Lectio Magistralis "Da Cosa Nostra alla ’ndrangheta, a Mafia Capitale" Giuseppe Pignatone - Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma - Martedì 19 febbraio - CLE Sala Lauree Rossa

Lectio Magistralis

Da Cosa Nostra alla ’ndrangheta, a Mafia Capitale

Giuseppe Pignatone

Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma
 
Martedì 19 febbraio 2019, ore 10:00 

Dipartimento di Culture Politica e Società | Sala Lauree Rossa 

Campus Luigi Einaudi

Lungo Dora Siena, 100 - Torino

 

Nell’ambito del Master in Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione (APC), organizzato dall’Università di Torino con le Università di Napoli, Palermo e Pisa in collaborazione con Libera, Giuseppe Pignatone, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, terrà una lectio magistralis su: Da Cosa Nostra alla ‘ndrangheta, a Mafia Capitale.

 

Discute con il Procuratore e modera il dibattito il prof. Rocco Sciarrone, docente di Sociologia della Criminalità Organizzata e coordinatore del Master APC per l’Università di Torino.

 

Il percorso di Giuseppe Pignatone in magistratura dura da più di quarant’anni, con esperienze significative nel contrasto alle mafie in Sicilia, poi Calabria e infine a Roma e nel Lazio. Sin dal 2000 è Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Palermo dove ha diretto la locale Direzione distrettuale antimafia, portando a termine numerose indagini contro Cosa nostra, tra le quali l’arresto di Bernardo Provenzano dopo 43 anni di latitanza. Nel 2008 è Procuratore capo di Reggio Calabria, dove ottiene risultati importanti nel contrasto alla ’ndrangheta, con particolare attenzione alle sue ramificazioni nel Centro e nel Nord Italia. Dal febbraio del 2012 viene nominato Procuratore capo di Roma, dove inaugura un cambio di passo nel contrasto alle mafie tradizionali attive nella Capitale e nuovi approcci per la definizione giudiziaria delle nuove mafie dellaCapitale.

 

La lezione, che inaugura l’edizione 2019 del Master APC, partirà da questa lunga esperienza per riflettere sul fenomeno mafioso, sulle sue trasformazioni nel tempo e sulla sua espansione territoriale, ma anche sull’evoluzione delle politiche e degli strumenti di contrasto. 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 18 Febbraio, 2019

FOTO/COMUNICATO STAMPA - Progetto PRIMED, Prevenzione e Interazione nello Spazio Trans-Mediterraneo

È stato presentato oggi martedì 12 febbraio, presso l’Aula Magna del Rettorato agli Studi dell’Università di Torino (Via Verdi, 8), il progetto PRIMED – Prevenzione e Interazione nello Spazio Trans-Mediterraneo. Sono intervenuti la Prof.ssa Emanuela Del Re, Viceministra del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, il Prof. Roberto Mazzola dell’Università del Piemonte Orientale e la Prof.ssa Roberta Ricucci dell’Università di Torino. Per il mondo istituzionale, gli assessori Monica Cerutti e Marco Giusta e l’ufficio del Prefetto di Torino.

 

Il progetto coinvolge oltre 20 Atenei, tra Università italiane e quelle dei Paesi OCI (Organizzazione della Cooperazione Islamica), e affronta in modo interdisciplinare i bisogni conoscitivi e operativi connessi ai processi d’integrazione e radicalizzazione promozione di coesione sociale. Lo fa attraverso tre aspetti: la cooperazione scientifica internazionale, la formazione dei dirigenti e del personale religioso e l’Alta Formazione rivolta ai protagonisti delle politiche dell’integrazione, in ambito pubblico e del privato sociale. L’obiettivo è quello di fornire a dirigenti, funzionari e operatori di diversi settori (dalla scuola alla sanità, dal mondo del lavoro a quello dei servizi socio-assistenziali) nozioni fondamentali su dinamiche socio-culturali e bisogni più diffusi che contraddistinguono la popolazione musulmana e che talora, se non adeguatamente compresi, possono essere forieri di incidenti interculturali. Tra i temi principali vi è l’analisi delle interazioni tra le caratteristiche socio-demografiche, i bisogni religiosamente fondati, l’accesso e la comunicazione interculturale dei servizi.

