Maratona Dantesca - Lettura collettiva dei canti del Purgatorio della Divina Commedia sulle note di Beethoven

Cronoscalata verso la montagna del Purgatorio Dantesco.

Martedì 9 ottobre 2018, alle ore 15.00, nell'Aula Magna del Palazzo del Rettorato dell'Università di Torino (Via Verdi 8) si terrà la Cronoscalata verso la cima della montagna del Purgatorio Dantesco. Sarà il Rettore dell'Ateneo, Gianmaria Ajani, ad aprire le letture a cui seguiranno 32 "scalatori", tra docenti, studenti e cittadini che, terzina dopo terzina, reciteranno i canti del Purgatorio della Divina Commedia di Dante, fino a giungere alla conquista del Paradiso terrestre.

 

La Cronoscalata è organizzata da Silvia BarbinAnna BardazziFederico Frau e dal gruppo Per correr miglior acque con il patrocinio dell'Università di Torino e del Dipartimento di Studi Umanistici. L'evento infatti si avvale della collaborazione scientifica dei Proff. Donato Pirovano, Docente di Filologia della Letteratura Italiana e Alberto Rizzuti, Docente di Musicologia e Storia della Musica all'Università di Torino.

 

Dopo il successo ottenuto lo scorso anno nell'ambito della Notte dei Ricercatori, in cui fu proposto il primo esperimento torinese con 34 "maratoneti", tra studenti, dottoranti, docenti e cittadini dell'Inferno, ritorna quest'anno nelle aule universitarie la maratona dantesca. Quest'anno la formula sarà impreziosita dalla partecipazione di Anna Barbero, musicista di fama internazionale, che accompagnerà gli atleti nell'impresa, intervallando la lettura integrale dei trentatrè canti danteschi con l'esecuzione al pianoforte di un Valzer di Anton Diabelli e delle trentatrè variazioni composte da Beethoven su di esso. 

 

 

 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 8 Ottobre, 2018

Gelede, le donne ancestrali di Nigeria e Benin

La mostra sulle mascherate Gelede inserite dall'Unesco nella lista del patrimonio immateriale dell'umanità

Lunedì 8 ottobre 2018, alle ore 18.00, nell'Aula B1 del Campus Luigi Einaudi (Lungo Dora Siena 100/A) si terrà l’apertura della mostra: “GELEDE. Le nostre madri Yoruba (Nigeria/Benin)”, organizzata dal Museo di Antropologia ed Etnografia (MAET) del Sistema Museale di Ateneo e il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell'Università di Torino. La mostra sarà visitabile nella Main Hall del Campus Einaudi dall'8 al 18 ottobre 2018. All’inaugurazione saranno presenti le curatrici, Cecilia Pennacini ed Erika Grasso, e il collezionista-prestatore Renato Capra.

 

La mostra espone alcune maschere a casco inedite provenienti dalla collezione del Museo di Antropologia ed Etnografia (MAET) e dalla collezione privata di Renato Capra e Anna Robino: le prime risalgono a inizio Novecento, mentre la seconda raccolta copre un periodo che va da inizio Novecento fino ad oggi. Le maschere rientrano nel culto Gelede, ancora oggi attivo e parte del complesso sistema rituale e religioso delle popolazioni Yoruba, che vivono tra la Nigeria sud occidentale e il Benin.

 

Il culto prevede performance caratterizzate da canti, danze, costumi e musiche orchestrate in masquerade coinvolgenti e impressionanti. Lo scopo è quello di ottenere la protezione delle “nostre madri”, come vengono chiamate le figure femminili ancestrali e le potenti donne anziane cui il culto è rivolto. Le maschere rappresentano volti umani che reggono alcune sovrastrutture dalla forma di animali, scene di vita quotidiane e, talvolta, simboli della modernità.

Nel 2008 le mascherate Gelede sono state inserite dall’UNESCO nella lista del Patrimonio immateriale dell’Umanità.

 

Martedì 16 ottobre alle ore 17.00 presso l’aula D1 del Campus Einaudi Alessandra Brivio (Università di Milano Bicocca) presenterà la conferenza dal titolo “Gelede. Arte, potere e femminilità in Africa occidentale (Nigeria/Benin)”, cui seguirà la proiezione del documentario “Gelede. A Yoruba Masquerade” di F. Speed e P. Harper (Nigeria, UK – 1970).

