fatto che, fin dalla sua origine il tumore del pancreas è caratterizzato da un intricato insieme di cellule di diversa natura che lo circonda e forma il cosiddetto “microambiente tumorale”. Nel microambiente vengono accesi numerosi programmi genetici e metabolici che forniscono un enorme vantaggio alla crescita del tumore e nello stesso tempo impediscono ai linfociti T killer antitumore di “infiltrarsi” nel tessuto tumorale, confinandoli all’esterno ed impedendo loro di riconoscerlo ed eliminarlo.

 

Coordinati dai professori Paola Cappello e Francesco Novelli, i ricercatori impegnati in questo studio hanno dimostrato che bloccando l’interleuchina 17A, un importante messaggero della comunicazione tra le cellule del sistema immunitario e tra queste e le cellule circostanti, si modifica “il microambiente” tumorale ed in particolare il comportamento di un tipo di cellule, i fibroblasti. Queste cellule sono particolarmente abbondanti nel tumore del pancreas e sono responsabili della deposizione di un complesso e compatto reticolato di fibre, la cosiddetta “matrice”, che rappresenta il più grosso ostacolo all’ingresso dei linfociti killer antitumore così come la diffusione dei farmaci utilizzati per il trattamento.

 

Il dottorando Gianluca Mucciolo, impegnato nel Dottorato di Ricerca in Medicina Molecolare dell’Università di Torino e primo autore di questo studio, utilizzando un modello animale predestinato a sviluppare il tumore del pancreas e privo della capacità di produrre l’interleuchina 17A, ha osservato che, nonostante la presenza di molti fibroblasti, il microambiente tumorale era molto più “invaso” da linfociti killer antitumore. Grazie ad una collaborazione con un gruppo di ricerca della Czech Academy of Sciences di Praga, diretto dal professor Luca Vannucci, il gruppo torinese ha dimostrato che in assenza dell’interleuchina 17A, la matrice depositata dai fibroblasti era, diversamente dal solito, molto più soffice e lassa, e presentava un’architettura che aveva poco in comune con le vere e proprie “autostrade” che favoriscono l’invasione delle cellule tumorali dei tessuti circostanti.

 

Per analizzare a fondo il comportamento dei fibroblasti nel tumore del pancreas, la professoressa Cappello è ritornata presso il Campbell Family Institute for Breast Cancer Research a Toronto nel Laboratorio diretto Professor Tak Mak, dove aveva già trascorso alcuni periodi di lavoro, e mediante l’utilizzo di sofisticate tecnologie per lo studio dell’espressione genica a livello di una singola cellula, ha dimostrato come in assenza dell’interleuchina 17A i fibroblasti del tumore del pancreas modificano il loro programma genico per promuovere sia l’accumulo di linfociti T antitumore che l’aumento della loro attività killer. 

 

“Seppure siano necessari ulteriori studi per approfondire il ruolo di questa interleuchina nella risposta anti-tumorale nell’ambito del tumore pancreatico, la grande notizia è che anticorpi anti-interleuchina 17A vengono già utilizzati nella pratica clinica per limitare i danni di alcune malattie autoimmunitarie e quindi potrebbero essere combinati con altre strategie per colpire il tumore del pancreas da più parti e rendere più efficienti i diversi trattamenti commenta la Prof.ssa Cappello.

 

Questi dati aggiungono un nuovo mattone per costruire una strategia efficace per la cura del tumore del pancreas. Aggiunge il Prof. Novelli: Il nostro stesso gruppo ha recentemente sviluppato una terapia basata su vaccinazione a DNA e chemioterapia che nel modello animale ha dimostrato una notevole efficacia nel bloccare la progressione del tumore (2). Questa efficacia potrebbe essere ulteriormente aumentata dalla somministrazione combinata di anticorpi anti-interleuchina 17A, scatenando l’attività antitumore dei linfociti killer”

Dallo studio contestuale del microambiente tumorale e dei meccanismi con cui il sistema immunitario può reagire contro il tumore del pancreas nascono le nuove terapie combinate che ci permettono di “accerchiare” sempre di più questo tumore e di aprire prospettive concrete per la sua cura.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 10 Febbraio, 2021

Anche le staminali hanno bisogno della giusta dieta

La differenziazione delle cellule staminali, anche nelle prime fasi della gravidanza, è determinata dalla presenza di un amminoacido: la glutammina. La scoperta del team guidato da Graziano Martello dell’Università di Padova, in collaborazione con le Università di Torino e la Statale di Milano, è stata pubblicata su «Nature Genetics». Lo studio è finanziato dalla Fondazione Armenise Harvard, dall’European Research Council e da AIRC.