 

Il progetto PRIMED prevede inoltre una Winter School in Marocco, destinata a 20 dirigenti del sistema penitenziario italiano e dell’OCI, con docenti italiani e stranieri esperti sui temi della radicalizzazione e del proselitismo jihadista, e unMaster di primo livello in “Studi sull’Islam d’Europa”, presso l’Università di Padova e l’Università del Piemonte Orientale. Inoltre, il progetto mette a disposizione visiting, corsi congiunti e una summer school per chiunque voglia approfondire le tematiche oggetto dell’iniziativa.

 

L’Ateneo di Torino è coinvolto prioritariamente nelle attività di Alta formazione rivolte a personale dell’area medica e socio-sanitaria, dei servizi socio-assistenziali ed economici, oltre ad un approfondimento sulla comunicazione interculturale. Si tratta di un’importante operazione di formazione e aggiornamento, che intende offrire – grazie anche alla collaborazione con istituzioni e soggetti del terzo settore – un’opportunità di apprendimento e discussione sull’attuale contesto italiano.

 
Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 12 Febbraio, 2019

L'Università di Torino sul Parco della salute

La firma della delibera per la procedura per l’affidamento del contratto di partenariato pubblico-privato per la realizzazione del “Polo della sanità e della formazione clinica e del Polo della ricerca” del Parco della Salute rappresenta certamente per l’Università di Torino e per la Scuola di Medicina un momento davvero atteso. 

Concentrare in una nuova struttura all’avanguardia le attività cliniche ad alta complessità degli ospedali della Città della Salute consentirà di “facilitare” le eccellenti attività assistenziali e di ricerca clinica già attualmente in essere e di migliorare le possibilità di formazione dei vari professionisti sanitari. 

 

“L’Università di Torino è un agente chiave nell’implementazione del progetto scientifico per garantire il ruolo del Parco della Salute nelle nuove sfide dell’innovazione, permettendo una sanità pubblica sostenibile, efficiente e innovativa” dichiara il Prof. Gianmaria Ajani, Rettore dell’Università di Torino “La grande sinergia tra i diversi attori (Regione, Comune, AOU CSS, Università e Politecnico), così come sinora avvenuto, potrà garantire l’ottimale realizzazione di quello che sicuramente sarà un progetto strategico fondamentale dell’intera area metropolitana torinese e della Regione tutta, destinato a migliorare significativamente la qualità dei servizi sanitari offerti e a accrescere innovazione, ricerca e formazione nel campo bio-medicale”.

 

La struttura organizzativa del nuovo Parco renderà possibile l’acquisizione di tecnologie avanzate, relative alle diverse fasi del percorso diagnostico e terapeutico dei pazienti, indispensabili a garantire la cosiddetta medicina di precisione che caratterizzerà il terzo millenio (medicina robotica, genomica, intelligenza artificiale, “big data”, reti neurali, etc.) oggi non ospitabili nei vecchi ospedali per le carenze strutturali degli stessi. 

Il nuovo Parco sarà un luogo dove fare lavorare fianco a fianco ricerca pubblica e privata, in particolare negli ambiti forti della medicina torinese, come l’oncologia, i trapianti, le neuroscienze, il biotech, le staminali, la medicina di precisione.

Il potenziamento delle attività diagnostiche-terapeutiche con le nuove e sofisticate tecnologie contribuirà a ridurre significativamente i tempi di ricovero dei pazienti (ad esempio chirurgia “mini-invasiva, con tempi di degenza ben inferiori rispetto agli standard attuali; e minor necessità dei pazienti a rimanere ricoverati per aspettare esami diagnostici vari).  

 

La coesistenza, sin dalla prima fase, del progetto relativo al Polo della Ricerca (con una superficie di 10.000 mq ed un’utenza stimata di circa 1.000 ricercatori), oggetto di apposito finanziamento, renderà certamente più coerente l’integrazione tra le attività cliniche e di ricerca, migliorando le capacità competitive dei vari ricercatori universitari a livello internazionale. 