 

L’iniziativa si svolge nell’ambito di “Torino verso una città accessibile”, programma di eventi promosso dalla Città di Torino dedicato al tema del patrimonio e dell’accessibilità culturale universale, in collaborazione con il Centro Interculturale della Città di Torino, il Centro Piemontese di Studi Africano, la Coop.Soc. Progetto Sociale Tenda, l'Associazione Panafricando e l'Associazione Yoruba-Torino.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 8 Ottobre, 2018

Richard Stallman ospite al Dipartimento di Informatica dell'Università di Torino

Aula A - Corso Svizzera 185, Torino mappa

Lunedì 1 ottobre dalle 14:00 alle 16:00il Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino (Aula A - Corso Svizzera 185, Torino) ospiterà Richard Stallman, promotore del concetto di software libero fin dagli anni ’80 e attivista sul tema delle libertà nel mondo digitale. Stallman parlerà di Computing, Freedom and Privacy (Informatica, libertà e riservatezza delle informazioni), nell’intervento dal titolo:

 

Il modo in cui la tecnologia digitale si sta sviluppando minaccia la nostra libertà nell’uso del computer e di internet. Quali sono le minacce? Cosa dobbiamo cambiare?

 

L’intervento sarà in lingua Inglese.

 

Biografia

Richard Stallman nel 1983 ha lanciato il Movimento per il Software Libero e ha iniziato a sviluppare il sistema operativo GNU (www.gnu.org). Nel 1984 nasce ufficialmente il software libero: chiunque ha la libertà di copiarlo e ridistribuirlo, con o senza cambiamenti. Il sistema GNU/Linux, cioè il sistema operativo per computer GNU combinato con Linux, è oggi usato da milioni di persone. Nel 1985 ha creato la Free Software Foundation di cui è presidente come volontario.

Stallman ha ricevuto diversi premi, quali il Grace Hopper Award di ACM, il premio Software and Systems di ACM, il premio della Fondazione Electronic Frontier Foundation's, il premio Takeda per i Miglioramenti socio/economici ed è fellow della MacArthur Foundation, oltre ad avere diversi dottorati honoris causa ed essere stato introdotto nella Internet Hall of Fame. 

 

 

Accrediti e richieste interviste vanno inoltrate all’indirizzo mail ufficio.stampa@unito.it entro le ore 18 di domani, venerdì 28 settembre.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 27 Settembre, 2018

Al via l’VIII Forum Internazionale sulle biotecnologie industriali e la bioeconomia

In agenda dibattiti e tavole rotonde dedicate all’Industria bio-based, all’Agro-Food, all’Energia e all’Ambiente alla ricerca di nuovi modelli di crescita sostenibile

 

 

Si apre oggi 27 settembre, alla Cavallerizza Reale di Torino, IFIB: il Forum Internazionale sulle biotecnologie industriali e la bioeconomia. L’evento, che si inserisce nella cornice della Biotech Week 2018, è giunto quest’anno alla sua ottava edizione ed è uno degli appuntamenti di punta, a livello globale, dedicato interamente alla bioeconomia dove si presentano ricerche scientifiche e industriali in grado di favorire una crescita economica sostenibile rispondendo, grazie alle biotecnologie industriali, alle sfide che pone il nuovo millennio: ricerca di alternative al petrolio e alle altre fonti energetiche fossili, aumento della popolazione mondiale e cambiamenti climatici.

 

 

Il forum, organizzato da Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica, Cluster Nazionale della Chimica Verde SPRING, in collaborazione con Innovhub-Stazioni Sperimentali per l’Industria e con i partner locali Regione Piemonte e Università degli Studi di Torino, è articolato in 3 sessioni: una dedicata all'Industria bio-based, una all'Agrofood, la terza all’Energia e all'Ambiente, oltre ad una sessione trasversale sull'analisi dei possibili modelli di finanziamento del "modello" bioeconomia e due tavole rotonde: una con gli investitori e una con i cluster.

 

 

Grazie a questo appuntamento si confrontano nel capoluogo piemontese alcune delle imprese più innovative a livello mondiale. Solo per citarne alcune: LanzaTech da USA, Circa da Australia. UPM e Metsa da Finlandia. E ancora le italiane Fiat, Ferrero e Novamont. La banca europea degli investimenti, la commissione europea oltre ai cluster canadese, brasiliano, olandese, francese e belga che stanno supportando lo sviluppo del settore nei loro Paesi.