 

 

La “dieta” delle cellule determina il loro buon funzionamento. Come accade per il nostro corpo, che ha bisogno di una dieta alimentare corretta per funzionare al meglio, lo stesso avviene a livello cellulare. Nello specifico, i ricercatori guidati da Graziano Martello dell’Università di Padova hanno capito che il metabolismo delle cellule staminali di tipo embrionale è condizionato dalla glutammina, un amminoacido che ne determina il corretto funzionamento.

«Eliminando la glutammina dalla “dieta” delle cellule - commenta il Riccardo Betto, giovane ricercatore dell’Ateneo patavino e prima firma dello studio - o rendendole incapaci di metabolizzarla, le staminali, le cellule che danno origine a tutti i tessuti del nostro corpo, diventano incapaci di differenziarsi correttamente». 

 

Per capire il ruolo della glutammina, nel corso dello studio, ci si è concentrati sul meccanismo attraverso cui il metabolismo influenza la differenziazione delle staminali embrionali. Il team di ricercatori ha evidenziato come non sia la sequenza del DNA delle cellule a cambiare, ma solo alcune proprietà chimiche (modifiche epigenetiche): tali variazioni rendono regioni specifiche del DNA meno “attive”.

«Possiamo dire che l’ambiente, in questo caso attraverso la dieta, può modificare l’attività del nostro DNA influenzando il comportamento delle nostre cellule - dice il Professor Salvatore Oliviero, esperto internazionale di epigenetica all’Università di Torino e all’Italian Institute for Genomic Medicine (IIGM), ente strumentale della Fondazione Compagnia di San Paolo -. Possiamo ipotizzare che si tratti di un meccanismo evolutivo: in carenza di determinati nutrienti, magari dovuta a condizioni ambientali sfavorevoli, l’organismo si tutela bloccando il differenziamento cellulare e l’evoluzione di una nuova vita».

Una suggestione che apre lo studio verso nuove potenziali scoperte, confermate dal fatto che i meccanismi descritti in vitro si riscontrano anche negli embrioni di topo da cui esse derivano.

 

“Questo riscontro ci porta a pensare che la glutammina possa avere un ruolo fondamentale durante le prime fasi dello sviluppo embrionale” - sottolinea Graziano Martello, leader dell’Armenise-Harvard Pluripotent Stem cell laboratory dell’Università di Padova -. In futuro sarà necessario studiare, per esempio, quanto sia importante la corretta assunzione di alimenti con apporto di glutammina dalla dieta durante le prime fasi della gravidanza.”

 

«Questa scoperta può avere ricadute anche nella ricerca sulle patologie, poiché tali meccanismi sono stati osservati anche in cellule tumorali e in altri contesti patologici - conclude il Professor Nico Mitro dell’Università Statale di Milano, esperto di metabolismo cellulare e anche lui vincitore della borsa della Fondazione Armenise Harvard -. Studiare come il DNA della cellula si modifica in risposta a cambiamenti del metabolismo e della “dieta” delle cellule potrebbe diventare una promettente strada per contrastare queste malattie.”

Lo studio ha coinvolto un team internazionale di ricercatori, delle tre Università italiane già menzionate e dell’Università di Cambridge e di Parigi, ed è stato reso possibile dal supporto dell’European Reserach Council, della Fondazione Armenise-Harvard e dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.