 

“Una adeguata formazione dei professionisti sanitari (studenti in medicina, medici in formazione specialistica, studenti delle professioni sanitarie)” dichiara il Prof. Umberto Ricardi, Direttore della Scuola di Medicina dell’Università di Torino “deve necessariamente poter contare su strutture cliniche adeguate ed opportunamente attrezzate. Gli spazi previsti per le attività didattiche più tradizionali (Polo della Didattica, con circa 31.000 mq) che saranno oggetto della seconda fase della progettualità del Parco, sono orientati in questa direzione. Il nuovo parco sarà anche strumentale alla formazione di giovani e talentuosi ricercatori di base e clinici”.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Sabato, 2 Febbraio, 2019

Foto/Comunicato stampa: All'Università di Torino una lapide per il personale espulso per le leggi razziali

Si è tenuta oggi, venerdì 1° febbraio 2019 alle 12.00 sul loggiato del Rettorato (via Verdi 8, Torino), la cerimonia di scopertura della lapide in ricordo del personale espulso dall’Università di Torino a causa delle leggi razziali del fascismo. La cerimonia si inserisce nel contesto della mostra Scienza e vergogna” (Sala Athenaeum, Palazzo del Rettorato, aperta fino al 28 febbraio 2019), organizzata dall’Università di Torino nell’ambito del “Progetto 1938-2018. A 80 anni dalle leggi razziali”.

 

Sono intervenuti:

Gianmaria Ajani, Rettore Università di Torino

Fabio Levi, Progetto 1938-2018 – A 80 anni dalle leggi razziali

Enrico Pasini, Presidente Sistema Museale di Ateneo

 

La lapide è realizzata in ricordo delle 58 persone che persero il loro lavoro a causa delle leggi razziali:

 

Enrico Anau, Sergio Bachi, Giulio Bemporad, Roberto Bolaffi, Ugo Castelfranco, Bonaparte Colombo, Guglielmo Colombo, Arturo Debenedetti, Santorre Debenedetti, Giuseppe Davide Diena, Giorgio Falco, Gino Fano, Amos Foa, Marcello Foa, Arrigo Foà, Guido Fubini, Riccardo Fubini, Alberto Gentili, Amedeo Herlitzka, Leonardo Herlitzka, Livio Herlitzka, Alfredo Jachia, Luciano Jona, Raffaele Lattes, Rinaldo Laudi, Emilio Levi, Giuseppe Levi, Guido Levi, Rita Levi, Alfredo Luzzati, Walter Momigliano, Arnaldo Momigliano, Giulio Momigliano Levi, Alberto Montel, Stefano Montuori, Alberto Muggia, Aldo Muggia, Mario Nizza, Gino Olivetti, Renzo Olivetti, Giuseppe Ottolenghi, Costantino Ottolenghi, Renato Ottolenghi, Paolo Ravenna, Anselmo Sacerdote, Giulio Segre, Giulio Vittorio Segre, Mario Segre, Renato Segre, Silvio Segre, Alessandro Terracini, Giuseppino Treves, Samuele Renato Treves, Ezechia Marco Treves, Jona Nino Valobra, Alberto Vita, Arrigo Vita, Cino Vitta.

 

L’Università di Torino si identifica con le vittime, tra cui campeggia il nome di Rita Levi Montalcini, le commemora e le ricorda.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 1 Febbraio, 2019

Comunicato stampa - UniVAX Day 2019 - giornata di informazione sui vaccini dedicata agli studenti delle scuole medie superiori - Domani, venerdì 1° febbraio, dalle ore 9.30, nell'aula 3 della Palazzina Einaudi (Corso Regina Margherita 60, Torino)

Si terrà domani, venerdì 1° febbraio 2019 dalle ore 9.30, nell’aula 3 della Palazzina Einaudi (corso Regina Margherita 60, Torino), l’iniziativa UniVAX Day 2019, giornata di informazione sui vaccini dedicata agli studenti delle scuole medie superiori. L’evento, promosso dalla Società Italiana di Immunologia Clinica e Allergologia (SIICA), si svolge contemporaneamente in numerosi atenei italiani, con l’obiettivo di divulgare informazioni di carattere scientifico su un tema molto discusso ma poco conosciuto, i vaccini.

 

Attraverso l’incontro con immunologi ed esperti, gli studenti potranno capire come il sistema immunitario risponde alle infezioni e come funzionano i vaccini. Inoltre, gli esperti risponderanno conargomentazioni scientifiche alle domande poste dagli studenti, con l’intento di fare chiarezza sui tanti luoghi comuni e preconcetti diffusi in rete.