 

 

Di particolare interesse l'intervento del 27 mattina sullo stato dell'arte delle politiche europee sulla bioeconomia presentato da Elisabetta Balzi (Dg R&I EU Commission) e la presentazione del nuovo paper dell'Agenzia europea per l'ambiente "The circular economy and the bioeconomy. Partners in sustainability" a cura di Mieke De Schoenmakere (EU Environment Agency) in programma il 28 mattina.

 

 

“Torino oggi è la capitale mondiale della bioeconomia”, dichiara Giulia Gregori, componente del Comitato di Presidenza di Assobiotec e segretario generale del Cluster SPRING. “Anche in questa edizione la presenza di oltre 250 attori chiave del settore delle biotecnologie e dell’industria bio-based,rappresentanti dell’eccellenza della ricerca e dell’innovazione industriale di tutto il mondo, conferma il ruolo attrattivo, non solo del nostro evento ma anche del sistema italiano della bioeconomia, che è riuscito a ritagliarsi una posizione di leadership indiscussa. Dopo la presentazione della strategia sulla bioeconomia dello scorso anno, siamo pronti a dare il nostro contributo affinché il Paese si doti adesso di un piano d’azione che possa concretizzare le misure previste e accelerare i processi virtuosi già in corso, consolidando la nostra leadership a livello globale”.

 

 

“La bioeconomia – continua Gregori – si nutre di collaborazioni e di scambio di buone pratiche. Questo è lo spirito di IFIB, che ci ha portato anche ad organizzare una Tavola rotonda con i maggiori cluster della bioeconomia del mondo: dall’olandese Biobased Delta, al francese IAR-Pole fino al belga GreenWin e al canadese BioIndustrial Innovation Canada. Siamo lieti di annunciare che con questi ultimi due come SPRING abbiamo siglato un memorandum di intesa per rafforzare le relazioni non solo tra i nostri cluster ma anche tra le imprese e il mondo della ricerca che rappresentiamo rispettivamente”.

 

 

“L’Università di Torino è particolarmente attiva sui temi della bioeconomia e dell’economia circolare” ha affermato la prof.ssa Cristina Varese. “Con il Master BIOCIRCE, primo percorso in Italia interamente dedicato alla Bio-Economia, l’Ateneo forma professionisti che utilizzano materie prime e tecnologie in ottica innovativa, con un uso responsabile e sostenibile di risorse biologiche e processi biotecnologici. Completano l’approfondimento sul tema i due percorsi di dottorati innovativi in convenzione con Città di Torino e Intesa San Paolo su Big Data ed Economia Circolare, avanguardia nel panorama nazionale per la caratterizzazione intersettoriale/industriale, oltre che internazionale e interdisciplinare e la sinergia con il territorio. Testimonianze dirette del forte coinvolgimento dell’Ateneo nella “Piattaforma Tecnologica Bioeconomia” recentemente bandita dalla Regione Piemonte per favorire progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale sui temi della Chimica verde, dell’Agroalimentare in un’ottica di economia circolare.”

 

 

“La nostra regione può vantare realtà eccellenti nel campo delle biotecnologie industriali e non è un caso che un evento come questo sia ospitato proprio in Piemonte dove è forte la tradizione, la competenza industriale e scientifica, nonchè l'impegno da parte delle istituzioni ad accompagnare i processi più virtuosi. – dichiara Giuseppina De Santis, Assessore  alle Attività Produttive, Energia, Innovazione, Ricerca, Rapporti con società a partecipazione regionale di Regione Piemonte - A livello nazionale ci siamo impegnati molto per collaborare, insieme alle altre regioni, nel condividere una strategia italiana sulla bioeconomia attraverso un lungo processo istituzionale. Sul piano regionale, invece, abbiamo avviato un'importante nuova piattaforma tecnologica, che sta facendo registrare una grande vivacità progettuale”.

 

 

Bioeconomia – Per saperne di più

Un rapporto dell'OCSE intitolato “The Bioeconomy to 2030: designing a policy agenda” attribuisce alla bioeconomia la capacità di imprimere una vera e propria spinta propulsiva verso una nuova "rivoluzione industriale", che, a partire dalla ricerca nel campo delle materie prime rinnovabili, può permettere di innovare settori maturi come quelli delle materie prime, della produzione di energia e intermedi, garantendo una sostenibilità ambientale, economica e sociale nel lungo termine del sistema economico mondiale. Come sottolineato dalle conclusioni del rapporto dell’OCSE, per poter arrivare nel 2030 con un sistema economico in grado di sostenere, dal punto di vista sociale e ambientale, le grandi sfide che ci attendono, le istituzioni dovranno iniziare a lavorare sempre di più in una ottica di sistema per garantire coerenza tra le varie politiche e favorire questa nuova rivoluzione industriale sostenibile.