 

Salvatore Oliviero è professore ordinario di Biologia Molecolare all'Università degli Studi di Torino ed è responsabile dell’Unità di epigenetica presso IIGM. Ha trascorso molti anni all’estero, prima presso l’Istituto di ricerca Europeo di Biologia Molecolare EMBL, dove si è occupato dello studio della regolazione dei geni coinvolti nella risposta infiammatoria. Poi, presso la Harvard Medical School (Boston, USA), dove si è occupato dello studio dei meccanismi molecolari di oncogeni nucleari nella trasformazione tumorale.  Rientrato in Italia, prima a Siena e dal 2013 a Torino, dirige un gruppo di ricerca che studia il ruolo delle modificazioni epigenetiche coinvolte nelle prime fasi di differenziazione delle cellule staminali embrionali.

 

Per informazioni alla stampa

Ufficio Stampa Università di Padova

Marco Milan

Cell: 351 7505091

e-mail: stampa@unipd.it

 

Ufficio Stampa Università di Torino

Mauro Ravarino

Cell: 340 3774456

e-mail: mauro.ravarino@unito.it

 

Fondazione Giovanni Armenise Harvard

Manuel Bertin, Responsabile Ufficio Stampa 

Cell: 329 3548053

e-mail: armeniseharvardfdnpress@hms.harvard.edu

 

Titolo Metabolic control of DNA methylation in naive pluripotent cells - «Nature Genetics» - 2021

Autori: Riccardo M. Betto, Linda Diamante, Valentina Perrera, Matteo Audano, Stefania Rapelli, Andrea Lauria, Danny Incarnato, Mattia Arboit, Silvia Pedretti, Giovanni Rigoni, Vincent Guerineau, David Touboul, Giuliano Giuseppe Stirparo, Tim Lohoff, Thorsten Boroviak, Paolo Grumati, Maria E. Soriano, Jennifer Nichols, Nico Mitro, Salvatore Oliviero & Graziano Martello

 

 

 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 4 Febbraio, 2021

Firmato il protocollo di intesa per la realizzazione del Polo Universitario e Scientifico di Grugliasco

Oggi, martedì 2 febbraio 2021, alle ore 13.00, in diretta streaming, il Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna, il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, la Sindaca della Città Metropolitana, Chiara Appendino, il Sindaco del Comune di Grugliasco, Roberto Montà, il Rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco e il Presidente della Camera di commercio di Torino, Dario Gallina hanno siglato il protocollo di intesa per la valorizzazione dell’insediamento del Polo Scientifico di Grugliasco. 

In apertura della presentazione, Cristina Prandi, Vicerettrice per la ricerca dell’Università di Torino e Sandro Petruzzi, Direttore della Direzione Edilizia e Sostenibilità dell’Università di Torino hanno illustrato il progetto del polo. Il nuovo insediamento ospiterà i Dipartimenti dell’Università degli Studi di Torino di ChimicaScienze della Vita e Biologia dei Sistemi, che, insieme all’adiacente complesso edilizio dei Dipartimenti di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari e di Scienze Veterinarie, concorreranno ad articolare un nuovo modello di Campus Universitario Metropolitano.

 

Teresio Testa, Direttore Regionale Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria Intesa Sanpaolo ha concluso la presentazione confermando l’impegno di Intesa Sanpaolo quale soggetto aggiudicatario dell’appalto insieme a Itinera S.p.A (Capogruppo), Costruzioni Generali Gilardi S.p.A. di Torino, Euroimpianti S.p.A. e Semana S.r.l., a finanziare la progettazione e la realizzazione del nuovo Polo.

Il protocollo sottoscritto oggi si pone l’obiettivo di migliorare i servizi per la popolazione universitaria e favorire i processi di innovazione sociale e di sviluppo economico nell’ottica della massima integrazione fra territorio e Atenei, attraverso le seguenti linee di azione strategica

 