 

Interverranno:

  • Prof.ssa Federica Cavallo, immunologa, Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute (Università di Torino)
    Il sistema immunitario
  • Prof.ssa Maria Rosa Gualano, igienista, Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche (Università di Torino)
    La vaccine hesitancy: è basata sulle evidenze?
  • Dott. Diego Pavesio, Gruppo di Lavoro Scienza e Pseudoscienza – Ordine dei Medici di Torino
    Vaccini: come districarsi tra le bufale del web

 

Moderatore:

  • Prof. Francesco Novelli, immunologo, Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute

 

Al termine degli interventi, è previsto un question time di 30 minuti dedicato alla discussione e al chiarimento delle domande dei presenti.

 

Per maggiori informazioni: siica.org

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 31 Gennaio, 2019

Turismo, nasce "Ambassadors for Piemonte": studenti stranieri e fuorisede protagonisti di un progetto innovativo per raccontare Torino e la Regione

Com’è vivere a Torino e in Piemonte per un universitario proveniente da un’altra regione o da un altro Paese? Qual è lo sguardo – e le impressioni – delle giovani generazioni sul nostro territorio? E quale l’immagine che ne restituiscono, una volta tornati a casa?

 

Da queste domande - e dalla volontà di coinvolgere gli studenti universitari stranieri e forestieri per sviluppare nuove forme di storytelling del territorio regionale - nasce il progetto “Ambassadorsfor Piemonte”. L’iniziativa, resa possibile da un accordo tra DMO Piemonte (società in house della Regione per la promozione turistica e agroalimentare del territorio), e i dipartimenti di Culture, Politiche e Società, di Management e di Informatica dell’Università degli Studi di Torino, ha l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti stranieri, rafforzando in loro un senso di appartenenza al territorio che hanno scelto per studiare. La call lanciata alla fine di dicembre 2018 ha già individuato un gruppo di testimonial che, attraverso la realizzazione di videoclip in lingua originale, raccontano ai connazionali la loro esperienza di soggiorno-studio in Piemonte, invitandoli a visitare il nostro territorio.

 

“Grazie a questo progetto avviamo una significativa collaborazione con l’Università per sensibilizzare le nuove generazioni sui temi del turismo e di coinvolgerli nel racconto della città e del territorio – dichiara Antonella Parigi, assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte - Un importante valore aggiunto per un target di potenziali visitatori che è difficilmente raggiungibile con le azioni tradizionali di marketing turistico e che si inserisce in una più generale strategia di coinvolgimento delle giovani generazioni”.

 

“La popolazione universitaria del nostro Ateneo è in continua crescita. Solo nell’ultimo anno accademico abbiamo avuto un incremento di oltre il 7% - dichiara Elisabetta Barberis, Prorettrice dell’Università di Torino – In crescita anche la provenienza di matricole provenienti da fuori regione (oltre 14 mila studenti) e studenti stranieri (più di 4 mila). Questo dimostra il grande potere attrattivo del nostro Ateneo e del territorio che lo ospita. L’iniziativa che presentiamo oggi e che coinvolge in via sperimentale 3 dei nostri 27 Dipartimenti è senza dubbio un’ottima opportunità per sensibilizzare i nostri studenti alla scoperta di una regione di grande richiamo turistico e in continuo sviluppo”.

 

“Per promuovere un Turismo innovativo, responsabile e sostenibile, occorrono ricerca e formazione: l’alleanza con Unito intende far crescere un ecosistema territoriale di politiche pubbliche per un turismo che contribuisca all’innovazione sociale e alla costruzione di comunità – dichiara Mariagrazia Pellerino, Amministratore Unico di DMO Piemonte - Un patto non soltanto tra istituzioni, ma che valorizza le opportunità di una comunità, quella universitaria, che, con studenti internazionali, può sostenerci in modo autentico a promuovere il Piemonte nel mondo”.

 

Ambassadors for Piemonte” rappresenta quindi un modo nuovo e dinamico per promuovere Torino e il Piemonte ai giovanissimi attraverso i social e i nuovi linguaggi digitali: la prima serie di videoclip realizzati è disponibile nella sezione “Dicono di noi” sul sito www.visitpiemonte.com. L’iniziativa sarà estesa anche ad altre Università e Scuole di Alta Formazione del Piemonte, per coinvolgere un numero crescente di studenti presenti sul nostro territorio.