 

 

Lo scenario europeo

L’Europa in questo scenario si sta già muovendo. Il modello di crescita che l’Unione europea propone si focalizza sempre più sulla gestione, sulla produzione e sull’uso sostenibile delle risorse biologiche rinnovabili, attraverso l’aiuto delle scienze, della biotecnologia e l’integrazione con altre tecnologie. Nel febbraio del 2012, la Commissione europea ha reso pubblica la propria strategia “Innovazione per la crescita sostenibile: una bioeconomia per l’Europea”, chiamando all’azione gli Stati e le Regioni che fanno parte dell’Unione. La bioeconomia è oggi un comparto in forte ascesa, con un “fatturato” complessivo di oltre 2mila miliardi di euro e l’impiego di circa 22 milioni di persone - con ulteriori prospettive di crescita.

 

 

In Italia

Un recente studio (marzo 2018) di Intesa Sanpaolo, realizzato in collaborazione con Assobiotec, ha messo in evidenza come il valore della produzione della bioeconomia superi i 253 miliardi di euro, con 1,7 milioni di occupati (Fonte: Direzione Studi Intesa Sanpaolo).

Il 20 aprile 2017 l’Italia si è dotata di una propria Strategia Italia per la Bioeconomia che pone al nostro Paese l’obiettivo ambizioso di far crescere il valore della produzione e l’occupazione del 20% al 2030, fino rispettivamente a 300 miliardi di euro e 2 milioni di posti di lavoro. Il Piano rappresenta un utile strumento per fornire un quadro regolatorio stabile e coerente all’interno di una strategia che favorisca la competitività delle nostre imprese. Tale piano dovrà essere affiancato da una serie di Piani regionali, per sostenere le filiere locali e l’integrazione nel territorio. E dovrà essere seguito da un Piano d’azione in grado di tradurre in realtà la strategia delineata.

 

 

Biotech Week – Per saperne di più

La Biotech Week è stata lanciata in Canada nel 2003 ed è arrivata in Europa nel 2013 per volontà di EuropaBio- Associazione della bio-industria europea in occasione del 60° anniversario della scoperta della struttura DNA. Per il sesto anno è coordinata a livello nazionale da Assobiotec, Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica. Dal 2016 la settimana è diventata Global: in diversi continenti si celebra, infatti, negli stessi giorni, questa ricorrenza dando vita a una vera e propria “Global Biotech Week”, a testimonianza di quanto le biotecnologie rappresentino una risorsa senza confini, capace di offrire soluzioni alle grandi sfide della società a livello mondiale.

 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Giovedì, 27 Settembre, 2018

Foto/Comunicato - Siglato il primo accordo Università di Torino - General Motors

Ricerca, tecnologia e innovazione. Siglato il primo accordo Università di Torino - General Motors

Oggi, lunedì 24 settembre 2018 alle ore 12.00nel Salone del Rettorato (Via G. Verdi 8 – I piano), Gianmaria AjaniRettore dell’Università di Torino, e Riccardo Ventura, Direttore dei Servizi Legali di General Motors in Europahanno firmato il primo accordo di partnership accademica della durata di 4 anni relativa alla definizione e realizzazione di  progetti di ricerca condotti dall'Ateneo torinese e da General Motors – player di rilevanza mondiale nel settore automotive.

 

La convenzione è alla base di una collaborazione che porterà UniTo e General Motors Propulsion Systems-Torino ad affrontare non solo questioni di elevata complessità che riguardano la mobilità delle persone e delle merci, spesso in un'ottica interdisciplinare, ma anche a condividere infrastrutture, laboratori e competenze.

 

Per far fronte alle sfide poste dai trend globali di cambiamento, General Motors ha riconosciuto tra le crucialità dei saperi della nuova industria, le competenze che contraddistinguono l'Ateneo torinese, dalle Scienze dei materiali alle Scienze sociali, dall’Economia all’Information and Communications Technology e ai Big-Data.