  • la mobilità e l’accessibilità, con particolare attenzione a forme di mobilità sostenibile e dal basso impatto ambientale; 
  • la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo, attraverso collaborazioni che prevedano il coinvolgimento attivo di imprese, accademia, settore pubblico e società civile, con particolare attenzione alla nascita di coworking, start-up, incubatori di impresa, laboratori nonché spazi per insediamenti a disposizione delle imprese per rinforzare e sviluppare sinergie e collaborazioni con il tessuto imprenditoriale del territorio anche mediante l’individuazione di possibili sinergie con sistemi di rappresentanza dei datori di lavoro e delle Fondazioni bancarie; 
  •  la formazione, con particolare attenzione allo sviluppo di sinergie con il sistema produttivo (mediante strumenti quali apprendistati di alta formazione, dottorati industriali e/o in apprendistato), all’integrazione con il sistema scolastico territoriale e con gli istituti di secondo grado, alla possibilità di sviluppare Percorsi di Specializzazione Tecnica Post Diploma (I.T.S.) riferiti alle aree considerate prioritarie per lo sviluppo economico e la competitività del Paese, realizzati secondo il modello organizzativo della Fondazione di partecipazione in collaborazione con imprese, università/centri di ricerca scientifica e tecnologica, enti locali, sistema scolastico e formativo.
  • la transizione verso un’economia circolare, quale modello progressivamente alternativo all’attuale modello economico lineare in coerenza con la "nuova agenda strategica 2019-2024” che guiderà i lavori del Consiglio europeo e gli orientamenti per i programmi di lavoro delle altre istituzioni dell’UE; 
  • la riduzione dell’impronta ambientale, nella progettazione del Polo Scientifico e delle strutture ad esso connesso (residenze, viabilità, etc…); 
  • il miglioramento degli Stili di Vita e del Benessere della comunità, sviluppando, con il Polo Scientifico, un modello replicabile in altri contesti e che possa funzionare da raffronto e stimolo per le politiche ambientale del contesto territoriale ad esso vicino; 
  • l'integrazione dei sistemi informativi e delle infrastrutture necessarie per favorire l’intermodalità e l’interoperabilità; 
  • la residenzialità degli studenti, ritenendo fondamentale la necessità di riuscire a calmierare il mercato degli affitti per gli studenti e del personale universitario;
  • i servizi ai futuri fruitori (studenti e visiting professors), anche valutando la possibilità di compiere congiuntamente studi di approfondimento che li vedano direttamente coinvolti, con l’obiettivo di realizzare servizi (a destinazione commerciale, culturale, sportiva, verde...) che dovranno essere rispondenti alle esigenze dell’utenza e, contemporaneamente, il più possibile fruibili dai cittadini, per facilitare l’integrazione fra territorio e Atenei;

 

Il nuovo Polo Scientifico si estenderà su una superficie di 121.660 mq e porterà a un significativo aumento della popolazione universitaria a Grugliasco dalle attuali 5.000 unità fino alle oltre 10.000. La copertura economica dell'intervento è garantita da un contributo del Ministero dell'Università e della Ricerca di 42.5 milioni e dall'anticipazione finanziaria del Gruppo Intesa Sanpaolo.

Nel progetto sono previsti 22.000 mq per aule per didattica e per lo studio, spazi comuni e servizi per studenti mentre 47.500 mq saranno l’estensione degli spazi per la ricerca. Alle attività sportive multiple affidate al Cus Torino (basket, volley, pallamano, lotta, ginnastica artistica/ritmica, ecc.) saranno dedicati 7.300 mq inclusa la pista di atletica leggera al coperto (discipline della velocità, salto in alto, lungo e con l’asta).  Punto di snodo e di interazione fra l’attività universitaria e la città una grande piazza attrezzata di 7.200 mq, spazi per la ristorazione, caffetteria e aree relax all’interno degli edifici (a gestione diretta dell’Università) e il nuovo parco urbano di 40.000 mq. A completamento dell’opera la passerella sulla ferrovia, la viabilità di accesso e l’implementazione del sistema delle piste ciclabili.