 

 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 25 Gennaio, 2019

Una ricerca dell'Università di Torino identifica nuove molecole che inibiscono la crescita del mesotelioma pleurico maligno

La prestigiosa rivista americana Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), ha recentemente pubblicato uno studio sulle ricerche condotte dalla Prof.ssa Riccarda Granata, della Divisione di Endocrinologia e Metabolismo, Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino diretta dal Prof. Ezio Ghigo, che ha dimostrato come delle piccole molecole, i cosiddetti antagonisti dell’ormone growth hormone-releasing hormone (GHRH), siano capaci di inibire la crescita delle cellule tumorali nel mesotelioma pleurico maligno, in diversi modelli sperimentali.

 

Gli effetti antitumorali di queste sostanze, prodotte all’Università di Miami nel laboratorio del Prof. Andrew V. Schally, Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina nel 1977, erano già stati dimostrati in altri modelli tumorali, incluso il tumore della prostata e del polmone, ma non nel mesotelioma pleurico maligno. Questo è un tumore raro e molto aggressivo, che origina dal mesotelio, una sottile membrana che riveste la pleura dei polmoni ed è spesso associato all’esposizione prolungata all’amianto (o asbesto), un materiale ora dichiarato fuori legge ma molto utilizzato in passato nell’industria, nell’edilizia e nei trasporti. Il tumore ha un periodo di latenza molto lungo, durante il quale rimane asintomatico e ad oggi le terapie sono limitate. Risulta quindi fondamentale identificare nuovi possibili bersagli terapeutici per contrastare questa grave patologia.

 

Lo studio sugli effetti degli antagonisti del GHRH è il risultato di una collaborazione con altri gruppi di ricerca dell’Università di Torino, tra i quali quello della Prof.ssa Silvia Deaglio, del Dipartimento di Scienze Mediche e dell’Istituto Italiano di Medicina Genomica e del Prof. Mauro Papotti, del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino, oltre al gruppo del Prof. Andrew V. Schally di Miami.

 

Il lavoro dimostra che gli antagonisti del GHRH, in particolare quelli denominati MIA-602 e MIA-690, sono capaci di inibire fortemente la crescita di diversi tipi di cellule di mesotelioma pleurico maligno umano, di bloccare i meccanismi responsabili della progressione del tumore, così come di potenziare l’azione antitumorale del pemetrexed, il chemioterapico d’elezione per il trattamento del mesotelioma. Pertanto, i risultati della ricerca suggeriscono nuove prospettive terapeutiche nel trattamento del mesotelioma pleurico maligno, nella speranza che gli antagonisti del GHRH di ultima generazione possano essere utilizzati in futuro, non soltanto a livello sperimentale, ma anche nell’uomo.

 
Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 23 Gennaio, 2019

L’Università e il Giorno della Memoria

L’Università di Torino, nell’ambito delle celebrazioni per il Giorno della Memoria del 27 gennaio, la ricorrenza internazionale per commemorare le vittime dell'Olocausto, ha organizzato una serie di appuntamenti culturali e di studio sul rapporto tra l’Università torinese e gli eventi legati alla Shoah.

 

Si comincia mercoledì 23 gennaio, alle ore 16.00, presso la Fondazione Luigi Firpo Onlus (Piazza Carlo Alberto 5/a, Torino), con la conferenza “Raccontare la Shoah: dalla finzionalità della testimonianza al valore testimoniale della finzione narrativa” tenuta dal Prof. Alessandro Costazza, docente di lettere e filosofia all’Università degli studi di Milano, che negli ultimi anni ha concentrato parte del suo lavoro a indagare il problema della rappresentazione della Shoah e il rapporto tra poesia e filosofia e tra filosofia e teatro. Il Prof. Costazza si concentrerà sul tema delle “false testimonianze” della Shoah, poi sfruttato dai negazionisti per porre in dubbio lo sterminio degli ebrei nella sua totalità.

 

L’evento è organizzato nell’ambito del ciclo di incontri “Arti della figurazione e storia delle idee” promosso della Fondazione Firpo e del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino.

 

La mostra “Scienza e vergogna. L’Università di Torino e le leggi razziali”, visitabile fino al 26 febbraio 2019 presso la Sala Athenaeum della Biblioteca Storica Arturo Graf del Palazzo del Rettorato di Via Po 17 - Via Verdi 8, Torino rimarrà aperta straordinariamente anche sabato 26 gennaio (dalle ore 10.00 alle 18.00).