 

“L’accordo con General Motors - ha dichiarato il Rettore Gianmaria Ajani - è una grande opportunità per il nostro Ateneo, in termini di valorizzazione della ricerca e delle competenze che animano la nostra Università. La firma di oggi apre ad una collaborazione che permetterà ai nostri ricercatori di lavorare sui temi dell’automotive, confrontandosi con tecnologie e saperi all’avanguardia”

 

Federico Galliano, Responsabile delle Relazioni Istituzionali di General Motors in Europa, ha dichiarato: “L’accordo con l’Università ci permette di attingere a conoscenze e competenze non solo tecnologiche che agevoleranno il passaggio della nostra impresa da automotive ad una mobilità a tutto tondo."

 

L'accordo nasce quindi dalla consapevolezza della profonda trasformazione che sta interessando il settore automotive, sia dal punto di vista delle tecnologie di produzione, sia dal punto di vista della domanda di mercato. Soprattutto quest'ultimo aspetto con il passaggio dal concetto di proprietà del bene autoveicolo al concetto di accessibilità al servizio di mobilità, ha reso necessario un ripensamento del core business delle aziende automotive, che si stanno concentrando sempre più su tecnologie avanzate abilitanti e sul bisogno di una mobilità personalizzata sulle esigenze del singolo cliente.

 

La sottoscrizione della convenzione avvia, per la prima volta, un percorso di collaborazione che vedrà come primo passo la costituzione di un advisory board sulle tecnologie disruptive che sarà coordinato dal Prof. Francesco Quatraro docente al Dipartimento di Economia e Statistica Cognetti de Martiis dell’Università. Per la loro portata le tecnologie di questo tipo ridefiniscono radicalmente il ruolo produttivo delle imprese e di conseguenza l'intero ecosistema in cui operano, alla luce di un nuovo concetto di valore per il cliente e di modello di business.

 

Un vero e proprio cambio di paradigma capace di aprire a nuovi mercati ed impattare in modo significativo sulla società e sulla vita delle persone.

 

 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 24 Settembre, 2018

Torino e la Polonia: una storia lunga oltre un secolo

Per ricordare i 100 anni dell'indipendenza polacca Unito ospita due mostre dedicate ai rapporti militari e accademici tra Torino e Varsavia

 

 

In occasione del centenario dell’indipendenza della Polonia lunedì 24 settembre 2018, alle ore 17.00, nell'Aula Magna del Rettorato (via Verdi 8, Torino) si terrà l’inaugurazione di due mostre: “Da prigionieri a uomini liberi. L’armata polacca in Italia 1918-1919”, promossa dall’Università di Torino, dalla Comunità Polacca di Torino, dal Consolato Generale di Polonia a Milano e dal Consolato Onorario di Polonia a Torino; e “Pro Polonia. La nascita della polonistica all’Università di Torino”, ideata e allestita per l’occasione nell’Archivio Storico di Ateneo.
In chiusura avrà luogo il concerto “Sentieri musicali tra Italia e Polonia” con la musica del ‘600 italiana e polacca interpretata dall’ensemble Giardino di Delizie.

 

All’inaugurazione interverranno il Magnifico Rettore Gianmaria Ajani, l’ambasciatore polacco Konrad Głebocki, la Console Generale polacca Adrianna Siennicka e le curatrici delle mostre Krystyna Jaworska e Paola Novaria.

La mostra “Da prigionieri a uomini liberi. L’Armata polacca in Italia 1918-1919” illustra un episodio poco noto della Prima guerra mondiale: la formazione a Santa Maria Capua Vetere e alla Mandria di Chivasso di un’armata polacca composta da ex prigionieri di guerra austroungarici e ne ricostruisce la singolare storia, possibile grazie al comune impegno di polacchi, italiani, francesi e americani.

 

La mostra “Pro Polonia. Gli albori della polonistica all’Università di Torino” presenta rari documenti inerenti i polonofili torinesi. La loro attività creò un terreno fertile per la fondazione nel 1915 del Comitato Pro Polonia di Torino, con Presidente il Prof. di economia Achille Loria, Vicepresidente il Rettore Giovanni Vidari e segretario l’Avv. Attilio Begey. Tale interesse portò poi alla nascita presso l’Ateneo torinese nel 1930 di uno dei più importanti centri di studi polonistici in Italia.