 

Agli spazi dedicati alla didattica ed alla Ricerca saranno disponibili ulteriori 50.000 mq destinabili a specifiche iniziative connesse allo sviluppo economico in raccordo con le aziende. Un pool straordinario di risorse tecniche e strumentali, strutture di ricerca di base e laboratori di ricerca avanzati saranno disponibili per una base ampia di potenziali utenti e contribuiranno al rafforzamento del trasferimento tecnologico dagli Atenei verso le imprese, a sviluppare progetti di innovazione offrendo al sistema di imprese l’accesso a strumenti (open access), laboratori (joint lab), tecnologie e professionalità avanzate, costruire partnership strategiche capaci di attrarre finanziamenti pubblici (bandi europei, nazionali e regionali) e privati (da fondi di investimento, venture capital, etc) e non ultimo contribuire a formare competenze professionali indispensabili da inserire nel mondo produttivo.

Il progetto di riunire in unico campus Dipartimenti differenti, permetterà di sviluppare maggiore sinergia tra i ricercatori in settori interdisciplinari, come l’Agrifood, la Chimica Verde, l’Energia Sostenibile, le Scienze dei Materiali, la Bioeconomia e la Sostenibilità Ambientale nell’ottica di un concetto di moderna “one health” che correla salute umana, animale ed ambientale. Allo stesso tempo la filiera della sanità animale potrà costituirà un ponte ideale tra le attività in questo campo e quelle nella costruenda Città della Salute

 

"La firma del protocollo d’intesa per la valorizzazione del Polo di Grugliasco - dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino - è parte di una strategia che ha come obiettivo la caratterizzazione di UniTo come ‘Università di prossimità’. Lavoriamo, infatti, per confermarci un Ateneo di assoluto prestigio internazionale che affonda però saldamente le sue radici nelle specificità del territorio, nella vocazione ad innovare e a creare valore. Quindi ponendosi come driver principale di sviluppo economico e culturale. Il Polo scientifico di Grugliasco, in particolar modo, nasce per costituirsi come rete di opportunità per tutti e per mettere a sistema il sapere scientifico in un settore chiave per lo sviluppo delle nostre città come quello della sostenibilità ambientale.  Quando questo progetto sarà realizzato, avremo offerto all’area metropolitana di Torino e al Piemonte un Polo didattico e di ricerca d’eccellenza, che ottimizzerà la qualità dello studio e del fare ricerca secondo un modello già applicato e risultato vincente, anche con vantaggio per le aree nelle quali sono inseriti. Quello che insieme oggi stiamo mandando è un segnale importante, che dà prospettiva ad una visione di lungo periodo del nostro territorio, esempio virtuoso reso possibile dalla sinergia e dall’unione di intenti con le altre grandi istituzioni pubbliche e private e con il mondo delle imprese.

 

“Penso che siglare questo protocollo oggi sia particolarmente importante perché, a quasi un anno da quando il Covid è arrivato in Piemonte, ci ricorda che dobbiamo andare avanti - sottolinea il presidente della Regione Alberto Cirio -. Far lavorare in modo sinergico il mondo della ricerca, della formazione e dell’impresa è il modello d’eccellenza in cui il Piemonte crede e su cui abbiamo scelto di investire, perché è l’unico in grado di far crescere la capacità competitiva del nostro territorio di fronte agli scenari e alle sfide internazionali. Quello di Grugliasco è uno degli hub che stiamo realizzando in collaborazione con gli attori e i partner istituzionali pubblici e privati del nostro territorio, per dare una casa fisica a questo modello di interazione virtuosa. Che partirà fin da subito, però, potenziando tutte quelle sinergie che, una volta ultimato, verranno accolte e ancor più implementate all’interno del Polo scientifico di Grugliasco. Questo è il modello di sviluppo in cui crediamo ed è uno dei punti strategici su cui investiremo le risorse della futura programmazione europea 2021-2027”.

 

Il protocollo d’intesa per la valorizzazione del polo universitario di Grugliasco - aggiunge Chiara Appendino, Sindaca della Città Metropolitana - è pienamente in linea con le strategie di sviluppo e il ruolo della Città metropolitana di Torino, le cui politiche sono da tempo orientate a creare relazioni virtuose fra sostegno al tessuto produttivo, all’innovazione, alla formazione e all’istruzione dei cittadini. Si tratta senza dubbio di un progetto importante e ambizioso che, oltre a consentire di ampliare e ammodernare l’attuale insediamento, potrà portare vantaggi al territorio, contribuendo a favorirne lo sviluppo economico e sociale nel rispetto della sostenibilità ambientale e anche assicurando non pochi benefici alle comunità locali sotto diversi aspetti della vita quotidiana.