 

Il percorso offre al pubblico, con una preziosa raccolta di documenti e testimonianze, la drammatica rappresentazione del rapporto che l’Ateneo torinese ebbe con questo momento cruciale della storia del nostro Paese. Mentre l’Università di oggi si identifica con le vittime, tra cui campeggia il nome di Rita Levi Montalcini, le commemora e le ricorda, l’Università di allora fu giustificatrice ed esecutrice delle leggi razziali.

 

A corollario della mostra, due gli appuntamenti in programma giovedì 31 gennaio.

Nel Palazzo degli Istituti Anatomici (Corso Massimo d’Azeglio 52, Torino), alle ore 15.00, nell’ambito del ciclo di seminari “L’antropologia al museo”, il curatore della mostra Silvano Montaldo e le antropologhe Barbara Sorgoni e Cecilia Pennacini del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino dialogheranno con gli studenti.

Nell’Aula Magna del Palazzo del Rettorato (Via Po 17 – Via Verdi 8, Torino), sempre giovedì 31 gennaio alle ore 15.00, si terrà il convegno “Dal giuramento rifiutato del 1931 alle leggi razziali del 1938. Il caso dell’Università di Torino”, organizzato dalla Scuola di Studi Superiori Ferdinando Rossi di UniTo nell’ambito del Progetto “1938-2018. A 80 anni dalle leggi razziali” curato dal Sistema Museale di Ateneo e dall’Archivio Storico. La conferenza sarà un’occasione per ripercorrere il contesto storico degli anni ’30 che avrebbe portato l’Europa verso la catastrofe, partendo dal giuramento rifiutato del 1931, fino alle leggi razziali del 1938. Saranno messi in luce i profili accademici e umani dei docenti che subirono la persecuzione e alcuni aspetti della loro attività dopo l’espulsione. Si parlerà infine delle vicende, forse meno note ma non meno importanti, degli studenti colpiti dalle discriminazioni verso gli ebrei. (PROGRAMMA)

 

Venerdì 1 febbraio, alle ore 12.00, presso il Loggiato del Palazzo del Rettorato (Via Po 17- Via Verdi 8, Torino), si terrà invece la cerimonia di scopertura della lapide in ricordo del personale espulso dall’Università a causa delle leggi razziali emanate dal regime fascista.

 

Alla commemorazione parteciperanno Gianmaria Ajani, Rettore dell’Università di Torino, Fabio Levi, Direttore del Centro Internazionale di Studi Primo Levi, ed Enrico Pasini, Presidente del Sistema Museale di Ateneo.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 22 Gennaio, 2019

2,8 milioni di euro per formare 18 esperti in tecnologie per il patrimonio culturale - Conservazione, restauro e valorizzazione dei beni culturali: obiettivi del nuovo dottorato “Tech4Culture” - 18 gennaio ore 9.30, via Verdi 9

Domani, venerdì 18 gennaio alle ore 9.30, nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale (via Verdi 9, Torino) sarà presentato il nuovo Dottorato di Ricerca in Technologies for Cultural Heritage (Tech4Culture), che ha l’obiettivo di creare una nuova classe di professionisti nel settore del patrimonio culturale. Apriranno i lavori Sergio Scamuzzi, Vice-Rettore per la comunicazione interna ed esterna di Ateneo, e Antonella Parigi, Assessora alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte. Nella sessione pomeridiana, il programma prevede il workshop “Looking for the economic sustainability of cultural heritage projects” curato da Giovanna Segre, docente di Economia e membro dell’Advisory Board del corso.

 

È di 2.825.280 Euro il finanziamento totale per il dottorato, sostenuto per il 50% dalla Commissione Europea (H-2020 Marie Skłodowska Curie-COFUND) e per la restante metà dalla Compagnia di San Paolo. L’importo è finalizzato a sostenere 18 fellowship attraverso due bandi di selezione per il 2018/2019. Sono 8 i vincitori della prima Call for Application, 5 donne e 3 uomini. A fine febbraio 2019 sarà pubblicata la seconda Call per le altre 10 fellowship.

 

Il dottorato Tech4Culture, coordinato dallo storico Stefano De Martino, affronta il tema del Cultural Heritage in una chiave innovativa, dando rilievo all’informatica per i beni culturali e avvalendosi delle più recenti tecnologie nei settori della fisica, della chimica, dell’ingegneria, della biologia, della geologia, dell’archeologia e della storia dell’arte. Tra gli altri aspetti, i futuri esperti in Technologies for Cultural Heritage si occuperanno delle modalità di esposizione all’interno dei musei, degli open air museums, dei geo-parchi e delle mostre, creando modelli di presentazione e storytelling efficaci e sostenibili.