 

Il concerto “Sentieri musicali tra Italia e Polonia”, offerto dall’Istituto Polacco di Roma, richiama la ricchezza dei nessi culturali tra i due Paesi e prevede l’esecuzione di musiche italiane e polacche del ‘600 da parte dell’Ensamble Giardino di Delizie: Ewa Anna Augustynowicz e Katarzyna Solecka (violino barocco), Cristina Vidoni (violoncello), Paola Ventrella (tiorba), Nijolè Dorotèja Beniušytè (cembalo). In programma musiche di Adam Jarzębski, Tarquinio Merula, Stanisław Sylwester Szarzyński, Kaspar Foerster e Marcin Mielczewski.

 

L’evento ripercorre la lunga tradizione di rapporti tra Torino e la Polonia, risalenti fino al periodo delle lotte risorgimentali. Tali legami si sono rafforzati nella seconda metà del secolo grazie alla presenza nel capoluogo piemontese di un gruppo di mazziniani, studenti e docenti dell’ateneo torinese, sostenitori della causa polacca e dell’Europa dei Popoli. Nel 1915 fondarono, con esponenti di spicco della società civile torinese, il Comitato Pro Polonia. Il gruppo fu particolarmente attivo nel 1918-1919, quando alla Mandria di Chivasso fu aperto un campo militare polacco dove si addestrarono oltre 20.000 volontari che poi confluirono nell’Armata polacca in Francia e dalla Francia raggiunsero laPolonia.

 

L’inaugurazione di lunedì è la prima di una serie di manifestazioni  previste durante l’anno per festeggiare il centenario dell'indipendenza polacca. La mostra “Da prigioenri a uomini liberi. L’armata polacca in Italia 1918-1919” sarà presentata anche in altre sedi del Piemonte, mentre è previsto per fine novembre un convegno itnernazionale di polonistica all'Univeristà di Torino.

 

Ingresso gratuito.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 21 Settembre, 2018

Democrazia, partecipazione e movimenti sociali, (mal) governo e qualità classe politica: XXXII convegno Società italiana di scienza politica - 6-8 settembre Campus Luigi Einaudi

XXXII Convegno annuale della Società Italiana di Scienza Politica

Università di Torino, Campus Luigi Einaudi

6-8 settembre 2018

 

Da domani giovedì 6 a sabato 8 settembre, il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell'Università di Torino organizza la trentaduesima edizione del Convegno annuale della Società Italiana di Scienza politica (www.sisp.it), associazione disciplinare fondata nel 1981 per favorire lo sviluppo della scienza politica in Italia, l'incontro e la collaborazione degli studiosi della materia in Italia e all'estero e il coordinamento delle strutture preposte all'insegnamento e alla ricerca.

 

Il programma del convegno prevede una lezione inaugurale, sul tema "Sulla rappresentanza e le sue trasformazioni", del prof. Alfio Mastropaolo; e quattro tavole rotonde plenarie con ospiti internazionali, sui temi della deliberazione democratica, delle trasformazioni della scienza politica nello Spazio europeo della ricerca, delle nuove tendenze della comunicazione politica, del rapporto tra spazio e produzione della conoscenza politologica.

 

Durante le tre giornate, i lavori non in plenaria saranno strutturati in 13 sezioni tematiche (tra cui democrazia e democratizzazioni, sistema politica italiano, comunicazione politica, partecipazione e movimenti sociali, amministrazione e politiche pubbliche, elezioni e comportamento di voto, studi regionali e politiche locali, politica e politiche dell’Unione Europea, (mal)governo e qualità della classe politica) che ospiteranno 99 panel. Ipartecipanti attesi sono oltre 400, da tutta Italia e dall'estero.

 

La SISP è attualmente presieduta dalla professoressa Simona Piattoni. Durante il convegno sarà eletto il/la nuovo/a presidente della Società.