 

“La sottoscrizione del Protocollo – afferma Roberto Montà, Sindaco della Città di Grugliasco – completa un processo avviato da molti anni e destinato a incidere notevolmente sul destino di Grugliasco. Ospitare una sede universitaria così prestigiosa produrrà effetti positivi a livello di infrastrutture, tessuto produttivo e commerciale, costruendo al contempo nuove opportunità culturali ed educative, grazie anche alla realizzazione di un polo sportivo e di intrattenimento all'altezza dei migliori campus internazionali, in collaborazione con il Cus Torino. Il valore aggiunto della collaborazione istituzionale, sancita nel protocollo, è la capacità di collocare questo investimento infrastrutturale dell'Università di Torino a servizio di un più ampio e trasversale sviluppo del sapere, della didattica e della ricerca, in connessione con il sistema economico e produttivo. Abbiamo necessità, per garantire all'area metropolitana di Torino, al Piemonte e al nostro Paese, di rafforzare modelli di cooperazione finalizzati a sostenere un proficuo rapporto tra saperi, ricerca, impresa e territorio: solo così possiamo costruire un modello di sviluppo vincente e sostenibile a vantaggio delle nuove generazioni”.

 

La nascita di un Polo come quello di Grugliasco è estremamente significativa perché potranno trovarvi casa progetti e attività comuni dei due Atenei torinesi, sia per quanto riguarda la ricerca, che la didattica. Il Politecnico potrà contribuire offrendo a questo centro di eccellenza la propria “conoscenza politecnica”, in particolare nell’ambito dell’ICT a supporto dell’agricoltura e di tutte le discipline proprie delle tecnologie green, con l’obiettivo, comune con gli altri attori di questo protocollo, di generare anche con iniziative di edilizia universitaria sostenibile impatto sulla società e contribuire a uno sviluppo dei territori basato sul valore della conoscenza e della formazione, commenta Guido Saracco, Rettore Politecnico di Torino.

 

La firma di oggi è un passo importante per rendere Torino sempre più riconosciuta a livello internazionale come centro di innovazione tecnologica e scientifica - aggiunge Dario Gallina - Presidente Camera di commercio di Torino. – Il mondo delle imprese guarda con grande interesse alle possibili collaborazioni che possono nascere grazie al Polo scientifico in termini di trasferimento di tecnologie e di condivisione con il tessuto produttivo dei risultati della ricerca. Il nuovo Polo potrà creare importanti occasioni per l’attrazione di investimenti sul territorio con la presenza diretta di imprese e start up nell’area. Mettiamo inoltre a disposizione le competenze del nostro Laboratorio Chimico su temi come sicurezza alimentare, economia circolare, tracciabilità, educazione alimentare, nuovi materiali, con l’obiettivo di creare sinergie e collaborazioni concrete e di reciproca utilità”.

 

Teresio Testa, Direttore Regionale Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria Intesa Sanpaolo, conclude: Il pieno coinvolgimento di tutti gli attori del territorio è fondamentale affinché questa operazione, tra le più importanti che Intesa Sanpaolo ha deciso di sostenere negli ultimi anni in Piemonte con un impegno di oltre 160 milioni d euro, possa esprimere al meglio le sue enormi potenzialità.  L’economia green è l’opportunità del futuro. Chimica verde, agroalimentare, farmaceutica non a caso sono i settori sui quali la pandemia ha meno inciso. Il nuovo Polo deve diventare un punto di riferimento per centri di ricerca, imprese, start up e un investimento a beneficio delle nuove generazioni. Intesa Sanpaolo, quale Banca di sistema, è sempre a fianco delle imprese che vogliono investire in progetti con forte impatto economico e sociale, per esempio attraverso i suoi plafond di circular economy e i finanziamenti s-loan per investimenti ESG, nonché attraverso il supporto del suo Innovation Center.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 4 Febbraio, 2021
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