 

Per favorire le relazioni con enti ed imprese, il dottorato ha attivato diverse collaborazioni con istituti di ricerca, enti pubblici e aziende italiane e straniere. A livello locale, sono attive sinergie con il Polo Reale, con la Fondazione Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale e con il Museo Egizio, il cui direttore, Christian Greco, fa parte del Collegio Docenti del corso.

 

Numerose le collaborazioni con l’estero, come quella con il Centre de recherche et de restauration des musées de France e con l’Institute of Geoecology and Geoinformation, della Adam Mickiewicz University (Poznan, Polonia). I ricercatori si confronteranno quindi in un contesto fortemente internazionale. Turchia, Eritrea, Grecia, Algeria, Bangladesh, Iran e Italia sono i Paesi di provenienza dei primi 8 dottorandi, che svolgeranno periodi di stage presso istituzioni accademiche e non accademiche straniere. Inoltre, il percorso formativo presterà una forte attenzione al problema dell’accesso alle più sofisticate tecnologie da parte dei Paesi emergenti.

 

Il dottorato ha una vocazione interdisciplinare: non solo perché docenti di discipline diverse interverranno sullo stesso tema, ma soprattutto perché questo approccio faciliterà il team working tra professionisti di settori diversi. Ad esempio, Il fisico che analizza l’argilla di una serie di anfore rinvenute nel Mar Rosso avrà necessità di collaborare con il chimico, l’archeologo e l’informatico. La dottoranda che si occupa della conservazione delle strutture murarie realizzate in terra cruda si interfaccerà con archeologi, ingegneri, fisici e chimici.

 

Il progetto rientra negli obiettivi di Ateneo di internazionalizzazione e di programmazione di Dottorati di Ricerca innovativi secondo i principi indicati dalla Commissione Europea (EU Principles for Innovative Doctoral Training). Con questa iniziativa prosegue inoltre l’impegno dell’Università di Torino nell’alta formazione nel campo dei beni culturali, settore nel quale l’Ateneo offre già diversi Master.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 17 Gennaio, 2019

FotoComunicato - L'ambasciatore israeliano in Italia Ofer Sachs visita l'Università di Torino

L’incontro, avvenuto nelle sedi dell’Incubatore 2i3T e del Molecular Biotechnology Center rappresenta un’ opportunità di cooperazione per la ricerca, l’innovazione e le start up

Giovedi 10 gennaio l’Ambasciatore Israeliano in Italia, Ofer Sachs, ha visitato le sedi del Molecular Biotechnology Center e dell’Incubatore 2i3T dell’Università di Torino e incontrato il Rettore dell’Ateneo torinese, Gianmaria Ajani e una rappresentanza di docenti, ricercatori e start up. L’appuntamento è servito per illustrare le opportunità di cooperazione tra Italia e Israele e le possibili sinergie tra gli ecosistemi dell’innovazione.

 

La visita dell’Ambasciatore Ofer Sachs si inserisce in un progetto a lungo termine che si propone di intensificare le relazioni diplomatiche ed economiche con l’ecosistema dell’innovazione piemontese e di creare una relazione stabile e sinergica tra i diversi attori: imprese, associazioni, centri di ricerca, università e incubatori. Il percorso è finalizzato quindi a stimolare nuove opportunità di business con uno dei sistemi mondiali più avanzati e ad elevato tasso di innovazione e di imprenditorialità soprattutto nei settori dell’Hi-Tech (difesa, biomedicina, irrigazione ed energie rinnovabili) e della Cybersecurity.

 

Israele, che negli ultimi 5 anni ha registrato un +3% di PIL (dati pubblicati dall’Ufficio Centrale di Statistica Israeliano – CBS – Central Bureau of Statistics), è il  Paese al mondo per numero di start up pro capite dopo gli USA. Questo risultato è stato ottenuto grazie a politiche e incentivi che promuovono una stretta sinergia tra mondo accademico e ricerca industriale e attraverso massicci investimenti in venture capital. Numerose sono le società multinazionali che hanno stabilito nel territorio israeliano i propri centri R&S, come IntelMicrosoftIBM e Google.