 

Contatti:

Bobba Giuliano 349 2616918

Irene Bono 328 0333677

Di Peri Rosita 347 1282718

Ravazzi Stefania 333 9063550

Data di pubblicazione del comunicato: 
Mercoledì, 5 Settembre, 2018

Dai raggi cosmici, ai buchi neri, agli ammassi di galassie fino al respiro della terra: l'Università di Torino entra nel progetto LOFAR

Il Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino entra oggi a far parte del consorzio italiano che partecipa al progetto LOFAR (LOw Frequency ARray - www.lofar.org), grazie agli investimenti ed al contributo scientifico ottenuti attraverso il coinvolgimento del Consorzio Interuniversitario per la Fisica Spaziale (CIFS) ed agli accordi siglati con il Centro di Competenza sul Calcolo Scientifico del nostro Ateneo (c3s.unito.it). Oggi UniTO è in grado di fornire alla comunità astronomica italiana un supporto fondamentale attraverso le sue infrastrutture di calcolo per la riduzione dati delle osservazioni LOFAR. L’ingresso nel consorzio LOFAR per il Dipartimento di Fisica implica anche il raggiungimento di uno degli obiettivi prefissati per il suo programma di sviluppo legato al progetto dei Dipartimenti di Eccellenza. Ma questo è solo il primo passo in quanto, grazie al supporto del CIFS e dei suoi partner, come Envisens Technologies, è possibile perseguire l’obiettivo dell’installazione di una stazione LOFAR anche in Piemonte.

 

LOFAR è un radio osservatorio di nuova generazione con applicazioni interdisciplinari quali ad esempio Geofisica e Agricoltura di precisione e con circa 50 stazioni sparse in Olanda, Germania, Polonia, Regno Unito, Francia, Svezia ed Irlanda, gestito da ASTRON, l’istituto olandese per la radioastronomia e dai suoi partner internazionali che costituiscono l’International LOFAR Telescope (ILT). Nell’Aprile di quest’anno l’Istituto Nazionale di Astrofisica è entrato a far parte dell’ILT e guida un consorzio italiano che realizzerà almeno una stazione in Italia, presso la stazione di Medicina a Bologna.

 

LOFAR è attualmente il radio osservatorio più sensibile operante alle basse frequenze, dalle decine alle centinaia di MHz, e le sue osservazioni ci permettono di osservare dagli oggetti celesti variabili nella nostra Galassia o in quelle vicine fino ai buchi neri al centro delle galassie lontane e di studiare l’origine dei raggi cosmici e dell’Universo primordiale. Dal punto di vista geofisico le stazioni LOFAR integrate con reti sismiche potranno fornire nuove informazioni per rilevare microterremoti e identificare le sorgenti sismiche che li controllano. Il più grande esperimento, futuro della radioastronomia, è lo Square Kilometer Array (SKA), un sistema di antenne radio che osservano il cielo simultaneamente, completamente “Big Data driven”. In Europa, il LOFAR è il più grande precursore di SKA.

 

“La partecipazione a LOFAR è per il nostro Ateneo motivo di orgoglio – dichiara il prof. Francesco Massaro, responsabile del progetto per UniTo - e rappresenta un’opportunità unica, non solo per il Dipartimento di Fisica, ma anche per i Dipartimenti di Scienze della Terra e di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari che avranno accesso a nuove risorse e prospettive di ricerca. Le stazioni di LOFAR permettono infatti di portare avanti ricerca anche nell’ambito della sismologia, della geofisica, creando una rete di monitoraggio microsismico unica nel territorio con molteplici ricadute (geotermia, idrocarburi, rischi naturali) e della agricoltura di alta precisione, della chimica ambientale e della meteorologia.”

 

L’ingresso dell’Università di Torino nell’ILT sarà presto accompagnato da una crescita sul piano dell’offerta didattica volta al miglioramento della formazione dei propri studenti, accompagnato da un aggiornamento e un potenziamento delle strutture. L’internazionalizzazione dei dipartimenti coinvolti riveste un ruolo di primaria importanza e determina parte delle strategie di sviluppo e potenziamento di UniTO.

 

Partecipare alle osservazioni ed all’analisi dei dati LOFAR offre oggi una maggiore visibilità in ambito internazionale e una più elevata probabilità di attrarre talenti stranieri.

Data di pubblicazione del comunicato: 
Martedì, 4 Settembre, 2018

Iscrizione on line ai test di ammissione ai corsi di studio ad accesso programmato. C'è tempo fino a lunedì 6 agosto

Si chiudono lunedì 6 agosto alle ore 12.30 le iscrizioni on line ai test di ammissione ai corsi di studio ad accesso programmato dell’Univerità di Torino. Per iscriversi è necessario registrarsi al portale www.unito.it e seguire le istruizioni. Gli studenti iscritti agli anni precedenti, già in possesso delle credenziali di accesso, non devono effettuare una nuova registrazione.

 

Al termine della compilazione della domanda di iscrizione al concorso è necessario stampare il promemoria con il bollettino di pagamento che andrà pagato entro la data prevista per lo svolgimento della prova. La ricevuta del versamento va conservata ed esibita il giorno del test.

 

La data di pubblicazione delle graduatorie di merito e tutte le scadenze sono specificate nei singoli bandi di concorso dei corsi.

Dal 24 settembre e entro la scadenza prevista si potrà perfezionare la domanda di immatricolazione e si potrà pagare la prima rata delle tasse universitarie. La conferma del posto avviene con il pagamento della rata entro i termini previsti.

Il pagamento con MAV deve essere effettuato entro le ore 16.00 del giorno di scadenza, pena perdita del posto: dopo le 16.00 infatti il pagamento con MAV avrà data di valuta del giorno seguente, quindi successiva al termine consentito per confermare l’immatricolazione.

 

Al termine della fase di immatricolazione di coloro che sono risultati ammessi, nel caso vi siano posti ancora disponibili, si effettueranno fino ad un massimo di sette ripescaggi con le modalità e le tempistiche previste dai singoli bandi.

 

Infografica in PDF

Data di pubblicazione del comunicato: 
Venerdì, 3 Agosto, 2018

Prevenire l’influenza con il mirtillo rosso Oximacro® - Importante scoperta dei Biologi dell’Università di Torino

Il gruppo di ricerca di Virologia del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, in collaborazione con i colleghi di Biochimica e Fisiologia Vegetale, ha recentemente scoperto che l’estratto di mirtillo rosso Oximacro®, prodotto dall’azienda Biosfered Srl (già Spin-Off Accademico dell’Università di Torino) ha un effetto virucida nei confronti del Virus dell’Influenza. I risultati di questa scoperta sono stati pubblicati nella prestigiosa rivista internazionale “Frontiers in Microbiology”.

 

“L’estratto di mirtillo rosso Oximacro®, prodotto dalla nostra azienda è caratterizzato dal contenuto di proantocianidine di tipo A più elevato sul mercato mondiale” afferma il Prof. Massimo Maffei, Presidente e CEO dell’azienda Biosfered Srl di Torino che produce Oximacro®. “Questa caratteristica, risultato di ricerca e sviluppo tutta italiana, ha già permesso di dimostrare in passato l’elevato potere di Oximacro® come antibiotico nei riguardi di Escherichia coli uropatogena e come antivirale per le infezioni da Herpes simplex di tipo 1 e 2”

 

“Le proantocianidine, in particolare quelle dimeriche con legami di tipo A (PAC-A2), presenti nell’estratto di mirtillo rosso Oximacro® hanno la capacità di inibire in vitro la replicazione dei virus dell'influenza A e B” conferma il Prof. Giorgio Gribaudo, Ordinario di Microbiologia e virologo del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino. “In particolare, Oximacro® interagisce con l'ectodominio dell’emoagglutinina (HA), una glicoproteina presente sulla superficie del virus dell’influenza e necessaria per l’adesione e l’ingresso nelle cellule ospiti, provocando la conseguente perdita di infettività virale”

 

“Per confermare l’interazione delle PAC-A2 di Oximacro® con HA abbiamo effettuato studi in fluorescenza, che hanno confermato l'interazione diretta tra HA e le PAC-A2 di Oximacro®” riferisce il Prof. Gianfranco Gilardi, Ordinario di Biochimica presso lo stesso dipartimento. “Le simulazioni della dinamica di questa interazione, effettuate con computers in grado di effettuare milioni di calcoli al secondo (le cosiddette analisi in silico), hanno dimostrato che tra i diversi componenti del profilo chimico di Oximacro®, sono esclusivamente le PAC-A2 che legano HA con un'affinità inferiore a 10 nM”

 

Nel complesso, questi risultati suggeriscono che l’estratto di mirtillo rosso Oximacro® sia un potenziale candidato per creare nuovi agenti antivirali di origine naturale per la prevenzione delle infezioni da virus dell'influenza.

 

 

 

DIPARTIMENTO di SCIENZE DELLA VITA E BIOLOGIA DEI SISTEMI 

 

Prof Giorgio Gribaudo, giorgio.gribaudo@unito.it
Prof. Massimo Maffei, massimo.maffei@unito.it; m.maffei@biosfered.com 

Prof. Gianfranco Gilardi, gianfranco.gilardi@unito.it 

Data di pubblicazione del comunicato: 
Lunedì, 30 Luglio, 2018
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