 

L’Italia è considerata come uno dei principali partner commerciali e alleato strategico in campo industriale, considerata la limitata dimensione dell’industria israeliana. L’Accordo Intergovernativo di Cooperazione Industriale Scientifica e Tecnologica del 2002 offre concrete possibilità di sinergie industriali e tecnologiche. Per di più, i forti legami culturali e storici e la complementarietà dei sistemi, rendono l’Italia un partner privilegiato.

 

Durante la visita dell’Ambasciatore è stata inoltre presentata l’internazionalizzazione delle start up innovative e degli spin off della ricerca pubblica sul territorio, per offrire agli startupper la possibilità di conoscere l’ecosistema dell’innovazione israeliano. A questo proposito, l’Università di Torino, attraverso l’Incubatore d’Impresa 2i3T, mappa competenze ed expertise presenti nei 27 Dipartimenti dell’Ateneo, accoglie le idee innovative di studenti, ricercatori e docenti e valorizza in chiave economica i risultati della ricerca svolta in ambito accademico, promuovendo e sostenendo la creazione di nuove imprese ad alto contenuto di conoscenza. Il risultato di queste attività iniziate nel 2007 è costituito da 79 start up nate dai risultati di ricerca, attive nei settori delle scienze della salute (35%), cleantech (16%), agro-alimentare (20%), digitale (19%), innovazione sociale (9%) e da oltre 300 posti di lavoro ad alta intensità di conoscenza.

 

“La sinergia tra Università di Torino e Israele, con le imprese, i centri di ricerca e gli incubatori, permetterà certamente di dare un forte impulso alle sfide dell’innovazione nel nostro territorio.” – dichiara il Rettore dell’Università di Torino,Gianmaria Ajani – “La visita dell’Ambasciatore Sachs nei laboratori del Centro di Biotecnologia Molecolare è molto significativa perché l’innovazione passa anche per l’interdisciplinarità, che questi spazi rappresentano in modo efficace.  A Torino sorgerà il Parco della Salute, che avrà obiettivi non solo di assistenza clinica, ma anche di ricerca scientifica di elevato livello: dalla ricerca in biotecnologie alla medicina di precisione, dagli studi sulla genetica al rapporto tra medicina e big data. È quindi necessaria una grande capacità di fare ricerca in questi ambiti valorizzando la meglio la sinergia tra le discipline”.

 

"La mia presenza qui oggi si inserisce in un lungo percorso di conoscenza e promozione di importanti realtà sul territorio nazionale”. – afferma L’Ambasciatore Israeliano in Italia, Ofer Sachs  - L'incubatore 2i3T di imprese dell’Università degli Studi di Torino è certamente uno dei luoghi in cui la cooperazione tra Italia e Israele nel campo della ricerca tecnologica può raggiungere risultati concreti nel prossimo futuro. Se oggi Israele è considerato un innovatore globale in grado di esportare soluzioni efficaci in una molteplicità di settori, lo si deve alla sinergia tra attori pubblici e privati affiancati dall’intensa attività del mondo accademico, la presenza del rettore Ajani è un importante segnale che va in questa direzione”. 

 

“La visita dell’Ambasciatore rappresenta un importante elemento per lo sviluppo delle opportunità per i nostri centri di ricerca e le nostre start up innovative”. – spiega il Presidente dell’Incubatore 2i3T e Vice Rettore al Trasferimento Tecnologico, Silvio Aime – “La possibilità di confrontarsi con uno Stato eccellente quale Israele e l’intensificarsi delle relazioni e delle partnership tra i nostri due Stati e specificatamente con l’Università degli Studi di Torino ed il suo Incubatore non potrà che essere di grande stimolo per l’ecosistema dell’innovazione piemontese e siamo per questo grati all’Ambasciatore per questo suo segnale di attenzione”.

 

"L'MBC ha una sua vocazione internazionale e ospita docenti, ricercatori e studenti da diverse nazioni". - conclude Fiorella Altruda, Direttore del Molecular Biotechnology Center - "La visita dell'Ambasciatore ci apre nuove opportunità e nuovi scenari di cooperazione con un Paese leader in moltissimi settori di ricerca, a cui la nostra comunità scientifica risponderà certamente con interesse ed entusiasmo apportando le proprie competenze verso obiettivi sempre più sfidanti".

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 11 Gennaio, 2019
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